Il luogo è chiamato Carfax Abbey, ma sono secoli che non ospita più un’abbazia benedettina. L’origine del nome è alquanto controversa, ma si pensa che derivi da una corruzione del francese normanno Quatre Faces, con allusione alla pianta quadrata dell’edificio. Quale che sia la risposta, l’edificio moderno che sorge al posto dell’antica abbazia, demolita ai tempi di Enrico VIII, fa del suo meglio per dare un’idea di antico, anche se è la sede di una moderna multinazionale, con interessi in vari campi delle attività umane.

            La giovane donna, che vi entra alle otto di una grigia sera londinese è una giornalista di un noto giornale della Capitale Britannica, la prescelta per un evento eccezionale, nientemeno che un’intervista con V.T. Drake, il misterioso Presidente ed azionista di maggioranza della Carfax Corporation, Da mesi i giornali della Capitale e della Nazione, premevano per un’intervista con un uomo che, per quanto famoso, non si faceva vedere ad eventi mondani e del quale non esistevano fotografie, tutto era stato inutile, poi, improvvisamente, proprio quella mattina, la convocazione, con l’espressa richiesta che venisse proprio la ragazza e nessun altro, pena: la cancellazione dell’incontro.

            La giovane è nervosa, mentre segue una pallida assistente bionda sino ad una robusta porta di quercia. La donna bussa e le risponde un imperioso:

-Avanti!-

            Entra in un ampio ufficio e, mentre la porta si chiude alle sue spalle, viene colta da un’irrazionale paura, come se fosse entrata nella tana del mostro di certe favole. Quasi non osa muoversi, sino a che la stessa voce imperiosa, Quasi non osa muoversi, sino a che la stessa voce imperiosa pronuncia un morbido:

 -Venga avanti, signorina, l’attendevo, con ansia.-

Una voce, appartenente ad un uomo alto, elegantemente vestito, il volto incorniciato da due folti baffi ed un ben curato pizzetto, la sua età sembra di poco superiore ai trent’anni e la sua fronte corrugata è attraversata da una lieve cicatrice. Accanto a lui, mollemente adagiata su una poltrona, sfoderando un sorriso inquietante, simile a quello di un predatore che valuta una preda, una donna indubbiamente bella, dai lunghi capelli biondi, che indossa solo una pratica tuta aderente, nera.

L’uomo sfodera un sorriso che, se possibile, rende più inquieta la ragazza. È la sua immaginazione o i suoi canini si stanno allungando davvero? Non, non può essere possibile, non può essere vero. Lei non può staccargli gli occhi di dosso, gli occhi neri di lui sono profondi e magnetici. La ragazza sente le gambe diventare molli e scopre di non riuscire più a muoverle. Trema, mentre le dita fredde dell’uomo le sfiorano il collo e sente la sua voce melliflua dire:

-Lei, mia cara, è la prima persona a cui racconto la mia storia da…si, diciamo pure, da secoli.. Dovrebbe sentirsi onorata a poter trascrivere le vicende di colui che i Turchi chiamarono Kaziglu Bey, il principe Impalatore e che tutti, amici e nemici, hanno, sempre e comunque, chiamato: DRACULA!

 

 

#12

INTERVISTA COL VAMPIRO

 

 

1.

            Sono nato a Schassburg, in Transilvania, un luogo che oggi è chiamato Sighisoara, nello stato che oggi è chiamato Romania. All’epoca quelle zone erano sotto il controllo, alquanto blando, in verità, del Sacro Romano Imperatore, che, usualmente, era un tedesco. A quel tempo, l’integrità del mondo allora conosciuto era minacciata dalle invasioni Turche. I Turchi erano dilagati in Europa conquistando tutto quello che trovavano e le zone di confine, come la Transilvania, dov’ero nato e la Valacchia, il paese che mio padre governava, erano esposte in continuazione ai loro attacchi. Eravamo gente orgogliosa noi Valacchi, ci consideravamo gli ultimi romani, gli eredi del più grande Impero che il mondo avesse conosciuto, orgogliosi che la nostra lingua fosse derivante dal latino e non parlavamo il greco dei corrotti e degenerati imperatori orientali. Costantinopoli ci aveva, da tempo, lasciato a noi stessi; quello che era stato il grande Impero d’Oriente era, ormai, ridotto solo all’arrogante città sul Corno d’Oro, pallida ombra della passata potenza. Mio padre era il Voivoda di Valacchia, il supremo signore del suo popolo e la sua autorità raggiungeva anche la Transilvania, su cui anche gli Ungheresi accampavano diritti; il suo nome era Vlad e, poiché era il Gran Maestro dell’Ordine del Drago e ne portava le insegne sulle sue bandiere, fu soprannominato Drakul, che nella nostra lingua significava, appunto, Drago, ma, ironicamente, anche Demonio. Tempi spietati esigono uomini spietati e mio padre era l’uomo giusto per il compito che si era prefisso. Governò il suo popolo con polso fermo e combatté i Turchi con vigore, impedendo sempre che penetrassero in Valacchia, ma, alla fine, conobbe l’onta della sconfitta. Come pegno della tregua con il Sultano, inviò alla sua corte come ostaggi i suoi due figli minori, io e mio fratello Radu, perché vi fossimo educati per entrare nella sua Guardia Scelta, i Giannizzeri.

            Imparai molto alla corte del Sultano, oh si! Lezioni che non si dimenticano e che, un giorno, avrei applicato su di loro, con molta soddisfazione.

 

            Ballintoy, County Antrim, Ulster. Angel O’Hara lascia il piccolo cimitero dove si sono tenuti due funerali: quello di sua zia Rose Shaughnessy e dell’uomo, che all’insaputa di tutti, tranne che della stessa Angel, ne è stato l’assassino, il Parroco della locale Chiesa Cattolica, Padre Dowling. Nel caos che i media hanno battezzato Inferno²  le morti della donna e del religioso sono state archiviate come sfortunati ed inesplicabili incidenti. Angel sa di essere lei stessa responsabile della morte del religioso. Lei sola sa che Padre Dowling aveva ceduto all’oscurità nel suo animo ed aveva ucciso zia Rose per poi tentare di violentare Angel. Purtroppo per lui, anni prima, Angel aveva condiviso un legame simbiotico con Lilith, la figlia di Dracula, ed, all’improvviso, in lei si era manifestata un’insolita trasformazione: aveva assunto i tratti caratteristici di una vampira, attaccando Padre Dowling e bevendone il sangue sino a dissanguarlo.[i]

            Con la fine della crisi, Angel era tornata normale ed i ricordi di quelle orribili tre giornate divenivano via via più confusi nella sua mente, di una sola cosa si sente certa: ora, qualcosa la sta richiamando altrove e lei non ha la forza di opporsi a questo canto di sirena. D’altra parte, non c molto che la trattenga a Ballintoy, ormai e Londra può essere un posto migliore per costruirsi un futuro.

 

Avevo 17 anni quando i Turchi mi rilasciarono. Mio padre ed il mio fratello maggiore erano stati assassinati, a causa degli intrighi di Giovanni Hunyadi, il Re d’Ungheria, che aveva messo un suo fantoccio sul trono dei miei avi. Combattei contro l’usurpatore e vinsi, ma gli Ungheresi invasero il mio paese e mi costrinsero a scappare in Moldavia. Giurai che sarei ritornato e così avvenne.

Il Principe di Valacchia non aveva abbastanza polso da tenere a bada i Turchi ed io con totale sprezzo del pericolo, mi presentai a Giovanni Hunyadi e gli promisi eterna alleanza e sottomissione feudale, se mi avesse dato un esercito con cui riconquistare il trono di Valacchia e cacciare i Turchi. Hunyadi fu molto impressionato dalla mai audacia, ma pretese un gesto di buona volontà da parte mia: il matrimonio con una nobildonna ungherese di sangue reale. Il suo nome era Zofia e divenne la mia prima moglie e la madre della mia prima ed unica figlia: Lilith. Odiavo quella donna, sposata solo per convenienza politica e disprezzavo il fatto che mi avesse dato solo una femmina. Non ricordo perché decisi di chiamarla proprio Lilith, come la madre dei demoni della leggenda biblica, forse mi parve un bello scherzo. Fu in quello stesso anno 1456 che riconquistai il trono di Valacchia e solo la morte me l’avrebbe portato via.

 

 

2.

            Il Giovane Onorevole Arthur Holmwood misura, a grandi passi la biblioteca della residenza di famiglia. Non sa dare un perché a questa sua inquietudine, ma è da quando si è svegliato che la prova: è una sensazione a cui non sa dare un nome, ma che lo disturba decisamente. I suoi nervi sono ancora scossi dall’attacco dei vampiri di pochi giorni fa, un’esperienza in cui i suoi stessi genitori sono stati coinvolti. È già la seconda volta che la sua vita è stata messa in pericolo dai servi di Dracula e non sarà l’ultima, lo sa.

-Cosa leggi Arthur?-

            La voce di Penelope Clayborne lo sorprende e lo fa voltare di scatto verso la figura della giovane e graziosa donna in piedi nel vano della porta. Arthur sorride, vergognandosi un po’ di essere sobbalzato così.

-Leggevo il famoso Trattato di Vampirologia di Abraham Van Helsing, praticamente c’è tutto quello che sappiamo sul classico vampiro europeo.-

-È buffo…- commenta Penelope -… solo pochi mesi fa avrei considerato i vampiri roba buona solo per un film horror, ma ora… dopo quello che abbiamo passato, le cose che abbiamo visto.-

-So cosa vuoi dire.- replica Arthur –Anche la mia vita è cambiata negli ultimi mesi ed io sapevo dei vampiri.-

            Lei gli si avvicina e lui può sentire l’aroma intenso, eppure delicato, del suo profumo. Improvvisamente si sente quasi stordito.

-Funzionerà questa cosa della squadra?- chiede la ragazza -Voglio dire: credi davvero che raggiungeremo qualche risultato?-

-Francamente… non lo so. A volte penso che sia una cosa troppo grande per noi e…-

-E…?-

            Arthur la guarda negli occhi di un azzurro intenso, che ben si accoppiano ai corti capelli biondi Cosa mi prende? Si chiede, sembro un ragazzino sprovveduto e lei… lei ha almeno cinque anni più di me, perché dovrebbe interessarsi a me? Eppure…

-Penelope io…-

            Il tossire discreto del maggiordomo li interrompe:

-La cena è servita, signori.-

-Arriviamo, Gerald.- risponde Arthur.

            Guarda Penelope ed è sicuro che il momento favorevole è passato e chissà se ritornerà.

 

            Furono giorni gloriosi per me. Abbattei l’usurpatore e mi installai sul trono dei miei avi. Quello stesso giorno, feci uccidere tutti coloro che mi si erano opposti e cominciai il mio governo,

            La mia prima preoccupazione furono i Turchi. Sotto la guida di Maometto II, il nuovo sultano, erano dilagati sempre più ad occidente. Era il 1453 quando, alla fine, anche Costantinopoli, l’ultimo rimasuglio di quello che si definiva il più grande impero della storia, cadde. Si dice che il Sultano facesse adibire la grande Basilica a stalla dei suoi cavalli ed io non stento a crederlo. Le soldataglie turche impazzarono per la città e fecero cose atroci e spietate. La Valacchia e la Transilvania erano l’ultimo baluardo, caduti noi, niente avrebbe impedito ai Turchi di avanzare verso il centro dell’Occidente. Io odiavo i Turchi con tutto me stesso ed ero deciso a fermarli. Radunai un mio esercito e marciai contro i Turchi. Fu una battaglia senza quartiere e la vittoria fu nostra. Al termine della battaglia, ordinai di radunare tutti i Turchi superstiti e li feci impalare uno accanto all’altro dinanzi alle mura della mia capitale Turgoviste. Per mostrare alla mia gente di che tempra fossero fatti i Dracula, pranzai in mezzo agli impalati, con al fianco mia moglie e mia figlia. Sapevo che i Turchi ci spiavano e rimasero impressionati. Avevo raggiunto il mio scopo: mi odiavano, ma, più di tutto, mi temevano

 

            Ha osservato a lungo la sua preda. Non ama prenderle subito, adora il brivido della caccia, il seguire la preda, passo dopo passo, sino al momento fatale. A volte aspetta giorni prima di sferrare il suo attacco. Se i pipistrelli potessero ridere, lo farebbe. Ha letto i giornali, seguito i notiziari TV e tutti parlano di un emulo di Jack lo Squartatore, ah se sapessero, se solo sapessero…

            Atterra in un vicolo vicino alla casa della sua vittima, poi, assume, di nuovo, aspetto umano ed esce dicendo semplicemente:

-Ciao Carol.-

            La ragazza si volta al suono del suo nome ed è l’ultimo atto cosciente della sua giovane vita.

 

 

3.

            Nello stesso anno in cui io riconquistavo il mio trono, il mio riluttante alleato, Giovanni Hunyadi moriva nella Battaglia di Belgrado contro gli odiati nemici Turchi, quando la notizia giunse al mio palazzo, seppi di essere finalmente libero di decidere del mio destino. Sino ad allora, avevo tollerato il matrimonio che il Re d’Ungheria mi aveva imposto; come ho già detto, disprezzavo quella donna ed il fatto che essa mi fosse devota era, per me, solo uno stimolo ad umiliarla sempre di più. Ogni notte portavo nel mio castello una o più donne diverse, poco importava che fossero nobildonne o donne del popolo, prendevo il mio piacere da loro come mi aggradava e non lo nascondevo. Alla fine, mi stancai del gioco e decisi di liberarmi di lei. Le ingiunsi di lasciare il castello immediatamente, assieme a sua figlia, non m’interessava quella debole femmina, e di ritenersi fortunata che non l’avessi messa a morte. Ripensandoci, non so perché agii così, sarebbe stato meglio assassinarla ed eliminare il problema, una volta per tutte. Forse fu un momento di debolezza, un atto di considerazione per la madre di una figlia, che stavo, comunque, ripudiando. A dir la verità, nemmeno io lo so. Poco importa, comunque, perché Zofia si dimostrò, comunque, la debole che avevo giudicato che fosse; poco dopo aver affidato la piccola Lilith alle cure di una zingara, si uccise. Non posso ritenermi responsabile di questo. Fu una sua scelta, come lo fu la scelta irresponsabile di abbandonare la figlia agli zingari; mi confermo che era indegna di essere la sposa di Dracula.

 

            Le due donne si confrontano nel giardino di una villa. La bionda si chiama Donna Garth, è la proprietaria della lussuosa abitazione e le sue labbra hanno assunto una piega dura; la bruna ha la pelle color dell’ambra, segno di una mescolanza di razze tra i suoi antenati, è bellissima, questo è indiscutibile e da lei emanano contemporaneamente una forte sensualità ed un’altrettanto forte sensazione di pericolo, lo stesso tipo di sensazione che si potrebbe provare di forte ad un grande felino della jungla: il suo nome è Marie Laveau, ha più di 150 anni ed è nota come la Regina Voodoo di New Orleans. Solo pochi giorni fa, Marie era stata alleata di Blade e di Fratello Voodoo contro un’orda di demoni uscita dritta dall’Inferno.[ii] Nessuno si poteva illudere, però, che la tregua fosse duratura. Stasera Marie si è presentata per riscuotere quello che chiama il giusto prezzo per i suoi servigi..

-Tu devi essere pazza, Marie Laveau.- esclama Donna -Mio padre ha diritto al suo riposo e non te lo consegnerò mai.-

Non sto chiedendo il tuo permesso… risponde Marie -… ti sto solo annunciando che da oggi e finché mi aggraderà, tuo padre, Simon Garth, lo Zombie, passa al mio servizio..-

            Con un sorriso, la bella mulatta schiocca le dita e, dall’ombra, avanza la figura di Simon Garth, il potente imprenditore del Caffè di New Orleans, ucciso anni fa e rianimato dalla magia Voodoo come zombie, un morto vivente. Senza emettere un solo suono, si pone al fianco di Marie Laveau.

-No, non te lo permetto.- esclama Donna. Non puoi farlo, non puoi controllarlo senza l’amuleto di Damballah.-

-Dimentichi chi sono?- replica Marie –Sono la Regina Strega del Voodoo, non Houngan[iii] od un bokor[iv] qualunque, non mi serve alcun amuleto per imporre la mia volontà a chiunque io desideri. Tuo padre è semplicemente mia proprietà e, come tale, io lo reclamo, non temere, però, hai la mia parola che, quando avrò finito con lui, lo riavrai e potrai dargli la pace che per te sembra così importante.-

            Donna fa per lanciarsi contro Marie, ma l’altra le blocca i polsi.

-Non provarci mai più.- le dice, con voce  dura –Sii contenta che ti lascio la vita, piuttosto.-

            Così dicendo, la lascia andare e Donna piomba in ginocchio, mentre, con un gesto, l’altra donna scompare dalla sua vista. Donna Garth avrebbe voglia di piangere, ma si trattiene. Non deve cedere alla disperazione e non lo farà. Ci sono persone che possono aiutarla contro Marie Laveau e lo faranno, lo sa.

