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#5 – Singolarità

di Fabio Furlanetto

 

Hell’s Kitchen

New York City, universo MUSA

Ti chiami Ben Urich e sei un giornalista, uno dannatamente bravo. Sai che un buon giornalista non dovrebbe essere parte della storia, dovrebbe riportare i fatti con un distacco professionale che sembra essere passato di moda. Eppure ogni tanto non riesci a fare a meno di essere parte integrante della storia, per quanto cerchi di evitarlo.

Come metà dei giornalisti di New York ti sei recato in questo vicolo per tenere sotto controllo il misterioso portale che ha messo in comunicazione questo universo con un altro, ma a differenza di tanti altri non ti sei unito alla mischia di curiosi di fronte alla barriera di energia gialla…no, hai preferito salire su di un tetto per controllare l’azione dall’alto. E per questo motivo ti sei ritrovato con una spada giapponese ad un millimetro dalla giugulare.

Il ninja della Mano alle tue spalle non dice niente, come farebbe qualsiasi buon ninja. Tu prendi tempo in attesa che qualcuno venga a salvarti, come farebbe qualsiasi buon ostaggio.

-E’ stato Matt a mandarti, vero? Ho bisogno di parlare con lui; devo saperne di più di questa faccenda.

-Intenzione assai lodevole – interviene una voce alle spalle del ninja. Ti lascia andare, intenzionato ad uccidere il nuovo arrivato. Un uomo che non hai mai visto prima gli getta un mantello rosso sulla testa, e c’è un lampo di luce. Il mantello si teleporta via, insieme alla testa del ninja il cui corpo esplode in una nebbia che odora di morte.

-Il signor Urich, presumo. Suppongo non sia interessato ad intervistare Augustus DeCeyt? – chiede lo straniero, che tiene in braccio una ragazzina dai capelli biondi che sembra aver perso i sensi.

-Mai sentito nominare – ammetti.

-Ah, dalla sua risposta deduco che ci troviamo nell’universo chiamato, per motivi a me attualmente imperscrutabili, MUSA. Ciononostante, se le interessa veramente saperne di più dell’attuale situazione, lascio nelle sue mani l’unica persona che può aiutarla – risponde cripticamente l’uomo, adagiando sul tetto la ragazzina con estrema cautela.

-Ma lei chi è?

-Se si riferisce a me, sono la persona che potrebbe aver condannato a morte questo universo ed ha intenzione di trarne tutti i benefici possibili. Se si riferisce alla mia giovane conoscente, lei si chiama Layla Miller e sa molte cose che la interessano.

Detto questo, lo straniero afferra il mantello rosso che è riapparso nell’aria quasi per magia e lo indossa, scomparendo in un lampo di luce. I tuoi primi pensieri sono per la ragazza, e ti avvicini a lei per assicurarti che respiri ancora.

Ma quando Layla Miller riapre gli occhi e ti fissa, la tua obiettività giornalistica smette di avere senso.

In un battito di ciglia la tua mente è inondata dai ricordi di un altro Ben Urich, che ha vissuto gli ultimi anni nell’universo MIT. I ricordi di due vite parallele ma divergenti ti inondano il cervello, e ce ne sarebbe abbastanza per scrivere il servizio dell’anno.

Ma non sei tu la storia, ti ripeti. MIT o MUSA, sei un giornalista. Sii obiettivo.

-Abbiamo poco tempo prima che cominci l’invasione – sono le prime parole di Layla, che si rialza in piedi con l’energia di chi ha appena realizzato lo scopo della propria vita.

Vorresti chiederle che cosa intende, ma proprio allora il campo di forza che ha bloccato l’accesso al portale svanisce. Subito dopo, il portale si colora nuovamente…ma invece della colonna di luce bianca che sale fino in cielo, è una lastra di luce nera che ferisce gli occhi di chi la osserva.

Anche se è pieno giorno, la notte cala all’improvviso. Il portale inizia a sputare orrendi uomini-scheletro ed alieni insettiformi che sembrano usciti da un fumetto, e Layla ti afferra per la manica della giacca.

-Andiamo, mister Urich, dobbiamo muoverci se vuole fare lo scoop del secolo.

-Conosci il mio nome?

-Sono Layla Miller – è la risposta, e per te basta.

 

Zona Negativa

Ti chiami Victor Von Doom ed il mondo è ai tuoi piedi, come è giusto che sia. Gli eserciti di Annihilus e Thulsa Doom si piegano al tuo comando, e grazie alla Barra di Controllo Cosmico collegata alla tua armatura stanno già invadendo la due Terre più vicine per annunciare il tuo trionfo.

Gli eroi di due universi sono in agonia, paralizzati dagli effetti del motore dimensionale: i loro corpi e le loro menti si stanno fondendo con quelle dei propri doppi dimensionali, in un processo estremamente doloroso. Stanno rivivendo ogni lotta, ogni amore, ogni morte, ogni trionfo, ogni vergogna. E devono farlo mentre combattono i tuoi eserciti, perché il tuo vasto genio non ti permette di sottovalutarli.

Anche tu hai sofferto, quando le tue controparti MIT e MUSA si sono fuse nel corpo e nella mente che hai ora, ma tu sei Victor Von Doom e la tua forza di volontà non può essere spezzata da nessun universo.

Solo un essere si erge sul tuo cammino. Nei suoi muscoli scorre il potere di un milione di soli e nei suoi occhi c’è un vuoto che potrebbe divorare una galassia, ed ha appena ucciso Atena. In altre parole, non è nulla in confronto a te.

-Sentry. La fusione dimensionale non sta avendo effetto su di te; significa che nell’universo MIT non esiste un tuo corrispettivo. Interessante.

-Chiamami Void. Puoi davvero fondere tutti gli universi in uno solo?

