PROLOGO

 

 

            Londra. La Capitale della gran Bretagna è tormentata da una pioggia battente, La luce dei lampi illumina sinistramente l’edificio che ancor oggi porta il nome di Carfax Abbey.

            Contrariamente a quanto avviene di solito è proprio nel cuore delle tenebre che gli uffici della Carfax Corporation formicolano di vita, se vita è il nome che può darsi a quello che anima gli ospiti particolari dell’edificio

            In un locale del piano attico, un luogo sinistramente illuminato dalla luce di candelieri antichi, stanno due figure: una donna bruna dell’apparente età di poco più di vent’anni, vestita se così si può dire con un lungo abito con ampia scollatura e spacchi laterali e l’altro è un uomo, alto e magro, capelli nero corvino e baffi e pizzo dello stesso colore, la sua figura incute soggezione, è vestito completamente di nero, con l’eccezione della camicia bianca, il lungo mantello che indossa potrebbe sembrare in contrasto con l’elegante abito firmato Armani, ma, in qualche modo non è così. Alla luce dei candelieri e dei fulmini, il suo volto risulta ancora più inquietante mentre si notano i suoi occhi dalle pupille rosse ed i canini superiori lunghi ed appuntiti che scintillano.

-È pronta?- chiede con voce che non ammette repliche.

-Si mio signore, eccola.- a parlare è stata un’altra donna, bionda questa volta, che porta in braccio una bambina di circa otto o nove anni, stranamente calma.

-Molto bene, procediamo.- dice l’uomo.

            Afferra un’urna cineraria e la porta sopra un simbolo tracciato sul pavimento, una stella a cinque punte con la punta che guarda verso di lui. Con gesto teatrale rovescia le ceneri contenute nell’urna proprio sopra il simbolo, poi…

 -Avanti!- ordina.

            La seconda donna porta tra le braccia dell’uomo la bambina ancora quieta. Lui la prende per un braccio e la solleva sopra le ceneri, solo allora la bimba sembra ridestarsi. Guarda, capisce che non è a casa sua, al sicuro, guarda il volto dell’uomo, i suoi occhi, le sue zanne e grida, grida e piange e le sue lacrime cadono e bagnano le ceneri sotto di lei…

            Ed ecco che accade qualcosa d’incredibile: le ceneri sembrano pulsare, emanano calore, poi cominciano a roteare in una spirale che si alza sempre di più e si condensa sino a formare uno scheletro umano e poi sopra lo scheletro ecco la carne e la pelle e gli occhi e i capelli..Infine, in piedi dinanzi all’uomo c’è una donna bionda completamente nuda.

-Bentornata tra noi Rachel Van Helsing!- la saluta l’uomo con voce irridente.

            La donna sembra confusa, si guarda le mani. Si tasta, si tocca i canini affilati, poi, in un lampo di comprensione, si rivolge all’uomo con una voce che sembra incerta, come se avesse quasi disimparato ad usare le corde vocali.

-Dracula! – esclama –Perché non mi hai lasciato riposare in pace demonio?-

-Demonio? Tu mi lusinghi mia cara. No! Non potevo lasciarti riposare, sei stata un’implacabile avversaria per anni e non potevo permettere che avessi pace quando è più divertente saperti al mio fianco, tu la grande cacciatrice di vampiri, regina delle mie orde.-

-Mai mai!-

-Credi? Invece sarà ciò che accadrà cara Rachel, che tu lo voglia o no e credimi, lo vorrai di tua spontanea volontà.-

            La donna trema, quando parla la sua voce sembra venire ancora da lontano,

-Come hai fatto a farmi rivivere? Mi ero dissolta alla luce del sole e le mie ceneri disperse al vento.-[1]

-Mi ci sono voluti anni ed incantesimi già dimenticati quando Atlantide è sprofondata per ritrovare tutte le ceneri e riunirle. Il resto dovresti saperlo. È scritto che le lacrime o il sangue di un innocente possono ridar corpo alle ceneri di un vampiro e così è stato.- Dracula indica la bambina che, ora, tremante, è rannicchiata in un angolo –Ho usato lei, spiacevole, ma necessario.-

-Una bambina!-esclama Rachel.-Non hai proprio cuore demonio maledetto.-

            Dracula ride

-Ora vedremo se ne hai tu Rachel. Sei appena risorta e sei priva di nutrimento da tanto tempo, la sete di sangue sta per prenderti e presto ti ottenebrerà e la sola cosa viva di cui nutrirti è la bambina.-

-No, mai, non lo farò mai!- urla lei.

-Dici? Non puoi uscire di qui cara Van Helsing, i miei servitori umani hanno messo trecce d’aglio ad ogni uscita, molto spiacevole, lo ammetto, ma necessario. Ora ci sei solo tu, tu e la bambina e quanto resisteranno le tue ultime remore morali d fronte alla sete? Alla tua natura di vampiro? Quanto resisterai? Già ora la stai osservando famelica e quando ti arrenderai all’inevitabile, la tua anima sarà irrimediabilmente dannata e tu sarai mia. La più dolce delle vendette non trovi? Fare della mia più implacabile nemica la più fedele delle alleate.-

-Che tu sia dannato Dracula, che tu sia dannato!-

-Troppo tardi cara, lo sono già da molto, molto tempo.- la sua risata agghiacciante risuona ancora, mentre osserva Rachel Van Helsing lottare con se stessa e perdere. Ride mentre la bambina innocente urla morendo, mentre il suo sangue le viene sottratto per nutrire la neo risorta vampira.

            Ride, perché sa di aver vinto.

 

 

 

#1,

 

LA SPOSA DI DRACULA

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            L’Onorevole Arthur Holmwood, erede al titolo di Lord Godalming, il giorno, spera lontano, in cui suo padre lascerà questo mondo, sta riflettendo. Ormai la fine del College è vicina e lui deve prendere delle decisioni su cosa fare del resto della sua vita. Non dovrebbero permettere che un ragazzo di 22 anni sia costretto a simili decisioni, pensa, magari si prenderà un periodo di pausa prima di decidere se e dove continuare gli studi. Le sue riflessioni sono interrotte dal maggiordomo

-Cosa c’è Gerald?- chiede.

-Una signorina chiede di voi signor Arthur.- risponde il Maggiordomo.

-Una ragazza? E chi mai potrebbe….Troppa curiosità, deve ammetterlo.

-Falla passare Gerald.-

La ragazza è bionda, capelli corti, occhi azzurri, avanza verso di lui tendendogli una mano:

-Ciao Arthur, ti ricordi di me? Sono Penelope Clayborne.-

            Quello che affiora alla memoria di Arthur è il ricordo di una festa per festeggiare la laurea di un cugino che non vede spessissimo e due ragazze: una bruna ed una bionda…certo che se la ricorda, ora, ricorda di essersi sentito molto attratto da lei, anche se aveva qualche anno più di lui, il che, per un ragazzo di 17 anni, può rendere una donna spaventosamente più attraente.

-Cosa c’è?- chiede lei.

-Niente, niente…- risponde lui, rendendosi conto di avere avuto un sorrisetto un po’ ebete in faccia. -Come mai hai voluto vedermi?-

-A dir la verità cercavo tuo padre, ho con me qualcosa che, credo, dovreste leggere….Riguarda Will!-

            Will? Vuol dire suo cugino William Jeffries? Nessuno ne aveva sentito parlare dopo la sua partenza per la Romania qualche settimana fa. Ora che ci ripensa, aveva sentito dire che un tizio di Scotland Yard aveva fatto visita a suo padre per parlare della scomparsa di Alice Hastings, la fidanzata del cugino William, ma la cosa non l’aveva colpito più d tanto.

-Di che si tratta?

-Un diario. –risponde la ragazza –Me l’ha inviato Will dalla Romania dieci giorni fa via E-Mail. È un resoconto del suo viaggio e spiega il perché della sua scomparsa.-

-Ed io che c’entro?- chiede ancora Arthur –Dovresti portarlo ai suoi genitori o alla Polizia.-

-Lo farò vedere alla Polizia, certo, ma non trovo i suoi genitori e…credo sia importante che qualcuno della sua famiglia lo legga.-

-Importante? Perché?-

-Meglio che tu lo legga, lo capirai da solo, l’ho riversato in questo floppy.-

-Vieni

            In camera di Arthur c’è un Computer, ovviamente, bastano solo pochi minuti perché il file sia aperto e per la prima volta Arthur legge il racconto che Penelope Clayborne già conosce:

 

“Perché abbia sentito il bisogno di tenere un resoconto degli ultimi eventi, non so dirlo, non è nel mio stile tenere un diario, viviamo in tempi ultratecnologici ed una semplice agenda elettronica è più che sufficiente per i bisogni della vita quotidiana, personale e lavorativa, eppure, non so perché, sento il bisogno di raccontare quanto sta accadendo nella mia vita”

 

            Legge e continua senza fermarsi sino alle parole finali:

 

“…suoi occhi si aprirono, erano iniettati di sangue e sembrava che mi vedessero anche se lei non si mosse. Lasciai ricadere il coperchio ed uscii. Non controllai l’altra bara, sapevo che ci avrei trovato Erika e non volevo scoprire di aver ragione. Uscii dalla stanza richiudendo la porta alle mie spalle e corsi giù fino alla mia stanza e mi chiusi dentro, stavo sudando freddo.”

 

E la mail di accompagnamento, con le ultime parole di William

 

         “Cara Penelope, so che tu ed Alice siete sempre state buone amiche ed ho letto le E-Mail che vi siete scambiate, per questo, ho deciso di inviarti il mio diario con il resoconto, spero abbastanza preciso, di quanto è avvenuto. Lo troverai scritto in maniera melodrammatica, comprensivo di dialoghi che lo rendono più simile ad un racconto, ma è così che mi è venuto. E so, o meglio, spero, che non mi crederai pazzo dopo averlo letto. Non so se riesco davvero a credere a quanto ho veduto, ma so che non ho altra scelta. Ora so dove si trova Alice e so che non avrò aiuti da nessuno. Andrò a prenderla e se non dovessi tornare…beh prega per la mia anima.

