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#2 – In prima persona

di Fabio Furlanetto

 

Universo MUSA

Sol IV, conosciuto anche come Marte

La società marziana non si è mai data un nome, né ha una vera idea di quanto siano antiche le proprie radici. Gli abitanti di questo mondo morto si sono nascosti per più di un secolo, in attesa del momento più opportuno per depredare la più ricca Terra.

In un’altra realtà, quel momento è stato due anni fa, e la grande invasione è fallita miseramente. In questo universo invece i preparativi sono stati più lunghi e meticolosi, pur di assicurarsi la vittoria.

Tutti i piani di questi esseri evoluti, tutti i milioni di anni di storia, cultura e tecnologia, tutti i crimini e le speranze di ciò che resta di una potente ed orgogliosa civiltà aliena…tutto finito per colpa di quattro parole:

-Sai cosa fare, Bob.

Fissi le tue impronte sulla sabbia rossa; il terreno sta ancora vibrando, anche se la scossa sismica ha già fatto una volta il giro del pianeta. E’ stato liberatorio poter usare la tua forza in quel modo, senza che Reynolds si lamentasse delle vittime. No, non Reynolds, è stato forse Sentry?

Sì, tu sei Sentry. L’uomo con il potere di mille soli che esplodono. Sei un grande eroe: hai impedito un’invasione aliena, distruggendo mostri malvagi e salvando miliardi di persone. Quando tornerai ci sarà una parata in tuo onore.

-Non sono sicuro di poterlo fare – si era lamentato Reynolds.

-Bob, voglio che tu capisca che non te lo sto chiedendo a cuor leggero – si era confidato Osborn – Ma ti ho detto che si è aperto questo portale su un’altra terra, un’altra New York. Ed abbiamo scoperto alcune differenze.

-Non c’è nessun Sentry dall’altra parte.

-Sì. Sì, è vero. Se tu ci fossi stato, avresti potuto fermare l’invasione marziana cha ha ucciso tante persone. Ma non c’eri, ed è stata una strage.

-Mi dispiace. Vorrei aver potuto fare qualcosa, Norman.

-E’ tutto a posto, figliolo. C’è qualcosa che potresti fare. Adesso che sappiamo dove cercare, ho chiesto ai nostri contatti nello S.W.O.R.D. di dare un’occhiata a Marte…ed è pieno di mostri, Bob. Mostri cattivi. Mostri che tu puoi fermare.

-Norman, non so se posso farlo. Sentry è un eroe.

-Se non li fermiamo adesso i marziani ci invaderanno, così come hanno invaso l’altra Terra. Se non intervieni adesso dovrai farlo dopo l’invasione, quando milioni di persone si chiederanno “dov’è Sentry, perché non ci salva? Perché non ha impedito tutto questo”? Perché non vuoi impedire che la gente muoia, Bob? Non vuoi essere un grande eroe?

-Se tu pensi che io possa farcela, Norman…se tu credi in me, ci proverò.

-Bravo ragazzo. Sai cosa fare, Bob.

Ti chiami Robert Reynolds ed hai sentito questa frase dieci minuti fa. O forse dovresti dire che Sentry l’ha sentita, e non sei più tanto sicuro della differenza. Quello di cui sei assolutamente certo, invece, è che a dieci minuti di distanza tutti i marziani sono morti.

Tu sei Sentry, l’uomo dal potere di mille soli che esplodono, e alle tue spalle c’è un gigantesco cratere che Reynolds non vuole guardare.

 

Universo MUSA

Torre dei Vendicatori

Sei Norman Osborn e fino a ieri avevi il mondo ai tuoi piedi. La gente comune ti considera il più grande eroe del mondo, sia i leader del mondo libero che i più spietati dittatori devono baciarti i piedi se vogliono sperare di sopravvivere, ed i tuoi nemici affogano nel fango sollevato dalla stessa plebaglia che cercano di salvare dalle tue grinfie.

Oggi invece tutto sta andando a rotoli. Uno stramaledetto portale ad Hell’s Kitchen sta lasciando scappare le ultime persone che ancora si ostinano a metterti i bastoni tra le ruote, e voci di ciò che c’è dall’altra parte stanno già circolando.