-Sono Victor Von Doom. Nulla è al di là del mio potere.

-La tua scienza e la tua magia sono impressionanti, ma io sono molto di più. Sono il terrore di ciò che l’uomo non può comprendere. Sono l’angelo della morte, ed oggi è il giorno del giudizio!!!

Sentry colpisce il terreno con un pugno dalla potenza incalcolabile, ed il suo corpo inizia ad emanare una sinistra aura nera. Il terreno crolla sotto i suoi piedi, generando una voragine che si espande a vista d’occhio.

 

La battaglia contro gli eserciti di Destino non sta procedendo bene: è difficile concentrarsi sulla battaglia quando ne stai combattendo un’altra con te stesso.

-Whoa! Terremoto in arrivo! – avvisa l’Uomo Ragno, afferrando per un braccio Capitan America evitando che precipiti nel burrone che si sta creando, per poi saltare via. Il Capitano non aspetta di essere ritornato a terra prima di dare ordini:

-Dobbiamo approfittare dell’attacco di Sentry per tenere Destino sotto pressione! Thor, Iron Man, Quasar, attaccatelo dall’alto; Hulk, Cosa, Ercole, attaccatelo dal basso. Tutti gli altri, raduniamoci attorno al portale!

-Hey, ma non c’erano tre Capitan America prima che Destino iniziasse i suoi discorsi megalomani? Tu quale sei…Bucky, il ragazzo MIT o l’originale?

-Sì – risponde Capitan America lanciando lo scudo, che rimbalza su quattro nemici prima di essere nuovamente nelle sue mani una volta sceso a terra.

-Ed io che credevo di avere dei problemi con i cloni!

 

Ti chiami Norman Osborn ed il tuo cuore sta battendo all’impazzata. Non era così che doveva essere: eri l’uomo più potente del mondo, ed il futuro era pronto per essere riplasmato a tua immagine. Ora si sta scatenando l’inferno: Sentry fuori controllo, Destino più potente e pazzo che mai, tutti i tuoi nemici radunati assieme in questo mondo lontano da tutti.

Rifletti. Tutti tuoi nemici sono qui…e l’unico modo per tornare a casa è il portale.

<Vendicatori, torniamo indietro> ordini via radio, volando verso il portale. Se ti giochi bene le tue carte, Norman, il mondo sarà tuo una volta per tutte.

Ci vuole tutto il tuo autocontrollo per non ridere.

 

Fulmini, raggi repulsori e quantici si abbattono su di Sentry, e l’unico effetto è far espandere l’aura oscura che lo circonda. Resta in piedi a mezz’aria, al centro del grande cratere generato dall’attacco.

-Vile mostruosità, pagherai per l’assassinio della gentile Atena!!! – urla Thor, scagliando un fulmine che illumina metà del pianeta.

<I suoi livelli di energia sono fuori scala. Quasar, riesci ad assorbirne una parte?> chiede Iron Man.

-No, qualunque cosa sia non ha nulla a che fare con lo spettro elettromagnetico. Ed anche per le mie Bande Quantiche è fuori scala…comincio a pensare che questo tizio sia un problema serio.

<Già, qual è stato il tuo primo indizio?>

-CADI!!!! – grida Thor, lanciando il mistico martello Mjolnir con tutta la propria forza divina.

L’onda d’urto causata dal riverbero si propaga fino a colpire gli edifici vicini, facendo crollare il centro di comando di Annihilus. Quando la polvere si dirada, Mjolnir non è ancora tornato in mano al legittimo proprietario: Sentry ne ha afferrato l’impugnatura con la mano sinistra, e nonostante il martello cerchi di liberarsi dalla sua stretta non riesce a muoversi.

-Per la barba di Odino, questo non è possibile…

-Tu sei solo un dio, Thor, io sono Void.  Sono il sacro terrore negli occhi degli uomini: posso essere forte quanto ne ho bisogno.

-Uomo dorato non è il più forte – interviene una voce pesante in rapido avvicinamento – Hulk è il più forte che c’è!!!

-Era.

Sentry blocca il pugno di Hulk con la destra, mentre con un semplice movimento della mano sinistra rilancia Mjolnir verso Thor. Sentry stringe sempre di più la presa, tanto che nemmeno Hulk riesce a liberarsi.

-Lascia andare la mano di Hulk, uomo dorato, oppure Hulk si arrabbia!!!

-Ci conto.

-Pensi di essere un dio, assassino? Stai per subire la vendetta dei fratelli di Atena!!! – grida Ares, al fianco di un Ercole dagli occhi troppo pieni di furia per poter parlare.

-Cavolo, volete proprio farmi sentire escluso? – si lamenta la Cosa.

Colpito da pugni che possono abbattere le montagne, mentre il cielo si riempie di lampi e di guerra, Sentry sorride.

E in un angolo della sua bocca inizia ad intravedersi un tentacolo.

 

Lo scontro si è ormai spostato a chilometri di distanza, ma il terreno vibra ancora per la potenza dei colpi. Tutti gli eroi che non sono impegnati a combattere Sentry stanno tentando di impedire agli eserciti di Destino di invadere la Terra, lasciando solamente poche persone quasi indisturbate di fronte al portale.

-Che ci facciamo ancora qui? Nessuno sta facendo caso a noi, è il momento giusto per darsela a gambe – suggerisce Venom.

-Non che mi dispiaccia vedere tutti questi idioti ridotti a polpette da Sentry, ma sono d’accordo – lo appoggia Occhio di Falco (o forse dovremmo dire Bullseye).

-Osborn, che stiamo aspettando? Sappiamo entrambi che quando Sentry avrà finito il riscaldamento noi saremo i prossimi – chiarisce Miss Marvel (o forse sarebbe più corretto chiamarla Moonstone).