Buffo, non credevo che sarebbe mai venuto il momento in cui avrei solo pensato queste parole

 

Addio

 

William Jeffries”

 

-Mio Dio!- esclama –Incredibile!-

-Non ci credi allora?- chiede Penelope.

-In altre circostanze non ci crederei, ma…vieni con me...-

         Scendono in biblioteca ed Arthur si mette a cercare con ansia…

-Dev’essere qui, deve…eccolo!-

         Il volume è polveroso, molto vecchio, dice, tra se, Penelope.

-Cos’è?-

-Mio padre me lo fece leggere quando compii 18 anni. È il resoconto che il mio trisnonno fece degli eventi che lo videro protagonista nel 1888 e ci sono anche le trascrizioni dei diari degli altri protagonisti, i ritagli di giornale, il materiale che il 14° Visconte Godalming passò al romanziere Bram Stoker. Puoi chiamarla la versione originale, il directors’s cut, potremmo quasi dire, di “Dracula”. –

-Allora tu ci credi?-

-Devo…beh in realtà non ne sono mai stato sicurissimo ma…-

         Il maggiordomo li interrompe:

-Scusate signori hanno appena recapitato un pacchetto diretto all’On. Arthur Holmwood.-

-A me? E chi può essere?-

-Il mittente è suo cugino William Jeffries.- risponde il Maggiordomo.

-Cosa? Dammi Gerald.-

         Svolge il pacchetto.

-Una cassetta per micro registratori, sentiamola!-

 

“…Se solo avesse realmente creduto a quel che poteva trovare non sarebbe mai venuto al calar del sole, ma avrebbe aspettato il giorno. È caduto nella mia trappola ed io mi sono divertito a giocare con lei, ora il gioco è finito. Non cerchi il suo crocefisso, Jeffries, l’ha strappato ieri sera nel bagno, non ricorda? È stata la mia cara Erika a farglielo fare. Cara Erika, voleva nutrirsi di lei, ma io gliel’ho impedito. No, caro Jeffries, lei avrà il privilegio di essere il primo pasto della più nuova delle mie seguaci, la sua dolce fidanzata, ma non si preoccupi, fra tre giorni sarà di nuovo tra noi, come suo consorte vampiro.Ah Ah Ah!-

-No! Oh Dio Mio, no!-

-Non opporti William, vieni da me, vieni!-

-Noooo!-“

 

         Spengono il registratore e si guardano, come se non riuscissero a credere alla verità sbattuta loro in faccia, poi, Penelope parla:

-Vampiri, Dio mio, vampiri davvero e Will e Alice sono dei loro, è orribile.-

-C’è un biglietto d’accompagnamento.- fa Arthur –Non l’ho ancora letto.-

-Lo prende in mano e lo legge ad alta voce:

-“Io ed Alice stiamo tornando a casa”.-

-Solo questo?-

-Si solo questo.-

         Ed è più che sufficiente, pensa.

 

 

2.

 

 

         La notte è calata su Londra e, con la notte, esseri alla cui esistenza preferite non credere escono dai loro rifugi e luoghi di riposo. Nei sotterranei di Carfax Abbey c’è ancora la cripta costruita dai benedettini ed all’interno di essa, una fila di bare che costellano un sarcofago più grande, fatto in pietra e su cui è scritta una sola parola: DRACULA. Il coperchio della bara al fianco destro del sarcofago si solleva e ne esce Rachel Van Helsing

-Sono di nuovo qui.-

-Si, mia cara Rachel, ora sei pronta per la caccia.-

-La caccia, si.-

         Chiunque avesse conosciuto questa donna da viva, sarebbe stupito del cambiamento. Non per il volto od il corpo, identici a quando era un normale essere umano e forse nemmeno per le pupille rosse od i canini che brillano alla debole luce, no, è qualcosa di indefinibile che fa di questa bella donna un demone della notte felice di esserlo.

-Vieni, mia cara, andiamo!- esorta Dracula.

         Le prende la mano e la porta oltre il sotterraneo, la luna scintilla da una finestra e Dracula comincia a mutare in pipistrello e Rachel lo imita, non credeva fosse così facile. Lo segue volando, godendosi l’esaltazione del volo. Se una parte di lei è rimasta la cacciatrice di vampiri, è sepolta troppo in profondità nell’animo di questa creatura, che si gode ogni attimo della caccia e poi plana sulla coppietta che è appena uscita dal pub, ignara della sorte che li attende.

         Jack Harris e Debra Wilton sono giovani ed innamorati sognano un radioso futuro per loro, ma sono destinati a non vedere mai il loro diciannovesimo compleanno.

         Jack vede i pipistrelli volteggiare sopra la sua testa, ma non ci bada più di tanto, è strano veder pipistrelli in città, pensa, ma non faranno danni, no?

         Sta per aprire lo sportello dell’auto quando sente la voce:

-Voltatevi!-

         Sono lì: l’uomo e la donna. Jack vorrebbe dire qualcosa, ma si accorge di non riuscire a muoversi, poi l’uomo alto e dal naso aquilino parla rivolto a Debra:

-Vieni da me!- dice semplicemente.

         E Jack vede Debra muoversi come una sonnambula verso l’uomo vestito di scuro, vorrebbe gridare, fermarla, ma non riesce a parlare. Ora è la donna a guardarlo. Jack si chiede se ne ha mai conosciute di più belle. Anche la cicatrice che le attraversa una guancia non sembra intaccarne la bellezza. Ora gli è vicina e lui vorrebbe solo perdersi nei suoi occhi.

-Vieni da me!- dice.

         Jack osserva la sua bocca aprirsi i canini allungarsi e calare sul suo collo. Non sa dire se sta gridando. Il dolore finisce subito e con esso la sua vita terrena.

 

         Scotland Yard all’inizio del turno di giorno. L’Ispettore capo Chelm non ha nulla del tipico eroe da romanzo: non tanto alto, quasi completamente pelato, baffetti ormai ingrigiti, un filo di pancetta, se volessimo paragonarlo al protagonista di un’opera di fantasia, ci verrebbe in mente l’Hercule Poirot descritto da Agatha Christie, il che, a pensarci bene, è un paragone lusinghiero. Sulla scrivania due gruppi di carte: uno con i soliti rapporti sui reati accertati la sera precedente ed uno di rapporti speciali che toccano solo a lui, come responsabile della più strana unità investigativa della Polizia Metropolitana. Due ragazzi di 18 anni dissanguati e con due fori sul collo. Chelm sa benissimo cosa significa, ci sta riflettendo ancora quando entra la sua assistente, l’Ispettore Katherine Fraser.

-Altri due vero?- chiede.

-Si.- risponde Chelm –Come al solito, ho chiesto che mi portassero dei loro oggetti personali ed eccoli qui: la borsetta di lei e le chiavi dell’auto di lui.-

         Kate li prende in mano e, quasi immediatamente cade in trance.  L’ispettore Fraser ha un dono sin da quand’era bambina o quasi: è una mutante col dono della psicometria, cioè di vedere gli eventi passati solo toccando un oggetto appartenuto alla vittima di un reato o la stessa vittima od anche, se le emanazioni psichiche sono abbastanza forti, lo stesso suolo del luogo in cui il fatto è avvenuto. Fosse nata negli Stati Uniti od anche nella stessa Gran Bretagna pochi anni più tardi, Kate sarebbe certamente diventata una specie di supereroina, invece questa giovane scozzese è entrata in Polizia ed a Scotland Yard ha trovato persone che, lungi dall’essere preoccupate dal suo potere, hanno pensato che potesse essere di molto aiuto nell’investigazione. Katherine è anche una delle poche persone che hanno incontrato Dracula, per ben due volte, e sono sopravvissute per raccontarlo.

         Ora, toccando gli oggetti, vede, dal punto di vista delle vittime, gli eventi della notte precedente.

-Erano due.- dice –L’uomo era alto, naso aquilino, una cicatrice sulla fronte….-

-Dracula.- commenta Chelm.

-La donna era alta e bionda, molto bella, affascinante, lui ne era totalmente ipnotizzato, non era resa meno bella dalla cicatrice sulla guancia…-

         Chelm quasi sobbalza sulla poltrona.

-Cicatrice?- esclama –Possibile che….no, non può essere.-

Cosa c’è?- chiede Katherine.

-La sua descrizione mi ha ricordato una persona che conosco, ma non può essere lei, è morta da molti anni…-

-Tutti i vampiri lo sono no?-

         Vero, eppure….- Chelm scuote la testa, no, non può essere, non deve.

 

         Charles Seward si sveglia sudato, turbato. Continua a rivedere la donna bionda dagli occhi magnetici. Ne sente il richiamo, i contorni del sogno, come sempre accade coi sogni, sono sfumati, ma non quegli occhi, pupille rosse come l’inferno. Seward trema. Che sciocchezza farsi influenzare dai sogni, pensa, lui è un uomo di scienza, non un contadino superstizioso, eppure… Scaccia la sensazione e si prepara per uscire ed andare al lavoro. Alla luce del sole i timori della notte sembrano lontani adesso.

 

 

3.

 

         Katherine Fraser ricorda benissimo il suo primo incontro con Dracula, erano entrambi caduti sotto il potere di un’entità demoniaca che aveva assunto forma umana: Y’Garon, agente di antichi dei pronti a tornare sulla Terra. Kate ricordava che il vampiro, nel delirio, l’aveva scambiata per la defunta moglie Maria e l’aveva salvata da un fato davvero peggiore della morte, causando la fine dell’entità e sigillando per sempre il pozzo che era il tramite tra il loro mondo ed il nostro.[2] Dracula, che voleva farsi credere morto, le aveva fatto dimenticare tutto con la sua ipnosi, ma, alla fine, i ricordi erano riemersi. In quell’occasione aveva avvertito una certa nobiltà nel suo avversario e (perché negarlo?) una certa attrazione nei suoi confronti, ma aveva capito presto quanto fosse senza scrupoli e spietato, una vera forza del male. Per anni l’avevano creduto morto, ma ora Chelm era convinto che fosse ritornato. Inginocchiata sul luogo dove erano stati ritrovati i cadaveri dei due giovani, non sa cosa spera di scoprire, il luogo, le cose intorno, sono carichi di terrore, angoscia. Sfiora il suolo dov’è caduta la ragazza ed è investita dal suo terrore, ancora vede quegli occhi magnetici, lo sguardo di un uomo che sa di essere obbedito.