 

            Non mi interessai al destino di Zofia e Lilith, che la bambina marcisse pure tra gli zingari, che m’interessava? Io ero Dracula e, presto, avrei avuto l’erede maschio, che tanto desideravo, dalla donna che amavo. Sposai Maria subito dopo aver saputo della morte di Zofia. Maria era bellissima: lunghi capelli biondi, occhi azzurri, carnagione bianca come il latte, era tutto quello che desideravo in una donna. Quale orribile peccato che la nostra felicità dovesse durare così poco. Cominciò tutto poco dopo la nascita del nostro primo ed unico figlio: Vlad, lo stesso nome mio e di mio padre; i Turchi invasero ancora le nostre terre, diretti ad ovest. Le truppe del cosiddetto Sacro Romano Imperatore, Mattia Corvino, avevano bisogno di tempo e c’era un solo esercito in grado di opporsi al Sultano, il mio. Condussi la campagna con efficienza e spietatezza. Dopo ogni battaglia, i turchi superstiti venivano regolarmente impalati per mostrare, come sempre la decisione del loro nemico. I Turchi avevano dalla loro parte un generale di valore, si chiamava Turac, ma nemmeno lui sarebbe stato alla mia altezza, se non fosse stato per un vile traditore, il Barone Korda. Nell’ultima, decisiva, battaglia, la sconfitta piombò su di noi ed io stesso fui ferito dalla lancia del mio nemico. Sarei, forse, morto sul campo di battaglia, ma Turac mi voleva vivo. Mi fece cercare e quando mi ritrovarono, ordinò che fossi portato da una guaritrice, una zingara di nome Lianda. Ciò che Turac, che tutti noi ignoravamo era che Lianda era una vampira ed eseguiva gli ordini del suo signore millenario, Varnae, colui che si proclamava il Primo dei Vampiri. Ella mi uccise col morso del vampiro, ma a Turac fu detto che io stavo guarendo ed egli ordinò che fossi portato nel suo castello.

            Vi giacqui per due giorni e due notti, incatenato ad una parete, insensibile a tutto, nel sonno della morte, attendendo.

4.

Quando scende dalla sua stanza, per entrare in sala da pranzo, Frank Drake rivolge un ampio sguardo ai presenti, a cominciare dai padroni di casa: Lord e Lady Godalming. La donna, in particolare, sembra ancora scossa dall’esperienza di pochi giorni prima. Frank sa che non è facile accettare una realtà come quella a cui ha dovuto far fronte, in realtà, si chiede se i suoi compagni siano veramente all’altezza del compito che si sono prefissi. Poco importa, perché nessuno di loro ha molta scelta.

Durante la cena, i commensali si scambiano chiacchiere di vario tipo, ma sembrano evitare ogni riferimento alla recente esperienza. Un modo per esorcizzare la paura, pensa il dottor Charles Seward, un altro del gruppo di cacciatori di vampiri, uno che ha un forte motivo per fare quello che fa. La vampira Rachel Van Helsing l’ha quasi ucciso, una volta,[v] e lui sa che è stato dannato dal marchio del vampiro: se non riuscirà ad ucciderla prima di morire lui stesso, rinascerà, inevitabilmente, come vampiro, una sorte che Seward è deciso ad evitare ad ogni costo.

            All’improvviso, Lady Godalming si alza e si avvicina ad una finestra, spalancandola.

-Beatrice!- esclama Lord Godalming –Cosa stai…-

-Fa caldo, qui.- risponde lei, in tono monocorde -Troppo caldo.-

            Accade in un attimo, troppo veloce, perché qualcuno riesca ad intervenire. Dapprima il battito d’ali, poi, la figura appare sul vano della finestra, affondando in un attimo le zanne nel collo di Lady Godalming.

-Mamma!- urla Arthur.

            Frank scatta in piedi, maledicendosi per non aver insistito affinché tutte le finestre fossero protette con crocefissi o trecce d’aglio, vorrebbe fare qualcosa, ma quel maledetto vampiro si sta facendo scudo della donna e lui non può rischiare di farle del male.

            Alla fine, il vampiro, che, come Frank aveva supposto, è William Jeffries, lascia andare la donna, che cade a terra.

-Questo è stato solo un avvertimento!- esclama –Voi tutti, dentro questa stanza, siete destinati a morire e non sarà una morte pietosa. Il vostro destino è segnato, ricordatelo!-

            Prima che qualcuno possa reagire, Jeffries è già diventato nebbia ed è scomparso. Tutti si affannano verso Beatrice Holmwood.

-È ancora viva.- dice il dottor Seward –Possiamo salvarla, posso farcela.-

            In un angolo, Penelope Clayborne si chiede: “Per quanto?” Come possono dei comuni mortali contrastare quelle creature delle tenebre?

 

            Alla fine, calò il tramonto del terzo giorno ed io mi svegliai. Dapprima non capii bene dove fossi e cosa mi fosse successo, poi la mia vista si schiarì e vidi dinanzi a me mia moglie Maria e Turac, con in braccio mio figlio e Turac fu molto chiaro con me: la mia sottomissione come governante fantoccio delle mie terre in nome dell’Impero Turco o la morte immediata di mia moglie e mio figlio. Accettai ed il Turco mi lasciò solo nella cella con Maria e lei… lei s’inginocchiò davanti a me e disse:

-…mi hanno portato qui alle prigioni e, davanti al tuo corpo svenuto, hanno tutti abusato di me. E’ stato orribile… e al disgusto che ho provato, si è aggiunta la vergogna che avresti sentito quando te lo avessero detto. Perdonami, amore, ti prego, perdonami!-

            Rimasi esterrefatto, sino ad allora, mi ero sentito come svuotato, ma, ora, una rabbia sorda stava montando dentro di me.

-Stupida donna…- intervenne Turac, rientrando nella cella –Non avremmo detto nulla a tuo marito, non lo avrebbe mai saputo, ma, visto che ora lo sa… stanotte starai con me.-.

-Lasciala andare, dannato Turco, lasciala!- urlai –Io… io…-

-Non farai nulla, impalatore, potrai solo urlare la tua angoscia, capito? Nelle mie stanze, donna!-

-No, ti prego, no!- urlò Maria e lo graffiò in volto. Turac la colpì e lei cadde, sbattendo la testa contro una colonna e ricadendo a terra senza vita.

-Maria, no!- urlai disperato –Non devi morire, non devi! Noooo!-

            La mia rabbia esplose in un solo attimo. Spezzai le mie catene dalla parete e mi avventai sui soldati, abbattendoli come birilli e, mentre li uccidevo, una nuova consapevolezza si faceva strada in me, la consapevolezza di cos’ero diventato e gioivo del mio potere, della mia nuova condizione, perché, grazie ad essi avrei avuto la mia vendetta:

-Ti sei rovinato, Turco, quando mi hai portato nella casa di quella strega…- esclamai -…perché ora ho la sua maledizione, sono… UN VAMPIRO!-

            Lo attirai a me mentre gridava come un bambino:

No… nel nome del Signore!-

            Affondai con gioia i miei canini nel suo collo, finché la vita lo abbandonò. Quando arrivarono le sue guardie usai su di loro i mie poteri ipnotici e poi, feci strage di ogni abitante della fortezza turca, quindi, mi allontanai, portando con me il mio piccolo Vlad ed il corpo di mia moglie. La mia esistenza era cambiata per sempre ed ora il mondo avrebbe conosciuto un nuovo Dracula.

 

            Katherine Fraser si sveglia urlando e si accorge di essersi addormentata alla scrivania. Disagi del turno di notte, direbbe. I contorni del suo incubo stanno già svanendo, ma rimane l’immagine di un bambino e di un Dracula diverso da come lo ricorda: i capelli più lunghi, la barba e la disperazione negli occhi.

-Kate, tutto bene?- esclama l’Ispettore Capo Chelm, entrando nell’ufficio.

-Si, mi ero appisolata ed ho avuto un incubo, nulla di serio.- risponde la ragazza, minimizzando l’accaduto e sperando, in cuor suo, che questo non sia l’inizio di un nuovo problema.

-C’è appena stato un nuovo omicidio a Whitechapel.- le dice Chelm.

-Il nostro vampiro?-

-Sembra proprio di si, viene con me sul luogo?-

-Certo- risponde Kate. Tutto pur di non pensare a certe cose.

5.

            Ero un vampiro. Per un po’ provai a governare, comunque, il mio paese, ma non poté funzionare, alla fine mi ritirai in uno dei miei castelli, al passo Borgo e da lì, assistetti indifferente ala vicende degli uomini. Nel frattempo, avevo sconfitto in combattimento colui che si proclamava Signore dei Vampiri ed avevo reclamato il suo titolo, dopo averlo ucciso. Avevo perso la vita e gli affetti, ma avevo un nuovo impero, fatto di non morti e dei miei servi fedeli, gli zingari, che vegliavano sulla mia persona durante il mio sonno mattutino La notte uscivo per reclamare le mie prede tra coloro che vivevano intorno, ero sempre il loro signore e disponevo della loro vita e della loro morte. Senza che io lo sapessi, una zingara di nome Gretchin, la stessa a cui quella pazza della mia prima moglie aveva affidato mia figlia Lilith, per vendicarsi di uno dei miei assalti al suo campo, uso la magia nera per trasformare la, fino ad allora, innocente Lilith in una vampira speciale, senza le limitazioni dei normali vampiri, e la scatenò contro di me. Si poteva ben dire che l’intera stirpe dei Dracula era maledetta. Io e mia figlia ci scontrammo molte volte nel corso dei secoli, e, solo recentemente, abbiamo trovato un accordo.[vi] Col tempo, cominciai a viaggiare e cominciai anche ad usare il nome di Conte Dracula, il titolo di Principe di Valacchia non era più mio. Dopo la mia morte il trono era passato da uno dei mie figli illegittimi, Mircea il crudele, ma dopo la sua fine, la Valacchia cadde sotto il dominio Turco e la Transilvania sotto quello degli ungheresi. Alla fine del ‘500, mi scontrai qualche volta con un uno spadaccino inglese, Solomon Kane ed una volta egli riuscì anche ad uccidermi, ma, come sempre, resuscitai. Nel 1691, viaggiai sino alle Americhe e mi divertii a dannare le anime della città di Salem, peccatori travestiti da santi; sul finire del ‘700, ero in Francia e vi conobbi un uomo che sarebbe stato un temibile avversario, colui che si faceva chiamare Alessandro, Conte di Cagliostro. Molte volte i nostri destini si incrociarono, ma oggi, lui è polvere ed io sono ancora qui. Non fu l’unico mio viaggio. Tornai in America durante la guerra civile che insanguinò gli Stati Uniti e ne tornai con il mio premio, una bella ragazza del Sud, Annabelle St. John, che, per un lungo periodo, fu una delle mie spose. Mi annoiavo. Avevo bisogno sempre di nuovi stimoli e decisi di trovarli in Inghilterra, trasferirmi lì e farne la mia nuova sede.  In 400 anni di non vita avevo accumulato ricchezze favolose e decisi di impiegare una parte per acquistare delle proprietà nelle Isole Britanniche. Una di esse era Carfax Abbey, a Londra e lo studio legale con cui trattai l’acquisto, mi inviò uno dei suoi giovani e promettenti avvocati per definire le pratiche. Il suo nome era Jonathan Harker.

 

            Dracula smette di parlare e guarda la sua ospite.

-Per oggi è tutto.- dice, semplicemente –Riprenderemo presto.

-Perché mi ha detto tutto questo? Mi ha rivelato chi è, raccontato la sua via ed io… io so che è tutto vero… perché?-

-Come ho detto, desideravo parlare con qualcuno ed ho scelto lei, per ovvi motivi, che credo capisca benissimo.-

-Come ha fatto a trovarmi, voglio dire…-

-Il giornale per cui lavori è mio. Io ho fatto sì che ti facessero l’offerta di lavoro, io ti ho fatto venire qua, dopotutto chi è più adatta di te a raccogliere le confidenze di Dracula? Anche se, ovviamente, non verranno mai pubblicate e tu dimenticherai questo colloquio, finché non deciderò che tu lo ricordi. Ora puoi andare mia cara. È stato piacevole parlare con la donna che ha ospitato l’essenza di mia figlia, una volta, ma la notte è ancora lunga ed io devo soddisfare la mai sete adesso. Vai!-

            La ragazza si alza ed esce dall’ufficio, percorre il corridoio ed infine raggiunge l’uscita. Solo quando è all’aria aperta scuote la testa ed è come se si risvegliasse. Cosa fa qui, su questo marciapiede? Erano anni che non aveva vuoti di memoria, che non provava questa sensazione. Il disagio svanisce subito, deve tornare al suo nuovo appartamento, ha un figlio di cui occuparsi ed Angel O’Hara può anche voler essere una giornalista, ma è, prima di tutto una madre.

 

 

FINE DODICESIMO EPISODIO

 

 

Vola in cerchi sempre più ampi, scrutando la sua preda, aspettando il momento adatto per colpire. La vede, mentre esce dal suo appartamento e la segue, sempre volando. Alla luce della luna le sue zanne sembrano scintillare. Se un pipistrello fosse capace di sorridere, lui sorriderebbe. Inutile negarlo, si diverte, si sente più vivo ora, di quando era effettivamente vivo. Allora, anche rimorchiare le ragazze sembrava solo un modo per passare il tempo, ma adesso… oh adesso gli si sono aperti gli occhi, ha visto la luce abbracciando le tenebre, tanto per coniare una frase. Diventare un vampiro è stata la cosa migliore che potesse capitargli, in un certo senso. Lo ha liberato dalle sue inibizioni, lo ha reso più ricettivo, ecco questo è il termine esatto. Ha compreso esattamente cosa voleva e come farlo ed è cominciato il divertimento, quel divertimento che continua anche adesso, mentre plana decisamente verso terra e la sua forma comincia a cambiare e la forma di pipistrello è sostituita da quella dell’uomo. Le sue labbra si stirano nel sorriso che il pipistrello non può avere e, di nuovo, i suoi canini brillano alla luce, mentre la sua preda gli giunge accanto e lui fa la sua mossa.

 

 

#13

 

LA LUNA DEL CACCIATORE

1.

            L’Ispettore Katherine Fraser pensa che dovrebbe essere abituata ad una simile vista, ma, ad essere sinceri, sente le sue viscere aggrovigliarsi mentre osserva quel che resta dell’ultima vittima di quello che qualcuno della squadra ha ribattezzato, con una sorta di perverso senso dell’umorismo: “Jack il Succhiatore”. Il suo superiore, l’Ispettore Capo Chelm, scuote il capo, nemmeno lui trova facile abituarsi a certi spettacoli. Verrebbe da chiedersi quale mente malata possa aver partorito l’orrore che hanno di fronte. Entrambi i detective non hanno bisogno di consultarsi per sapere che l’autopsia rivelerà, come le altre volte, che alla ragazza è stato succhiato il sangue e che le orribili mutilazioni non sono la causa della morte, ma solo i due forellini sul collo.

-Si chiamava Carol Anderson.- dice Chelm –Forse stava tornando a casa, quando l’ha incontrato. Sia come sia, a casa c’è arrivata solo così.-

-Non può aver fatto questo lavoro per strada, vero?- chiede Kate.

-Da escludere, direi. L’ha presa e l’ha portata in un luogo dove ha potuto fare il suo sporco lavoro con tutta calma.-

-Continuo a non capire..- continua la poliziotta -…perché lo fa? È un vampiro, questo è chiaro, ma non si limita a succhiare loro il sangue, quello sembra solo il modo in cui le uccide, ma il resto lo fa per qualche suo perverso piacere. Le modalità delle mutilazioni, i luoghi dove fa ritrovare le vittime, il fatto stesso che siano solo donne, fa pensare ad una deliberata imitazione di Jack Lo Squartatore. Ancora una volta, mi chiedo: perché?-

-Bella domanda, Kate.- risponde Chelm –Ha dimenticato anche il fatto che, spaccando il loro cuore con un minuscolo cuneo di legno, impedisce la loro resurrezione come vampiri e questo è un atto deliberato. Dapprincipio, credevo che le mutilazioni fossero solo un perverso modo di sviare le indagini dal fatto che fosse un vampiro, ma ora credo che quell’essere ci goda a farlo e ci sfidi.-

-Sfidi?-

-Si, in fondo, vampiro o no, è solo un altro serial killer e loro non sono soddisfatti, se non si mettono in mostra, se non sfidano la Polizia a catturarli. E lui non è diverso. Con la sua messinscena ci dice che si sente l’erede di Jack e vedrà che presto avremo dei suoi messaggi più… diretti, me lo sento.-

            Il che, naturalmente, si rivelerà sinistramente esatto.

 

            Avere dei servitori umani, che eseguano le loro volontà e proteggano il loro luogo di riposo diurno, è sempre stata una dura necessità a cui quasi tutti i vampiri, nel corso dei millenni, hanno dovuto piegarsi, poiché vi sono cose che debbono, necessariamente essere fatte durante il giorno ed alle quali il vampiro non può provvedere personalmente, ma solo a mezzo di viventi. Nella sua identità di V.T. Drake, magnate dell’Alta Finanza londinese, il Signore dei Vampiri, Dracula, ha centinaia, forse migliaia di persone che lavorano per lui del tutto inconsapevolmente, ma, ovviamente, ha al suo servizio anche una ristretta cerchia di persone che conosce la sua vera identità e si preoccupa delle sue necessità più segrete. Alcuni lo fanno per motivi di tornaconto personale, altre, perlopiù giovani donne, le preferite da Dracula, sono state soggiogate dai suoi formidabili poteri ipnotici, spesso rafforzati dall’aver Dracula bevuto il loro sangue, imponendo su di loro, pur senza ucciderle, il marchio del vampiro.