<Non se riesco a recuperare abbastanza dati sul portale per poterlo chiudere una volta arrivati dall’altra parte>

-Una pedina che si crede un re. Sarebbe divertente, se non fosse così patetico.

-Destino! Non ti muovere oppure… - inizia a minacciarlo Occhio di Falco, pronto a scagliare una freccia esplosiva. Venom sfodera gli artigli e Miss Marvel si prepara a lanciare una scarica energetica. Destino non li degna nemmeno di uno sguardo.

-Ah…tutto sommato, meglio risparmiare le frecce per quando mi serviranno – rinuncia l’arciere.

<Destino. Immagino che tu sia qui per fermarmi…>

-Osborn. Eri al di sotto del mio interesse prima che io ottenessi il potere assoluto: ora sei meno di nulla, per me. Fuggi pure nel tuo universo: non hai né l’intelletto né le risorse per chiudere il portale. Va e ringrazia Destino per la sua benevolenza.

-Temo che il buon dottore abbia ragione, Norman: sei stato un gioco interessante, ma non ho tempo per te adesso – si intromette Loki, uscito da chissà dove.

<Andiamo, Vendicatori: lasciamo che i due pazzi litighino per chi si terrà questo pezzo di roccia inutile>

I Vendicatori non hanno bisogno di farselo ripetere due volte, e si affrettano ad attraversare il portale per mettersi in salvo.

Destino e Loki non si dicono niente per una dozzina di secondi, valutando le capacità dell’avversario su più piani di quanti siano visibili ai mortali.

-Il potere è mio, ingannatore. Se vuoi rubarlo, fai la tua mossa; altrimenti svanisci e non interferire più nei miei piani.

-Questa cos’è, Victor, la quarta volta che ottieni un potere sconfinato? A questo punto, qualsiasi altro mortale avrebbe lasciato perdere.

-Destino non è un qualsiasi mortale, Loki. Ciò che Destino vuole…Destino conquista!

I due nemici iniziano uno scontro che non può essere descritto per i sensi umani, e svaniscono alla vista quando sul portale iniziano a formarsi delle crepe.

 

Il tuo nome è Wendell Vaughn e sei Quasar, il Protettore dell’Universo. Sia nell’Universo MIT che in quello MUSA hai affrontato esseri dalla potenza incommensurabile, ma ben pochi ti hanno preoccupato come questo Sentry.

Ogni volta in cui pensi che il suo potere abbia raggiunto il limite, lo supera con facilità disarmante. Le Bande Quantiche che hai ai polsi dovrebbero essere una delle armi più potenti del creato, ma i loro costrutti non possono fermare Sentry e le tue scariche energetiche non hanno il minimo effetto.

Hai visto Sentry immobilizzare Hulk con una mano mentre con l’altra combatteva Ercole, Ares e la Cosa…ora sono tutti a terra, stesi con pochi colpi senza essere riusciti a colpire Sentry nemmeno una volta.

Ora sta subendo un colpo dopo l’altro del martello di Thor, senza nemmeno scomporsi. Riprendendo fiato, Quasar riflette: non può essere pura forza bruta; considerando la quantità di potere che gli hanno scagliato contro, persino Galactus si sarebbe mosso. Non lo avrebbero sconfitto, forse, ma avrebbero avuto qualche tipo di effetto: le leggi della fisica si possono aggirare, con la scienza o la magia, ma non si possono ignorare. Considerata l’esperienza nel combattere esseri concettuali, Quasar può trarne una sola conclusione:

-Non è super-forte. Manipola la realtà, come Molecola ma in modo più sottile. Ha detto “posso essere forte quanto ne ho bisogno”; è il suo potere? Manipola la realtà per essere forte quanto deve essere? Ha detto di avere il potere di un milione di soli. Può diventare ancora più forte, o c’è un limite massimo? Thor! Ho un piano! Apri un portale per il centro esatto della Zona Negativa!

-Non vedo come possa aiutarci – risponde Thor, battendo la base dell’impugnatura di Mjolnir in mezzo agli occhi di Sentry.

C’è un’esplosione di magia che disorienta brevemente Sentry, mentre Thor riprende la forma del dottor Donald Blake.

-Preferivo il piano di Thor – commenta il dottore, sbrigandosi a battere a terra il bastone di legno che un istante prima era un martello.

Il dio del tuono inizia a far roteare il proprio martello; fa a malapena in tempo ad aprire una fessura nello spazio-tempo, prima che Sentry afferri Mjolnir.

Ormai Sentry non ha più nulla di umano: un essere mostruoso sta uscendo dalla sua pelle.

-Per i nove mondi…che cosa sei?

-Void. Cominci a capire, vero? Senza Reynolds a bloccarmi, il mio potere non ha alcun limite. Anche negli occhi degli dei posso vedere il sacro terrore che gli esseri umani hanno sempre provato dopo aver pensato a me.

-Tienilo occupato ancora un po’, Thor! Ancora qualche secondo e il portale gli toglierà tutti i poteri! – lo avvisa Quasar.

-Portale? Questa piccola fessura? Nemmeno il portale di Destino mi ha ucciso. Guarda quanto poco è importante quest’altro – risponde Void, lasciando andare Thor ed afferrando i lati della fessura per poterla richiudere con la sola forza. Ma per quanto si sforzi, Void non riesce a farlo.

-No. Non è possibile. Il mio potere è senza limiti. Non c’è nulla che io non posso fare…guarda!!!

Incredibilmente, la fessura inizia a piegarsi…ma non si spezza, e Void inizia a tremare.

-Posso distruggerlo. Posso distruggere tutto e tutti. Io sono Void! Io sono…l’angelo…della morte…

Void continua a sforzarsi sempre di più, fino a perdere consistenza. Normalmente si sarebbe ritrasformato in Robert Reynolds…ma ora si rende conto che, dopo averne cancellato la personalità, Void è tutto quello che gli resta. Ed ora Void non c’è più.