“Vieni da me”

         Kate sente gli occhi bruciare dentro di lei, è lei la ragazza adesso e si abbandona senza lottare al dolore del morso, alla sensazione di estasi che sostituisce il dolore, si abbandona a quella sensazione, ne vuole di più, di più…

         Chelm la sorregge mentre cade priva di sensi e sa, ancora una volta che non dovrebbe permetterle simili esperienze, ma che altro può fare? Chi altro potrebbe aiutarlo? Mentre Katherine si riprende piano, piano, un agente in uniforme raggiunge l’Ispettore Capo.

-Una chiamata per voi Sir, viene da Godalming House.-

         Godalming House? Fuori dalla sua giurisdizione? Chi può essere a volere proprio lui? Si rivolge a Kate:

-Katherine…Ispettore Fraser, tutto bene?-

-S…si…- risponde lei -Non è la prima volta che mi capita lo sa. Sto meglio ora, davvero.-

         Ma come in sottofondo nel suo cervello, ode ancora la voce ed il suo richiamo: ”Vieni da me!”       

 

         L’atmosfera a Godalming House è tesa, Chelm percepisce con certezza lo scetticismo di Lady Godalming, suo marito, invece, non sembra avere molti dubbi.

-Ho conosciuto Quincy Harker anni fa…- sta dicendo -…era un vecchio ostinato, ma molto in gamba, sapeva quel che faceva, Aveva conosciuto sia mio nonno che il mio bisnonno. Quattro uomini ed una donna avevano dato la caccia a Dracula e l’avevano sconfitto al prezzo della vita di uno di loro. Non servì a molto, sembra, Dracula risorse e dette la caccia agli Harker ed ai Van Helsing ed alla fine li uccise tutti. Solo noi Godalming ce la siamo cavata, sino ad ora, ma adesso sembra che siamo noi il bersaglio.-

-La cosa non la sorprende Mylord- dice Chelm.

-La mia famiglia conosce i Vampiri: mio nonno e mio padre hanno usato la loro posizione di Membri della Camera dei Lords per aiutare Quincy, conoscevamo il pericolo, anche se non ne eravamo ossessionati come Quincy e la sua protetta Rachel Van Helsing.-

-Rachel Van Helsing…già.- borbotta Chelm e scuote la testa.

-Che intende fare Ispettore? Chiede il giovane Arthur Holmwood –Ora che sa dove si nasconde Dracula?-

-Cosa farò? Niente credo.- Arthur e Penelope fanno uno sguardo stupito –Non ho nessuna prova che V.T. Drake, capo della Carfax Corporation sia Dracula. Lo sospettavo da tempo, ma…se andassi da un giudice a dirgli che è il più temibile dei vampiri cosa credete che mi direbbe? Lo terrò d’occhio, certo, ma lui se ne infischia.-

-E mio cugino e la sua minaccia?-

-Se suo cugino e Miss Hastings sono dei vampiri, allora potremo proteggervi. Se non l’avete voi, abbiamo portato tutto l’armamentario: crocefissi, acqua santa, aglio, proiettili d’argento.-

-Crocefissi?- esclama Lady Godalming –Sono... sono…così Cattolici.-

-Beatrice, per favore! – esclama il Visconte –Non essere bigotta adesso, non m’importa se sono Crocefissi, croci o Stelle di David o Mezzelune, mi basta che fermino quel mostro.-

-Giusto!- conviene Chelm.

-Mi è venuta in mente una cosa…- aggiunge Godalming -…se Dracula è partito all’attacco dei discendenti dei suoi antichi persecutori, c’è ancora qualcuno a cui pensare: tra coloro che dettero al caccia al Conte per vendicare Lucy Westenra c’era anche il Dottor John Seward, dovreste, forse, tener d’occhio anche i suoi discendenti e…-

-Scusate…- interviene Penelope Clayborne -…ma nessuno ha pensato ai genitori di Will ed Alice, io credo che anche loro siano in pericolo.-

         Lo sguardo d’imbarazzo di Chelm e Katherine è più eloquente d’ogni risposta.

 

         Il sole è tramontato ormai e le due figure si avvicinano al portone della vecchia villa alla periferia di Londra, senza fretta suonano e, quando la porta viene aperta, entrano senza problemi sino al salotto, dove un uomo e una donna anziani sorridono felici.

-Ci avevate fatto preoccupare sai?- dice la donna.

-Non preoccuparti mamma, sono a casa adesso.- risponde William Jeffries e sorride.

 

 

FINE PRIMO EPISODIO

 

 

            Charles Seward non crede molto ai sogni, eppure non può negare di essere rimasto turbato: l’unica cosa che ricorda con certezza è la donna, anzi, non ricorda nemmeno lei, solo gli occhi, rossi e magnetici. Se fosse un altro tipo di persona, crederebbe ad un presentimento od a qualcosa di più oscuro, ma Charles Seward è uno scienziato e non crede in certe cose, avrà tempo di pentirsene.

            Ritorna a casa quando le prime ombre della sera cominciano a cadere. È stata una dura giornata all’Ufficio del Coroner e gli ci vuole proprio una buona doccia corroborante prima di cena. Dura la vita di un single, pensa…se tra lui e Barbara non fosse finita com’è finita… e così eccolo nella vecchia casa di famiglia tutto solo. Forse è l’atmosfera della casa. Una volta c’era un Manicomio annesso e si dice che vi siano avvenute strane cose, molti anni fa. Bah, lui non ha mai dato troppo credito a queste storie. Si è appena rivestito dopo aver fatto la doccia, che suona il campanello.

            Chi può essere, a quest’ora? Non aspettava nessuno. Apre. Sulla soglia c’è una donna bionda, giovane e molto bella, nonostante una cicatrice che le attraversa la guancia sinistra, è vestita semplicemente con un maglione ed un paio di Jeans

-Buonasera.- dice –Lei è il dottor Charles Seward?-      

            Charles rimane per un attimo interdetto, per un attimo sente una specie di brivido corrergli lungo la spina dorsale,

-Beh…si.- risponde –Cosa posso fare per lei miss…-

-Van Helsing…Rachel Van Helsing. Forse il mio nome le dice qualcosa.-

-Io..certo, ho sentito parlare di lei, dottoressa Van Helsing, la discendente del famoso cacciatore di vampiri.-

-C’è del sarcasmo nella sua voce dottore?….Mi perdoni…posso entrare in casa?-

            Solo ora Seward si rende conto che la donna non ha mai oltrepassato la soglia nonostante lui si fosse spostato per farla entrare

-Oh certo, entri pure….-

-È certo di volere che entri?- chiede ancora lei guardandolo con uno strano sorriso.

-Si.- risponde Charles fissando lo sguardo sugli occhi di lei, occhi che sembrano avere un riflesso strano –La prego…-

            La donna entra e si lascia condurre nel salotto, poi riprende a parlare:

-Si chiederà perché sono qui…- chiede al suo ospite

-A dir la verità…si.-

-So che lei non ci crederà, ma…dipende dal suo cognome…lei è un discendente di un membro del gruppo di uomini che si opposero a Dracula quando venne a Londra sul finire dell’ottocento ed ora lui è tornato e vuole vendetta su tutti i discendenti di quegli uomini.,-

            Seward ride divertito.

-Per carità dottoressa. Conosco quelle vecchie storie sul mio bisnonno ed i suoi amici, ma siamo nel 21° secolo e non si può più credere a certe superstizioni.-

-Non sono superstizioni, i vampiri esistono, mi creda.-

-Certo… creature della scienza come quel Morbius, negli Stati Uniti, ma creature soprannaturali… non scherziamo.-

Il telefono squilla

-Mi scusi…-

            Charles risponde voltando le spalle alla sua ospite.

-Si sono Charles Seward.-

<<Sono l’Ispettore Capo Chelm di Scotland Yard, dottor Seward, volevo avvertirla che è in grave pericolo, non posso spiegarle i dettagli per telefono, ma la prego di credermi. Sarò da lei il prima possibile per dirle tutto di persona, nel frattempo, segua il mio consiglio, mi raccomando, non faccia entrare in casa nessuno che non conosca bene.-

-Beh è troppo tardi Ispettore. Ho qui in salotto una signora altrettanto preoccupata per la mia salute…la Dottoressa Van Helsing.-

-Van Helsing, Rachel Van Helsing? Non è possible!-

-Davvero? Beh le assicuro che è qui.-

-Non è assolutamente possibile, Rachel Van Helsing è morta, mi capisce, morta!-

            Charles Seward alza gli occhi e guarda verso lo specchio di fronte a lui, uno specchio che non riflette alcun’immagine a parte la sua, eppure la donna c’è, sente ancora lo stesso brivido di prima mentre sente la voce di lei, una voce il cui tono gli sembra più freddo di prima e sente il suo fiato sul collo, un fiato il cui odore indefinibile è ben noto all’anatomopatologo che è: odore di morte.

-Ha ragione sa?- dice Rachel Van Helsing –Sono morta, ma come si dice…ora sto meglio!-

            Lentamente Charles si volta e si ritrova a fissare gli occhi della donna gli stessi occhi del suo sogno, ora li riconosce, il viso è distorto in un sorriso maligno

-Sono quello a cui non credi Seward, sono un vampiro!-

            Apre la bocca e scopre i canini appuntiti, Charles non riesce nemmeno a gridare, mentre si abbassano verso il suo collo.

 

 

#2

 

IL SAPORE DEL SANGUE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Quando Chelm e Katherine Fraser arrivano al cottage è già passato troppo tempo. Senza perdere altro tempo Chelm fa sfondare la porta ed entra per primo, spianando la sua pistola caricata con proiettili d’argento. La casa è vuota, a parte un solo occupante, disteso a terra.