            Per Elizabeth Scott, segretaria esecutiva personale di V.T. Drake, il tempo in cui era padrona della propria volontà rappresenta poco più di un ricordo sbiadito, quasi come un sogno. Ella vive per servire e compiacere Dracula e null’altro ha importanza. In questo momento, i compiti a cui deve dedicarsi sono due: provvedere a che Quincy Drake, il figlio neonato di Frank Drake, ultimo discendente ed acerrimo nemico del padrone, sia ben allevato in conformità ai desideri di Dracula, che vuole crescerlo come proprio erede, e controllare le attività dei cosiddetti Cacciatori di Vampiri, che hanno l’ardire di opporsi ai piani del padrone e desiderano ucciderlo. In pratica, Elizabeth sovrintende ad una complessa rete di spie, collocate in vari posti, ad esempio, a vari livelli di Scotland Yard, che controllano e riferiscono su quanto uomini come Frank Drake, il maledetto Blade, il rinnegato Hannibal King ed altri ancora, in varie parti del mondo, fanno e se questo costituisca un pericolo immediato per Dracula. In questo momento, ci sono informazioni che il padrone troverà interessanti quando si sveglierà.

 

             Ufficio del Coroner di Londra. Il Dottor Charles Seward si dice, per l’ennesima volta, quanto odia fare l’autopsia alle vittime del vampiro di Whitechapel. Non si tratta solo delle mutilazioni inferte con gioia selvaggia, ma chirurgica precisione, e nemmeno del fatto che le defunte sono, in pratica, potenziali vampire, no, è qualcos’altro, una sorta di disagio, quasi di nausea e questo, forse, è dovuto alla sua percezione inconscia dell’innaturalità del vampirismo, una condizione in cui un essere che dovrebbe restare morto, perpetua una parodia di vita, sottraendo la vita altrui. La famiglia di Charles conosce bene i vampiri: il suo trisnonno combatté contro Dracula e, non solo sopravvisse, ma riuscì anche a sconfiggerlo, sia pure temporaneamente. Seward è bene al corrente, ormai, che uno dei suoi cugini, plagiato da Lilith, la Figlia di Dracula, ha perduto la vita nello scontro col Signore dei Vampiri[vii] e sospetta che sia stato proprio per questo che l’attenzione di Dracula si è puntata su di lui. Per sua fortuna, sono alcuni giorni che i suoi sogni non sono visitati da Rachel Van Helsing, la vampira attuale consorte di Dracula a cui deve i due segni di morso sul suo collo. Charles sa che è ben lontano dall’avere sconfitto la maledizione che incombe sulla sua testa: se non riuscirà ad uccidere Rachel Van Helsing prima di morire a sua volta, egli rinascerà come vampiro e questo è davvero un fato peggiore della morte. Tuttavia, ringrazia il cielo per questi giorni di pace notturna, anche se una parte di lui gli sussurra che finiranno presto.

-Ecco fatto.- dice al suo assistente –Abbiamo finito. Ora procediamo con la parte sgradevole del lavoro.-

            I due medici hanno una speciale autorizzazione per questo: tagliare la testa della vittima, riempirne la bocca d’aglio ed infine bruciarla (a quest’ultimo compito, in verità provvederanno in seguito, in un posto adatto.) ed è questo che Seward odia. Subito dopo, nel suo ufficio, si mette a battere sul computer la sua relazione da spedire alla speciale sezione di Scotland Yard diretta dall’Ispettore Capo Chelm. Come al solito, nulla di interessante da segnalare, rispetto al passato, compresa la solita nota sul fatto che l’assassino dimostra una competenza nel tagliare le sue vittime, che fa sospettare una certa pratica col bisturi. Un medico, quindi? Fortunatamente non sta a lui scoprirlo. Guarda l’orologio, con un po’ di fortuna, riuscirà a finire in tempo per la riunione indetta da Frank Drake a Godalming Manor.

 

2.

            Il tramonto comincia a colorare di rosso i cieli di Londra, quando il sarcofago che ospita le spoglie mortali di Dracula si apre ed il Signore dei Vampiri cammina, ancora una volta, tra i viventi che nulla sospettano; un sarcofago più piccolo si apre e ne esce l’attuale compagna di Dracula, Rachel Van Helsing, un tempo cacciatrice di vampiri ed ora vampira lei stessa.

-Hai riposato bene, mia cara?- le chiede, sarcastico, Dracula –Pronta per la caccia?-

            Rachel fa un sorriso maligno, scoprendo i bianchi canini. I suoi amici di un tempo rabbrividirebbero a vedere quanto completa sia, ormai, la corruzione della sua anima, ammesso che ne possieda ancora una. La stessa Rachel, a volte, si trova a sorprendersi di quanto rapidamente abbia fatto proprio un sistema di valori che, un tempo, aborriva con tutta se stessa.

-Sono sempre pronta, mio caro Vlad, e dopo il riposo mattutino, la notte non sarebbe tale, senza assaporare il gusto del sangue.-

            Dracula ride. È soddisfatto di se: uccidere semplicemente la sua avversaria o renderla una schiava senza mente, non sarebbe stata una vittoria così dolce, come trasformarla in quello che è ora.

-Ti auguro buona caccia, mia cara.- le dice.

-Tu non vieni?-

-A suo tempo, ora ci sono cose che necessitano della mia attenzione, ma la notte è ancora lunga e ricca di prede.-

-Oh si…molto ricca.- replica Rachel.

            Pochi attimi dopo, un pipistrello, che, sino a poco prima, era una donna, si staglia contro il disco solare che scompare dietro l’orizzonte. Dracula la osserva andar via; poi, risale rapidamente i gradini della cripta e sale su un ascensore, per emergere nel settore uffici della Carfax Corporation. In questa speciale azienda, il vero lavoro comincia dopo il tramonto del sole. Il personale che si muove per i corridoi è composto, pressoché interamente, da vampiri o da schiavi umani, completamente succubi del suo volere. Dracula entra nel suo ufficio e si siede sull’ampia poltrona dirigenziale in pelle nera e sorride soddisfatto. Non è come il suo trono in Valacchia, questo è certo, ma è un posto di comando ed è questo che conta. Una delle caratteristiche di cui va più fiero è la sua adattabilità, che gli ha permesso di attraversare oltre 500 anni di storia umana, adeguandosi ai tempi, assimilando usi e costumi di ogni periodo storico, sino ad oggi. Nei panni di V.T. Drake ha costruito un impero economico, un impero sotterraneo, certo, di cui pochi si rendono conto, ma pur sempre il suo regno. Non usa la spada e non muove eserciti di decine di migliaia di uomini. Ora usa mezzi più impalpabili, meno diretti, ma è pur sempre il padrone del destino degli uomini. Uno sguardo al mercato azionario, una serie di telefonate per spostare pacchetti azionari, come un tempo spostava le sue armate sul campo di battaglia, ed il gioco è fatto.

            Ora, prima di dedicarsi alla caccia del suo nutrimento notturno, un’altra piccola formalità da compiere e lo fa, rivolgendosi alla sua fedele assistente Elizabeth Scott. Ragazza in gamba, un ottimo acquisto per le sue legioni. Dracula si compiace con se stesso per saper resistere alla tentazione di succhiarle tutto il suo prezioso sangue, ma, per adesso, lei è più preziosa viva, come suo fidato agente durante il giorno.

-Mia cara Elizabeth, mi racconti le novità del giorno.- le dice ed ascolta attentamente il rapporto della sua schiava.

 

            Rachel vola in ampi cerchi concentrici, allontanandosi sempre più da Carfax Abbey, cercando e spiando la giusta preda per la notte. In un angolo, vicino ad una scala, vede un ragazzo con una siringa: un drogato, il suo sangue non è adatto, impuro, corrotto dalla droga. Certo, il suo stato di non morta, la rende immune da malattie ed ogni disagio umano, ma il sangue è la vita, il suo nutrimento e dev’essere il più incontaminato possibile, per poterlo gustare a fondo.  Ecco, forse ha trovato la sua preda. Sono un ragazzo ed una ragazza e sembrano proprio perfetti per lei. Avrebbero dovuto dirvi che può essere pericoloso restare fuori dopo il tramonto, ragazzi, ma certe lezioni si imparano nel modo più duro. Con gesto deciso, plana verso un vicino vicolo e lì la sua forma cambia ed ecco che, al posto di un pipistrello, c’è una giovane donna bionda.

 

            New Orleans. Il Tipitina Club è uno di quei locali, che prendono vita solo quando le tenebre calano sulla città e non è, certo, il tipico locale notturno che vi aspettereste, nemmeno in questi tempi, in cui l’inaspettato sembra essere la regola. New Orleans è una città speciale, diversa da qualsiasi altra città del Sud degli Stati Uniti. Sarà, forse, per la sua mescolanza di culture: quella dei francesi che la fondarono oltre 400 anni fa, degli americani che vi si installarono agli inizi dell’ottocento e degli schiavi negri, provenienti in massima parte dalla vicina Haiti. Un crogiuolo mai perfettamente amalgamato, con un sapore esotico che la permea in ogni sua parte. Gli abitanti la chiamano: “The Big Easy”, ma credetemi anche quello che è facile ottenere viene spesso pagato a caro prezzo da queste parti.

            Torniamo, dunque, a parlare del Tipitina Club: un luogo dove si celebra l’horror si direbbe, ma, a conti fatti, celebra, in realtà, gli aspetti più esteriori e scenografici del Voodoo proprio per chi è in cerca emozioni forti. Entrando, vi troverete in un ambiente in cui le luci sono basse e, del resto, che razza di ritrovo per aspiranti creature delle tenebre sarebbe, altrimenti? Non fatevi ingannare dalla ragazza seminuda, che balla con un cobra tra le mani e si fa mordere da lui proprio nell’incavo dei seni; è tutta una finta, come il sangue che cola dal suo petto prosperoso fin sulla pedana che la ospita. O forse no, forse la donna è davvero una maga, capace di sopravvivere al morso di uno dei più pericolosi serpenti del mondo? Chissà? Chi può sapere davvero dove finisce la realtà e comincia l’illusione?

L’uomo di nome Blade non se ne cura, mentre ingolla il suo terzo bicchiere di Bourbon. Ha visto di peggio, ed erano tutte cose capaci di ucciderlo, anche se, come appare ovvio, non ci sono riuscite. Quanto all’uomo di colore che gli si avvicina, pochi crederebbero che, un tempo, era un eminente psicologo, ma è proprio così, anche se oggi, il Dr. Jericho Drumm risponde più facilmente al nome di Fratello Voodoo.

-Cerchi di annegare il dispiacere nell’alcool, Blade?- chiede Fratello Voodoo.

-Ci vorrebbero tonnellate di alcool e tempo, tutte cose che io non ho. Se ci tieni a saperlo, Drumm, stavo pensando a Marie Laveau. Quella strega ha sottratto Simon Garth al controllo di Calypso, solo per impadronirsene lei stessa[viii] e poi se ne è sparita chissà dove. Però non è questo che mi rode, in realtà, ma il fatto che prima era stata nostra alleata contro la stessa Calypso, salvandomi persino la vita.-

-La Regina Voodoo di New Orleans sfugge a qualunque definizione di giusto e sbagliato, o di bene e male.- replica Fratello Voodoo –Segue solo la propria convenienza e ciò la porta, spesso, ad attraversare entrambi i lati della barricata. Se ora ha preso con se Simon Garth, deve avere un progetto per cui ha bisogno di lui.-

-Scoprirò qual è e riporterò lo Zombie al suo riposo.-

-Perché Blade? Lavori ancora per Donna Garth?-

-Lei non c’entra. Chiamalo orgoglio professionale, sono stato assunto per trovare Garth e riportarlo alla figlia e, mettila come vuoi, ma, per quello che mi riguarda, non ho ancora fatto quello per cui sono stato assunto, per cui troverò quell’affascinante strega e, nonostante il suo bel faccino, la costringerò a mollare la presa sullo Zombie.-

-Non dovrai faticare molto per trovarla…- gli dice Jericho Drumm con un sorriso -…è appena entrata qui.-

            Sulla soglia del locale, infatti, si staglia la figura sensuale di Marie Laveau, accompagnata da due robusti giovanotti.

 

 

3.

 

 

            Si è svegliato, come ogni notte da quella prima volta in cui tornò alla vita dopo… beh diciamo pure, dopo che un’affascinante ragazza gli ebbe insegnato che ci sono cose tra la vita e la morte, che può valer la pena di conoscere. Questa può essere una notte giusta per cominciare una nuova caccia, proprio come l’altra notte, con la cara, piccola Carol, era quella giusta per finirla. Ora comincerà un altro gioco, con un’altra preda. Potrebbe ucciderle subito, ma dove sarebbe il divertimento? Stasera effettuerà un’altra ricognizione della sua nuova preda. Ah, il brivido della caccia, l’eccitazione, il divertimento. Sorride, soddisfatto di se e si trasforma in una nebbia sottile, che scivola fuori da una finestra e, poi la nebbia diventa un pipistrello.

 

            Il vampiro dai capelli bianchi osserva la reazione chimica e scuote il capo. Un altro fallimento, eppure era così sicuro, i precedenti esperimenti mostravano un sicuro progresso verso la sua meta, gli appunti di Victor Frankenstein erano molto chiari, per chi, come lui, ha le conoscenze scientifiche adatte, eppure, il composto ancora non funziona. Dovrà ritentare ancora, ma, ormai, la materia prima comincia a scarseggiare e bisognerà procurarsene di nuova; beh questo non è certo un problema per lui, ma deve, comunque, stare attento, mantenere un basso profilo. Quella storia dell’aereo è stata anche troppo eclatante,[ix] uno sfizio che ha voluto togliersi, anche per procurarsi tutto il sangue di cui aveva bisogno, ma non ha intenzione di attirare l’attenzione di Dracula prima di essere pronto ad affrontarlo e sconfiggerlo.

Si possono dire molte cose su di lui, ma non che Deacon Frost sia uno stupido.

 

            Nella sua abitazione, il Dottor Charles Seward si prepara a recarsi a Godalming Manor, quando sente il suono del campanello alla porta d’ingresso. Dà uno sguardo al video citofono, che ha fatto installare dopo la sua sfortunata aggressione di qualche tempo prima[x] e vede che, secondo la telecamera, non c’è nessuno, cosa, che, come lui sa bene, può significare vampiro. Non vengono riflessi dagli specchi, e non impressionano pellicole o affini e non sono registrati da alcun tipo di sensore. Charles sfiora con le dita il crocefisso che porta al collo da dopo quell’avventura e carica, con le speciali pallottole d’argento fornitegli dall'Ispettore Capo Chelm, la sua pistola, poi, lascia che la curiosità abbia il sopravvento ed apre la porta.

            Niente, a parte la nebbia. Nebbia? I vampiri possono… Si volta di scatto, ma, ormai è tardi, all’interno della stanza la nebbia si condensa, assumendo le forme di Rachel Van Helsing.

-Buonasera, caro Charles, come stai?- chiede, con voce melliflua, la vampira.

-Tu!- urla Charles e soleva la pistola, ma Rachel alza la mano destra e lo fissa. Seward si blocca, come paralizzato, mentre le sue dita tentano disperatamente di contrarsi sul grilletto, ma la pistola sembra, improvvisamente, diventata troppo pesante per tenerla puntata ed il suo braccio ricade lungo il fianco.

-Non temere, Charles.- continua Rachel –Non sono venuta per farti del male. Prima di venire qui, ho banchettato abbondantemente.-

-Sei una strega.- mormora Seward.

-Non lusingarmi, caro.- replica lei –Sai, alla fine, mi ringrazierai per averti impedito di recarti a Godalming Manor.-

-Che vuoi dire?-

I tuoi amici non vedranno l’alba di domani, probabilmente, ma quanto a te… tu sei mio Charles e nessun vampiro ti farà del male. Resterai in vita finché lo vorrò io e finché mi supplicherai di renderti un vampiro e servirmi per l’eternità.-

            Charles Seward sente un sudore freddo colargli lungo la schiena.

             

            Beatrice Lady Godalming dorme, ancora, sfinita dal recente attacco portato contro di lei dal vampiro William Jeffries. Per sua fortuna, il suo cuore ha retto allo sforzo, ma la perdita di sangue, l’ha comunque, debilitata ed ora riposa. Appesa alla sua finestra, una treccia d’aglio, ai due lati del letto, due crocefissi. La protezione contro i vampiri sembra completa, ma la migliore delle protezioni può rivelarsi inutile, a volte.

“Mi senti, zia Beatrice?” sussurra la voce nei suoi sogni.

-Ti… sento.- risponde lei nel sonno.

Ora ti alzerai ed andrai alla finestra. Butta via quella treccia d’aglio che ci sta appesa… ecco… così. brava.”

            La donna ora è ferma dinanzi alla finestra aperta. La voce continua a parlare.

“Ora tu vuoi che venga da te, vero zia Beatrice? Vero che è così?”