-Wow. Non pensavo avrebbe funzionato davvero – si lascia scappare Quasar, asciugando il sudore dalla fronte.

-Invero non capisco, Quasar…Sentry è svanito, e non è nemmeno riuscito a chiudere questo varco dimensionale. Tutta la mia forza non lo ha scosso, eppure io sarei riuscito facilmente nell’impresa.

-No, non ce l’avresti fatta, Thor: tutta l’energia dell’universo non sarebbe bastata. La Zona Negativa funziona al contrario del nostro universo: il nostro è iniziato con una singolarità, il Big Bang, e la Zona Negativa sta finendo allo stesso modo. Hai aperto un portale per il centro esatto di questa dimensione, dove c’è una singolarità che col tempo divorerà tutta la Zona.

-Cercando di diventare più forte di un intero universo, si è spento nella propria follia. Sconfitto dalla superbia dei mortali.

-Pensavo più all’ironia dell’aver sconfitto l’incarnazione del terrore sacro con una teoria scientifica.

-Ed un martello incantato.

-Touché. Parlando di universi, credo ci restino dieci minuti per salvare i nostri.

 

Hell’s Kitchen

New York City, universo MUSA

Ti chiami Ben Urich e devi continuare a ripetertelo, per evitare di impazzire. O forse sei già impazzito: stai seguendo una ragazzina di dodici anni in un vicolo dove stanno combattendo ninja assassini ed alieni non-morti.

Il portale continua a rilasciare ondate su ondate di invasori, senza rallentare. La Mano sta combattendo le forze a terra, mentre la H.A.M.M.E.R si occupa degli alieni volanti.

-Quanti saranno? Continuano ad arrivare.

-Il tempo scorre più rapidamente nella Zona Negativa; hanno avuto almeno un’ora per prepararsi – spiega Layla.

-Si direbbe un’invasione in grande scala: qualcuno si è fermato a combattere, ma tutti gli altri continuano ad allontanarsi…forse per prendere posizione in attesa dell’inizio dell’attacco vero e proprio. Ora che siamo qui, hai intenzione di dirmi la verità?

-Il Dottor Destino e Loki stanno combattendo per il possesso del potere assoluto che Destino ha rubato ad uno stregone immortale e a un alieno di un’altra dimensione. La realtà potrebbe finire in mille pezzi da un secondo all’altro ed io sono l’unica a poterlo impedire.

-E cosa saresti, una super-umana? Una mutante?

-Forse. Abbassati.

Iron Patriot esce dal portale, facendo saltare la testa di un alieno con un raggio repulsore. Se non mi fossi abbassato quando Layla me lo ha detto, avrei perso la testa anch’io.

Mi sbrigo a nascondermi in un angolo, sbirciando solo il necessario per evitare di attirare l’attenzione: i Vendicatori di Osborn stanno aiutando la Mano a tenere la situazione sotto controllo. Il che significa che io sono nei guai.

 

Sei Norman Osborn e puoi sentire che la vittoria finale è nelle tue mani. Imposti l’armatura sul pilota automatico ed attivi i sistemi di comunicazione.

<Miss Hand, qui è il direttore Osborn sul canale prioritario H.A.M.M.E.R; l’eliveicolo è a portata di tiro?>

-Affermativo, direttore Osborn – risponde la Hand via radio – Ma ci sono troppi bersagli mobili per poter fermare l’invasione.

<Voglio che attivi il protocollo terra bruciata e che colpisca la posizione esatta del portale>

-Direttore, è impazzito? Il protocollo terra bruciata prevede…

<Una bomba da 15 megatoni, lo so, l’ho scritta io. Mi creda, è l’unico modo per fermare l’invasione>

-Vuole far detonare una bomba atomica a New York!? Anche se fermassimo l’invasione, morirebbero milioni di persone!

<Non mi importa! Anche se non distruggiamo il portale, lo seppelliremo sotto tonnellate di detriti e quei maledetti non riusciranno mai a tornare! Un’occasione simile per liberarmi dei Vendicatori e dell’Uomo Ragno non mi capiterà più!>

-Non ho intenzione di uccidere degli innocenti, direttore. Ed ha bisogno dell’autorizzazione di un altro ufficiale per lanciare l’attacco.

<Sì certo, come no. Computer, sovrascrivere i protocolli di sicurezza H.A.M.M.E.R; parola d’ordine “ponte di Washington”. Attivare protocollo terra bruciata, bersaglio…>

-Aspetta un minuto, Osborn – protesta una ragazzina, uscendo allo scoperto da un angolo del vicolo.

-Layla! Ti farai ammazzare! – la afferra per un braccio Ben Urich, senza riuscire a fermarla prima che i Vendicatori l’abbiano vista.

-La mia giornata fortunata; lasciami il ficcanaso, boss – si offre Occhio di Falco.

-La bambina è mia. Non mangio da stamattina – si fa avanti Venom, leccandosi le zanne.

-A cuccia – risponde Layla, guardando il mostro negli occhi. Una strana luce si accende nei suoi occhi, e Venom crolla a terra; il simbionte riprende dimensioni umane, e MacGargan si rannicchia in posizione fetale.

<Cosa diavolo…>

-Ho fuso per un attimo la sua mente con la sua controparte dell’altro universo…che è morta – spiega Layla.

-Ah sì? Ed io cosa sono? – domanda Occhio di Falco, scagliando una freccia.

Un bastone rosso devia la freccia, rimbalza su un muro, passa attraverso la forma intangibile di Miss Marvel, colpisce Occhio di Falco alla nuca e ritorna in mano a chi l’ha lanciata.

-Un perdente, Bullseye, così come in qualsiasi altro universo – risponde Devil.