-Presto!- urla Chelm. -Forse è ancora vivo.-

-Si lo è..- afferma Kate toccandolo –Ha perso molto sangue, però…non so se può…-

            La sirena di un’ambulanza rompe il silenzio e Chelm abbassa la sua arma

 

            -Quest’uomo ha urgente bisogno di una trasfusione.- dice un medico –Ha perso molto sangue, più di quanto sarebbe possibile dalle minuscole ferite che ha sul collo. Non abbiamo abbastanza unità qui, ma lo sosterranno almeno sino all’ospedale e lì spero che se la potrà cavare.-

            L’ambulanza parte e Chelm si rivolge alla sua assistente:

-Chi è stato Fraser?-

            Katherine fa un lungo respiro e risponde:

-Quando l’ho toccato ho visto l’ultima immagine che ha visto lui prima di svenire, il volto di una donna che conosciamo bene Ispettore Capo: Rachel Van Helsing.-

-Non può essere possibile. Ho letto i rapporti giuntimi dall’America. Rachel è stata uccisa da Dracula anni fa e poi di nuovo uccisa, da vampira, dall’X-Man chiamato Wolverine e le sue ceneri disperse al vento. Non può essere tornata, non può.-

-Eppure la donna vista da Seward sembra proprio lei, ho visto le foto, non credo di sbagliare.- ribadisce Kate.

-Meglio andare all’ospedale e parlare con lui…se si riprende, cioè…che c’è Fraser?-

            Kate scuote la testa…

-Non so..- risponde -…credevo di aver sentito qualcosa sopra la mia testa, ma non vedo niente.-

-Mmmm, meglio essere prudenti, non restiamo qui più a lungo. Venga Ispettore.-

 

            Il pipistrello che era Rachel Van Helsing vola lontano dalla villa, se potesse, sorriderebbe soddisfatta. Ho assaggiato il tuo sangue Charles Seward, pensa, ora e per sempre siamo legati, sei mio finché vivrai ed anche dopo, non potrai sfuggirmi mai più.

 

 

2.

 

 

            L’edificio della Carfax Corporation è, per quanto ne sanno i profani, solo la sede di una multinazionale con interessi in tutto il mondo, ma dietro quelle mura c’è molto di più di quanto si possa capire. È quando il normale orario d’ufficio è terminato che l’edificio si anima davvero di presenze, che solo apparentemente sembrano normali esseri umani. Nell’ufficio del Presidente della Società un uomo siede, guardando il panorama di una delle più famose città del mondo. L’abbiamo chiamato uomo, ma non siamo sicuri che possa essere chiamato così ormai. All’età di circa 30 anni questo governante d’uomini, questo guerriero trovò un'ignobile morte in un campo di battaglia, ferito a morte fu affidato alle cure di una zingara che si rivelò essere una vampira che lo morse uccidendolo e trasformandolo in un non morto. Quest’uomo dai capelli neri, alto ed imponente e dal naso aquilino dallo sguardo e portamento di chi è nato per comandare, non si rassegnò al suo destino di semplice creatura della notte, divenne il signore di tutti i vampiri e continuò a cercare mezzi per espandere il suo potere. Oggi, dopo oltre 500 anni, l’uomo che fu Vlad di Valacchia detto anche Tepes, l’impalatore, ma più noto con il nome che egli stesso aveva imposto a se stesso ed al suo casato: Dracula, è tornato a Londra e sta pianificando la distruzione di chiunque abbia mai osato opporsi a lui, quelli che sono ancora vivi, oppure i loro discendenti. Non importa il tempo che ci vorrà, il tempo non ha molto significato per chi è oltre la morte. La mossa di cui è più soddisfatto è stata riportare n vita la sua più acerrima avversaria dei tempi moderni, Rachel Van Helsing, per farne la sua consorte vampira. Nulla potrebbe dargli più piacere che vedere l’indomabile carattere della Van Helsing piegato ai suoi voleri,

            Un tempo Dracula avrebbe agito in modo più diretto, ma ora lo diverte di più usare le sue pedine contro i suoi nemici. Mandare Van Helsing contro quello sciocco di Seward è stato un modo per rafforzare la corruzione della donna, così come l’ha divertito aggiungere alle sue schiere William Jeffries ed Alice Hastings. Certo ora i suoi nemici sanno di lui, ma non ne è preoccupato, anzi la sfida lo eccita. È un peccato che nessuno dei suoi avversari sia alla sua altezza, anche se un buon generale non sottovaluta mai i suoi nemici, per questo lui ha scelto accuratamente il suo bersaglio: Katherine Fraser, una donna che l’ha affascinato sin dal loro primo incontro, forse perché quell’indomita scozzese somiglia alla sua amata moglie Maria, madre del suo unico figlio maschio legittimo. Pensare a Maria e Vlad gli riporta alla mente l’unico suo discendente maschio vivente: Frank Drake, che come molti altri, si è opposto a lui in passato. Accantona quei pensieri, per ora e si concentra su Kate Fraser

 

            Nella corsia dell’ospedale, mentre aspetta di conoscere la sorte di Charles Seward Katherine Fraser si sente improvvisamente mancare, la testa le gira, mentre le sembra di udire una voce lontana sussurrare qualcosa che capisce a malapena:

“Vieni da me!”

            La sensazione dura un attimo, poi passa. Dovrebbe parlarne a Chelm? No, meglio di no, per adesso.

 

            Per Arthur Holmwood è stata una giornata come tante. Avrebbe voluto poter far qualcosa, ma quel tizio di Scotland Yard, Chelm, afferma che certe cose è meglio non farle fare ai dilettanti eppure…è la sua famiglia quella minacciata e lui non può semplicemente starsene ad aspettare, semplicemente non può.

            Per questo motivo ha lasciato la tenuta di famiglia per recarsi a Londra, ufficialmente per accompagnare Penelope Clayborne a casa. Suo padre ha protestato, ovviamente, ma lui si è imposto, dopotutto sino al tramonto del sole i loro supposti nemici non potevano fare nulla, no? In realtà i suoi scopi erano altri. Ne parla ad Alice e lei si dimostra d’accordo; così è il tardo pomeriggio, quando l’auto con a bordo i due giovani imbocca il viale della residenza londinese dei Jeffries. Arthur e William non si sono mai frequentati molto, l’ultima volta che si sono visti è stato al funerale del nonno di Arthur, il 16° Visconte Godalming, fratello della nonna di Will. Beh, forse è troppo tardi ormai, ma Will aveva cercato di avvertire del pericolo prima di andare a d incontrarsi con Dracula e lui gli deve qualcosa dopotutto.

La cameriera che apre loro la porta sembra un po’ assente, senza parlare li conduce nel salotto dove Lady Jeffries li attende.

-l^onorevole Arthur Holmwood e miss Clayborne.- annuncia la cameriera con voce atona.

            Sylvia Jeffries sembra non aver sentito, continua a stare seduta a testa china guardando verso la finestra, poi alza lentamente la testa e li guarda.

-Oh il giovane Arthur…sei venuto a farmi visita…Will aveva detto che l’avresti fatto.-

-Will è stato qui?- chiede Arthur un po’ sorpreso.

-Oh si, questa è casa sua sai? È tornato ieri notte con quella cara Alice e ci hanno detto tante cose, tante…-

            C’è qualcosa che non va, è chiaro, forse non è stata una buona idea venire qui, pensa Arthur, cosa credeva di fare?  Lady Jeffries si alza in piedi.

-Dove…dov'è Will adesso?-

-Riposa, ma presto si sveglierà e vorrà vederti caro.-

            Arthur scambia un’occhiata con Penelope ed i suoi occhi sembrano trasmettere un chiaro messaggio: c’è un’atmosfera malsana qui.. è lei la prima a notare le ferite sul collo di Sylvia e si lascia sfuggire un…

-Oh mio Dio!-

-Credo che andremo via ora Sylvia.- dice Arthur stringendo istintivamente la mano della sua compagna.-

-Temo di non potertelo permettere.- risponde Lady Jeffries –Will ha detto che se venivi dovevamo trattenerti sino al suo arrivo.-

            Arthur e Penny si voltano, la porta d’uscita è chiusa ora e due camerieri sono appoggiati contro di essa.

-Rimarrete qui!-ripete Sylvia Jeffries.

 

 

3.

 

 

            La luna è alta nel cielo adesso e l’Ispettore Capo Chelm sospira. I dottori dicono che Seward è fuori pericolo adesso, vivrà, ma come? Chelm s è documentato sul vampirismo e sa che chi è morso da un vampiro è legato ad esso da un legame soprannaturale e, quando morirà, risorgerà come vampiro a sua volta, a meno che il vampiro che l’ha “infettato” non venga ucciso prima.  Di solito ci si riferisce ad altro parlando di fato peggiore della morte, ma è una definizione perfetta anche per la sorte di chi rinasce come vampiro. A quanto pare la responsabile sarebbe addirittura Rachel Van Helsing, lei che era la più acerrima nemica di Dracula. Dovrebbe, forse, avvertire Frank Drake a Boston? No, meglio aspettare, essere sicuri prima Quel giovanotto ne ha passate troppe, si è guadagnato la sua quiete, piuttosto meglio non abbassare la guardia

 

            L’infermiere è uscito a fumare una sigaretta ed ora è fermo sulla soglia, sente a malapena lo sbatter d’ali sopra la sua testa, poi, ecco, dinanzi a lui, una donna bionda che avanza quasi dal nulla, eppure sino a poco prima non c’era, deve avvisare uno dei poliziotti? Sembra innocua e…

-Signora cosa fa qui a quest’ora di notte?- chiede.

            La donna non risponde, lo fissa negli occhi e l’infermiere è preso per sempre.

-Charles Seward dov’è?-

-Il paziente sorvegliato dalla Polizia? Terapia intensiva in fondo al corridoio.-

-Molto bene, ora guardami bene negli occhi e saprai cosa fare.-

            La donna entra in quell’ospedale che conosce bene per esservi entrata più volte in passato e lascia dietro di se un infermiere disorientato. L’uomo rientra in ospedale, si dirige in uno stanzino. Apre un armadietto, non gli ci vuole molto per trovare quel che cerca: un bisturi. Per un lungo attimo resta a fissarlo, poi, con un gesto insopportabilmente lento, lo usa per fare un taglio netto alla giugulare e ricade affogando nel suo stesso sangue, riacquista la coscienza solo un attimo prima di morire.