-Certo Will…- risponde la donna -… voglio che tu venga… da me…-

            La figura di Will Jeffries appare, condensandosi dalla nebbia

-Io non posso lasciare soli i miei amici, zia Beatrice, dimmi che vuoi invitarli ad entrare, dillo!-

-… Si… vi invito ad entrare, tutti…-

            Il grido di trionfo di Will Jeffries scuote Beatrice Holmwood dal suo torpore. Per la prima volta sembra rendersi conto di quanto sta avvenendo e, mentre vede Will e la sua compagna Alice balzare nella stanza e sente il batter d’ali di pipistrello, che si dirigono verso il maniero, la consapevolezza la fa gridare. Il grido le muore in gola, quando Alice l’afferra per il collo e la sbatte, senza complimenti contro la parete opposta, non mostrando alcun sentimento, mentre la vede ricadere sul pavimento. Poi se ne disinteressa totalmente, mentre, con il suo compagno, lascia la stanza. L’invasione è cominciata.

 

            Da dietro il cancello della villa, una figura alta e vestita di scuro, sogghigna soddisfatta. Se tutto andrà bene, i suoi nemici riceveranno una sonora lezione e perderanno la loro inutile vita, magari per aggiungersi alle sue legioni; in caso contrario, vivranno con la consapevolezza che lui può colpirli quando e dove vuole e sapranno che le loro speranze di poterlo sconfiggere sono destinate a scomparire come foglie portate via dal vento.

            L’alta figura si confonde con la nebbia e, presto, rimane solo l’eco della risata soddisfatta di Dracula.

 

 

FINE TREDICESIMO EPISODIO

Ci sono luoghi dove non si dovrebbe mai andare, cose che non si dovrebbero mai fare, specialmente se sei una persona sposata, ma che gusto c’è nella vita, se non ti concedi un di trasgressione ogni tanto? Bisogna pur movimentare la vita con qualcosa che spezzi la noia. Per esempio: entrare in questo fumoso locale notturno di Soho, mentre tua moglie è convinta che sei impegnato in una lunga e difficile riunione di lavoro, e puntare gli occhi sulla bionda col ridottissimo perizoma e dei lustrini sui seni. Una ragazza che sorride invitante ed è ben disposta ad uno spettacolo privato, specie dopo che hai infilato nelle sue mutandine un congruo numero di bigliettoni, tanto per farle capire dove sei pronto ad arrivare… che è poi qualcosa che non avresti mai fatto, se non ti fossi scolato un paio di drink di troppo e lei, oltre alle altre, ben visibili doti, non avesse anche due occhi azzurri incredibilmente magnetici. Sia come sia, andate via insieme e lei ti porta al suo appartamento, che è poi un monolocale nel West End.

-Mettiti comodo, caro…-

 -Henry.-

-Si, giusto, Henry. Serviti da bere, se vuoi.-

            Lei sorride ed il modo che ha di guardarti è sufficiente per farti passare lungo il corpo sensazioni che con tua moglie non provi da un pezzo. Ti avvicini al letto. Niente di speciale, pensi… a parte…cos’è quella sopra le lenzuola…terra? Non può essere possibile, giusto? Chi spargerebbe terra sul suo giaciglio? Sul comodino c’è una bottiglia di whisky. Non sarà di marca, ma è sempre meglio di niente ed un goccetto è giusto quello che ci vuole per prendere coraggio. Lo tracanni d’un fiato e ti rammarichi che non ci sia del ghiaccio; sarebbe meglio, perché, a temperatura ambiente, non è un granché. Ti rivolgi alla ragazza, che ora si stringe alla tua schiena, cingendoti il petto.

-Ne… vuoi un anche tu…?- chiedi, indicando la bottiglia e rammaricandoti di non ricordare il suo nome. Ora siete faccia a faccia e lei è davvero bella, peccato che sia una… quello che è… ma, se non lo fosse, tu non saresti qui adesso, giusto?

-Mi chiamo Trudy.- risponde lei, come se ti leggesse nel pensiero.-Ed ormai non bevo più quella roba, preferisco un altro liquido, più denso, rosso… il sangue, il tuo sangue!-

            Hai appena il tempo di notare I suoi canini appuntiti, che sembrano essere spuntati come per magia, poi, senti il loro morso sul collo. Vorresti urlare, ma è come se l’aria non arrivasse più alla laringe, ti muovi, annaspando come uno che sta per annegare, poi il dolore cessa, sostituito da una sensazione diversa, molto simile al piacere fisico, intensa, forte…poi anche quella cessa e non senti più niente. Mentre il tuo corpo ricade sul pavimento non puoi vedere il sorriso di soddisfazione della vampira, mentre passa la lingua sui canini, non potrebbe importanti, del resto, tu sei morto e, se sarai fortunato, quando ritroveranno il tuo cadavere, qualcuno capirà cosa ti è veramente accaduto e prenderà gli opportuni provvedimenti del caso. In caso contrario, dopo tre giorni ti risveglierai e conoscerai la non vita del vampiro e qualcun altro dovrà soffrire per questo.

 

#14

IL LUNGO ADDIO

1.

            Los Angeles è il luogo perfetto per svolgere un lavoro come il mio. Sono poche le città dove nessuno troverebbe strano che il tuo ufficio sia aperto solo dalle nove di sera sino alle ore piccole, ma, come ho detto, questa è Los Angeles e le cose che accadono qui non stupiscono nessuno. Ma stavo dimenticando di presentarmi: il mio nome è Hannibal King e sono un Investigatore Privato e quale posto migliore per fare un mestiere simile, se non la città scenario delle imprese di Philip Marlowe, Lew Archer ed altri famosi detectives della letteratura e dello schermo? Il mio ufficio sarebbe piaciuto, a Sam Spade: sobrio ed essenziale, con giusto il minimo di arredamento indispensabile. I casi di cui mi occupo sono quelli che, di solito, capitano agli altri “Occhi Privati”, ma il mio vero pane sono i casi insoliti e misteriosi, che appartengono a quel territorio dove solo Rod Serling[xi] si è mai avventurato, diciamo così. Me ne capitano più di quanto crediate, forse perché io non sono proprio un normale detective, ma di questo parleremo più tardi, per ora è meglio che vi narri del mio ultimo caso…

            Fu la mia segretaria Kristin Kerry a far entrare la cliente. Kristin è una ragazza deliziosa. Bionda, curvilinea con minigonna e camicetta attillate, un tipo abbastanza normale da queste parti. Come tutte le ragazze che dalla provincia vengono a Los Angeles, sogna di sfondare a Hollywood e, a dire la verità sospetto anche che Kristin Kerry non sia il suo vero nome; ma la cosa non è strana a Hollywood, dove le bellezze come lei abbondano. A parte un calendario di quelli che puoi trovare nelle cabine dei camionisti, qualche comparsata in qualche film di serie B, qualche ruolo di secondo piano in una popolare serie di telefilm, non aveva trovato granché. Nel tempo libero mi dava una mano a tenere in piedi l’ufficio ed io, in cambio, le davo un modesto salario e questo ci faceva contenti entrambi.

            La donna che introdusse nel mio ufficio quella sera aveva un gran portamento ed era anche bella. Bruna, occhi scuri e profondi,  pensai subito che fosse un attrice. Poteva avere una qualsiasi età tra i trenta ed i cinquanta anni, difficile dirlo con sicurezza con la gente di Hollywood. Mi strinse la mano e si presentò:

-Buonasera Mr. King, Io sono Stella Houston.-

            Il nome mi diceva qualcosa, ma non riuscivo a ricollegare.

-La prego, Miss Houston, si accomodi.- le risposi –Cosa posso fare per lei?-

            Si sedette accavallando le lunghe gambe, un gesto che fa sempre effetto sulla maggior parte degli uomini e che lei eseguì con studiata lentezza., poi mi chiese:

-Ha mai sentito parlare di Jason Roland?-

 

            Charles Seward guarda la donna che ha la sua vita nelle proprie mani e Rachel Van Helsing ricambia lo sguardo con bruciante intensità. Il giovane medico sente la forza di quegli occhi. Una parte di lui vorrebbe abbandonarsi alle promesse nascoste nello sguardo della vampira, accettare il fato che lei gli ha riservato, essere suo per tutta l’eternità. Sarebbe la strada più facile, è inutile combattere contro questi esseri, non c’è modo di riuscire a vincere. No! Non può e non deve cedere, deve respingere le sue lusinghe ed affrontarla.

-Che sta per succedere ai miei amici?- si costringe a chiedere.

-Forse in questo esatto istante, le legioni di Dracula stanno invadendo Godalming Manor. Tutti coloro che vi abitano, compresi quei patetici cacciatori di vampiri, avranno solo la scelta tra la morte del vampiro ed una morte vera.- risponde Rachel.

-Maledetta!- urla lui, slanciandosi in avanti; ma, con incredibile velocità, Rachel gli blocca il polso in una stretta ferrea.

-Come sei focoso, mio caro Charles.- dice –Che ne è del tanto vantato aplomb inglese? La tua rabbia è commovente, i tuoi amici sono fortunati. Forse, però, dovrei farti capire a chi deve andare veramente la tua lealtà.-

            Così dicendo, si china sul collo di Charles, per morderlo ancora una volta, ma i suoi canini sfiorano il crocefisso che lui porta al collo e lei si ritrae di scatto.

-Toglilo!- ordina –Voglio che tu butti via quell’oggetto odioso.-

            Charles sfiora il crocefisso con le dita e con la mano destra lo alza dinanzi al volto.

-No!- replica con rabbia –Non ti obbedirò. Sono ancora padrone della mia volontà e ti ordino di andartene. Mi hai sentito?-

            Rachel lo fissa per un attimo, poi scoppia a ridere.

-Hai carattere Charles.- risponde –Meglio così, mi divertirò di più a spezzarti. Non illuderti, tornerò ed alla fine sarai tu a pregarmi di farlo, credimi.-

            Si trasforma in nebbia e scompare. Charles sospira, ma ha poco tempo per congratularsi con se stesso, ora deve pensare ai suoi amici in pericolo.

 

2.

 

            Frank Drake si sveglia improvvisamente, avvisato da un oscuro istinto, poi sente i rumori. Ha appena indossato i pantaloni, che sente il rumore assordante del battito d’ali di decine di pipistrelli. I vampiri sono entrati nella proprietà, ma come? Solo un esplicito invito degli occupanti avrebbe potuto… Stupido, avrebbe dovuto mettere sotto sorveglianza Lady Godalming, ma non l’ha fatto ed ora la sua stupidità potrebbe averli condannati tutti ad una sorte atroce. Esce nel pianerottolo e li vede. Stanno uscendo dalla stanza dove la padrona di casa stava riposando. Dunque aveva ragione è lei che hanno circuito per convincerla a farli entrare. Uno dei vampiri gli salta addosso facendolo cadere a terra.

-No!- urla un altro –Il padrone non vuole che sia ucciso!-

-Grazie della notizia.- replica Drake, spingendo il suo crocefisso sulla faccia del vampiro che gli è addosso, poi, con mossa rapida, gli infila un coltello di legno nel cuore. –Questo trucchetto l’ho imparato dal mio amico Blade.- dice –Ed ora tocca a te.-

            L’altro vampiro salta, ma Frank lo evita, rotola sino alla porta della camera di Lady Godalming e vi entra. La donna giace come morta sul pavimento. Dalla finestra continuano ad entrare pipistrelli… ma quanti sono? E come può affrontarli tutti? La sua unica difesa è il crocefisso, che continua ad agitare davanti a se, ma per quanto può durare?

 

New Orleans, Marie Laveau avanza nel salone del Tipitina Club come se ne fosse la padrona. Molti troverebbero un atto molto temerario quello di entrare nella tana di uno dei suoi peggiori nemici, ma lei è la Regina Voodoo di New Orleans. Molti pensano a lei come ad una donna malvagia, ma lei si considera al di sopra di queste misere etichette. Blade, d’altro canto, ha i suoi motivi per volerle parlare. È incredibile, pensa, come ogni uomo della sala non possa fare a meno di guardarla, ha un fascino magnetico, una sensualità come poche donne che ha conosciuto. Sarà un effetto della sua magia? No, non lo crede proprio, quello è un talento naturale. Ora Blade è davanti a lei e la donna gli sorride invitante:

-Siediti Blade, prendi quello che vuoi, offro io.-

-Bando alle stupidaggini, donna.- replica Blade –Tu hai Simon Garth e devi lascialo andare.-

-Dritto al punto eh?- commenta Marie sorridendo -Ottimo, così mi piacciono gli uomini. Ho bisogno dello Zombie, ma, se davvero desideri riscattare la sua libertà ti propongo un patto che ti piacerà, credimi.-

Di che si tratta? – chiede Blade diffidente.

-Di essere la mia guardia del corpo in un viaggio che devo fare in Inghilterra per incontrare qualcuno che, ne sono certa, sarai felice di rivedere.-

-Di chi parli?-

-Di due dei tuoi peggiori nemici, Blade: il Conte Dracula e l’enigmatico Deacon Frost.-

            Nell’udire l’ultimo nome, Blade s’irrigidisce, resta silenzioso qualche istante, poi…

-Ci sto.- risponde.

 

            Se non fossi quello che sono, probabilmente non avrei accettato l’incarico offertomi da Stella Houston e non mi sarei trovato qui sulla spiaggia di Malibu nella vecchia casa di una stella del cinema come Jason Roland. Il suo nome non dirà molto ai giovanissimi, ma qualche decennio fa, il nome di Jason Roland era universalmente noto come quello di uno dei più geniali e bizzarri attori di film horror di Hollywood. Poi, un giorno, scomparve improvvisamente dal set di un film che stava girando e nessuno seppe più nulla di lui, alimentando una leggenda seconda solo a quella di Elvis. Il mistero sulla sua scomparsa rimase irrisolto. Ed ecco che qui arriva il lato che chiunque altro che non avesse avuto le mie esperienze, faticherebbe a credere. Stando a quanto mi raccontò Stella Houston, Roland aveva fatto un patto con un demone chiamato Satannish, una delle tante manifestazioni del Maligno, a sentir lui, per avere fama e gloria eterne, ma tradì il patto e, per punizione, Satannish lo condannò a vagare sulla Terra con le sembianze di uno dei mostri che interpretava sullo schermo. Fin qui sembrava semplicemente un classico racconto horror vecchio stile,[xii] ma Miss Houston, che, per inciso, era stata fidanzata di Roland, aggiunse anche che, qualche anno dopo, Roland era ricomparso di nuovo umano, nei panni del misterioso Boia, con l’intento di procurare anime al suo signore demoniaco. I Vendicatori della Costa Ovest lo avevano sconfitto e lui era finito in stato catatonico.[xiii] La storia non finiva qui, però: una settimana fa Jason Roland era scomparso dalla clinica in cui si trovava e Stella Houston voleva che io lo ritrovassi. C’era anche dell’altro, ovviamente, il mio intuito di detective me lo diceva.

            La casa di Roland era vuota, ma c’era un odore diverso da quello che ristagna di solito in una casa rimasta vuota per anni, un odore che mi era ben noto: l’odore del male… e di qualcos’altro. Entrai nello studio privato di Roland e lì vidi… un pentacolo tracciato sul pavimento. Lo toccai e mi portai alle labbra parte della sostanza con cui era fatto. Sangue secco, qualcuno l’aveva tracciato col sangue tempo fa, forse quando Roland era scomparso. Il problema da risolvere era: era stato Roland stesso a tracciarlo, oppure qualcuno aveva fato un’evocazione allo scopo di riportare Roland alla normalità? Un nuovo patto con Satannish, ma in cambio di cosa? Per quanto ne sapevo, c’era una sola cosa che quelli come lui bramavano sopra ogni altra, ma c’è scarsità di anime pure a Hollywood, si dice. Ad ogni modo, non mi restava che continuare ad indagare. Mi rimisi in piedi ed alzai gli occhi, vidi, così, qualcosa che non c’era prima, ne ero sicuro: un cadavere penzolante da uno dei lampioni, impiccato.

3.

            Godalming Manor è in preda al caos, i vampiri dilagano assalendo tutti coloro che trovano. Assetati di sangue, non risparmiano nessuno di coloro che incontrano, ovvero, i pochi membri della servitù della casa. Penelope Clayborne si ritrova spinta contro una parete, mentre ben tre vampiri la guardano con lo stesso sguardo che una leone riserverebbe ad un’antilope. Il suo unico baluardo, il crocefisso che porta al collo.

-Toglilo!- ordinano e l’ordine è ripetuto più volte.

            Penelope ricorda l’avvertimento a non guardarli negli occhi, eppure sente il loro potere di suggestione, come può resistere a lungo? Come?

 

            Il primo impulso del giovane Arthur Holmwood è stato correre da sua madre, ma i vampiri gli si sono parati davanti. Anche lui ha il crocefisso al collo ed i suoi avversari lo guardano ringhiando. Lui non esita, spara con la sua pistola caricata a proiettili d’argento. L’urlo di un vampiro accompagna il suo tiro

-Non vantarti troppo, mortale.- gli si rivolge uno dei vampiri –Non puoi batterci tutti, arrenditi, durerà solo un attimo e poi sarai uno di noi.-

-NO!- è la voce decisa di William Jeffries ad intervenire –Lui è mio e mio soltanto, voi cercatevi altre prede.-

            I vampiri si sparpagliano e Jeffries si rivolge ad Arthur:

-Dunque, cugino, è il momento di chiudere la nostra piccola faida, no? Mi sei già sfuggito una volta, ma stavolta nessuno verrà ad aiutarti, credimi.-

            L’espressione nel volto di Arthur dimostra che ne è ben consapevole.