-Tu quale sei, il mio Devil o quello MIT? – domanda Urich.

-Sì – è la risposta di Layla.

-Stai cominciando a diventare irritante…

-Osborn, guarda! Il portale sta fondendo i due universi – attira la sua attenzione Miss Marvel: l’effetto sta cominciando a diventare decisamente vistoso.

Il Baxter Building ed il Four Freedoms Plaza sono sovrapposti uno all’altro, così come l’eliveicolo H.A.M.M.E.R e le forze dello S.H.I.E.L.D.

 

Due figure scendono dal cielo grazie a dei jetpack: Victoria Hand e Nick Fury, che atterrano nel vicolo al fianco di Devil.

-Osborn, le consiglio di disattivare l’armatura e di seguirmi – dice la Hand, puntando una pistola contro l’uomo in armatura.

<Stai scherzando, vero? Potrei spedirti a pulire latrine in Terra Selvaggia per molto meno>

-Non è più il mio superiore, Osborn: il Presidente ha appena revocato il suo incarico. Ora sono io la direttrice della H.A.M.M.E.R e le chiedo di disattivare l’armatura.

<Revocato? E quando?>

-Mentre i suoi uomini cercavano di uccidere una dodicenne, subito dopo aver ordinato un attacco nucleare su New York per motivi personali. E per aver fornito alla H.A.M.M.E.R. un’arma nucleare dopo che il Presidente glielo aveva negato, a quanto pare – risponde Nick Fury.

<Fury? Cosa diavolo…ti sei introdotto nel mio canale riservato e hai dato accesso al Presidente!?>

-Non al presidente, Norman. Sorridi, sei in diretta nazionale.

 

Ti chiami Norman Osborn e non riesci a credere a quello che l’armatura ti sta mostrando: sei su tutti i canali, su tutte le frequenze. Non solo: i tuoi codici di accesso H.A.M.M.E.R. non sono più validi, e non puoi più ordinare l’attacco.

<Voi…siete tutti…degli schifosi traditori!!!> urli pieno di rabbia, portando al massimo l’energia dell’armatura e rilasciando raggi repulsori in ogni direzione.

Fury cerca di fermarti con la sua ridicola pistola, e Devil ti lancia persino addosso quello stupido bastone. Non hai bisogno di niente e di nessuno per tenergli testa, Norman, devi credermi: lo sai che hai bisogno solo di me. Lasciati andare e ci penso io a mettere a posto tutto.

<Pensate che sia finito? Pensate di potermi fermare? Nessuno può fermare Goblin!!!>

Ti chiami Goblin e sei in cima al mondo. Devi solo uccidere Fury e la Hand, entrare nel sistema per cambiare i codici di lancio e…

Gli stivali-jet si spengono e crolli a terra. Un disco bianco, rosso e blu rimbalza sull’elmetto, che si separa nei propri componenti principali e cade a terra. Non avrebbe dovuto disassemblarsi così facilmente, ma tutti i sistemi di blocco sono stati disattivati.

<Non pensare di muovere un muscolo, ho spento tutto definitivamente> spiega Iron Man, pronto a sparare raggi repulsori.

Senza i servo-motori l’armatura sarebbe troppo pesante perché un normale umano la muova, ma tu sei Goblin. Iron Man non si aspetta che tu sia abbastanza forte non solo da muoverti, ma addirittura da saltargli addosso. Quando lo fai, l’armatura modulare crolla definitivamente a pezzi lasciandoti completamente scoperto. Ma tu sei Goblin e non hai bisogno di nessuna armatura.

Puoi ancora farcela: staccagli la testa, riavvia l’armatura, uccidi Capitan America e poi…c’è qualcosa sulla tua schiena.

-Non puoi cambiare partner fino a quando il ballo non è finito, Gobby – dice l’aracnide, lanciando una ragnatela per fermarti.

Cerchi di afferrarlo ma non è già più sulla tua schiena, sta continuando a saltellare avanti e indietro. L’armatura ti rallenta troppo per riuscire a mettergli le mani addosso, e non hai nessuna arma.

-Come ci si sente, Norman? Com’è perdere tutto in un minuto? Com’è restare senza alleati e senza armi con cui pugnalare la gente alle spalle? Com’è sapere puoi andare al tappeto da un secondo all’altro senza che ci sia niente che tu possa fare?

-Stà zitto zitto zitto!!! Io sono Goblin, dannazione!!! GOBLIN!!! IL MONDO HA BISOGNO DI ME!!!

-Non in questa città – risponde l’Uomo Ragno, colpendo Osborn con un pugno alla mascella.

 

Ti chiami Karla Sofen e stai per fartela sotto. Iron Patriot viene scaraventato in aria; l’Uomo Ragno lancia una ragnatela per impedirgli di colpire il palazzo, per poi tirarlo verso di sé e fargli colpire il cemento con la faccia. Poi si posiziona su di lui, dandogli un pugno in faccia…e poi un altro, e un altro ancora, con una velocità ed una forza ed una rabbia che Karla non credeva possibili in un essere umano.

Scendi e terra, ritornando ad essere tangibile, e metti le mani dietro la testa.

-Mi arrendo.

-Non farai più del male a nessuno – dice a denti stretti l’Uomo Ragno, pronto a colpire Osborn un’ultima volta…ma una mano ne afferra il polso.

-E’ abbastanza, soldato. E’ finita.

Se queste parole fossero state dette da chiunque altro tranne Capitan America, non sarebbero state minimamente sufficienti. Ma l’Uomo Ragno si rialza in piedi, allontanandosi dal corpo livido di Osborn.

-Sai qual è la parte peggiore, Cap?

-E’ difficile arrivare faccia a faccia con il lato peggiore della vendetta – annuisce il Vendicatore.