Victoria Hand si avvicina alle tue spalle, mentre sei intento a scrutare dall’alto la città e a riflettere come sfruttare la situazione a tuo vantaggio.

-Direttore Osborn, il Presidente sta tenendo un discorso alla nazione sul fatto che gli agenti H.A.M.M.E.R presidieranno la città solo fino a quando lo stato di emergenza non sarà sollevato. Apparentemente l’amministrazione non ha gradito la sua decisione di intervenire senza autorizzazione, ma per il momento non vogliono rendere pubblica la cosa.

-Allora speriamo che lo stato di emergenza duri il più a lungo possibile, miss Hand. Tenga sotto controllo la posizione del sindaco Jameson e si prepari ad un cambio dell’ultimo minuto nell’ordine delle missioni per Occhio di Falco…non si sa mai. Che mi dice dei media?

-Nelle prime ore le onde radiotelevisive sono riuscite a passare indisturbate da un universo all’altro, ma ora siamo riusciti a criptarle; è improbabile che i maggiori network rivelino troppo senza la nostra autorizzazione, ma non possiamo garantire nulla per quello che è stato scoperto dall’altra parte.

-In altre parole, se il loro mondo fosse caduto sotto il controllo degli Skrull ora saprebbero come impedirci di scacciarli via. Abbiamo chiaramente bisogno di maggior informazioni su di loro.

-Non penso ce ne sia bisogno – interviene Miss Marvel, passando attraverso il soffitto grazie ai propri poteri di intangibilità.

-Sofen, se non le dispiace questo è un briefing ufficiale della H.A.M.M.E.R – protesta miss Hand.

-E’ tutto a posto, Victoria, la signorina Sofen era in missione nell’altro universo per conto mio – menti, intuendo che se la tua pedina meno affidabile si sbilancia a darti informazioni gratis deve avere ottimi motivi.

A giudicare dallo sguardo di disapprovazione della Hand, ha capito benissimo che stai giocando ad un livello che lei non può comprendere, e sfoga la propria inadeguatezza uscendo dalla stanza senza dire una parola.

-Allora, Karla? Una tua valutazione dell’altro universo?

-Sono completamente impreparati ad un’offensiva. Secondo Ares, con un attacco preventivo potremmo facilmente prendere il controllo di New York…nel loro universo i super-eroi sono sparsi su tutto il mondo molto più che da noi.

-Il che significa una facile vittoria iniziale seguita da una guerra prolungata…qualcosa che Ares adorerebbe, ma che io non posso permettermi. Non conoscendo la situazione, sarebbe ancora più difficile che invadere Asgard. Inoltre il portale è troppo piccolo per far passare tutte le forze della H.A.M.M.E.R senza impiegare troppo tempo.

-Ancora non capisco perché hai tutta questa fretta di invadere qualcuno, Norman. Il potere ti sta scivolando dalle mani ed hai bisogno di una vittoria impressionante per far capire a tutti che sei ancora tu a comandare?

-Non essere stupida, Karla. Riesci ad immaginare cosa succederebbe se il pubblico scoprisse che dall’altra parte il mondo non è crollato solo perché non hanno né l’atto di registrazione né la H.A.M.M.E.R? Prima cominceranno ad avere dubbi, poi a farsi delle domande, e prima o poi a pensare anche con la propria testa.

-Inventati che sono sotto il controllo dei marziani, allora. La memoria dell’invasione Skrull è ancora abbastanza recente da scuoterli, e le ferite della Guerra Civile sono fresche: non è ancora facile per loro fidarsi della vecchia guardia.

-Troppo rischioso. Piuttosto, ho intenzione di dimostrare all’altro universo che avere un Norman Osborn a controllare il mondo ci rende molto più stabili e sicuri.

-Attento a non peccare di superbia, Norman. Hai già ingannato un mondo intero, ma puoi farlo una seconda volta?

-Non ne ho bisogno. Ho solo bisogno di scaricare tutti i miei problemi nell’altro universo, e poi aspettare che il portale si chiuda.