 

Frank agita il suo coltello contro i vampiri. Le creature della notte lo stringono sempre più e, a differenza di lui, Sono instancabili, gli basterà distrarsi un attimo e, se non potranno bere il suo sangue, troveranno il sistema di ammazzarlo semplicemente. Ha solo una possibilità, sempre che funzioni. Per sua fortuna, Quincy Harker era uno stratega e gli ha insegnato un po’ di cosette. Con uno scatto, Frank raggiunge l’interruttore della luce e l’accende. La luce irradia la stanza, proiettando l’ombra di una croce e, subito, i vampiri si ritraggono spaventati. Un piccolo trucco, ma ha funzionato. Frank approfitta dell’attimo di smarrimento dei vampiri ed esce dalla stanza, Gli altri avranno bisogno di lui, pensa.

4.

L’Osservatorio Griffith di Los Angeles è un luogo famoso. Tra le altre cose, fu qui che venne girato il film che consacrò la leggenda di James Dean: “Gioventù bruciata”. Ho perso il conto delle volte che l’ho visto. A quest’ora di notte, naturalmente, è chiuso, ma questo non è un problema per uno come me. Fu proprio qui che avvenne l’ultimo atto della tragedia di Jason Roland, quando il demone Satannish gli prese quello che era suo di diritto, la sua anima immortale. Roland l’aveva barattata con la fama, ma non era stato disposto a pagare il prezzo e questo dimostra che non si dovrebbe mai giocare con il diavolo, io lo so bene. Non so bene che cosa cerco, forse solo ispirazione, cosa potrei mai sperare di trovare qui? Beh forse quella!

La vedo ergersi sopra la mitica scritta HOLLYWOOD, un’oscura costruzione gotica, che sembra uscita da un incubo di Edgar Allan Poe. Ne avevo sentito parlare, ma avevo liquidato le storie su di essa, come semplici racconti da ubriachi, eppure eccola davanti a me, assisa su una collina che non esiste: è la Torre delle Ombre e mi sta chiamando.

 

Dracula contempla il suo regno. Quegli ignari mortali sotto di lui non sanno nemmeno di appartenergli, di vivere solo per sua gentile concessione. Nel corso degli ultimi due anni, senza che nessuno se ne accorgesse, ha incrementato le fila dei suoi seguaci, uomini e donne, alcuni sono diventati vampiri, altri hanno semplicemente ricevuto il suo marchio ed ora la loro volontà è al suo servizio. A poco a poco il suo potere e la sua influenza crescono, infiltrandosi nei gangli del potere economico e politico. Secoli prima avrebbe voluto conquistare il mondo per i vampiri, ma, in seguito, si è reso conto dell’impraticabilità del piano: se tutti fossero vampiri, di chi ci si sarebbe nutriti? Eppure ci sono altri mezzi per raggiungere lo scopo e lui li sta usando abilmente.

            Rientra a Carfax Abbey e raggiunge il suo ufficio. La fedele Elizabeth Scott lo sta aspettando.

-È stata felice la caccia, mio signore?- chiede.

-Si, ottima.- risponde Dracula –E sarà migliore se segnerà anche la fine di alcuni dei miei nemici. Nessuna notizia da Godalming Manor?-

-No signore.-

-Mmm, il mio discendente Frank Drake, per quanto sia di solito un imbelle, non manca del tutto delle qualità guerriere dei Dracula, vedremo se saprà cavarsela.-

-Volete che sopravviva, signore?- chiede Elizabeth..

-Si, direi di si. È pur sempre il discendente del mio amato figlio Vlad ed io ho sempre avuto a cuore il benessere della mia famiglia, dopotutto.-

-Anche di vostra figlia Lilith?-

-Non essere impertinente, donna, le mie motivazioni con Lilith riguardano solo me, ma ella è, comunque, una Dracula, ricordalo.-

            Il pensiero di sua figlia incupisce Dracula. Per oltre 500 anni si sono combattuti l’uno con l’altra. Quasi nulla dell’amore che dovrebbe esserci tra padre e figlia è esistito tra loro, eppure, di tutti i suoi discendenti lei è quella che gli somiglia di più, anche se, talvolta, ha dimostrato una certa inclinazione al sentimentalismo. Se fosse stata un uomo… inutile pensarci adesso, ci sono altre cose a cui badare, come le notizie riferitegli dalle sue spie, sparse per il mondo.

-E così il Barone D’Arby si è trasferito in America eh?[xiv] Molto bene. Che trovi lì i suoi terreni di caccia, se vuole, ma se oserà interferire con i miei piani o minacciare l’esistenza di mia figlia, dovrà vedersela con me.. Ora Miss Scott, dedichiamoci ad altro, mi parli di quel membro della camera dei Comuni…-

 

            William Jeffries si trasforma in nebbia e scompare alla vista del cugino, poi riappare alle sue spalle e lo afferra per i polsi.

-Forse non posso morderti sul collo, ma ci sono altri modi per farla finita, cugino.-

            Con un gesto rapido, lo spinge contro la ringhiera, che si spezza all’impatto, proiettando il giovane verso la sala sottostante. Con uno sforzo, Arthur riesce ad aggrapparsi al ballatoio, ma Will lo irride.

-Non resisterai a lungo, io posso aiutarti. Arrenditi a me e ti tirerò su.-

            Arthur riflette, che razza di scelta, pensa, morire come vampiro o schiacciato al piano di sotto. Improvvisamente qualcuno arriva ed una mano gli afferra il polso.

-Resisti Arthur, ti porterò su. Io.- è Lord Godalming, il padre di Arthur.

            Jeffries sogghigna.

-Ah il caro zio Arthur…- se non posso aver tuo figlio, avrò te, allora.-

            Salta al collo dell’uomo, mentre il figlio assiste impotente.

 

 

5.

 

 

            Penelope la vede avanzare; il volto è percorso da una ragnatela di cicatrici, distrutto da un getto di acqua santa, opera di Frank Drake. Alice Hastings era una bella donna una volta ed era anche sua amica. Tutto questo è passato, adesso. Ora Alice è una vampira e gli unici sentimenti che prova sono la sete e la fedeltà al suo padrone, Dracula.

-Ti avevo promesso che avrei bevuto il tuo sangue, ricordi, Penny?-

-Alice, non puoi farlo, ti prego.-

-Oh si, che posso, posso e lo voglio. Guardami Penny.-

            La ragazza distoglie lo sguardo.

-Ho detto guardami!- il tono della donna è imperativo. –Ora getterai via quell’inutile crocefisso e lascerai che ti morda, dimmi che lo farai, Penny.-

-Lo farò.- risponde, in trance, Penelope. Con un rapido gesto, strappa il crocefisso dal collo e lo getta lontano.

 

            Lord Godalming sente il fiato del vampiro sul collo e sa di non potersi difendere o suo figlio cadrà, è rassegnato alla fine, quando…

-Ahhhh!-

            L’urlo di William Jeffries è, letteralmente, inumano, mentre il paletto di Frank Drake gli spacca il cuore, ma, mentre la vita lo abbandona, i suoi lineamenti sembrano distendersi, l’espressione malvagia lo abbandona,

            Arthur è tornato sul ballatoio, ora e lo osserva con tristezza

-Io…- mormora il vampiro morente -.. mi dispiace.-

            Sono le sue ultime parole, mentre il suo corpo è scosso da spasimi ed infine si ferma.

-È finita.- commenta Lord Godalming -.Dio abbia pietà della sua anima.-

-Forse l’avrà.- replica Frank –Noi, però abbiamo ancora un problema. Siamo circondati dai vampiri.-

            Come a sottolineare il fatto, si ode un acuto urlo di donna.

-Penelope!- esclama Arthur.

            Prima che possa raggiungere la stanza della ragazza, ecco il rumore di auto e di sirene e, poi, ecco entrare una squadra di poliziotti, guidata dall’Ispettore Capo Chelm, l’Ispettore Katherine Fraser ed il dottor Charles Seward. In breve i nuovi arrivati si muovono per le stanze. Tre uomini della squadra usano una specie di lanciafiamme, che, però, spara acqua, evidentemente benedetta, altri usano armi con pallottole d’argento o semplici paletti di legno. Da fuori, fari con su dipinta una croce illuminano la zona stanando i vampiri e costringendoli alla fuga.

            In pochi minuti tutto è finito.

-Spero che il Parroco di St. Paul possa perdonarmi.- mormora l’Ispettore Chelm –Ma quest’acqua è stata davvero una benedizione.-

            Purtroppo, però, l’incursione non è stata senza vittime. Due cameriere ed un cameriere sono rimasti uccisi e di due di loro bisognerà prendersi cura nel modo speciale che Chelm ben conosce. Lady Godalming è ritrovata nella sua stanza con il collo spezzato e Penelope Clayborne è, invece, viva, ma quasi completamente dissanguata. È lo stesso Seward ad accompagnarla in ospedale, sperando di arrivare in tempo per un una trasfusione.

-Mi è costata cara, quest’alleanza antivampiro.- commenta Lord Godalming.

-Se volete ritirarvi, vi capirò.- risponde Frank –Avete pagato un prezzo troppo alto.-

-No!- ribatte Arthur –Dracula non si fermerà finché non saremo tutti morti. Ha distrutto la vita di mio cugino, causato la morte di mia madre e, forse, quella di Penelope. Non gliela darò vinta, ora più che mai voglio dargli la caccia.-

-Spero che tu non debba pentirtene, ragazzo.- commenta Frank.

            Fuori arrivano le prime luci dell’alba.

 

            A Carfax Abbey, Dracula e Rachel Van Helsing raggiungono la cripta. Non hanno avuto una vittoria completa stanotte, ma poco importa, ci saranno altre notti ed i loro avversari sono solo mortali. Un giorno loro saranno polvere, mentre Dracula e la sua consorte cammineranno ancora sulla Terra, possono permettersi di aspettare.

            I coperchi dei sarcofagi si chiudono. È l’ora del riposo, ma, presto, il sole calerà e verrà un’altra notte e la notte appartiene a Dracula

 

FINE QUATTORDICESIMO EPISODIO

 

Il mio nome è Russell, Jack Russell e sono un licantropo. Come? Non credete ai licantropi? In un mondo in cui circolano uomini con i poteri di un ragno, alieni color argento che solcano i cieli in un’asse da surf, dei mitologici in piena regola, voi non riuscite ad accettare l’idea di un uomo che si trasforma in lupo quando sorge la luna piena? Siamo di corte vedute eh? Ho sempre trovato strano che in un mondo come quello in cui viviamo, con tutte le cose che vi sono successe, rimanga un diffuso scetticismo sull’esistenza del soprannaturale. Io ho dovuto accettarla mio malgrado. All’inizio vivevo la mia condizione come una maledizione, ma, alla fine ho imparato a controllarla ed oggi uso i miei talenti al servizio della verità e della giustizia, più o meno, come agente della società denominata Justice Inc. È stato in questa veste che ho finito con lo scontrarmi con un’altra creatura di cui i più faticano ad accettare l’esistenza, un vampiro, il signore di tutti i vampiri, per la precisione, in un'avventura che potremmo benissimo intitolare:

 

#15

UN LUPO MANNARO AMERICANO A LONDRA

1.

Il luogo è a più alta delle due Solomon Towers a New York, per la precisione in un ufficio arredato con sobria eleganza. All’ampio tavolo rotondo, siedono cinque persone: tre uomini e due donne. A capotavola sta una donna di colore dall’aria molto autorevole. Gli occhi sono duri, anche se li si indovina pronti ad accendersi di allegria al momento opportuno; la bocca carnosa sfoggia un’espressione tanto pronta al sorriso spontaneo quanto a quello di Giuda; strisce bianche decorano, alle tempie, i capelli crespi e folti; indossa un gessato grigio azzurro di Armani, una collana di perle nere e una catenina d’oro alla tasca sinistra quali sole decorazioni. Il suo nome è Angela Cleaver ed il suo ruolo è quello di Presidente del Consiglio dei Direttori e Presidente Operativo della società di Eroi a Pagamento chiamata Justice Inc. Seduti ai suoi lati stanno, a destra, partendo da lei: una donna dal volto parzialmente coperto da una piastra metallica, costretta su una futuristica "sedia“a rotelle, Letitia Frost, Vice Presidente incaricata delle valutazioni tattiche delle missioni; un uomo dell’apparente età di 35 anni, dalla folta barba e i capelli rossi, vestito casual, con gli occhi nascosti da un paio di grossi occhiali da sole, noto col nomignolo di “Dollar Bill”, che, in omaggio a tale nome, ricopre la carica di Tesoriere ed addetto alle Pubbliche Relazioni.  Alla sinistra della Cleaver sta, invece, un giovanotto, anch’egli in abito casual, ma dall’apparenza più elegante, dai capelli castani, un che di ferale nello sguardo e che risponde al nome altisonante di Garolfo Riccardo degli Abruzzi, responsabile dello sviluppo informatico e “reverse engineering”. Il quinto uomo è seduto esattamente di fronte ad Angela Cleaver, può avere circa 50, o forse, 55 anni, capelli color grigio ferro, occhi anch’essi grigi, l’espressione triste. Parla con accento puro Oxford, che rivela immediatamente la sua origine inglese, la sua voce ha un leggero tremito, segno di nervosismo, ma anche di qualcos’altro, forse rimpianto.

-… quali che fossero i nostri rapporti…- sta  finendo di dire -… Carol era sempre mia figlia e non posso permettere che chiunque l’abbia uccisa possa cavarsela..-

            Angela Cleaver abbassa le mani che, sino ad allora, ha tenuto giunte dinanzi alle labbra, mentre ascoltava con attenzione il possibile cliente e dice:

-Mi faccia capire, Sir Clive, lei è venuto sin qui per assumere la Justice Inc. perché dia la caccia all’autore di una serie di omicidi seriali di ragazze, in stile Jack lo Squartatore, a Londra. Non crede che sia un compito più adatto ai detectives di Scotland Yard, piuttosto che ad un gruppo di superumani di New York?-

            L’uomo chiamato Sir Clive Anderson scuote vigorosamente la testa.

-Prima di tutto, io non vengo direttamente da Londra. Mi trovavo qui a New York per affari, vi sono giunto subito dopo il funerale di mia figlia e poi… ho degli amici nell’Ufficio del Coroner della Città di Londra e mi hanno fatto sapere dei dettagli che non sono arrivati alla stampa: la vera causa della morte di mia figlia e delle altre vittime è il dissanguamento praticato attraverso due forellini nel collo ed inoltre, il cuore di ognuna di loro è stato spaccato da un cuneo di legno dopo la morte.

            Dollar Bill salta sulla sedia:

Un momento!- esclama –Sta, forse, cercando di dirci che il suo serial killer è… è… un…-

-Un vampiro, si.- risponde Anderson –Un essere soprannaturale che beve il sangue dei viventi per alimentare la sua pseudo esistenza. Intendo dire proprio quello..-

            Se qualcuno ha in animo di chiedergli se sta scherzando, rinuncia guardando il suo volto mortalmente serio. D’altra parte, Angela Cleaver ne ha viste troppe nella sua vita, per lasciarsi sorprendere.

-Continui Sir Clive.- si limita a dire.

-Non c’è altro. Nonostante gli dia la caccia da settimane, la Squadra Antivampiro di Scotland Yard non è ancora riuscita a trovare il minimo indizio, a parte quello, ovvio del quartiere dove opera. Whitechapel, lo stesso dei delitti di Jack lo Squartatore. Se accettate sono pronto a pagare 250.000 Sterline di ricompensa, con fondo spese a vostra discrezione.

            Sotto i suoi spessi Ray-Ban si potrebbe quasi indovinare il simbolo del dollaro apparire negli occhi di Dollar Bill, mentre la sua mente fa alacremente il cambio da Sterline a Dollari, una cifra considerevole.

            Angela Cleaver si consulta rapidamente con i suoi collaboratori, poi si rivolge all’inglese:

-Accettiamo e le garantisco che la Justice Inc. svolgerà il suo compito al massimo delle sue possibilità.-

-Molto bene.- si limita a rispondere l’altro. –Speravo in questa risposta. Prima della fine dell’orario bancario vi saranno accreditate 50.000 sterline in qualsiasi valuta sia di vostro gradimento ed in qualsiasi luogo da voi scelto. saranno vostre a prescindere dall’esito della vostra missione. Non sono stato un buon padre per nessuno dei miei due figli, forse, ma almeno Carol sarà vendicata, non importa il prezzo.-

            Davvero un bel modo di trattare gli affari, pensa Dollar Bill.

 

            Carfax Abbey. Come ogni giorno, il calar del sole porta un’attività del tutto particolare in quest’elegante palazzina, sede di una multinazionale finanziaria molto potente: la Carfax Corporation. Nel suo ufficio, da cui dirige un impero molto diverso da quello a cui aspirava da vivente, l’uomo che i più conoscono come V.T. Drake ed ancor meno sanno essere il Conte Dracula, Signore dei Vampiri, sta meditando su qualcosa di più importante delle normali transazioni finanziarie.