 

            Arthur vede il maggiordomo avanzare verso di lui, indubbiamente ipnotizzato, proprio come Sylvia Jeffries, Che fare adesso? Non ha armi con se, non ha nemmeno pensato di averne bisogno, che sciocco che è stato. Cerca di farsi largo, ma uno dei camerieri gli vibra un colpo ben assestato alla mascella e lo abbatte. Penelope si ritrova circondata dalla servitù, tutti trasformati in una sorta di zombie.

-Indietro!- grida. Con decisione sferra un calcio all’inguine di uno dei camerieri, che si piega in due dal dolore. Benedetti corsi di autodifesa, pensa la ragazza, poi un braccio si serra da dietro intorno alla sua gola. È Sylvia Jeffries. Non un comportamento degno di una signora dell’alta società britannica, riesce ancora a pensare, mentre lotta per liberarsi, poi gli altri le serrano le mani e la sua lotta ha fine.

 

            La donna percorre i corridoi come se nessuno potesse vederla. Non si preoccupa di poter essere fermata. Alcuni la ignorano, ma quelli che provano a fermarla incrociano i suoi occhi e sono perduti.

 

            Chelm ha appena ricevuto una telefonata: il giovane Holmwood e la sua amica Clayborne sono scomparsi. Doveva immaginarsi che quel ragazzo avrebbe fatto qualcosa d’avventato. Stupidi dilettanti, vogliono sempre fare di testa loro, per fortuna aveva previsto qualcosa di simile.

-Mi passi l’Ispettore Thomas.- dice.

 

            Katherine è ferma dinanzi alla porta del reparto di Terapia Intensiva, è la prima a notare la nebbiolina che si sta condensando. Nebbia all’interno dell’ospedale? Non può essere, a meno che... Prima che possa afferrare la pistola, la nebbia si è già condensata, ha assunto forma umana quella di…

-Rachel Van Helsing!-

-Mi riconosci eh, brava Ispettore Fraser. –

-Tu eri una nemica di Dracula, perché sei alleata a lui ora?-

-Diciamo che ho visto la luce, o meglio le tenebre e mi sono piaciute.-

            Katherine punta la pistola, ma Rachel si muove più veloce di quanto l’occhio riesca a seguirla, in un attimo è vicina a Kate e le stringe il collo, sollevandola contro la parete. I poliziotti vicini a Kate, dopo un attimo di smarrimento, sparano all’unisono. Rachel barcolla, senza perdere la presa sul collo di Kate, e si volta verso di loro, scoprendo le zanne in un sorriso maligno.

-Sciocchi!- esclama –I comuni proiettili non possono uccidere chi è già morto.Immagino che Scotland Yard non abbia abbastanza fondi per dotarvi tutti di proiettili d’argento, che peccato. Vi sono rimasti proiettili in quelle armi?- così dicendo li fissa negli occhi –Vediamolo, sparatevi gli uni con gli altri.-

-N..No!- tenta di dire Kate ancora prigioniera della stretta ferrea.

            Con suo orrore, osserva i tre poliziotti puntarsi contro le pistole e fare fuoco, colpendosi a vicenda, mentre Rachel ride.

-Mostro!-

-Taci Fraser, se Dracula non avesse altri piani per te, ti avrei già uccisa e, forse arriverai a rimpiangere che non l’abbia fatto, credimi, ti farei un favore.-

            La lascia cadere e si dirige verso la porta del reparto. Chelm non si è visto, pensa, ma deve aver sentito gli spari, oh beh, non ha importanza. Abbatte la porta come se fosse di carta ed entra.

Dietro di lei Kate Fraser fruga nella borsetta. Maledetta educazione presbiteriana, pensa, se almeno avesse avuto il crocefisso al collo ora non dovrebbe…Trovato!

L’ha appena afferrato che davanti a lei si para un gruppo di dottori ed infermieri, tutti con sguardo perso nel vuoto.

 

 

4.

 

 

            Chelm ha udito gli spari ed i rumori di lotta, ma non ha osato muoversi, dispone i suoi uomini intorno al letto di Seward, allontana i medici, poi il portone s’infrange e Rachel Van Helsing è dentro.

Proprio lei, pensa Chelm, non volevo crederci.. Senza esitare spara, ma la vampira è già diventata nebbia ed i proiettili l’attraversano. Si ricondensa nei pressi di Chelm e lo colpisce facendogli saltare di mano l’arma. Si volta verso gli altri poliziotti. Non può correre il rischio che abbiano proiettili d’argento deve agire subito. Un attimo ed è un pipistrello, un altro attimo ed è nebbia, un ultimo cambio ed è una donna che abbatte quattro poliziotti come fossero birilli, poi si volge verso il letto.

Chelm cerca di recuperare la sua arma, ma uno stivale si abbatte sulla sua mano.

-Non lo faccia ispettore, se vuole continuare a vivere.- lo avverte Rachel.

-Perché Rachel? Che direbbe Quincy Harker se la vedesse ora?-

-Quincy è morto ed io… io sono non morta, ormai e faccio quello che devo.-

-Non deve essere la schiava di Dracula, deve ricordare quanto odiasse i vampiri.-

-Quello era quando ero viva, ora tutto è cambiato, tutto. Io non servo Dracula, sono la sua alleata di mia libera scelta. Ho accettato quel che sono, una creatura del male, sono diventata proprio ciò che aborrivo, non sono stata capace di evitarlo. Tutti noi abbiamo combattuto per niente. Dracula ha vinto. Chissà, forse era quello che doveva succedere da sempre, forse ero predestinata alla dannazione eterna!-

-No ci posso credere, lei deve combattere Rachel!-

-Non posso e soprattutto non lo voglio più. Se vuole davvero salvare la mia anima, Ispettore, allora mi uccida e faccia in modo che non possa più ritornare. Lo faccia o io ucciderò lei…. Dopo che avrò sistemato il caro dottor Seward.-

Chelm si rimette in piedi.

-Perché?- chiede.

-Perché nelle sue vene scorre il sangue di un uomo che osò sfidare Dracula e lui non ha mai esitato nello sterminare i suoi nemici fino all’ultimo discendente. Avrei potuto finire l’opera in casa sua, ma così è più divertente.-

            Si avvicina al letto, ma si arresta.

-Ah cosa…-

            Al collo di Seward c’è un crocefisso e la ringhiera del letto è ricoperta di qualcosa che le impedisce di toccarla.

-Il Cappellano dell’ospedale non era molto d’accordo, ma abbiamo messo a tacere le sue proteste.- spiega Chelm –Era uno dei trucchi del suo antenato, lo ricorda? Una pasta contenente polvere di Ostia consacrata che ricopre la ringhiera. Non può toccarla Van Helsing, Seward è al sicuro ora!-

            Rachel ride sinistramente.

-Ben fatto Chelm!  -replica –Non importa, ho tutto il tempo che mi serve per completare il lavoro, quanto a lei ed alla sua assistente…-

            Due uomini portano dentro la stanza Kate.

-Ha ipnotizzato l’intero ospedale!- grida lei sottolineando l’ovvio.

-Solo questo piano, in realtà.- risponde Rachel sogghignando –Ma è sufficiente…per voi…-

 

            Londra, quasi contemporaneamente, la sera è calata da tempo ed Arthur e Penelope non sanno da quanto tempo sono rimasti chiusi nella stanza da letto. Arthur continua a dirsi di essere stato stupido, ma ormai è troppo tardi. All’improvviso la porta della stanza si apre ed ecco entrare un uomo ed una donna, se così si possono ancora chiamare.

-Cugino Arthur, Penelope, che piacere vedervi.- dice l’uomo.

-William! - esclama Arthur.

-Alice!- esclama invece Penelope.

-Scusate il ritardo…- continua Will Jeffries -..ma siamo stati impegnati, sapete, era ora di cena!-

            Parlando scopre i canini appuntiti da cui gocciola ancora del sangue.

 

            Katherine Fraser viene buttata verso Chelm che si rivolge a Rachel.

-Che vuole farci? –chiede.

.Io? Niente!- risponde Rachel –Ora me ne andrò…saranno questi uomini a pensare a voi e non credo che sarete capaci di fermarli, avrete il coraggio di usare le armi contro degli innocenti, anche per salvarvi la vita? Chissà, ma ha poca importanza, ho già disposto un altro piccolo divertimento…sentite?-

            Lo sentono, un rumore che non riescono a decifrare.

-Cos’è?- chiede Chelm.

-Ha già dimenticato le leggende Ispettore Capo? I Vampiri possono comandare pipistrelli, ratti e lupi.-

-Oh mio Dio!-

-Fa bene ad invocarlo Chelm, forse l’aiuterà. Stanno arrivando, li sente? Topi, tutti i topi della regione stanno confluendo qui, richiamati dal mio volere, stanno risalendo dalle fogne in superficie e si dirigono verso l’ospedale, centinaia, migliaia di topi. Cosa farà adesso Chelm cosa?-

            E la vampira ride.

 

 

FINE SECONDO EPISODIO

 

 

            Boston, Massachussetts, la più britannica delle città americane, così almeno dicono. In effetti, in questa città, una delle più antiche degli Stati Uniti, si respira un’atmosfera da vecchio continente, con le sue abitazioni in stile coloniale, così simili alle abitazioni britanniche del 17° secolo, ed i suoi abitanti così pervasi dall’idea di essere i custodi delle sacre tradizioni. Anche il General Hospital, nonostante sia un edificio moderno, sembra essere parte di quest’atmosfera e, forse, è proprio questo a mettere a disagio Frank Drake. Questo giovane uomo sembrava avesse tutto dalla sua parte: era ricco, bello ed anche superficiale, la combinazione giusta per conoscere il disastro. Eppure, sorprendentemente, il vanesio e viziato Frank Drake, rimasto senza un soldo, seppe rimboccarsi le maniche e reinventarsi una vita. Qualcuno non l’avrebbe trovato così sorprendente: non era forse il discendente diretto in linea primogenita del mitico Vlad, Principe di Valacchia, Vlad l’Impalatore, lo stesso Vlad di Valacchia e Transilvania, che impose come nome al suo casato il suo appellativo più famoso, Dracula, il Figlio del Diavolo? Frank non ama che gli si ricordi questo lato della sua storia familiare, lui ha conosciuto il suo terrificante avo e questo gli è costato la morte, e peggio della morte, di due donne che amava. Ora Frank vuole solo la pace, ma la pace non è fatta per la stirpe di Dracula.