-E se non si chiudesse? Non sappiamo nemmeno come si sia formato!

-Non preoccuparti, Karla. Ho i miei mezzi per sbarazzarmi dei pianeti di troppo, ricordi?

 

Universo MIT

Eliveicolo dello S.H.I.E.L.D

Sei Nick Fury ed il caffè che stai bevendo fa schifo quasi quanto la situazione attuale. Con tutti i problemi che ci sono già al mondo e finiscono sulla tua scrivania, c’era davvero bisogno di avere a che fare con un altro accidenti di pianeta?

-Ho i rapporti che aveva chiesto, Colonnello Fury – annuncia la giovane agente che ti ha portato quella brodaglia imbevibile.

-Cominciamo dal peggio.

-Secondo le analisi preliminari, novantasette persone hanno attraversato il portale nelle prime due ore; la polizia di New York sta facendo il possibile per tenere lontano i curiosi e la stampa, ma almeno venti super-umani sono riusciti a fuggire dal nostro mondo e trentacinque sono arrivati. Stiamo verificando i dati iniziali che indicano la presenza in prossimità del portale di numerosi agenti dell’intelligence americana, russa e canadese. Inoltre siamo certi che Latveria, Zilnawa e Wakanda stiano in qualche modo monitorando le trasmissioni dell’altro universo.

-Insomma tutto il mondo ha capito che questo è un gran casino, ma nessuno ha ancora capito bene perché e stanno tutti a guardare.

-Si direbbe il caso, Colonnello. Se posso permettermi, perché lo S.H.I.E.L.D non ha ancora presidiato la zona?

-Perché il Presidente non vuole autorizzare un nostro coinvolgimento diretto; preferisce che ad occuparsene sia l’FBSA.

-Ma signore, la nostra esperienza in fatto di…

-Anche io credo sia un’idiozia, Tenente, ma lo S.H.I.E.L.D è un’organizzazione internazionale e non possiamo scendere sul campo in una nazione che non ci vuole a meno che non ci sia un dannatissimo buon motivo. Che mi dice dell’altro mondo? Come stanno reagendo?

-La loro New York ha dichiarato lo stato di emergenza, ed agenti della H.A.M.M.E.R stanno presidiando…

-Gli agenti di cosa?

-H.A.M.M.E.R, signore, il loro equivalente dello S.H.I.E.L.D. Sfortunatamente non siamo riusciti ad ottenere informazioni sul significato dell’acronimo, ma al momento stanno presidiando l’intera città; inoltre siamo certi che molte persone passate dalla nostra parte fossero in realtà spie H.A.M.M.E.R in incognito. Finora sono stati più efficienti di noi a tenere sotto controllo la situazione, si direbbe.

Stai per replicare alla novellina che la tua sensazione è piuttosto che questa H.A.M.M.E.R sia un po’ troppo invadente per i tuoi gusti, quando l’ologramma di una persona in armatura da Iron Man compare di fronte a te.

Ma capisci subito che non è il lacché di Stark quando l’elmo si apre per rivelare un volto che non avresti mai associato al vendicatore in armatura.

-Non si allarmi, Colonnello, questa è solo una chiamata di cortesia. Mi chiamo Norman Osborn e credo che lei abbia già sentito parlare di me.

-Solo in ogni dannata trasmissione che riceviamo dal vostro mondo; o che ricevevamo, prima che iniziaste a criptare tutti i segnali radio dalla vostra parte.

-Abbiamo subito un’invasione aliena da poco tempo e capirà che siamo ancora un po’ nervosi, Colonnello. Volevo solo rassicurarla su fatto che la situazione dalla nostra parte è assolutamente sotto controllo, e che siamo pronti a restituirvi tutti gli individui fuggiti dalla vostra parte.

-Mi risparmi le cazzate da pubbliche relazioni, Osborn, e piuttosto faccia tornare nel suo mondo le spie che ha mandato in avanscoperta.

-Non so di cosa sta parlando, Colonnello. A meno che non si riferisca agli agenti H.A.M.M.E.R che stanno inseguendo dei pericolosissimi criminali che hanno usato il portale per sfuggire alla giustizia…non escludo che siano stati loro a crearlo, ad essere onesto.