-No, quella battuta “non in questa città”. Non aveva minimamente senso. Pensi per anni ed anni alla battuta migliore da usare sul momento, ma quando poi ci arrivi non è mai divertente quanto pensavi sarebbe stato.

-Se avete finito – interviene Layla Miller – Sarebbe anche ora di salvare il mondo, se ve ne siete dimenticati.

 

Gli abitanti di New York alzano lo sguardo, vedendo nel cielo delle grandi nuvole nere. Sono le silhouette del Dottor Destino e di Loki, occupati in una battaglia oltre l’umana comprensione per ottenere il controllo del portale…o meglio, di ciò che rappresenta.

Ma lo scontro, o persino il portale sono solo una microscopica frazione di ciò che sta succedendo alla realtà. Infinite dimensioni si stanno avvicinando, stringendosi una all’altra nel procinto di fondersi a vicenda. E così via, in un processo troppo grande perché l’umanità possa comprenderlo in pieno: infinite realtà parallele stanno per convergere in un unico punto, donando il potere assoluto sulle rovine a chi ne avrà il controllo.

-Incredibile…la bambina sta emettendo una quantità astronomica di energia interdimensionale sulla stessa frequenza del portale – chiarisce Reed Richards, non credendo ai dati riportati dal suo analizzatore portatile – Posso solo teorizzare che entrambi attingano ad una stessa fonte comune, una sorta di entanglement quantistico pan-dimensionale.

-Reed, l’universo sta per finire, non hai parole più corte? – interviene la Torcia Umana.

-Tutto è collegato; io posso vedere le connessioni e la macchina di Destino può manipolarle – semplifica Layla – Quando Destino ha ucciso la mia controparte MUSA erano entrambi collegati al sistema operativo di tutte le realtà…così quella Layla ha concesso i suoi stessi poteri causali a tutte le Layla del multiverso, in momenti diversi della loro vita. E’ difficile da spiegare…anche io lo capisco più che altro per intuito.

-Incredibile. Puoi anche mostrare agli altri queste connessioni? – chiede Reed Richards.

-La mia controparte MUSA lo ha fatto in passato, quando Scarlet aveva riplasmato la realtà. Ma non penso di poterlo fare con più di una persona alla volta, e devono guardarmi negli occhi perché funzioni.

<Reed, so che abbiamo poco tempo, ma siamo sicuri di poterci fidare di lei?> chiede Iron Man.

-Ci sta nascondendo qualcosa, ma potrebbe funzionare. Pensi di poterti collegare a tutti i sistemi di comunicazione del pianeta in meno di un minuto?

 

Anche se ancora preso dal fremito della battaglia, Loki non può fare a meno di avvertire qualcosa. I suoi sensi mistici avvertono il peso delle realtà che stanno collassando, e la sua esperienza lo costringe a dedicare parte della propria attenzione al problema.

-Destino, aspetta…c’è qualcosa di sbagliato, in tutto questo.

-E’ troppo tardi per chiedere perdono, Loki.

Il momento di distrazione è stato fatale, e Destino rompe le difese magiche di Loki. Si prepara a rilasciare il pieno potere della Barra di Controllo Cosmico, quando il suo avversario svanisce in una nuvola di polvere.

-Avevo previsto che avresti abbandonato l’arena al primo segno di pericolo, Loki. Così come il maledetto Richards credi che Destino non sia capace di gestire la situazione…bah! Che il multiverso crolli pure. Victor Von Doom ne sorreggerà il peso sulle proprie spalle, così come ha sempre fatto, e riplasmerà l’unico universo rimasto a sua immagine!

Loki può sentire il monologo di Destino, ma non gli interessa. Riprende forma su Midgard, in mezzo agli eroi che lo odiano; per quanto odi ammetterlo, non può ancora abbandonare il palcoscenico.

-Aspettate; avete bisogno di me – interviene. Thor lo afferra per il collo, sollevandolo da terra e preparandosi a colpirlo con il martello, e Loki alza le mani.

-Fratello, ascoltami! La tecnologia umana può darvi accesso a buona parte dei mortali, ma che ne sarà di tutto il resto della popolazione, coloro che non hanno mai visto uno schermo? Avete bisogno di me per raggiungere anche loro.

-E quale vantaggio ne trarresti, fratello?

-Il portale di Destino si trova su Midgard. Se tutte le realtà convergessero in una sola, sarebbe quella di Midgard…Asgard sarebbe cancellata, ed io mi ritroverei a governare un solo mondo, abitato solo da mortali. Non potrei mai sopportarlo.

-Muovetevi! Senza Loki a distrarlo, Destino può usare il suo potere contro di noi! – incalza Layla.

<Non ti scaldare, ragazzina, ho appena finito. Sei in mondovisione>

 

Ti chiami Layla Miller ed ora chiunque sul pianeta può vederti. Attraverso la televisione o lo schermo di un computer, tramite uno specchio o un sussurro del vento, chiunque può sentire la tua voce nella propria lingua.

-Salve. Sono Layla Miller, e so molte cose. Guardatemi negli occhi.

Due mondi. Quattordici miliardi di persone. Tutti sentono la stessa cosa.

-Ricordate cosa vi rende unici.

 

Ogni scelta diversa. Ogni strada nuova percorsa. Ogni avventura mai vissuta. Ogni battaglia, ogni amore, ogni lotta, ogni dettaglio in comune, ogni differenza di vedute, di opinione, di vita. Sette miliardi di persone vedono cosa le differenzia dalle altre sette che ne condividono il nome.

Ma non è doloroso: la macchina di Destino stava cercando di eliminare le differenze, di banalizzare l’essere riducendolo ad un compromesso. No, questo è diverso: non è odiare quello che li rende diversi l’uno dall’altro, è apprezzare le cose in comune e celebrarne la singolarità.