            Quando entra nella stanza, Frank è solo emozionato, quello che gli viene presentato è il suo primo figlio dopotutto. È bello vedere che sua moglie Marlene stia bene ora, non è passato molto tempo da quando per colpa di Lilith, la madre dei demoni (ironicamente proprio la figura mitologica da cui aveva preso il nome la figlia di Dracula stesso) era finita in coma catatonico,[3] una delle tante persone le cui vite erano state sconvolte dal soprannaturale. Frank sorride mentre prende il braccio il figlio, un maschio.

-Ti dispiace se lo chiamiamo Quincy?- chiede a Marlene.

-Ne avevamo già parlato, ricordi?- risponde lei –Mi piace Quincy Harker Drake come nome, ha un suono, come dire…aristocratico.-

-Mi basta che sia il nome di un uomo che rispettavo e che almeno lui riesca a vivere libero dagli incubi che hanno perseguitato buona parte della mia vita.- ribatte Frank, ma, mentre dice queste parole, si chiede, se sarà mai vero per lui.

 

#3

 

EREDITÀ MALEDETTA

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            L’ispettore Capo Chelm di Scotland Yard osserva il volto della vampira che un tempo era Rachel Van Helsing, una donna che rispettava ed ammirava. Ora ha ceduto alla seduzione del male ed è divenuta la collaboratrice di quello che era il suo più grande avversario: il Conte Dracula, il Signore dei Vampiri. Ha fallito un tentativo di uccidere il dottor Charles Seward, discendente di un antico avversario di Dracula, ed ora ha scatenato su Chelm e sulla sua assistente, l’Ispettore Katherine Fraser, un’orda di topi. Chelm li sente arrivare e vede il diabolico ghigno sul volto di Rachel. Ha già tentato di appellarsi alla sua umanità e non è servito, l’unica alternativa è ucciderla, ma la sua pistola con i proiettili d’argento è lontana sul pavimento e non riuscirà a raggiungerla in tempo, non mentre Rachel tiene asserviti al suo volere praticamente tutti i medici ed infermieri del piano.

-Mi dispiace davvero, Chelm...- dice la vampira -…ma non doveva interferire con i piani di Dracula ancora una volta.-

-Non doveva finire così Rachel…che direbbero Quincy e Frank?-

            Un’ombra di tristezza passa sul volto di Rachel.

-Quincy è morto. Ha dedicato la sua vita alla distruzione di Dracula ed ora lui non c’è più e Dracula è ancora tra noi. Non vede la futilità di tutto ispettore? Dracula non può essere sconfitto, ecco tutto. Quanto a Frank…se fosse qui dovrebbe uccidermi. Ma ora basta, ho chiacchierato anche troppo, devo andare, mi dispiace Chelm, magari, la prossima volta avrà più fortuna…se ci sarà una prossima volta.-

            Rachel si trasforma in un pipistrello ed esce dalla finestra verso la luna. Chelm e Fraser rimangono appoggiati alla parete. Il personale dell’ospedale forma un muro umano davanti a loro ed intanto lo squittio si fa sempre più forte e più vicino.

 

            L’Onorevole Arthur Holmwood, erede di un antico titolo nobiliare non pensava che la sua via sarebbe finita così, ad appena 22 anni, per mano di una creatura che ha sempre avuto difficoltà a credere vera. Oh certo, come ogni primogenito maschio della sua famiglia è stato informato, non appena compiuti i 18 anni, dei veri retroscena del romanzo “Dracula” di Bram Stoker, del fatto che la creatura delle tenebre protagonista del racconto era reale e che il suo trisnonno era stato uno di coloro che avevano combattuto Dracula, oltre cent’anni prima, ma saperlo e crederci sul serio erano cose diverse ed ora lui e la sua nuova amica Penelope Clayborne avrebbero perso la vita e, forse la loro stessa anima per mano di coloro che da vivi erano suo cugino William Jeffries e la sua fidanzata Alice Hastings.

            Come stupidi si sono fatti catturare dal personale della casa, compresa la madre di Will, tutti ipnotizzati dal potere dei vampiri e sono stati tenuti prigionieri in una delle camere da letto ad aspettare che calasse la notte, che i due vampiri si risvegliassero dal loro letargo diurno e venissero a trovarli. Ed eccoli li, infine, Arthur li guarda e quasi fatica a riconoscere il cugino, il volto tirato in un sorriso sadico, i canini appuntiti che spuntano dal labbro superiore, non può essere lui, eppure lo è.

-È un piacere rivedervi amici.- dice –Peccato per le circostanze, vero?-

            Penelope si volge verso Alice Hastings.

-Perché?- chiede.

-Tu non puoi capire Penny.- risponde lei –Dapprima non lo vuoi, poi capisci quanto sia…. eccitante e non puoi farne a meno mai più.-

-No Alice… non sei tu, non può essere.-

-Il dolore sarà breve, vedrai!-

-Nooo!-

            Arthur si getta contro il cugino, ma William si sbarazza di lui come se fosse una bambola di gomma sbattendolo contro la vicina parete.

-Non fare lo stupido Arthur.- gli dice –Non hai possibilità contro di noi, lottare prolungherà solo la tua agonia, lasciati andare invece. È come ha detto Alice durerà solo un attimo.-

            Non guardargli gli occhi, si ripete Arthur, non guardarlo negli occhi, almeno muori lottando e prega per la tua anima.

-Basta adesso.- continua Will –Il padrone vi vuole morti o aggiunti alla sue legioni. Tu!- indica Penelope e la fissa –Vieni qui, ora!-

            Penelope comincia a muoversi, lo sguardo catturato da quello del vampiro, una parte di se sa cosa sta per succedere, ma non può farci nulla.

-Fermati Penny, combattilo!- urla Arthur, poi Alice lo afferra alla gola.

-Accetta il tuo destino da uomo, stupido!- esclama.

            Penelope è ormai vicina a Will Jeffries, le sembra di sognare, come se non fosse lei ad essere lì, ma un’altra di cui osserva le azioni da spettatrice. Sa cosa sta per accadere, ma non può impedirlo, sente sul collo l’alito marcio del vampiro, tra poco sarà finita, pensa, chiude gli occhi ed attende ciò che pensa ormai inevitabile.

            Ed è in quel momento stesso che la vetrata della finestra s’infrange ed una figura si precipita dentro.

-Cosa?- urla William.

-Scusate i miei modi un po’ bruschi, ma le circostanze, mi sembra, non sono adatte a presentazioni formali…- dice il nuovo arrivato, un uomo interamente rivestito da una tuta azzurra che gli lascia scoperti solo gli occhi con disegnate sul petto le tre croci della bandiera britannica. Nella mano destra impugna una pistola, nella sinistra stringe un coltello di legno -…per coloro che non mi conoscono, il mio nome è Union Jack, per servirvi.-

            Will abbandona la sua presa su Penelope e si scaglia sull’intruso.

-Non m’importa chi sei, tra poco sarai morto!- urla.

            Union Jack evita l’assalto del vampiro, abbassandosi e gli vibra un fendente col coltello di legno. Jeffries urla ricadendo sul pavimento.

-Mi hai fatto male!-

-A questo serve questo gingillo.- risponde lui –Voi vampiri non siete proprio invulnerabili a tutto, fidatevi, sono un esperto.-

            Un ringhio alla sua destra. Alice Hastings si sta muovendo verso di lui

-Non lo faccia madame!- gli intima Union Jack –Dovrò usare la mia fedele Webley altrimenti. Può sembrare un’arma sorpassata, ma è ancora molto efficace e, poi, appartiene alle tradizione di tre generazioni di Union Jack e noi inglesi ci teniamo alle tradizioni, no?-

-Una pistola non può fermarmi uomo!- ribatte Alice.

-Anche una caricata con pallottole d’argento? MI consenta di dubitarne Miss e se crede che avrei scrupoli a sparare su una giovane donna, ha scelto il tipo sbagliato.-

            Alice si lancia su di lui, Union Jack spara, ma Alice è già diventata nebbia

-Il solito trucchetto.- commenta lui.

            La nebbia gli si solidifica vicino, ma lui se l’aspettava, scansa gli artigli della vampira e, a sorpresa, le afferra il polso.

-Mi scusi miss, ma mi serve la sua collaborazione per un attimo.-

            Con un veloce movimento la scaglia contro William Jeffries, che stava tornando alla carica, poi spara. La velocità rende la sua mira imprecisa, la pallottola coglie Alice appena sopra il seno destro, troppo lontano dal cuore per ucciderla, ma non per non farla urlare dal dolore.

-Voi due, scappate, mentre penso a loro!- urla Union Jack ad Arthur e Penelope.

-Voglia aiutarla!- esclama Arthur.

-Non discutere ragazzo, fila!-

-Nessuno se ne andrà da qui!- urla Will –Non da vivo almeno. Mi sono stancato, tu uomo, guardami adesso. Non puoi resistermi, la mia volontà è la tua. Ora getta le tue armi e resta fermo mentre faccio di te uno dei miei servi.-

Union Jack si blocca, le sue braccia ricadono lungo i fianchi, pistola e coltello gli cadono dalle mani Will ed Alice si avvicinano a lui.

-Lo voglio per me.- dice lei.

-Serviti pure mia cara.- risponde l’altro.

            Sulla porta Arthur ed Alice osservano pietrificati dal terrore, i canini di Alice abbassarsi sul collo di Union Jack.