Attorno all’ologramma di Osborn appaiono immagini di persone che conosci bene: Luke Cage, la Donna Ragno, la Vedova Nera, Miss Marvel, Capitan America…anche se ha un costume diverso da quello che ti aspetteresti…due persone che non hai mai visto ma che una piccola didascalia identifica come “Ronin” e “Mimo”, e Tony Stark.

-Questi sarebbero i pericolosissimi criminali? Per cosa sono ricercati?

-Questo non deve interessarla, Colonnello. Ma capirà che un uomo nella mia posizione non può mai essere troppo prudente: fino a quando non mi avrà riconsegnato tutti questi fuggiaschi, nessun profugo dalla sua dimensione tornerà a casa.

-Mi sta minacciando, Osborn?

-Sto cercando di farle capire che non le conviene mettersi contro di me, Colonnello, qualcosa che la sua controparte ha imparato dolorosamente sulla propria pelle. E prima di intraprendere azioni militari, le consiglio di dare un’occhiata al nome “Sentry” tra le comunicazioni che avete intercettato.

L’ologramma svanisce, e tu mordi il sigaro. La situazione sta degenerando molto più in fretta di quanto avessi previsto.

-Tenente, voglio che troviate questi “fuggitivi”. Qualcosa mi dice che Osborn non mi ha detto tutto, ma non è il momento di fare i duri troppo apertamente.

-Colonnello, non vorrà certo consegnarli ad Osborn?

-Non sia stupida, Tenente Hand, voglio solo guadagnare un po’ di tempo. Richiami al servizio attivo Maria Hill, ho bisogno di qualcuno che dia un’occhiata ai panni sporchi di Osborn.

 

Universo MUSA

Castello Destino, Latveria

Ti chiami Layla Miller e sai molte cose. O forse credevi di saperle, perché adesso il futuro sembra molto più incerto di un tempo.

Osservi il tuo viso riflesso sullo schermo, accarezzando la M tatuata sul tuo occhio destro. Credevi di essere la più furba di tutti, di essere l’unica a potersi accorgere della strategia della partita mentre gli altri pedoni si limitano ad avanzare.

Ora siedi al tavolo con i due giocatori che stanno decidendo le mosse di due interi universi, e ti rendi conto di avere appena iniziato ad imparare le regole. E la cosa più strana è che entrambi i giocatori sono la stessa persona.

-Il potere di questo Sentry è impressionante. Mi chiedo per quale motivo tu gli abbia concesso di mantenerlo; solamente Destino si merita un potere così grande.

-Specialmente visto che è sempre stato così bravo a mantenerlo – ti lasci scappare.

Il Dottor Destino ti lancia un’occhiata che farebbe pietrificare chiunque non abbia una volontà d’acciaio. Ma tu sei Layla Miller, e sei fin troppo abituata a guardare il destino negli occhi.

-Perdona la mia protetta. Ti assicuro che la sua utilità supera di gran lunga il suo rispetto per chi le è superiore – ti salva l’altro Dottor Destino.

-Non ne dubito: la fiducia di Destino non si guadagna facilmente.

-Immaginavo che saresti andato d’accordo con te stesso – intervieni – Per rispondere alla tua domanda, sono stata io a far notare al tuo omologo che il potere di Sentry è imprescindibile dalla sua instabilità. E l’ultima cosa che vogliamo tutti è un Dottor Destino non completamente sano di mente, giusto?

-C’è un’insolenza nella sua voce che mi irrita, signorina Miller; fortunatamente, nell’interesse dei nostri due universi, Destino è disposto a perdonarla.

-Osborn sta reagendo alla scoperta del nuovo universo troppo lentamente; evidentemente gli inganni di Loki non sono stati sufficienti – riprende il discorso il Destino MUSA.

-Credo che abbia fatto abbastanza…per i propri scopi, almeno. Non ci aspettavamo che Loki seguisse il piano – obietta il Destino MIT.

-Avrei una domanda. Quanto dista Marte dalla Terra, in questo periodo dell’anno? – chiedi, ben sapendo la risposta.

