Visione

in

Anche un androide può ridere[i]

 

di Giuseppe Felici rossointoccabile

 

Diventare adulti, uscendo dall’adolescenza, implica, per gli esseri umani, il superamento dei condizionamenti familiari. Smettere di imitare, desiderare, odiare i genitori. Costruirsi una personalità propria. Freudianamente si chiamò uccidere il padre (Freud era un noto misogino).

Mentre conclude il suo giro di pattuglia in un distretto del Bronx, Visione non sta affatto pensando a questo, e ciò gli risparmia qualche bella risata rispetto alle ultime vicende di Ultron.

Connette il suo sistema primario alla stampante e stampa il rapporto (pratica necessaria, da quando per legge gli arresti eseguiti da supereroi sono stati equiparati a quelli dei poliziotti).

- Che mi... -

L'attenzione dell'androide viene attirata dal sergente di guardia.

Sta guardando la televisione.

Visione si connette al sistema radiotelevisivo.

Su tutte le reti viene trasmessa la diretta di una rapina.

Un androide massiccio, rosso, con un costume giallo e verde esce dalla banca. Rovescia una macchina, poi corre via, indifferente alle pallottole della polizia.

- Sergente, la prego di registrare l'ora, per il suo rapporto. Probabilmente per l'inchiesta sarà chiamato a testimoniare la mia presenza, qui, in questo momento. Per qualsiasi cosa sarò rintracciabile alla base dei Vendicatori, oppure (estrae un biglietto da visita) su questa linea di telefonia cellulare.

Detto ciò esce volando attraverso la parete.

Giunto alla base dei Vendicatori è già connesso agli archivi ed ha già analizzato gran parte dei file che lo interessano.

A questo punto si connette ai terminali protetti, scollegati dalla rete esterna e inizia un confronto incrociato fra i rapporti delle missioni, compilati dai singoli Vendicatori e l'insieme delle banche dati a disposizione del gruppo, molte delle quali accessibili via internet.

In meno di un'ora ha raccolto dati sufficienti a formulare più ipotesi investigative.

Nessuna, a dir la verità, lo soddisfa. Ma, in mancanza di meglio si accinge ad effettuare dei sopralluoghi (l'anima dell'investigazione).

L'uomo che esce dalla sede dei Vendicatori è Victor Shade. Volto affilato, capelli castani (con una traccia di bianco sulle tempie), abito elegante ma un po' troppo colorato.

Si avvia camminando alla più vicina fermata della metropolitana. Le indagini su su questo caso richiedono il massimo della discrezione. O per lo meno è poco prudente che Visione si faccia vedere in giro fino a quando girano per la città una o più copie del suo corpo.

Anche a quell'ora tarda (o molto presto, è una questione di punti di vista) il metro' è pieno. Victor si ferma ad osservare i volti assonnati delle persone che lo circondano. Le occhiaie, la barba malfatta, l'insieme dei particolari dell'abbigliamento non perfettamente curati. Si fa un appunto mentale per inserire questa serie di variabili nel programma del suo proiettore olografico.

Poi ne aggiunge un altro sull'opportunità di osservare più a lungo e con maggior attenzione, prima di inserire le variabili.

Quando il treno si ferma, lascia scorrere gran parte della folla, poi sceglie uno dei vagoni meno pieni. Si siede ed il treno riparte.

Nel vagone ci sono tre persone.

Due, che vanno chiaramente al lavoro, sonnecchiano, rubando gli ultimi minuti di riposo alla giornata estenuante che li attende. I loro abiti sono vecchi e trascurati e spuntano dalla tuta slacciata, macchiata qua e la da piccole gocce di candeggiante.

Il terzo indossa pantaloni e giubbetto di pelle. I pantaloni sono infilati in stivaloni alti, di pelle nera anche essi.

Il giubbetto è pesantemente borchiato e macchiato, qua e la, di vernice spray. Sul volto, sormontato da una cresta di capelli verde e fucsia, ha svariati piercing. È sveglissimo, dagli auricolari che ha infilati nelle orecchie esce la ritmica sincopata di un pezzo punk. Nelle mani, già pesantemente usata, una edizione economica de “La critica del giudizio” che il ragazzo sta leggendo con profonda concentrazione[ii].

Il treno si ferma alla stazione giusta e Victor Shade scende. Fuori sta albeggiando.

Passeggia lentamente, guardandosi attorno, fino a che giunge in un vicolo.

La stradina, breve e stretta, è deserta.

Visione si connette alle onnipresenti telecamere della sorveglianza, nella strada attigua nessuno sta per svoltare nel vicolo.