 

            Chelm prova a forzare lo sbarramento, ma, muti e con lo sguardo fisso, gli uomini e donne davanti a lui lo respingono con fermezza, eseguendo l’ultimo ordine di Rachel Van Helsing ed i topi sono ormai arrivati, servi incolpevoli della vampira, eseguiranno l’ordine loro impartito e non si fermeranno finché coloro che si trovano nella stanza non saranno altro che cadaveri a brandelli.

 

 

2.

 

 

            Le zanne di Alice discendono verso il collo di Union Jack e la vampira pregusta il suo prossimo pasto, ma, quando i canini appuntiti toccano il collo dell’uomo…

-Ah!- grida ritraendosi. Nello stesso tempo, il braccio destro di Union Jack scatta in avanti e, da una guaina mimetizzata nel suo polso, una piccola lama scatta conficcandosi nel petto della vampira.

-Un trucchetto vecchio, ma efficace.- commenta Union Jack, mentre Alice indietreggia, barcollando, con la lama che le esce dal petto, per ricadere, poi, tra le braccia di Will Jeffries.

-Tu…dovevi essere ipnotizzato, nessuno può resistere allo sguardo di un vampiro, nessuno.-

È stata la prima cosa che ho imparato dopo il primo incontro con il Barone Sangue. – spiega Union Jack –E poi non è vero, che nessuno può resistervi, c’è Blade il cacciatore di vampiri americano, qualche licantropo dell’Est Europa, Marie Laveau, la Regina Voodoo di New Orleans e pochi altri.-

            Will ringhia, scoprendo le zanne ed allunga la mano verso la lama che spunta dal petto della compagna che mugola dal dolore.

-È inutile.- spiega Union Jack raccogliendo le sue armi. -È una lama d’argento. Anche se non l’ha presa proprio in pieno cuore è troppo vicina e, man mano che lei si muove, la lama si avvicina al cuore sempre di più, causandole atroci sofferenze e non potete rimuoverla perché non potete toccare l’argento. Morirà comunque, ormai.-

-Tu sia maledetto, ti spaccherò il tuo di cuore.-

-No, non lo farai.- Union Jack spara, ma Jeffries si è già trasformato in nebbia, poi in pipistrello e vola via dalla finestra rotta.

-Tornerò!- urla –Mi vendicherò di voi tutti.-

            Tutti uguali, pensa Union Jack, imparano queste frasi fatte su qualche manuale per perfetti cattivi? S’inginocchia presso alice che si agita gemendo.

-Miss Hastings Mi sente? Quella lama la sta uccidendo, la sua agonia durerà a lungo. Io posso farla finire, posso darle la pace eterna, ora, subito. Mi capisce?-

-Io…capisco…- risponde rantolando la vampira -…fallo..ora…ti..prego.-

            Senza dire altro, Union Jack ripone il coltello e da una tasca della cintura estrae un piccolo paletto di frassino. Si rivolge ad Arthur.

-Te la senti di tenerla ferma?-

            Il ragazzo deglutisce, poi, dopo un attimo d’esitazione, risponde:

-Io…si…certo.-

            Arthur passa alle spalle di Alice e l’afferra per le braccia. Union Jack prende accuratamente la mira ed appoggia il paletto appuntito contro il cuore, poi…

-Le farà male solo per un attimo.- dice ad Alice con voce venata da un tono di tristezza.

Usando il calcio della pistola come fosse un martello, vibra un colpo deciso ed il paletto si conficca per tutta la sua lunghezza nel cuore della vampira, che urla, un unico lungo urlo, che riecheggia per tutta la casa, poi, dopo un ultimo scossone, il corpo della ragazza si rilassa ed i suoi lineamenti si distendono in un’espressione di pace. Con un gesto deciso, Union Jack sfila da sopra il paletto la piccola lama d’argento e la ripone nella sua guaina.

-Questi affari costano.- commenta –Non ha senso sprecarli.- si rivolge ad Arthur –Ti vedo scosso ragazzo. Ti conviene abituarti, se vuo diventare un cacciatore di vampiri.-

-Che… che…ne sarà di lei?- chiede Penelope ancora tremante.

-Resterà morta finché il paletto sarà conficcato nel suo cuore, attenti a non rimuoverlo. Per ucciderla definitivamente, senza possibilità di resurrezione, bisognerà tagliarle la testa e riempirle la bocca d’aglio.-

-Mio Dio!- commenta Penelope.

-Lo so è una cosa sgradevole. Io non posso farla qui e ora, ci penserà Scotland Yard, i poliziotti arriveranno presto, anzi, credo siano già qui.-

-Come… come ha fatto a… quando lei l’ha morso e si è ritratta… perché?- chiede Arthur.

            Union Jack si tocca il collo.

-Oh Quello? Solo un po’ di fili d’argento mescolati al tessuto, pochi, ma quanto basta per respingere un vampiro.- risponde.

-È arrivato appena in tempo, ma come…- chiede, ancora, Arthur.

-Non è stata una coincidenza. L’ispettore Capo Chelm temeva che vi sareste cacciati nei guai ed a chiesto al suo collega Ispettore Dai Thomas di chiamare me. Ormai ho una certa fama come cacciatore di vampiri.[4] Anche di recente mi sono scontrato con alcuni di loro.-[5]

            Ora sono sul ballatoio del piano ed Arthur vede gli agenti di Scotland Yard che tengono d’occhio gli abitanti. Ecco perché nessuno è intervenuto mentre Union Jack combatteva coi vampiri. Dovrà ricordarsi di ringraziare l’Ispettore Chelm quando lo vede e dovrà anche pensare ad organizzarsi, Union Jack ha ragione ha molto da imparare se vuol dare la caccia ai vampiri ed è questo che vuol fare no?

 

            Arrivano, decine, centinaia, Chelm non pensava che ce ne fossero così tanti, devono essere tutti i topi d’Inghilterra, pensa assurdamente. Contro ogni istinto, i medici ed infermieri che li circondano non si muovono, restano immobili mentre i topi arrivano,

-Chelm che facciamo?- chiede Kate, niente li può fermare, niente, tranne…-

-Sergente Ferguson!- urla Chelm ad un microfono –Ora! Ora!-

            Fuori dall’ospedale il Sergente Ferguson, da dentro un furgone, accende un’apparecchiatura; subito dopo nell’aria si diffonde una potentissima sequenza di ultrasuoni… La frequenza non è udibile dall’orecchio umano, ma ogni animale nelle vicinanze ne risente immediatamente e gli stessi esseri umani nell’ospedale cadono colti da un forte mal di testa. I topi appaiono disorientati, ma l’ordine trasmesso loro dal Rachel Van Helsing non è così forte da controbattere l’effetto degli ultrasuoni, gli animali che non cadono immediatamente fuggono verso le loro tane in preda al panico.

            Chelm si rimette in piedi. Ha funzionato, aveva temuto di passare per sciocco per quella precauzione, ma aveva già avuto a che fare con Dracula in passato ed era ancor più sciocco sottovalutarlo. Si aspettava un attacco di pipistrelli, che Dracula aveva già usato in precedenza,[6] ma anche contro i topi avevano funzionato. Aiuta Kate Fraser a rialzarsi.

-Tutto bene Kate?-

-Si ispettore Chelm, sto bene, ma il dottor Seward?-

-Sta bene, non si preoccupi, Van Helsing e Dracula hanno fallito stavolta.-

-Crede? Non sono convinta! Credo che per loro questo sia stato solo un test e non so chi l’abbia superato. Credo che siamo solo all’inizio.-

            Facile previsione pensa Chelm.

 

 

3.

 

 

            -Che vuol dire scomparso?- urla Chelm.

-Non è mai arrivato in obitorio signore.- risponde il Sergente Ferguson –Il furgone che portava il corpo della vampira è scomparso durante il tragitto. Il corpo di uno degli agenti è stato ritrovato sulla strada. Un automobilista l’ha investito prima di accorgersi della sua presenza, ma era già morto. Il medico legale dice che aveva il collo spezzato.-

-E gli altri?- chiede Chelm –Si sa niente di loro?-

-No signore, scomparsi del tutto. Se permette signore ho esaminato la scena stamattina e, per come la vedo io, qualcuno o qualcosa è saltato sul cofano del furgone, ha infranto il vetro del cruscotto, afferrato l’autista per il collo e l’ha scaraventato fuori dall’abitacolo gettandolo in mezzo alla strada….-

-Jeffries od un altro vampiro, senza dubbio.- commenta Chelm.

-… a questo punto, il furgone è sbandato urtando un vicino muro…- continua Ferguson -…il vampiro, se questo era, ha sopraffatto gli altri agenti e se n’è andato col furgone.-

-Il che significa che Alice Hastings è stata fatta rivivere non appena giunti nel loro rifugio e che, probabilmente, i nostri agenti saranno tre nuovi vampiri fra tre giorni, poco consolante, direi.-

            E’ possibile vincere questa battaglia? Si chiede Chelm.

 

            Charles Seward si sente ancora debole, le massicce trasfusioni hanno ottenuto il loro scopo, sottraendolo all’abbraccio della morte, per dirla in maniera poetica, ma, dicono, non è ancora pronto a lasciare il letto. Seward è un medico, sa che quel che dicono è vero, ma non può negare una certa impazienza, ma non è solo quello e dovrebbe ammetterlo ormai.

-Il dottor Seward?-

            Sulla soglia della stanza ci sono due giovani che non ricorda di aver mai visto prima.

-Sono io e voi chi siete?-

-Io sono Arthur Holmwood, mio padre è Lord Godalming e questa è Miss Penelope Clayborne, una mia amica.-

            Godalming, un nome non del tutto nuovo, anche se non riesce a ricordare bene.

-Non ci siamo mai conosciuti Dottor Seward, ma abbiamo avito un’esperienza simile.- dice Arthur –Siamo tutti stati minacciati dai vampiri.-

Seward scuote la testa.

-Non è possibile io...-

-Non cerchi di negarlo.- ribatte Arthur –Lei lo sa, sa bene chi, o meglio, cosa l’ha ridotta in fin di vita. Quelle due ferite che ha sul collo lo testimoniano e scommetto che la notte ha incubi, vero?-

            Seward tace e si palpa i due minuscoli forellini lasciatigli come ricordo da Rachel Van Helsing. Non voleva crederci, ma non ha altra scelta ora.