-Silenzio, bambina, Destino sta..

-Aspetta, le sue domande non sono mai casuali. 355 milioni di chilometri.

-Il che significa che le immagini da Marte impiegano quanto, venti minuti per raggiungerci?

-Per la tecnologia inferiore di cui si serve ancora il resto del mondo, forse; il Cosmo-Visore trasmette le immagini istantaneamente.

-Interessante, perché giurerei che Sentry ci stia fissando – sottolinei indicando lo schermo.

-Questo è uno sviluppo inaspettato. Non possiamo permetterci ulteriori distrazioni; suggerisco di trasferire le nostre operazioni nel tuo universo – propone il Destino MUSA.

-Certi allarmismi non si confanno a Destino; schermare il castello da occhi indiscreti sarà sufficiente – cambia argomento il Destino MIT, attivando un segnalatore nascosto nel guanto.

Chiunque altro non se ne sarebbe accorto; nemmeno l’altro Destino l’ha fatto, pur incorporando una tecnologia identica nella propria armatura.

Ma tu sei Layla Miller e sai che cosa è appena successo. Sai che Destino non collabora con nessuno, nemmeno con se stesso, senza avere secondi fini. E non solo sai che quel segnale è stato inviato un secondo prima che l’altro Destino renda impossibile qualsiasi contatto con il mondo esterno, sai anche che il fato di due universi dipende da quel segnale.

Sei Layla Miller e sai molte cose. Ma non sai ancora come andrà a finire.

 

Universo MIT

Ti chiami Augustus DeCeyt e stai pensando. Tra le tue mani bloccate dalle manette ci sono i primi rapporti che i Guardiani ti hanno procurato per ottenere un’analisi della situazione. A colpo d’occhio noti che il mondo sta per precipitare nel caos e che puoi trarne vantaggio.

Se tu fossi un’altra persona, queste sarebbero ottime notizie e tu saresti molto felice. Ma tu sei Augustus DeCeyt e non provi nulla. Se solo il resto del mondo avesse questo vantaggio, il tuo lavoro sarebbe molto più semplice.

-Se qualcuno sta controllando le telecamere di sicurezza, come credo assai probabile, vi suggerirei di contattare i vostri capi – dici senza nemmeno alzare gli occhi dai rapporti.

I Guardiani sono una sezione deviata dello S.H.I.E.L.D che crede che i fini giustifichino i mezzi, e se tu fossi una qualunque altra persona questa caratteristica che avete in comune ti farebbe provare ammirazione per la dedizione che hanno nei confronti della propria missione. Ma tu non provi nulla, perché la tua mente è troppo impegnata ad impostare i pezzi del puzzle.

-Che succede qui? – chiede il Guardiano mentre entra nella stanza. Il suo volto è coperto dal casco antisommossa e ti sta puntando addosso una pistola: puoi avere trent’anni più di lui, essere disarmato ed ammanettato, ma lui ha paura di te.

-Troverei assai appropriato da parte sua procurarmi una penna, gentile signore.

-Non posso consegnarle niente senza l’approvazione dei miei superiori. Tenga le mani bene in vista!

-Il suo atteggiamento è assai illogico, signore. Non posso certo usare una mera penna per ucciderla.

La guardia esita, come immaginavi. Sei prigioniero dei Guardiani da pochi giorni, ma il personale è assai ristretto: senza darlo a vedere, hai studiato il linguaggio corporeo di quest’uomo in presenza dei suoi superiori e sai che teme troppo di essere rifiutato dal prossimo per rischiare di causare problemi lungo tutta la catena di comando. E’ l’anello debole.

Il Guardiano infila una mano in tasca e ne estrae una penna, senza chiedersi come facessi a sapere che ne portava con sé una.

-Che cosa vuole farne?

-Le ho già detto di non volerla usare per ucciderla, gentile signore. Solo per scappare – rispondi, conficcando con forza la penna nel tuo avambraccio sinistro.

La guardia è troppo scioccata per reagire subito, così hai il tempo di disegnare un pentagramma con il tuo sangue…ed in istante il tuo corpo è avvolto da fiamme rosse e nere.