-Non sono per niente soddisfatto.- dice.

-Di cosa, Vlad?- gli chiede Rachel Van Helsing.

            C’è un certo contrasto nel loro apparire. Dracula indossa un elegante abito nero firmato Armani, una camicia bianchissima i cui polsini sono fermati da gemelli ed una cravatta rosso sangue, la versione moderna dei suoi abiti aristocratici, insomma; Rachel, dal canto suo, è più informale: indossa un paio di Jeans, un maglione a collo alto e degli stivali. Il fatto, di solito, non manca di irritare Dracula, il quale pensa che la compagna del Signore dei Vampiri dovrebbe vestirsi in maniera più consona al suo rango, ma Rachel, come era solita fare quando era in vita, se ne infischia di simili convenzioni. Dracula si decide a risponderle:

-Questo vampiro che agisce a Whitechapel… non mi piace il suo modo di fare. Sta attirando troppa attenzione su di se con questi delitti.-

-Non credevo t’importasse tanto, in fondo non fa nulla di diverso da tutti gli altri vampiri.-

-È il modo che non va.- replica Dracula –Finora ho agito con molta discrezione. Le nostre prede sono sempre cacciate in modo da non sollevare molta attenzione, ma questo vampiro, chiunque sia si diverte ad agire in modo eclatante e questo non va, dovrò fermarlo.-

-Come pensi di fare?-

-Sono il Signore dei Vampiri, in certi ambienti ho più mezzi e potere della Polizia. Allerterò tutta la nostra gente ed i nostri schiavi. Lo troverò e se non potrò ridurlo alla ragione, lo distruggerò.-

           

            Dracula sarebbe soddisfatto di sapere che a Scotland Yard c’è chi la pensa come lui sul cosiddetto “Jack il Succhiatore”?  Difficile dirlo, ma sta di fatto che l’Ispettore Capo Chelm è anche lui deciso a trovarlo.

-Riepiloghiamo quel che sappiamo.- dice alla sua assistente, l’Ispettore Katherine Fraser.

-Non è poi molto.- dice lei –Sappiamo che è un vampiro, che si diverte a mutilare le sue vittime e che fa in modo che non rinascano come vampiri, spaccando loro il cuore con un cuneo di legno e poco altro.

-Non è un semplice vampiro, Katherine, ammesso che la parola semplice possa avere significato parlando di vampiri. Questo non si limita a succhiare il sangue delle sue vittime, è un vero psicopatico. Gli piace uccidere in quel modo, imitando le gesta di Jack lo Squartatore, là dove avvennero oltre 100 anni fa. MI chiedo perché.-

-C’è una forza malvagia che aleggia su quei delitti.- commenta Kate –L’ho sentita.-

-I suoi poteri psicometrici?- chiede Chelm. Ha imparato a tenere da conto i poteri della poliziotta mutante ed ogni giorno di più, è grato del fatto che Kate Fraser non abbia ceduto alla tentazione di mettersi un costume attillato ed unirsi a qualcuno di quei bizzarri gruppi di supereroi, che anche le Isole Britanniche cominciano ad ospitare.[xv]

 -Si. È qualcosa che ho sentito sin dalla prima volta che ne ho toccato una vittima: una brama di morte che trascende la morte stessa.-

-Sta suggerendo che dovremmo dar la caccia ad uno spettro? Non sarebbe, certo, più sorprendente di un vampiro.-

-Forse.- borbotta Katherine. Sul tavolo ci sono gli effetti personali dell’ultima vittima, Carol Anderson e lei prende in mano la borsetta. Subito, nella sua mente si proiettano delle immagini:

 

            Carol Anderson sta rientrando a casa, è stata una giornata di duro lavoro, non è sempre facile essere la segretaria del Parroco di Whitechapel, c’è sempre qualcosa da organizzare, e non aspetta che di riposarsi, magari la sua coinquilina avrà già pensato a preparare la cena stavolta. A questo sta pensando, quando sente la voce uscire dal vicolo, una voce sorprendentemente familiare:

-Ciao Carol.-

            La ragazza si volta al suono del suo nome ed è l’ultimo atto cosciente della sua giovane vita. L’uomo avanza verso di lei, immobile come una statua.

-Non ti aspettavi di rivedermi, lo so.- dice lui –Io, invece, non aspettavo altro.-

            Ride e scopre i canini e guarda fisso dinanzi a se…

 

… come se guardasse dritto negli occhi di Kate, che sente le sue gambe vacillare.

Chelm l’ha vista reagire così troppe volte, sa che passerà. Attende che si riprenda e poi chiede:

-Cos’ha visto Kate?-

-Lo conosceva.- risponde la giovane donna –La vittima, Carol… l’assassino non era uno sconosciuto per lei.-

-Davvero? Questa si che è una notizia interessante, Ha visto il suo volto?-.

-No, era oscuro, solo gli occhi, i soliti occhi rossi e malvagi. Mi ascolti Chelm, è difficile da spiegare, ma sento che quanto è avvenuto, gli omicidi, il luogo, non è un caso. Questo sarà un caso molto difficile per tutti.-

            Il che costituisce una non difficile profezia.

 

2.

           

            Se i membri operativi della Justice Inc. hanno davvero sperato di potersi riposare dopo le loro ultime fatiche,[xvi] le loro speranze sono, ahimè, destinate a rimanere deluse, d’altra parte, cosa può realisticamente aspettarsi un gruppo di scelti mercenari professionisti?

         Parnell Jacobs, alias Warwear, il teamleader, ex-marine, mercenario professionista, veterano di più guerre di quante ne preferisca ricordare, dotato di un'armatura basata sulla tecnologia aliena Eidolon, ne ha viste tante nella sua vita, ma questo?

-Un vampiro? Non ci state prendendo in giro, vero?-

         Jack Russell, alias Sabre, che, a causa di un’antica maledizione gravante sulla sua famiglia, è in grado di trasformarsi in un lupo antropomorfo dal pelo rosso, si permette un lieve sorriso, replicando:

-Se riesci ad accettare un licantropo, come fai ad essere scettico sui vampiri?-

         Dal canto suo, l’africano M'nai, meglio noto come Midnight Sun, tace, né potrebbe dire alcunché, anche volendo, infatti, è muto sin da quando la tecnologia Kree ha rianimato il suo corpo dopo la sua apparente morte in uno scontro col suo antico amico, divenuto nemico per motivi che preferisce dimenticare, Shang Chi, non riparando un danno alle sue corde vocali spezzate. Lui ne ha viste troppe quando era al servizio di Fu Manchu per permettersi scetticismo su qualsiasi cosa.

         Quanto all’ultimo membro presente, Ahmad Azis, alias, lo Sciacallo D'Oro, come sacerdote del dio Egizio Anubi, è sin troppo percettivo nei confronti di tutte le manifestazioni soprannaturali.

-Abbandona il tuo scetticismo, amico Jacobs…- dice, infine -…i vampiri esistono, come molte altre manifestazioni dei mondi aldilà della comune percezione dell’uomo.-

-Si, si, certo, come no.- ribatte Jacobs –Non voglio discutere su questo, ora. Andiamo con ordine, se davvero c’è un serial killer vampiro a Londra, cosa vi fa pensare che noi siamo i più qualificati a combatterlo? Se quanto ho letto e visto sui vampiri nei libri e films è corretto, le armi tradizionali sono impotenti contro di lui e noi, per giunta, siamo anche a ranghi ridotti.-[xvii]

-Me ne rendo conto perfettamente.- replica Angela Cleaver -Tuttavia, la capacità di Midnight Sun di muoversi nelle ombre e le capacità mistiche di Sciacallo D’Oro sono di indubbio valore in una situazione simile, senza contare le capacità di segugio e la natura soprannaturale del nostro stesso Sabre. Quanto a lei, Mr. Jacobs, le sue capacità strategiche ci saranno utili, visti i nemici che potremmo trovarci di fronte… Garolfo…-

         L’Italiano sfoggia un sorrisetto arrogante e parla:

-Le proiezioni di Seldon,[xviii] basate su un’attenta analisi del modus operandi del nostro assassino, danno una probabilità del 65% che possa colpire a partire da domani notte. Ci fornisce un accurato profilo del nostro vampiro e delle sue possibili vittime ed un diagramma dei possibili luoghi di un nuovo assalto, tutti nel quartiere di Whitechapel, nel Borgo londinese chiamato Tower Hamlet. Ci avvisa, inoltre che nel corso della missione abbiamo oltre l’85% di probabilità di incontrare un avversario molto pericoloso: nientemeno che il Conte Dracula in persona.-

-Magnifico!- sbotta Warwear –Dracula, l’Uomo Lupo, ci mancano solo Gianni e Pinotto ed il quadro è completo!-

-Devo prenderlo come un dissenso alla missione?- chiede la Cleaver.

-Non è mia abitudine tirarmi indietro.- ribatte Jacobs –Vampiro o meno, non mi piacciono gli assassini di donne e, quindi, dico solo: quando si parte?-

-Non appena vi sarete riforniti della armi adatte alla missione.- interviene Letitia Frost. –Vi consiglio di non prenderla sottogamba. Nonostante le vostre abilità, ci sono altissime possibilità che non riusciate a tornarne vivi o peggio.-

            Cosa può esserci di peggio che essere uccisi? Si chiede Parnell Jacobs, poi guarda i suoi compagni e capisce che loro sanno cosa vuol dire e ne hanno giustamente timore.

 

            La cerimonia funebre è stata sobria e Beatrice Holmwood Lady Godalming è stata sepolta in Grazia di Dio. Lord Godalming ha ringraziato il Reverendo per il commosso ricordo di sua moglie, poi ha lasciato il cimitero assieme al figlio ed agli amici. Suo figlio l’On. Arthur Holmwood ha, poi. deciso di recarsi al Victoria Hospital dove è ricoverata, in terapia intensiva, la sua amica Penelope Clayborne, aggredita dai vampiri nello stesso assalto che è costato la vita a sua madre.[xix] Vi giunge accompagnato da Frank Drake, il capo del gruppo di cacciatori di vampiri di cui facevano parte, nonché discendente di Dracula stesso; li accoglie il Dottor Charles Seward, anatomopatologo presso il Coroner della Città di Londra, il suo sguardo da solo basterebbe come risposta alla domanda di Arthur:

-Come sta?-

-Sta lottando.- risponde il medico –Le sono state fatte massicce trasfusioni di sangue, ma era indebolita e non ci sono segni di miglioramento. Se riesce a superare la notte, però…-

-Non deve morire.- esclama Arthur –Non potrei sopportare anche questo.-

-Seward…- interviene Frank -…se dovesse morire qui…. Lei sa cosa significa.-

-Anche troppo bene.- risponde l’altro, toccandosi il collo all’altezza di due minuscoli forellini –Tuttavia, non so cos’altro si può fare, se non pregare di non essere costretti a fare qualcosa che ricorderemmo per il resto delle nostre vite.-

            Frank annuisce con espressione grave.

 

3.

 

            Katherine Fraser sta dormendo di un sonno agitato, quando una voce sembra eccheggiare nella sua mente:

“Svegliati Katherine!”

            Si rizza a sedere di scatto nel letto, completamente sveglia e lucida. Intuisce che non riuscirà a prendere sonno e si alza. S’infila la vestaglia e va nel soggiorno dove… seduto sulla stessa poltrona dove si sedette settimane prima,[xx] con aria di sfida, sta lui: Dracula. Il cuore di Kate ha un tuffo improvviso. Una parte di lei rimpiange di non avere sottomano la sua pistola speciale, ma un’altra parte di lei è felice della comparsa del vampiro e questo la fa disgustare di se stessa.

-Che cosa vuoi?- gli chiede, cercando di mostrarsi più sicura di quanto, in realtà, non sia. Dracula sorride.

-Io sospetto, mia cara...- risponde -…che cerchiamo entrambi la stessa cosa.-

-Che… che vuoi dire?-

-C’è un assassino, uno dei miei vampiri, che voi cercate, l’emulo di Jack lo Squartatore. Anch’io voglio la sua fine.-

-Perché? Cosa dovrebbe importarti della morte di povere donne innocenti?-

-Nulla, infatti. Quello di cui mi preoccupo è solo un ribelle individualista che mette in pericolo il mio esercito con le sue esibizioni. Ho interrogato personalmente i miei vampiri londinesi ed ho ricevuto queste informazioni.-

            Le parla rapidamente e le consegna un foglio che Kate legge:

-Mmm, si corrisponde al profilo ed alle impressioni che avevo avuto io, ma perché sei così sicuro che possa essere solo lui?-

-Per il luogo. Fu proprio lì, che oltre cent’anni fa incontrai quell’uomo “Jack lo Squartatore”, come lo chiamate voi. All’epoca non m’interessava quel che faceva, ma sono sensibile a certe cose ed in quel luogo aleggia un male molto antico, un male che aspettava solo di tornare su questa terra ed ha trovato il modo.-

-Tu mi stai dicendo che…-

-Come siete soliti dire voi poliziotti, io ti sto dando i fatti, Katherine. Sta a te trarne le conclusioni.-

            Si alza in piedi e la sovrasta, guardandola con un sorriso che le mette i brividi, ma che, al tempo stesso, trova sinistramente attraente.

-Se tu non somigliassi tanto alla mia amata moglie Maria, il tuo delizioso collo avrebbe già sentito le mie zanne.- le dice, sfiorandole il collo con un dito –Sei certa di non volerti unire alle mie legioni di tua spontanea volontà?-

            Lei trae un profondo respiro e risponde:

-Mai!-

-Mai è un tempo troppo lungo, Katherine, vedrai che sarai tu a cercarmi, presto.-

            Ancora una volta, lui diventa nebbia e scompare oltre la finestra, lasciandosi dietro una Katherine Fraser preda di ambigue sensazioni.

 

            Rachel Van Helsing non ha, invece molti dubbi:

-Stai giocando col fuoco Vlad, la tua debolezza per quella donna ti porterà alla rovina.-

-Credi che non sia capace di corromperla, come ho corrotto te, mia cara?- le risponde lui con un ghigno.-

-Di me hai fatto una vampira. È stato più facile farmi ripudiare le convinzioni di una vita, ma lei... attento Dracula, non cederà finché sarà viva.-

-Lo vedremo! Ora andiamo, la notte è alla fine ed è ora del riposo. Domani sarà una notte di caccia molto dura.-

 

            L’alba sorge su Londra ed alla luce del giorno, tutto gli incubi sembrano svanire, ma non per Katherine Fraser, mentre parla col suo diretto superiore.

-Immagino che non sia il caso di chiederle se è certa di ciò che dice, Katherine.- le chiede Chelm.

-Credo che una verifica ci dirà che è proprio il nostro uomo, o meglio, il nostro vampiro.- risponde la bionda scozzese -Secondo Dracula, questa è la nottte.-

-Dar retta ad un vampiro. Beh, Dracula è molte cose, ma non uno stupido, anche se…. se saremo fortunati, chissà, potremmo prendere due piccioni con una fava. Ci sarà folla a Whitechapel stanotte.-

-E non tutti saranno vivi.- commenta Kate.

 

4.

 

            La notte è scesa di nuovo su Londra e con la notte, un male oscuro riprende vita. Ha atteso a lungo, ma ora è tornato il momento di colpire. La sua preda è la fuori, ignara ed è ora che cominci di nuovo la caccia. Sorride, scoprendo i canini appuntiti. Un semplice pensiero e la sua forma si fa di nebbia, per poi riapparire all’esterno dell’attico e condensarsi nella volante forma di un pipistrello che prende, deciso, una direzione.

 

            Helen Maxwell non ama dare ascolto agli avvertimenti. Per esempio, le avevano detto che questo quartiere è pericoloso per le giovani donne dopo il tramonto, ma lei aveva liquidato il tutto con un secco: “Sciocchezze”. Dopotutto, Whitechapel non è più il quartiere malfamato che era nell’epoca vittoriana e quel serial killer di cui parlano tanto sono giorni che non si fa più sentire, quindi, che senso ha starsene tappata in casa? Attenta Helen, non si è mai abbastanza prudenti.

 

            Warwear vola, protetto da un dispositivo di criptamento. Niente del tutto sui suoi sensori, ma questo non lo sorprende molto. Durante il viaggio New York-Londra ha studiato il dossier datogli dai suoi capi, rinfrescando le sue scarne nozioni sui vampiri. A quanto pare, questi esseri sono assolutamente invisibili a qualsiasi cosa che non sia l’osservazione diretta, specchi, pellicole e quant’altro non possono catturare la loro presenza. Il motivo di questa bizzarria non lo sa ed in fondo non gli interessa; il problema è che, per questa ragione, egli deve affidarsi al lavoro dei suoi compagni e sperare che i loro sensi riescano dove i suoi sensori elettronici falliscono per poter intervenire al momento opportuno. È maledettamente frustrante sapere che il tuo nemico potrebbe essere a due passi da te e tu puoi solo sperare che siano i tuoi occhi a vederlo nella nebbia, prima che sia troppo tardi.