Quattordici miliardi di persone capiscono. Capiscono che universo MUSA e universo MIT hanno molto in comune ma sono entità distinte, e che entrambi si meritano di meglio di essere banalizzati in un incrocio forzato.

Le due realtà tornano a separarsi fisicamente: gli eroi che erano stati fusi in un corpo solo si sdoppiano, tutto ciò che non dovrebbe essere dove si trova torna al proprio posto, ed il portale inizia a rimpicciolirsi.

Victor Von Doom è l’unica persona a provare dolore, ma ne sta provando per tutti gli altri. Incapace di accettare il proprio errore si aggrappa sempre di più all’essere unico che era diventato, e la separazione è violenta.

Al centro di tutto, Layla Miller tocca per un istante la mente della propria controparte deceduta. Tutto dev’essere separato ed unico.

Ma che senso ha una regola se nessuno prova ad infrangerla?

 

Ti chiami Ben Urich e questo è il servizio più strano a cui tu abbia mai lavorato. Per cominciare sei di fronte ad un altro Ben Urich, che come te tiene in mano un taccuino su cui non sa cosa scrivere.

Sei in un vicolo di Hell’s Kitchen ed attorno a te ci sono diversi eroi, anche loro in versione “doppia”. Di fronte a te c’è il Dottor Destino, l’armatura fumante e semidistrutta, crollato a terra privo di forze.

-Folli…avrei potuto riplasmare il mondo…a mia immagine…

-E’ questo il problema – interviene una voce femminile alle sue spalle. E’ una ragazza dai capelli biondi con non più di sedici anni ed una M tatuata sull’occhio destro. I suoi vestiti sono stracciati, come se fosse cresciuta di anni nello spazio di pochi secondi.

-Il mondo non è brutto come te. Il crossover è finito.

-Allora che gli attori escano di scena – interviene la voce di Augusus DeCeyt: giusto il tempo perché un mantello rosso avvolga il Dottor Destino, per poi svanire in un lampo di luce subito dopo.

Non sono sicuro di sapere che cosa è veramente successo. Sono sicuro che sia appena successo qualcosa di grandioso ed epocale, ma che non mi è stato concesso di ricordare. Ma questo non potrò scriverlo sul giornale, perché sarebbe poco professionale.

 

Ore dopo

Hell’s Kitchen, Universo MIT

Ti chiami Peter Parker e sei lo spettacolare Uomo Ragno MIT. Sei seduto su un cornicione e stai bevendo un caffè insieme a Peter Parker, lo stupefacente Uomo Ragno MUSA.

-Che tu ci creda o no, Jonah ha rilasciato una dichiarazione sulla caduta di Osborn senza dire nemmeno una parola sul mio possibile coinvolgimento!

-Pensi che si ricordi qualcosa di quel trucco mentale di Layla?

-Nah, penso sia solo felice che qualcuno abbia messo al fresco Norman. Tu ricordi qualcosa?

-Solo qualche ricordo che comincia a svanire. A quanto ho capito nessuno, a parte noi che eravamo nella Zona Negativa, si ricorda niente della fusione dei due universi.

-Beh, per quanto apprezzi la chiacchierata, è ora di tornare nell’universo MUSA…ho sentito dire che chiuderanno presto la porta.

-Non è che mi piaccia molto l’idea che quel portale resti ancora attivo, ma se non altro potremmo avere un’altra occasione di fare due chiacchiere.

-Un altro crossover? No grazie, l’universo MIT è carino ma ho già parecchio da fare senza altri team-up.

-Buona fortuna, con Mary Jane e tutto il resto – dice l’Uomo Ragno MIT allungando una mano.

-Buona fortuna anche a te, e non dimenticare che anche nel tuo universo hai degli amici che ti possono aiutare – risponde l’Uomo Ragno MUSA, contraccambiando la stretta di mano e scendendo a terra.

 

L’Uomo Ragno MUSA si avvicina all’attuale portale…un rettangolo luminoso grande quanto basta a lasciar passare una persona, racchiuso all’interno di un telaio metallico. Mister Fantastic MIT sta completando le ultime modifiche al sistema di controllo in questo universo, mentre la sua controparte MUSA fa altrettanto dall’altra parte.

-Mi dispiace che non siamo riusciti a catturare Destino, Nick, ma almeno ci possiamo assicurare che nessuno usi mai più questo dispositivo nel modo sbagliato – sottolinea Capitan America MUSA…o meglio Steve Rogers MUSA, dato che non indossa la maschera.

-Se non altro abbiamo risolto un gran bel pasticcio dalla vostra parte. Lo SHIELD e i Vendicatori MIT si occuperanno della sicurezza del portale dalla nostra parte, ma dalla vostra? Non penso ci si possa fidare della H.A.M.M.E.R.

-Ho parlato con il Presidente ed abbiamo qualche idea…non preoccuparti, sentirai ancora parlare dell’universo MUSA in qualche modo. Ma non so come posso ringraziare un intero universo per averci aiutato.

-L’unico ringraziamento che mi interessa è assicurarsi che dalla vostra parte non capiti mai più qualcosa di simile…altrimenti verremo a prendervi a calci nel sedere.

-Steve, la Porta Crossover è pronta; quando tu e l’Uomo Ragno sarete dall’altra parte, il vostro Reed la potrà chiudere – dice il Reed Richards MIT.

L’Uomo Ragno si avvicina alla Porta. Si volta, pensando a qualcosa di spiritoso da dire, ma per una volta preferisce salutare con la mano ed uscire di scena in silenzio.

Steve Rogers indossa nuovamente la maschera, fermandosi sul ciglio della Porta. Fa il saluto militare al Colonnello Fury, poi fa un passo indietro e svanisce.

Il portale si scurisce fino a diventare una lastra nera. I due universi tornano ad essere separati, continuando con la propria vita.