La guardia fa fuoco senza più esitare, ma ormai è tardi: la fiamma fa rimbalzare i proiettili e scioglie le manette, permettendoti di camminare con tutta calma verso la porta. L’allarme della base inizia ad urlare, e la guardia tenta di chiamare rinforzi prima di ritrovarsi avvolto dalle stesse fiamme nere che un attimo prima proteggevano il tuo corpo. Le sue urla di dolore sono troppo simili a quelle che hai ascoltato in passato per suscitare in te alcun interesse.

-La magia può essere fastidiosamente imprevedibile – commenti, recuperando la pistola dal pavimento che si sta bagnando di sangue – Ciononostante, se non avessi approfittato della mia breve alleanza con Darklady per chiederle di maledirmi con un incantesimo che mi avrebbe un giorno permesso di evadere…

Lasci la frase incompiuta, voltandoti verso la donna che si è appena teleportata nella stanza. L’Incappucciata, braccio destro dei tuoi carcerieri, si è precipitata qui non appena ha sentito suonare l’allarme, così come avevi previsto.

Ed esattamente come pensavi, non ha il tempo necessario per reagire prima che un colpo dalla pistola che hai rubato le faccia saltare le cervella. La sua identità sarebbe un dato interessante da scoprire, ma il piano non lo prevede: tutto ciò che ti serve è recuperare il suo mantello rosso.

-…la mia fama di miglior pianificatore del pianeta sarebbe assai immeritata.

Il corridoio si sta riempiendo di Guardiani pronti ad ucciderti, ma tu stai già attivando i circuiti di teletrasporto del mantello. L’unico rimpianto che potresti avere, se tu potessi provare emozioni, sarebbe che nessuno di loro apprezzerà mai veramente la logica eleganza del tuo piano.

 

Universo MIT

Studio legale Nelson&Murdock

Ti chiami Matt Murdock ed hai un tremendo mal di testa. Da quando il portale si è aperto ad Hell’s Kitchen sembra che tutto il mondo abbia concentrato tutta la propria attenzione su questo angolo di mondo un tempo insignificante.

La zona è costantemente sorvolata da elicotteri e super-eroi; le strade sono intasate da giornalisti, curiosi, super-eroi e profughi interdimensionali. Vorresti correre fuori nei panni di Devil, l’Uomo Senza Paura, e cercare di tenere sotto controllo la situazione.

Ma ti rendi conto che la situazione è molto più grande di te. E’ il genere di cosa che i Fantastici Quattro trattano nel tempo libero, forse, ma tu non sapresti nemmeno da dove iniziare per chiudere un portale interdimensionale.

Qualcuno bussa alla porta. Prima ancora di avvicinarti senti l’odore di feromoni che permea l’aria ed un battito cardiaco incredibilmente forte che riconosci all’istante.

Sai che ti troverai davanti Luke Cage ancora prima di rispondere, ma le altre tre persone sono una sorpresa. Due donne, una bionda e l’altra mora, l’ultima delle quali sta emettendo i feromoni che solo tu puoi distinguere. L’altro è un uomo sulla trentina il cui braccio sinistro emette suoni meccanici e che sulla schiena porta un disco metallico nascosto dai vestiti.

-Luke, da quanto tempo; sei l’ultima persona che mi aspettavo di vedere, di questi tempi.

-Anche io non mi sarei mai aspettato di venire a chiedere il tuo aiuto, ma non sono sicuro di quanto riusciremo ad allontanarci da Hell’s Kitchen con gli sgherri della H.A.M.M.E.R alle spalle.

-Di cosa stai parlando, Luke?

-Abbiamo bisogno di protezione e di un passaggio per la base dei Vendicatori – chiede la bionda.

-Non sono sicuro di capire. Avete bisogno di un avvocato?

-Sappiamo che sei Devil, Matt, questo non è il momento per le identità segrete – rivela la mora aumentando la dose di feromoni, forse nel tentativo di calmare Matt.

-Venite dall’altra parte del portale, allora. Non so cosa pensiate di sapere del Matt Murdock del vostro mondo, ma io non posso fare niente per portarvi dai Vendicatori se non chiamarvi un taxi.