 

            Per il licantropo chiamato Sabre non ci sono grossi problemi. Gli odori ed i suoni di Londra non sono poi così dissimili da quelli di New York e lui è abituato a muoversi di notte, anche se l’atmosfera ovattata della nebbia gli da una strana sensazione. Non è affatto sicuro che le sue abilità di segugio possano essere utili contro esseri come i vampiri, ma dopotutto anche lui ha un’origine soprannaturale e, forse, questo lo rende sensibile alla presenza di quelle creature. Un momento, ha sentito qualcosa. Si, non può sbagliarsi è odore di morte. Con decisione si tuffa nella nebbia.

 

            La ragazza cammina svelta. Maledetta nebbia, pensa, non vede l’ora di essere a casa, rilassarsi con un bagno caldo e… Dei passi alle sue spalle:

Tap, tap, tap.”

            Secchi, regolari, proprio dietro di lei. La ragazza accelera il passo.

Tap, tap, tap.”

            Sono più ovattati, adesso, forse si è spaventata per nulla.

 

 

            Midnight Sun è scivolato tra i palazzi di Londra dritto verso la sua meta. Non sa che in uno degli eleganti appartamenti che ha superato ha temporaneo alloggio Shang Chi, un tempo suo amico e suo nemico, ma, se lo sapesse, forse non gli darebbe importanza. Sono cose che appartengono ad un’altra vita.

            Quanto a Shang Chi, lo attraversa una fuggevole sensazione. presto sparita, come una specie di sogno.

            Un confronto tra due vecchi compagni dovrà essere rimandato.[xxi].

            Questo era meno di un’ora fa, adesso Midnight Sun ode qualcosa nell’aria ovattata di Londra, qualcosa che mette all’erta i suoi sensi.

 

            La ragazza ha continuato la sua camminata, casa sua è vicina, ormai e...

Tap, tap, tap.”

            Ancora quei passi, ora lei quasi corre. Stupida, si dice, dovevi dare retta agli avvertimenti, dovevi…

Tap, tap, tap.”

            Luce, non può accaderle niente sotto la luce. Appoggiata al lampione una donna. Bionda, vestita solo di un maglione rosso ed un paio di jeans, non sembra un abbigliamento da prostituta, ma chi può saperlo di questi tempi? Decide di ignorarla. I passi sono cessati, forse ha avuto troppa paura. Eccola arrivata, ora deve solo trovare le chiavi nella borsetta e… Deve avere le allucinazioni, le sembra che le nebbia stia prendendo la forma di un uomo. No, è vero! Proprio lì, davanti a lei, un uomo dal volto affilato ed il naso aquilino, sta aprendo la bocca e mostra due canini appuntiti. La ragazza urla.

5.

 

 

            E Jack Russell arriva piombando addosso a Dracula e facendolo cadere a terra. Il tempo di riprendersi dalla sorpresa ed il Signore dei Vampiri è diventato nebbia, che si condensa in forma umana alle spalle di Sabre, afferrandolo per il collo e sbattendolo contro un vicino muro.

-Stupida palla di pelo come osi attaccare Dracula?- esclama.

            Il licantropo si rizza subito in piedi, pronto ad un secondo round.

-Fermati dannata creatura!- intima Dracula, ma, indifferente ai suoi ordini, il licantropo lo colpisce con una zampata che avrebbe staccato la testa anche ad uno della stazza di Mike Tyson. Dracula vacilla, ma non cade.

-Dimenticavo che la tua razza maledetta è immune ai miei ordini, a parte i Farkaskoldoi.-[xxii] borbotta il Signore dei Vampiri –Tanto peggio, ti sconfiggerò a mani nude, un piacere che non mi prendo da tanto tempo.-

-Un piacere di cui farei a meno, ma, se insisti…-

-Parli? Questa si che è una novità, sono passati secoli dal mio ultimo incontro con un licantropo parlante, ma tu non appartieni a quello che chiamano “il Popolo” o lo saprei.-

-Non capisco quello che stai dicendo...-[xxiii] replica Jack saltandogli addosso -… ma sento che ho un conto da regolare con te e non mi lascerò scappare l’occasione.-

-Conto da regolare?- esclama Dracula, mentre respinge l’assalto Ma certo! Sei il licantropo che affrontai anni fa in Transilvania con quella maledetta Topaz, prima che diventasse Darklady.[xxiv] Sarà un piacere doppio sconfiggerti.-

-Non te lo consiglio, mister.- interviene una voce dura –Sei sotto il mio tiro ed anche i miei amici sono pronti a colpirti.-

            Warwear, e Midnight Sun sono improvvisamente usciti dalla nebbia. Dracula sorride, scoprendo gli affilati canini.

-La Justice Inc.- esclama –O quello che ne rimane, dovevo immaginare che sareste venuti in aiuto di Mr. Russell.-

-Ci conosci?- chiede, stupito, Warwear.

-Un buon generale si informa sempre suoi potenziali nemici ed ai miei tempi io, Dracula, ero il migliore.-

-Dracula? Il pezzo grosso in persona? Devo dire che assomigli più a Christopher Lee, che a Bela Lugosi. Ora che ne dici di arrenderti pacificamente?-

            Dracula scoppia a ridere.

-Sciocco come tutti i mortali, Warwear. Credi, forse, che Dracula sia una preda indifesa?- schiocca le dita ed ecco che appaiono, quasi dal nulla, Rachel Van Helsing ed altri due vampiri, un uomo ed una donna. –Uccideteli.- ordina –Ma lasciate stare il licantropo, quello è mio.-

-Sono davvero lusingato, vogliamo proprio dedicarci ad un classico come: “Dracula contro l’Uomo Lupo”? Beh ci sto.-

 

            Warwear esita. Quella che si avvicina è una donna molto bella. Colpirla va contro le sue convinzioni più intime, ma non è sopravvissuto tanto a lungo solo per farsi incantare da un paio di occhioni. Ha sentito parlare delle capacità di ipnosi istantanea dei vampiri. I suoi occhi sono schermati ed i suoi sensori sono passati in modalità infrarossi. Lancia un paio di droni esplosivi, ma la vampira li evita mutando in nebbia. Ritorna umana solo per crollare a terra immediatamente, contorcendosi in preda al dolore.

-Nitrato d’argento,- commenta Warwear –Contavo sul fatto che saresti diventata nebbia per sfuggire ai miei droni ed essi hanno sparso nella nebbia nitrato d’argento. È mortale per voi vampiri, vero? Sei avvelenata, bella. Vorrei dire che mi dispiace, ma….-

            Improvvisamente, viene afferrato al collo da una forza straordinaria. Con sua somma sorpresa, un’altra delle vampire, quella bionda con la cicatrice sul volto, lo sta tenendo sollevato con una sola mano.

-Patetico mortale.- esclama Rachel Van Helsing –Credi che un’armatura possa proteggerti da me?  Stai per ricevere un’amara delusione.-

            Mi sta spezzando le vertebre del collo, come se l’armatura nemmeno esistesse, pensa Parnell, se non mi libero alla svelta, sono finito, finito.

 

            Midnight Sun combatte l’altro vampiro. Sarebbe sorpreso di sapere che, sino a poche settimane fa era un contabile di nome George Warren, ucciso dalla stessa vampira che sta contorcendosi nella strada?[xxv] Per lui non farebbe gran differenza, mentre usa le sue arti marziali per contrastarlo. È veloce, però, troppo veloce anche per lui, a meno che… Midnight Sun scompare, per riapparire, immediatamente, dietro il vampiro. Non esita. Spietato ed efficiente spinge il paletto sin nel cuore dell’avversario e resta a guardarlo cadere nell’asfalto.

 

            Nel frattempo, Dracula si è trasformato in un enorme lupo nero e si è gettato su Jack Russell, ma il licantropo ha evitato il suo assalto. I due si combattono senza esclusione di colpi, poi, Dracula diventa nebbia e s’insinua sotto di lui, ridiventando, quindi, umano e sollevandolo sopra la testa, gettandolo lontano ancora una volta.

            Jack si rialza. Ogni sembianza di razionalità è scomparsa dal suo sguardo, come se la sola presenza del vampiro avesse riportato alla luce una parte di lui sepolta da tempo. Con un ringhio si lancia addosso a Dracula, mordendolo al collo. Il vampiro urla.

-Mi hai fatto del male!- grida, afferrando il licantropo per le braccia. -La tua dannata natura mistica ci rende vulnerabili l’uno all’altro. Bene, ora vedremo cosa farai quando sarò io ad affondare i denti nella tua giugulare, per bere il sangue di un licantropo.-

            E mentre con le mani tiene fermo l’avversario, Dracula spinge i canini affilati contro il collo del licantropo.

 

            Lontano da lì, Helen Maxwell ha raggiunto casa sua, ignara di cosa siano realmente i rumori, che da lontano, le giungono attutiti dalla nebbia. È già pronta ad aprire la porta, quando ode la voce alle sua spalle:

-Ciao Helen!-

-La ragazza si gira e vede una figura maschile. Un attimo di panico, prima del riconoscimento.

-Ah sei tu?- esclama.

-Si, io. Non m’inviti ad entrare?- risponde l’altro, mentre i canini appuntiti sporgono dalle sue labbra.

 

FINE DEL QUINDICESIMO EPISODIO

 

PROLOGO: Le Solomon Towers, New York City. Ieri.

 

“Voglio che sia chiara una cosa, signori: la Justice Incorporated non è un ‘gruppo-famiglia’.”

A parlare era la fondatrice della J.I., l’enigmatica Angela Cleaver. Una bellezza da Monna Lisa afroamericana vestita di Armani e pur tuttavia una bellezza con il ghiaccio dentro.

I presenti in sala erano tredici. Lei e gli altri tre dirigenti della Società di Eroi a Pagamento: Dollar Bill (amministazione/PR), Letitia Frost (strategia/Direzione tattica) e Garolfo Riccardo degli Abruzzi (reverse engineering).

I rimanenti nove erano la ‘mano armata’ dell’organizzazione, i Giustizieri, che, per l’ultima volta, erano rappresentati da:

  1. Warwear, Parnell Jacobs, il leader dotato dell’armatura vivente a tecnologia Eidolon.
  2. Midnight Sun, M’nai, Eritreo, un guerriero reso invincibile dalla tecnologia aliena dei Kree.
  3. Sabre, Jack Russell, licantropo per maledizione familiare e cyborg per intervento della stessa Cleaver.
  4. Lo Sciacallo D’oro, Ahmad Azis, mago e sacerdote del dio Anubi.
  5. Tigra, Greer Grant Nelson, ex Vendicatrice e Campionessa del Popolo Felino.
  6. Capitan Power, misterioso super-essere del quale solo la Cleaver sembrava conoscere qualcosa.
  7. Joystick, Janice Olivia Yanizeski, Americana ma nata da genitori Sloreni, ex membro dei Signori del Male.
  8. Fusione, Robert Markley, mutante col potere di indurre illusioni.
  9. Molten, Mark Raxton, vicepresidente delle Osborn Industries, ex nemesi dell’Uomo Ragno.

“Un buon nemico, sfortunatamente,” continuò il Presidente della JI, “sa analizzare il proprio avversario, le sue tattiche e soprattutto le debolezze.

“Per questo i vostri contratti non sono fissi, e avete la possibilità di lasciare l’organizzazione in base alle vostre necessità personali…Per quanto, siamo sorpresi da un simile numero di richieste allo stesso tempo.” E a quel punto, tacque, interrogando con gli occhi, uno ad uno, gli interessati.

Tigra si morse un labbro, prima di dire, “Ho trovato la mia strada, finalmente, e so dove andare, al fianco di chi combattere e perché[xxvi].”

Cap sembrava calmo, ma mentre teneva le mani unite sul tavolo, si girava nervosamente i pollici. Non osò dire niente, non voleva. Sapeva solo di avere commesso una sciocchezza innominabile usando il suo potere come aveva fatto durante la crisi Inferno2[xxvii]. Sperò solo che la Cleaver non osasse chiedergli dettagli… e lei non lo fece, grazie a Pama!

Joystick disse, “Mi ero ripromessa di lasciare questa banda di matti, appena avessi fatto abbastanza soldi, ed ora voglio godermeli in santa pace e senza superboyscout a darmi calci nel sedere.”

Fusione era, più o meno, dello stesso parere. “Ho quasi più soldi di quanti ne possa spendere, e devo a mio figlio una vita migliore che stare in un palazzo ad aspettare di sapere se tornerò vivo da una giornata di lavoro.”

Molten sbuffò. “La verità è che preferirei rimanere, ma mia sorella è sotto tiro, soprattutto da quando si è messa con il Procuratore Nelson…Senza contare il ritorno sulla scena di Norman Osborn; potrà anche fare credere al mondo di avere smesso di essere Goblin[xxviii], ma non ci credo neppure se lo vedo. Quindi…”

La Cleaver annuì. “Dobbiamo considerare le vostre dimissioni con effetto immediato?” Cinque assensi. “Capisco. Naturalmente, i primi fra voi che tornassero o si dedicassero ad attività criminali saranno lasciati nel loro brodo, non dimenticatevelo.

“Ora, la vostra partenza ci lascia a quattro effettivi…I nuovi Giustizieri saranno disponibili fra un paio di giorni. Se nel frattempo arrivasse un cliente, conto sugli effettivi disponibili per fare un buon…hm?”

Il telefono scelse quel momento, per squillare. La donna attivò il ricevitore della sua cuffia. “Sì?” Quando lo squillo arrivava a quel piano della Torre, la chiamata era stata filtrata a dovere dalla IA del centralino. Avrebbe potuto farsi dare ogni identificativo del chiamante, ma quella funzione era riservata a una lista predeterminata di ‘seccatori’. I clienti dovevano sentirsi liberi di presentarsi ed esporre il motivo della chiamata in modo spontaneo.

“Miss Cleaver?” La voce era quella di un uomo di circa mezza età, accento decisamente della vecchia Albione. Era carica di tristezza, ma si poteva percepire l’acciaio, dietro. “Il mio nome è Clive Anderson. Ho bisogno di voi per trovare ed eliminare il serial-killer di Whitechapel. Il mostro ha ucciso mia figlia. Sono sicuro che non si tratta di una creatura di questo mondo!”

 

 

MARVELIT presenta

di Valerio Pastore

Episodio 11 - CUORE DI TENEBRA, SPIRITO IMMORTALE!

 

Whitechapel, Tower Hamlet, Londra. Adesso.

 

Non aveva commesso un simile errore di valutazione da quando era un semplice fante, sotto I Marines…Cionondimeno, Warwear era scusato solo dalla propria inesperienza con i vampiri. Un dossier, per quanto specifico, era ben altra cosa rispetto alla realtà.

E la realtà era una vampira di nome Rachel Van Helsing, una donna forte in spiritu, in vita, e decisamente forte in corpore quale consorte nonmorta del Signore dei Vampiri. Aveva voltato il corso della battaglia trasformandosi in nebbia[xxix] e riapparendo alle spalle del Giustiziere; a quel punto, aveva iniziato ad esercitare una presa intesa a spezzargli il collo come ad un fuscello…

Warwear si diede di nuovo dello stupido per avere ceduto al panico…ma era come trovarsi faccia a faccia col babau dell’infanzia. I ‘cadaveri animati’ di Ultron, in Slorenia, almeno, erano figli di una scienza deviata, non esseri soprannaturali da incubo!

La vampira tirava, tirava, ma non riusciva a portare il collo del suo avversario al punto di rottura! “Cedi, maledetto!” sibilò, senza sapere che il guscio di metallo vivente aveva risposto aumentando localmente la propria densità fino a potere contrastare la forza di lei.

Altra cosa che Rachel non sapeva, era che l’intera armatura si comportava come una vera e propria pelle ai soli comandi mentali del suo proprietario… “NOrrrgh!” il verso gorgogliante le sfuggì appena si ritrovò un paletto metallico piantato nel cuore, un paletto spuntato direttamente dalla schiena di Warwear! Più per lo choc che per il dolore, lasciò di riflesso la sua preda. Fortunatamente, il paletto non era di frassino, oppure…

“Ehi, strega!”

Rachel sollevò lo sguardo…verso il drone puntato direttamente sul suo volto. L’istante successivo, si trovò la visione riempita dal nitrato d’argento, vale a dire il vetriolo dei vampiri!

 

L’urlo della vampira distrasse il suo compagno, il Conte Dracula in persona. In preda all’apprensione, il Signore dei Vampiri levò i denti dal suo imminente pasto, vale a dire il licantropico Sabre. Una distrazione che gli costò un colpo d’artiglio dallo stomaco alla gola! Un colpo che la natura mistica del mannaro rese efficiente come se Dracula fosse stato un uomo normale. Dracula fu spinto all’indietro dalla forza dell’attacco, incredulo -era incredibile! Quella creatura sembrava acquisire forza ad ogni momento, invece di stancarsi…

Ma certo! Pensò, osservando la furia omicida nell’espressione del suo avversario. Il Darkhold! La sua famiglia ha acquisito la licantropia a causa di quel testo maledetto! Spingendo Russell nella furia combattiva, l’ho reso preda di forze che non incontravo dalla Guerra delle Tenebre!

C’era un solo modo per rimediare…Dracula si trasformò in nebbia, proprio mentre Sabre gli arrivava addosso sbavando dalla rabbia e con gli occhi ormai accesi di una luce sanguigna.

Tornò solido e perfettamente guarito sopra di lui. Stava per fare la sua mossa…quando si vide apparire davanti la nera figura di Midnight Sun, che in un pugno stringeva un paletto di frassino per il suo cuore!