 

EPILOGO

 

Il Raft

New York City, Universo MUSA

Ti chiami Norman Osborn ed avevi il mondo ai tuoi piedi. Ora sei in una cella ridicolmente piccola, tenuto sotto controllo dalle telecamere 24 ore su 24.

-Loki è stato incredibilmente gentile a procurarci la stessa cella – nota il suo compagno.

-Stai zitto.

-Oh certo, è stato Steve ad ordinare la tua prigionia, ma se non fosse stato per Loki tu saresti stato tutto solo.

-Ti ho detto di stare zitto.

-Scommetto che ti saresti anche divertito: adori il suono della tua voce, vero?

-Adesso basta! – scatti, saltando addosso alla peste che non sta zitta un secondo…ma colpisci solamente il muro, perché la peste è solo frutto della tua immaginazione. E tu non puoi fare niente, assolutamente niente, per farlo smettere di parlare.

-Però odi la mia voce – sottolinea l’Uomo Ragno, che tu cerchi di prendere a pugni riuscendo solo a colpire l’aria.

Per te, questo è l’inferno.

 

Latveria

C’è una grande tempesta all’esterno, come si addice all’umore di Victor Von Doom. L’immagine trasmessa dallo schermo è distorta e confusa: è difficile mandare un messaggio tra le due realtà, adesso che il portale è stato disattivato.

-Suppongo che tu non sia stato accusato di nulla, nella tua realtà?

-No, Rogers è troppo occupato a ricostruire lo SHIELD per darmi noie. E poi non ci sono prove del mio coinvolgimento. Sfortunatamente sono in debito con Loki per avermi riportato a Latveria prima che i Vendicatori mi attaccassero, ma quel debito è chiuso con un patto reciproco di non-interferenza.

-Hm. Lo stesso è successo anche a me: nonostante non avessi chiaramente bisogno del suo aiuto, l’onore esigeva che io ricambiassi l’intervento del professor DeCeyt; per fortuna, la tecnologia che ha richiesto in cambio era di natura triviale per il genio del Dottor Destino.

-La nostra collaborazione è stata interessante: una vera sciagura che l’universo sia ancora troppo imperfetto per accettare la nostra visione.

-Vero, dovremo lavorare ancora per poterlo salvare. Ora che siamo di nuovo esseri distinti, quando le nostre strade si incroceranno di nuovo potrebbe essere da avversari.

-E così sia. A Victor Von Doom – saluta un Destino, alzando un calice di vino.

-A Victor Von Doom – risponde l’altro, bevendo alla salute di se stesso prima di chiudere la comunicazione.

 

Nell’universo MUSA, il Dottor Destino si volta per osservare la testa recisa di Atena su di un tavolo operatorio.

Nell’universo MIT, il Dottor Destino si volta per osservare un embrione di Annihilus su di un tavolo operatorio.

-Ah…Destino. Dovresti sapere che Victor Von Doom ha sempre un piano di riserva – dicono entrambi.

 

Hell’s Kitchen

New York City, universo MIT

Sotto la pioggia battente, una ragazza sta camminando sul marciapiede. Passa di fianco ad una macchina appena parcheggiata.

-Hey, ragazzina! Ti prenderai un accidente, con questo tempo! Ti serve un passaggio?

-Grazie, Lloyd – risponde la ragazza, salendo rapidamente in macchina.

Lloyd Jackson è così sorpreso dall’essere chiamato per nome da lasciar quasi cadere la pistola. Agita l’arma, ma da come la sta tenendo non riuscirebbe a colpire comunque la ragazza.

-Come fai a sapere il mio nome? Ci conosciamo?

-No, ma so molte cose. Per esempio so che non hai proiettili in quella pistola, e che stai lasciando la città perché l’Uomo Ragno ti sta alle costole.

-Come…

-O meglio, te ne vuoi andare perché hai visto cose che non avresti voluto e non riesci a dimenticarle. Capisco fin troppo bene la tua situazione.

Layla estrae una pistola dalla giacca, puntandola verso Lloyd. E’ la pistola che ha rubato all’agente SHIELD che avrebbe dovuto prenderla in custodia.

-Okay okay, non sparare! Sono solo un pesce piccolo! Che cosa vuoi?

-Getta la pistola e guida.

Lloyd obbedisce senza fiatare, gettando la pistola dal finestrino e mettendo in moto.

-Ma tu chi sei, e che cosa vuoi?

-Sono Layla Miller, e…e non lo so.

 

FINE !!!

 

Note

E così finisce un crossover unico e tormentato…più dai ritardi che da altro, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.

Gli universi MarvelIT e Marvel USA si sono confrontati e scontrati, lasciando una porta aperta a future incursioni nella continuity americana.

Restano solo alcuni punti aperti: per scoprire come ha fatto Nick Fury ad ottenere i codici di Osborn e cosa ha ottenuto Augustus DeCeyt dall’incontro con Destino leggete Villains LTD #54, mentre rivedrete Layla Miller su Young X-Men. Per scoprire il fato di Sentry, invece (non credevate veramente che ce la cavassimo così facilmente con lui, vero?) leggete Quasar: Speciale Crossover.

Il fatto che tutte le serie qui sopra siano scritte dallo stesso autore di questa storia è un fatto curioso, non trovate?

Chiudo queste note ringraziando il resto dello staff MarvelIT, in particolare rossointoccabile per il suggerimento su come chiamare questo crossover (anche se probabilmente non se lo ricorda), Andrea  Garagiola per lo splendido logo, chiunque abbia lavorato ad un tie-in, Fabrizio per la collaborazione (anche se purtroppo le cose non sono andate come volevamo), e Valerio per l’appoggio ed il solito entusiasmo.

E naturalmente ai misteriosi lettori di MarvelIT per averci letto per dieci anni, o anche soltanto per una storia.

Excelsior!