-Siamo proprio sicuri che questo tizio sia il capo della Mano? – chiede incredula la bionda.

La dichiarazione della donna ti lascia a bocca aperta, quasi abbastanza da non farti notare il frastuono di un veicolo estremamente rumoroso che atterra sul tetto dell’edificio; persino i presenti che non hanno super-sensi possono sentirlo.

-Ci hanno trovato – capisce l’uomo dal braccio meccanico, indossando una maschera da Capitan America.

Un uomo dalla pelle rossa passa attraverso il soffitto, scendendo dolcemente verso terra.

-Chiedo scusa per l’intromissione, ma questi uomini sono ricercati – dice Visione, con una voce metallica ed al tempo stesso spettrale.

-Andate, vi copro io – annuncia la bionda, prima di rilasciare una scarica di energia dalle mani. Visione deve averla considerata inoffensiva, rendendosi tangibile troppo presto: il colpo è sufficiente a scaraventarlo dall’altra parte della stanza.

Il corpo della bionda è avvolto da un lampo di luce, e tu puoi avvertire i suoi vestiti scomparire per essere rimpiazzati dal costume di Miss Marvel. La mora lascia cadere a terra l’impermeabile, rivelando di indossare il costume della Donna Ragno prima di afferrarti per la giacca.

-Andiamo, Matt, non abbiamo molto tempo.

-Al contrario – interviene una voce femminile, un istante prima che la giacca si strappi nel momento più inopportuno. E’ la voce di una donna che conosci, appena entrata dalla porta i cui cardini hanno ceduto sotto una leggera spinta; Capitan America non si interroga su quante siano poche le possibilità che tutto ciò accada con una precisione così conveniente, riconoscendo la donna:

-Scarlet! Ci mancava solo questa!!! – esclama, recuperando lo scudo agganciato alla schiena e lanciandolo con abbastanza forza da non lasciare alla donna il tempo di reagire lanciando un incantesimo.

Sei pronto a mandare all’aria la tua identità segreta lanciando un bastone per deflettere la traiettoria dello scudo, quando un secondo scudo rimbalza sul primo.

Entrambi gli scudi eseguono una serie di rimbalzi impossibili, tornando ai legittimi proprietari: Capitan America e Capitan America.

-Steve!? – si lasciano scappare entrambi.

-Okay gente, time out – richiama l’attenzione Luke Cage, prima di aiutarti a rialzarti.

-Tutto a posto?

-Ne ho passate di peggio, Luke. E a quanto ho capito, anche la mia controparte nella vostra realtà.

-Matt, la tua vita è un gran casino in qualsiasi universo.

Poche volte hai sentito una frase più veritiera di questa.

 

Universo MIT

Stan’s Amazing Universal Store, Hell’s Kitchen

Tu sei Loki e ti chiamano il dio dell’inganno. In realtà è una descrizione inappropriata, ma non si può pretendere che i mortali capiscano certe cose. E’ molto più preoccupante che gli dei si trovino a brancolare nel buio.

Non tutti gli dei sono come te, certo. Hai perso il conto da tempo immemore delle volte in cui Thor si è lasciato abbindolare da una fragile mortale in pericolo, o delle volte in cui Ares ha cercato di impadronirsi dell’Olimpo.

Sei Loki, e trovi questo universo noioso quasi quanto quello in cui hai tessuto le tue trame per molto tempo. Asgard non è mai stata portata su Midgard, qui, e Thor ne è ancora il signore. Hai già avvertito le magie della tua controparte, ma per il momento entrambi vi accontentate di lasciare fare l’altro.

Già senti che gli dei hanno avuto un ruolo meno importante in questa realtà che nella tua. E la tua mente si mette al lavoro per rendere anche questa Midgard un po’ meno noiosa.

Poi qualcuno entra nel negozio. Dovrebbe essere chiuso, presidiato da un lato dalla H.A.M.M.E.R e dall’altro dall’FBSA, colpevole solo del trovarsi nell’epicentro di qualcosa di più grande della comprensione umana…e divina, anche solo per il momento.