Un secondo più tardi è scivolato attraverso la strada, sotto il tombino.

Abbandona il collegamento con le telecamere ed inizia a camminare con sicurezza, basandosi sulle mappe scaricate dai database dei Vendicatori.

Forse pensa che quei ricordi dovrebbero essere contenuti nella sua memoria in forma meno impersonale[iii]. La mente dell'androide è irraggiungibile per il narratore.

Forse riflette su quanto ha perduto grazie alla dissezione che ha subito dal governo.

Dissezione, altra parola è inadeguata.

Fatto sta che giunge in fretta e senza esitazioni al suo obiettivo. Una porta semichiusa, mezzo scardinata, su una parete del tunnel. A porta è erosa e annerita e si muove con difficoltà.

Il vendicatore attiva un microscopico meccanismo nel suo corpo e la sua densità molecolare si altera.

Unica traccia del suo passaggio il mucchietto di sporcizia che gli si stacca di dosso, attraversandolo.

Entra nel vasto ingresso pieno di macerie. Passa nella sala come il fantasma etereo che è, così da non alterare nulla. Ma non vede traccia del passaggio di altri, prima di lui.

Passando nella sala successiva, però, nota le prime tracce. Non ci sono tracce di ulteriori devastazioni. Però nella polvere ci sono degli inequivocabili segni di passi, ed alcuni macchinari mancano, il vuoto lasciato è chiaro, i segni di rottura netti e recenti.

l'androide non sembra minimamente scosso dalle membra scomposte sul terreno. Braccia rosse, brandelli di costume verde e giallo, teste robotiche con ancora qualche brandello di pelle sintetica attorno agli occhi spenti.

Visione esegue una spettrografia veloce sui tagli. La ionizzazione caratteristica del teletrasporto.

Qualcuno si è dato la pena di portar via tutta la tecnologia utilizzabile, lasciando meno tracce possibili.

Visione sovrappone il suo stivale ad un'impronta nella polvere. La forma non è molto dissimile, ma le dimensioni sono diverse.

Del resto l'analisi volumetrica fatta sulle riprese televisive non faceva pensare altro.

Ma due indizi convergenti non fanno una prova.

Analizza le tracce del teletrasporto. È possibile stabilire la direzione del raggio portante.

Visione lascia cadere il mascheramento olografico, oramai inutile e si lancia all'inseguimento. La scia, all'aperto, è inevitabilmente più difficile da seguire. Effetto della luce solare attraverso l'atmosfera e lo smog. Effetto anche delle innumerevoli altre tracce di teletrasporto che si intersecano nel cielo newyorkese.

Passa, apparentemente indifferente, accanto ad una coppia che si saluta con un lungo bacio sulla porta di casa.

Visione traccia la direzione poi vola alla base dei Vendicatori. La sua capacità di volo può rivelarsi insufficiente nel seguire un teleporter.

Preso un quinjet riparte. Perde più volte la traccia, ma seguire un raggio portante è, in qualche modo, semplice, una volta stabilità la direzione. A nord, quindi.

 

Non molto dopo arriva sui monti Catskills. La zona è desolata.

Atterra lontano dal suo obiettivo, nel tentativo di non far registrare il pericolo ad eventuali sistemi di sicurezza. Poi si smaterializza e si lascia trasportare dai venti nella direzione del suo obiettivo.

Il pendio della collinetta è dolce e la terra non appare smossa da molto tempo.

L'androide attraversa il sottile strato di terreno e la pesante paratia che si trova al di sotto.

Dentro, la base è di gran lunga più in ordine di quanto non fosse quella sotto le strade di New York.

Qui la battaglia, se mai c'è stata, non si è conclusa con la distruzione. Oppure l'opera di ricostruzione è stata avviata e completata.

Malgrado la sua intangibilità lo renda anche quasi invisibile, Visione non si illude di potersi aggirare a lungo in quella installazione senza essere rilevato dai sensori. Quando, dopo svariati minuti che si aggira per le stanze, apparentemente senza suscitare reazioni, sfugge per un pelo alla rete elettromagnetica che lo sfiora, solo perché il suo tentativo di inserirsi nei sistemi della base lo ha avvertito del fatto che qualcosa stava per succedere, prova quasi un senso di sollievo.

L'impulso elettromagnetico, però, è sufficiente a scompensare i suoi sistemi di sfasamento, seppur per un solo istante.

Sente una lieve pressione sul dorso.

Ma quando si gira il suo avversario è svanito.

Assieme alla capacità di mutare a piacimento la densità del proprio corpo.

Visione avverte un rumore nella stanza attigua.