-Ho letto qualcosa sui vampiri…- continua Arthur -…ora che è stato morso, il suo destino è segnato. Rimarrà per sempre legato alla vampira che l’ha  aggredito e dopo la sua morte, rinascerà come vampiro. È questo che vuole dottore?-

            Seward trema inavvertitamente.

-Cosa propone?-

-Ha solo un modo per scampare al suo destino: trovare quella vampira ed ucciderla prima che sia troppo tardi. Sarà un compito difficile, ma credo che tocchi a noi. La fuori ci sono i vampiri Dottor Seward, può essere difficile da accettare, ma è vero, tremendamente vero. Più di 100 anni fa i nostri antenati si unirono per fermare questa minaccia, ora tocca a noi.-

.Siamo dei pazzi? Pensa Penelope, ricorda gli occhi iniettati di sangue di Alice Hastings e trema pensando al giorno in cui la rivedrà. In modo irrazionale, sente che quel giorno una di loro due certamente morirà. Trema.

 

            Il tramonto porta con se le prime ombre e nell’oscura cripta di Carfax Abbey, un pesante lastrone di pietra si muove, riaprendo un grande sarcofago, Dracula è di nuovo sveglio. Dalla bara al suo fianco si alza Rachel Van Helsing.

-Un’altra notte di caccia ci attende mia cara.- le dice.

-Devo continuare ad occuparmi di Seward?- chiede Rachel.

            Le labbra di Dracula si stirano in un sorriso sinistro.

-il giovane dottore è il tuo giocattolo mia cara Rachel, sta a te decidere cosa fare con lui, tormentalo se vuoi o lascialo stare se ti aggrada. Oramai è tuo, hai una presa sul suo spirito che nemmeno la sua morte potrà spezzare. Stai gustando il tuo potere Rachel?-

-Si Dracula, me ne sento quasi intossicata, non credevo di poter provare sensazioni simili quando ero…-

-Viva? Ora sei molto di più Rachel, sei la regina dei non morti, l’unica che reputo degna di essere mia pari. Le patetiche creature che popolano questo mondo esistono solo per servire ai nostri bisogni. Ed ora seguimi! Andiamo a nutrirci, ho sete di sangue fresco.-

            In breve le due figure umane si trasfigurano in due pipistrelli, che escono alla luce lunare, in cerca di preda.

 

 

4.

 

 

            All’obitorio cittadino, la luce della luna illumina due figure distese sui freddi lettini di ferro. Per tre giorni sono rimasti lì, in attesa, ora è la terza notte. Un raggio lunare tocca uno dei lettini e la mano del giovane uomo si muove, poi, con esitazione e perplessità l’uomo si rizza a sedere e la ragazza accanto a lui fa lo stesso. Nella sala buia i loro canini risplendono sotto la luce lunare:

            I loro nomi sono: Jack Harris e Debra Wilton, ma i ragazzi che erano solo tre giorni fa, sono morti ormai. Al loro posto solo due creature della notte, due vampiri che comprendono solo la sete di sangue.

            All’improvviso le luci si accendono, i due vampiri rimangono sconcertati, mentre alcune figure si avvicinano a loro. Brandendo dei crocefissi li costringono a stare fermi. Le due creature rinate sanno ancora troppo poco dei loro poteri per usarli e non avranno il tempo di imparare. Con un colpo deciso il cuore di Jack è trafitto da un paletto appuntito fatto con legno di frassino. Muore una seconda volta, ma, stavolta per sempre. Debra si divincola e potrebbe riuscire a liberarsi, ma è troppo tardi anche per lei. Con un colpo secco Katherine Fraser pone fine alla sua seconda vita.

-Ora tocca a voi.- dice l’Ispettore Capo Chelm –Sapete cosa fare, fatelo in fretta.-

-Ancora dopo tanto tempo, non mi risolvo a farlo subito.- dice –So che accadrà, ma voglio aspettare. Ogni volta spero che non succederà ed ogni volta mi sbaglio.-

-Nessuno gliene fa una colpa Chelm.- dice Kate Fraser.

-Davvero? Beh qualcuno ha la colpa, una belva in forma umana che è lì da qualche parte ed anche ora sta facendo una nuova vittima.-

 

            Joanna Richardson sta tornando a casa dal lavoro. Le hanno detto che non è salutare fare troppo tardi, che ci sono state sparizioni e strani incidenti da quelle parti, ma che ci può fare? Ha bisogno di quel lavoro di segretaria per pagarsi gli studi. Certo, il professor Walton allunga troppo le mani, ma può sopportarlo, può sopportare tutto.

 Ha raggiunto l’auto ora e sta per aprire la portiera, quando…

-Mi scusi signorina…

            Joanna sobbalza e le chiavi dell’auto le sfuggono dalle mani. Accanto a lei un uomo alto, sulla trentina o poco più, capelli scurissimi, come il pizzetto vestito completamente di nero e gli occhi…quegli occhi, non riesce a smettere di guardarli.

-Non volevo spaventarla, ma temo di essermi perso nella nebbia. Questa è Harley Street?-

-No questa è….è….è…-

            Non riesce più a proseguire. Lo sguardo magnetico dell’uomo l’ha completamente incatenata. Non si oppone mentre lui le scosta il colletto della camicetta e poi affonda rapidamente i canini nel suo candido collo. Urla brevemente e nessuno la sente nella nebbia, ricade a terra subito dopo.

-Addio mia cara, ci rivedremo presto, le sussurra Dracula prima di sparire, confondendosi nella nebbia e riprendendo, poi, la sua forma di pipistrello. La notte è ancora giovane e ci sono altre prede.

            Joanna Richardson non morirà stanotte, tornerà a casa per ricevere nelle notti seguenti altre visite di Dracula. Passeranno quattro settimane in cui ignari dottori cercheranno invano di capire le cause di una persistente anemia. Alla fine, il suo fisico stremato non reggerà e lei morirà, ma non sarà ancora libera. Dopo tre giorni rinascerà come vampira, il primo ad assaggiare il suo bacio di sangue sarà il suo ex datore di lavoro Prof Walton, poi toccherà a suo fratello, sua madre e l’intera famiglia del suo ragazzo. I vampiri da lei creati saranno uccisi uno ad uno da Chelm ed altri cacciatori di vampiri. Joanna emigrerà in America dove continuerà a cercare prede per altri cinque anni, prima di essere uccisa a New Orleans da Blade.

            Intanto l’opera di Dracula continua.

 

 

FINE TERZO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

Questa Ultimate Edition raccoglie i primi tre episodi della serie, che è decisamente corale. In questa sequenza non avete visto molto di Dracula, ma, in compenso vi sono stati presentati i personaggi portanti della saga:

DRACULA non ha bisogno di presentazioni credo

RACHEL VAN HELSING era una fiera avversaria di Dracula nell’originale serie Tomb of Dracula, ma Dracula, alla fine l’uccise trasformandola in una vampira, si lasciò uccidere da Wolverine in X-Men Annual #5, secondo atto di uno scontro tra Dracula e gli X-Men, e si dissolse in cenere sotto i raggi del sole.. Mi piaceva troppo l’idea di questa fiera avversaria del Conte rinata per diventare la sua più fedele alleata. Abbiamo visto molti supercriminali “convertirsi” alla retta via, questa volta avremo una buona cedere alla più completa corruzione dello spirito e diventare una vera regina del male, vi piacera?

L’ISPETTORE CAPO CHELM è una vera colonna storica della serie, non abbiamo mai saputo il suo nome proprio, ma questo tenace poliziotto, divenuto, suo malgrado, esperto in crimini soprannaturali dimostrerà che non è il fisico o i superpoteri a fare l’eroe.

L’ISPETTORE KATHERINE FRASER fu creata da Chris Claremont in uno dei primi racconti da lui scritti per la Marvel in Giant Size Dracula #2 del 1974 e ricomparve solamente nel successivo #3 sempre del futuro X-Chris. È una mutante (con C.C. di mezzo si poteva dubitarne?) con capacità psicometriche da ora in poi sarà la fedele assistente di Chelm. Con Dracula ha un rapporto ambiguo che non mancherò di esplorare in futuro.

ARTHUR HOLMWOOD, PENELOPE CLAYBORNE, CHARLES SEWARD. Personaggi toccati da Dracula e destinati a divenirne I nemici e, forse, le vittime.

WILLAIM JEFFRIES E ALICE HASTINGS li avete conosciuti in “L’ospite di Dracula” inconsapevoli vittime delle trame di Dracula e li avete rivisti nella nuova veste di vampiri. Non affezionatevi troppo a loro, perché non resteranno in giro ancora a lungo, il che, a pensarci bene, non significa molto quando si parla di vampiri.

            Forse qualcuno di voi avrà storto il naso di fronte all’uso di Union Jack, ma vi ricordo che quest’eroe, sotto la cui maschera si nasconde, attualmente, il giovane Joseph “Joey” Chapman, ha un’autentica tradizione nella caccia ai vampiri sin dai tempi della 1° Guerra Mondiale, quando il primo Union Jack combatté il Barone Sangue e la tradizione è continuata sino ai giorni nostri, come illustrato nella miniserie “Union Jack” vista in Italia su Wiz #42/44. In Marvelit ed è tra i protagonisti della serie: “I Cavalieri di Pendragon” della nostra linea Epic. Nella prima storyline di quella serie lo si è visto,  appunto, alle prese con dei vampiri.

            Appuntamento ai prossimi episodi.

                                                

 

Carlo



[1] In Uncanny X-Men Annual ##6 del 1982 (Star Magazine Serie Oro #5),

[2] In Giant Size Dracula #2 (Dracula, Corno, #12)

[3] Eventi avvenuti in Nightstalkers #1

[4] Sin dai tempi di Captain America #254 (Capitan America & I Vendicatori #8)

[5] Se siete fortunati, lo vedrete, prima o poi, sulla nostra serie, attualmente interrotta, Cavalieri di Pendragon

[6] Tomb of Dracula #12 (Dracula, Corno, #1)