Ad entrare è stato un mortale, tra i cinquanta ed i sessant’anni; anche dopo tutti questi millenni, è difficile per Loki capacitarsi di quanto poco vivano queste curiose piccole creature. Non è armato, non ha superpoteri e non c’è traccia di magia su di lui.

Eppure non batte ciglio nel trovarsi di fronte ad un dio nordico con tanto di elmo cornuto, un dettaglio che desta l’attenzione di Loki.

-Non mi sarei aspettato di trovarla qui, mister Laufeyson.

-Loki è più che sufficiente, signor…

-DeCeyt. Professor Augustus DeCeyt.

-Un gran bel nome. Che cosa ci fa qui, professore? Questo è un luogo dove presto si potrebbero svolgere battaglie tra dei e superuomini per il destino di due universi.

-Lo immagino bene. E so che nessun essere normale, in una terra caotica come questa, può sperare di avere una parte in scontri di simile portata. Per questo preferisco vincere le mie battaglie prima ancora che comincino, mister Laufeyson.

-Ha suscitato il mio interesse, professore, qualcosa che può portare grandi fortune od immense sciagure.

-Così come il portale. Non ho alcun dubbio che ben presto uomini molto più potenti, intelligenti ed esperti di me capiranno che cosa è in gioco; per ora però sono tutti troppo concentrati a studiare l’altro universo per capirlo. Ma che questo è il punto focale dovrebbe capirlo chiunque.

-Ottimo lavoro per un mortale, professore. Anche io ho capito subito l’importanza del portale, e la mia prima mossa è stata accelerare tutta una serie di eventi che distraessero i giocatori principali dal vero obiettivo. I cosiddetti eroi saranno presto impegnati a tenere a freno Osborn, e quello stolto si è già lasciato accecare dalla propria smania di conquista; inoltre Destino e Sentry saranno così occupati a cercare di fermarsi a vicenda da non notare nemmeno ciò che sto per fare.

-Mi congratulo per le sue capacità deduttive, mister Laufeyson, ma sottolineerei che non siamo soli.

Loki schiocca le dita; le lampade al neon del negozio si trasformano in antichi lampadari, la cui luce illumina una ragazzina di dodici anni seduta a gambe incrociate su di una scrivania.

-Un dio del caos ed un maniaco del controllo. Se voi due siete gli unici che possono salvare il mondo, siamo messi proprio bene – commenta facendo scoppiare una bolla e tornando a masticare il chewing-gum con tutta calma.

-Affascinante. Qualcosa che non avevo previsto – commenta DeCeyt alzando un sopracciglio.

-C’è una voragine di energia caotica attorno a lei. Né magica né scientifica – realizzi.

-Mister Laufeyson, avverto forse preoccupazione nella sua voce?

-Quanto di più simile possa provare un dio, professore. Per quanto ne so, nulla del genere dovrebbe esistere.

-Oh, esiste eccome. Lo vedrete presto in prima persona.

-Follia! Come può una bambina conoscere ciò che un dio non può vedere? – protesta Loki.

-Inconsciamente lo hai fatto, altrimenti non saresti qui ora. Tu sei solo un dio, Loki, e puoi solo vivere le storie pensate da altri per te. Io conosco la trama. Sono Layla Miller, e so molte cose.

 

Una microcamera sta riprendendo la scena, innocua ed insospettabile. Dall’altro capo del mondo, in un altro universo, Victor Von Doom sta osservando le immagini.

-Puoi anche sapere molte cose, bambina, ma Destino è sempre un passo avanti rispetto a chiunque…siano essi ingannatori, dei o persino altri Destino. E ben presto mi consegnerai…cosa?

La bambina volge lo sguardo verso la microcamera, strizzando l’occhio…e neutralizzandola appiccicandole addosso la gomma da masticare.

Tu sei Layla Miller. Hai dodici anni, e sai molte cose. Quando rivolgi lo sguardo verso DeCeyt e Loki, subito dopo aver fatto infuriare il Dottor Destino, sai anche di aver appena firmato la tua condanna a morte.

 

 

CONTINUA !!!