Entra, tre sue copie più massicce si stanno affaccendando attorno ad una macchina. Ad un certo punto si bloccano, come in attesa. Pochi istanti dopo, gli androidi e la macchina sono svaniti.

Effettua un controllo di sistema, per cercare il guasto nel sistema di sfasamento, ma il sistema risulta funzionare alla perfezione.

Il problema è dovuto ad un'interferenza esterna. Si tocca il punto in cui ha avvertito la lieve pressione, non più di pochi istanti prima.

C'è un piccolo rigonfiamento, come un bottone. Al tentativo, prudente, di rimuoverlo si libera una scarica elettromagnetica, che interrompe, per pochi istanti, alcuni sistemi secondari.

Mentre cerca di bypassare i sistemi del congegno avverte un forte odore di ozono e si volta. I tre androidi (o altri tre, visto che sono indistinguibili) sono tornati e gli si scagliano, immediatamente addosso.

Visione scansa il primo, più lento e pesante di lui, anche in questa forma.

Il secondo gli è quasi addosso, degli schermi di protezione deflettono il raggio termico che parte dagli occhi del vendicatore.

Un pugno lo sfiora, scansandolo Visione finisce fra le braccia del terzo androide, che inizia a stringerlo, sempre più inesorabilmente.

Due sottili raggi termici raggiungono il primo aggressore al ginocchio. Così concentrati sono sufficienti a superare gli scudi protettivi. L'articolazione cede e l'androide cade. Ma i sistemi di autoriparazione si mettono immediatamente al lavoro e questi cerca subito di rialzarsi.

Visione sposta immediatamente lo sguardo sul gomito del suo aggressore. Il costume verde e la sintopelle rossa si incendiano immediatamente, prima che l'articolazione ceda definitivamente Visione ha già puntato i piedi contro le ginocchia del gigantesco androide che lo stringe, forzando la morsa. Poi, con una capriola, sfugge completamente alla presa dell'androide, volandogli sopra la testa.

La scarica successiva colpisce il terzo avversario, quello ancora integro in piena testa.

L'androide si abbatte a terra. Quello colpito al ginocchio si sta rialzando, l'altro è già vicinissimo al vendicatore, che sta guadagnando l'ingresso, mentre i suoi sistemi hanno quasi finito di bypassare il meccanismo che interferisce con parte dei suoi poteri.

Visione si volta per eliminare, con un colpo preciso il secondo avversario, ma proprio in quel momento appare davanti al lui un androide più piccolo, color argento che gli applica un piccolo meccanismo a coprire la gemma sulla fronte.

Tutti i sistemi si spengono, ma lentamente.

L'ultima cosa che il vendicatore vede è il sorriso sul volto meccanico dell'avversario e il cerchio da cui parte una freccia trasversale sul suo petto.

 

Quando riprende coscienza è assicurato ad una specie di lettino, complessi sistemi di scansione si stanno muovendo su e giù per il suo corpo, una decina di androidi stanno disassemblando delle macchine tutto attorno, mentre un paio stanno ancora montando la sua prigione.

Attorno non si vedono più gli androidi dalla pelle rossa, versioni più grandi del vendicatore.

I sistemi di sicurezza si riattivano velocemente, un complesso sistema di campi elettromagnetici neutralizzano il sistema di teletrasporto.

Cannoncini laser disassemblano con precisione i dodici androidi, rimuovendo i legami dal corpo inerte di Visione. Appena in tempo. Infatti la sua coscienza viene ben presto attaccata dai sistemi di protezione dell'unità centrale in cui si era scaricata, un attimo prima che il suo corpo venisse neutralizzato.

Il vendicatore riprende la strada della sua forma fisica, ora pienamente funzionale ed esce attraverso le pareti prima che i sistemi di sicurezza diventino pienamente operativi.

Prova, poi, per svariati minuti a cercare l'entrata principale e a reinserirsi nei sistemi.

Poi risale sul quinjet, deciso a tornare con una squadra di Vendicatori, non appena disponibile.



[i]Ovviamente grazie a C.A.R.M.O.N. dei mits, che dal ritorno alla piena operatività della sua presenza in rete ha ripreso la sua funzione, essenziale ma non certo esclusiva, di mia banca dati personale e consigliere di continuity

[ii]Mi scusino i tradizionalisti, ma la tentazione di controbattere al cliché Marvel per cui il punk, nella metropolitana, ci può stare solo per fare una rapina era troppo forte. Ovviamente quella è una delle prove che contraddice la tesi che gli autori Marvel sono per lo più dei progressisti.

[iii]In virtù degli eventi visti in FQ Corno 239/241, ovviamente