 

A distanza di sicurezza da quello scenario, proprio un minuto dopo l’inizio della battaglia, la giovane donna di nome Helen Maxwell aveva raggiunto il rifugio della sua abitazione. Si sentiva il cuore in fiamme, come se avesse corso per miglia e non compiuto il suo abituale tragitto dal lavoro.

Mentre infilava la chiave nella toppa, Helen si ripromise di non provare mai più a fare l’eroina! Era sicura, materialmente sicura, di essere stata seguita da qualcuno; e tutte le volte che aveva voltato lo sguardo, aveva scoperto di essere sola…

Sissignori, da domani si sarebbe fatta accompagnare da qualcuno, possibilmente grande e muscoloso, a costo di sedurlo!

Ebbe solo il tempo di chiedersi fugacemente cosa fossero i suoni che udiva in distanza, attutiti dalla nebbia, quando una voce maschile alle sue spalle disse, “Ciao, Helen.”

Questa volta fu sicura di avere avuto un infarto, mentre si voltava…Poi, riconobbe il proprietario della voce. “Ah, sei tu?” le scappò detto forse con un tono un po’ troppo alto.

“Sì, io,” rispose l’altro, con un sorriso che mostrò dei canini…appuntiti… “Non mi inviti ad entrare?”

Helen avrebbe urlato, senza alcun dubbio. La bocca era spalancata, ma neppure un suono ne uscì. Gli occhi di lei sprofondarono in quelli rossi di lui. Così strani…intensi…profondi come un mare di sangue…

Non si accorse neppure di stare dicendo, con un tono ora sottomesso, “Sì, entra pure di tua volontà.”

“Grazie. Ora, apri la porta ed entra.” Il mostro vide lei obbedire docilmente, completamente succuba della sua volontà. Quando la porta fu aperta, ed Helen fu entrata, l’Assassino di Whitechapel si incamminò verso la soglia…

Non l’avrebbe mai varcata: il suo corpo si scontrò come con una barriera fisica! Lampi di energia mistica avvolsero il suo corpo in una morsa dolorosa come non aveva più provato dal giorno della sua morte! L’Assassino urlò e si contorse, un momento prima di venire respinto all’indietro. Rovinò a terra per diversi metri, prima di mettersi seduto con un ringhio orrendo. “Che trucco è mai questo!?”

“Un atto di fede, demonio del limbo della vita,” rispose una voce maschile dall’interno della casa, in un Inglese venato da un accento straniero. Il proprietario di quella voce si parò sulla soglia: lo Sciacallo! “La stessa fede che ha combattuto la tua progenie da quando era l’Egitto il faro del mondo civilizzato…Clive Anderson.”

Era più giovane, ma nel suo volto si riflettevano i tratti dell’uomo che li aveva assunti per catturare l’Assassino di Whitechapel. Clive Anderson, Jr., sibilò. “Sapere chi sono non ti salverà dal destino che condividerai con quella troietta di Helen!”

 

Dracula non era arrivato al suo titolo contando sulla fortuna. Nel momento in cui aveva visto il paletto arrivargli addosso, ad una velocità che si era rivelata letale per il suo servo George Warren, aveva scartato. Sun, colto di sorpresa, si lasciò trascinare in avanti dalla sua stessa forza…diventando un perfetto bersaglio per il pugno che Dracula gli sferrò alla mascella con tutta la sua forza. Solo il potenziamento dei Kree lo salvò dal ritrovarsi il collo spezzato. In compenso, non lo salvò dal precipitare al suolo!

Sabre, che fino a quel momento stava fissando la sua preda volante, fu distratto dal nuovo ‘bocconcino’ praticamente cadutogli ai piedi.

Dracula vide il mannaro avventarsi sul nero guerriero. Senza pensarci su due volte, levò una mano al cielo, ed evocò la potenza del cielo! Ad una velocità impossibile, una nuvola nera si formò sulla scena della battaglia. Da quella nuvola, scoccò un fulmine di rara potenza…e il lupo mannaro ne fu investito in pieno! Il suo guaito di dolore fu breve, ma forte abbastanza che la gente che lo udì, a diversi isolati di distanza, si fece il segno della croce.

Fu un evento sufficiente a fermare la battaglia. “SABRE!” urlò Warwear, dimentico di tutto tranne che del compagno ferito -maledizione, i Giustizieri, in battaglia, erano una sua responsabilità!

Atterrato accanto al licantropo, si chinò ad esaminarne il corpo inerte, semiustionato, ancora fumante -cazzo, era ancora vivo! Ma come...?

“Il fulmine non era mistico,” disse Dracula, levitando a terra. “E le forze del Darkhold lo hanno protetto dal più del danno. Il resto lo farà il suo fattore di guarigione…Almeno, adesso, dovrebbe rinsavire dalla Follia di Sangue.

“Ed ora, Giustizieri,” aggiunse, mentre si avvicinava a Rachel, “vogliamo parlare di un certo nemico comune?”

 

“Cosa…cosa sta succedendo..?” Helen si sentiva come se si fosse appena svegliata da un sogno. Un attimo prima era in strada, ed ora era nel suo salotto…e c’erano due estranei dentro! Poi anche quel momento di confusione passò, e la giovane riconobbe le figure dell’Ispettore Capo Chelm e Katherine Fraser, di Scotland Yard. Aveva parlato con loro dopo la morte di Carol…

La coppia stava sul chi vive, entrambi impugnavano una pistola, e l’uomo teneva nell’altra mano anche una specie di fiaschetta. “Succede che lei stava per diventare un’altra vittima dell’Assassino di Whitechapel. Ora stia qui e non si muova, miss Maxwell. Se quella carogna supera lo Sciacallo, toccherà a noi tenere il forte in attesa dei rinforzi…Se solo si muovessero…”

Definire confusi i pensieri di Helen sarebbe stato un bell’eufemismo. Tutto quello che sapeva, era che provava una sorta di brivido di orrore, alla sola idea di lasciare la protezione dei due agenti…

Per conto loro Chelm e Fraser ringraziarono il cielo di avere dato retta a quella banda di folli, quella mattina a SY…

 

Erano arrivati, cosa decisamente atipica per la loro categoria, in una Rolls-Royce degna del Principe. La loro venuta era stata precedeuta da una chiamata di Angela Cleaver in persona. La donna si era comportata come al suo solito, cioè una valanga che aveva travolto ogni filtro fra lei e il Sovrintendente in persona. Chelm e Fraser erano stati letteralmente strappati dalle loro attività, per essere presenti durante un colloquio che li aveva visti muti fino alla sua fine. Poi, con molta calma, il Sovrintendente aveva fatto capire loro che la piena collaborazione con gli yankees sarebbe stata alquanto salutare alle loro carriere.

Il resto della giornata era stato trascorso ad elaborare la strategia: la JI, almeno, aveva fatto i compiti a casa, e la loro conoscenza sui delitti era completa. Quasi l’Ispettore li avrebbe ammirati, non fosse stato per la sparata -elaborata da un Italiano, per giunta!- che il serial-killer vampiro fosse il fratello di Carol. Si era messo a ridere forte.

Fraser lo aveva salvato in corner. “Combacia, invece. Sì, è così…Carol conosceva la sua vittima, gliel’avevo detto. E quello che mi ha detto Dracula lo conferma”

Chelm masticò amaro, non proprio convinto… Fidarsi di Dracula..!

Ne discuteremo dopo,” intervenne Warwear -dannazione, quegli eroi maledetti non potevano fare la cortesia elementare di non girare armati fino ai denti in una stazione di polizia, coni tempi che correvano??- “Ora dobbiamo concentrarci sul portare l’assassino allo scoperto. E credo che la sola cosa da fare sia ricorrere al più vecchio dei trucchi: useremo un’esca.”

Chelm quasi si strozzò col bicchiere d’acqua -maledetto regolamento sull’alcool in servizio! “Ora so che siete impazziti…E chi vorreste immolare alla vostra sete di rissa?”

“Se l’Assassino è proprio il giovane Anderson,” rispose Garolfo, “allora possiamo contare su una sola persona. Lui ha deciso di farsi prendere, ed agirà stanotte.”

“E se vi state sbagliando?”

“Altro sangue innocente potrebbe venire sparso. Garantiremo comunque un servizio di pattugliamento sull’intera area di Whitechapel. Resta inteso che la vostra Task-Force antivampiro non dovrà essere presente. Vogliamo evitare un numero eccessivo di coinvolgimenti…Ah, e un’altra cosa: se l’ipotesi di Seldon su Clive Anderson, così come concepita, fosse errata, e se lui fosse solo un uomo sotto lo stretto controllo di una volontà superiore, potremmo trovarci di fronte al pianificatore di quella che è stata finora una tattica diversiva. E con lui, i vostri uomini sarebbero effettivamente inutili.

“Sto parlando del Conte Dracula, Ispettore.”

 

“Stai fermo, maledetto figlio di &%$£!Cosa ci vuole per ucciderti?”

Il vampiro si era rivelato un avversario di tutto rispetto. Era evidente che la barriera lo aveva colto di sorpresa, visto che stava resistendo ad ogni incantesimo antivampiro che il sacerdote di Anubi conoscesse. Anziché fuggire, però, il mostro si era intestardito sulla sua preda. E per ora, solo lo Sciacallo stava fra lui e l’abitazione…

Altro attacco! Almeno, Anderson non era in grado di assumere altre forme che quella di pipistrello nonmorfo e nebbia. I suoi colpi doveva sferrarli in forma umana, e ciò lo rendeva prevedibile. Lo Sciacallo parò usando due corti bastoni dorati -a tutti gli effetti, lui era stato addestrato a servire il Dio Anubi con le stesse tecniche insegnate alla sua vecchia nemesi, Moon Knight. Basicamente, possedevano le stesse armi.

Lo Sciacallo parò, e allo stesso tempo sferrò un potente calcio con lo stivale metallico! Un colpo dritto allo sterno…che, però, arrivò solo a colpire dell’impalpabile nebbia!

Il sacerdote-guerriero si trovò a guardarsi intorno freneticamente, ma nella notte già nebbiosa era come cercare un filo d’erba in una prateria!

Inutile perdere tempo, doveva entrare in casa e subito! Corse verso la porta…e questa si chiuse da sola davanti a lui! “Cosa..?”

 

Rumore di passi metallici, poi la porta che si chiudeva sbattendo.

La nebbia giunse l’istante successivo. Helen urlò. Gli oggetti divennero contorni indefiniti nel mare grigio che riempì la stanza.

Kat..?” Chelm vide la ragazza diventare pallida, mentre serrava i denti. “Male…così tanta oscurità…”

I pensieri si rincorrevano frenetici nella testa di Chelm. Una pedina, voleva dire? Lei gli aveva riferito del colloquio con Dracula…Povera ragazza, ogni tanto cadeva nella trappola dell’’onore’! Lui non avrebbe mai creduto alla parola di un mostro simile, ed ora stava per avere la prova che aveva ragione…

Errore.

La nebbia prese la forma di Clive Anderson Jr., e fu solo lui a sorridere a Chelm. “Su con la vita, gente…finché ve ne resta.”

La risposta di lui e della sua assistente furono diversi proiettili d’argento esplosi dalle loro armi. L’Assassino non fece neppure finta di scansarli. Fu colpito in pieno…e rise. I colpi avevano effettivamente perforato all’altezza del cuore, ma senza produrre effetto!

“Idioti! Credevate davvero di potere usare quelle inutili armi contro di me?”

“Anderson…” mormorò Chelm. Per tutta risposta, una forza invisibile lo scaraventò come un ciottolo dall’altra parte della stanza. Il suo volo si infranse contro la libreria.

“Andiamo, Ispettore, mi sono quasi offeso,” disse il vampiro, avanzando verso Helen, incurante della croce brandita da Katherine. “Uno lavora tanto per ricostruire la propria fama, e come deve sentirsi chiamare? Col nome del suo stupido fantoccio.” Su tale parola, mollò un manrovescio a Katherine, facendola rovinare contro un comodino. Per conto suo, Helen era come un coniglio di fronte al serpente, incapace di muovere un solo muscolo, tale era il terrore.

La schiena di Chelm urlava per il dolore, ma l’uomo rimase abbastanza lucido da accorgersi che, adesso, la voce del vampiro non era quella di Anderson. Possedeva un accento…ricercato, ed era più vellutata, ma con un sottofondo osceno…

Anderson accarezzò una guancia di Helen. I suoi occhi brillarono. “Mia cara, sei stata un pasto costoso, degno di essere l’ultimo, in questo squallido quartiere.

“Ora che il vecchio Anderson mi ha fatto scoprire, dovrò…traslocare. Ma puoi consolarti…tu non morirai come la tua amica…” si chinò su di lei, “…come tutte le altre…” Spalancò la bocca, ormai a un centimetro dalla giugulare…

Una mano guantata di nero lo afferrò per il bavero, e lo scaraventò come niente verso la finestra! Era stato talmente rapido, che il vampiro non si trasformò neppure in nebbia, ma rovinò a terra.

Chelm tirò un sospiro di sollievo, nel vedere Midnight Sun aiutare Katherine a rialzarsi. “Ce ne hai messo, eh? Che diavolo stavate combinando…Ahh, lascia stare,” concluse, ricordandosi che quel tizio era muto.

 

Anderson si mise in piedi, pronto a diventare nebbia…quando una porzione della suddetta si condensò nelle forme di “Dracula? Van Helsing? Ma come..?” Nel suo panico, provò che un vampiro poteva impallidire dalla paura.

Il Signore dei Vampiri sembrava deluso. “Contrariamente a quanto dicono i racconti tendenziosi su di me, ho l’abitudine di soppesare i fatti e sapere stringere le alleanze necessarie, quando i tempi lo richiedano.”

“Il guaio di avere a che fare con dei vecchi soldati,” aggiunse Warwear, mentre atterrava alla sinistra di Anderson. Lasciò andare Sabre, che stava reggendo per le braccia, ed il mannaro saltò alla sua destra. Con Van Helsing dietro di lui, l’Assassino di Whitechapel era effettivamente circondato.

Emozioni di odio e paura, sfida e disfatta, si alternavano sul volto del nonmorto. “Non potete…Non posso essere sconfitto, non ora. Non ora che posso di nuovo vivere…”

Il cerchio si strinse. Sabre ringhiava, i droni erano puntati. Van Helsing già assaporava la sua preda. Dracula era calmo, solenne come si addiceva al proprio titolo. “Sei solo un parassita che ha approfittato di un momento favorevole, Jack lo Squartatore. Hai osato rubare un mio servo, farne il tuo ricettacolo per le tue folli imprese…”

Anderson sorrise il sorriso di un folle. “’Osato’, ‘padrone’? Cosa credevi di fare, uccidendo un uomo proprio qui, sul mio territorio? Anderson era un cuore nero, ed è stato solo naturale per me riempire il corpo svuotato del suo soffio vitale. Se vuoi attribuire colpe, attribuiscile alla tua sete!” e detto ciò, divenne nebbia -Dracula era stato uno sciocco a non attaccarlo subito! In quella forma, avrebbe potuto trovare rifugio, per poi…

Il suo urlo di dolore echeggiò per le nebbie Londinesi. La sua forma solida si manifestò l’istante successivo -una forma ustionata, le carni sfrigolanti sotto gli abiti assurdamente intatti. Anderson ansimava, prostrato a terra. “Cosa..?”

“Il solito nitrato d’argento nebulizzato,” disse Warwear. “Meno male che ho fatto scorta, vero? Potrai essere immune alle croci, ma non alla chimica…Vedi che succede a prendersi un corpo usato?”

Dracula afferrò il corpo di Anderson per il bavero della giacca. “La sete di un vampiro va soddisfatta per la sopravvivenza, Jack,” disse, gelido, fissandolo negli occhi. “Nessuno può solo pensare di mettere in pericolo la nostra esistenza giocando come fai tu.”

“Non…parlare…Uccidimi…” la voce venne da una gola devastata, ma era indubbiamente quella di Anderson. “Mi ha fatto…uccidere mia sorella…deve pagarla…E io…troppo debole per…”

Dracula annuì, mentre estraeva qualcosa da una tasca del suo abito, per l’occasione, il suo vecchio classico che usava come simbolo di rango. Anderson era un pavido, in vita, distaccato dai suoi parenti più vicini…Vero che lui, Dracula, aveva impiegato secoli, prima di ammettere il valore di sua figlia Lilith, ma era anche vero che lunga era la vita di un vampiro. Gli umani, invece, così fragili e poco longevi, erano capaci di rinnegare sentimenti che avrebbero solo finito col rimpiangere…

Anderson non sarebbe stato neppure un buon servo, ma solo carne da cannone. Senza rimpianti, con un colpo solo, Dracula infilò il paletto di frassino nella cassa toracica di Anderson. Il cuore del vampiro fu sfracellato.

Anderson spalancò la bocca e gli occhi un’ultima volta. Urlò, e questa volta fu l’urlo di un’entità antica, ancora una volta frustrata ed esorcizzata. Un getto di luce verso il cielo accompagnò quella disfatta. E finalmente, i danni accumulati si fecero sentire, tutti in un colpo solo. Il corpo di Clive Anderson Jr. si dissolse in un cumulo di cenere.

Dracula si spazzolò le mani dalla cenere. “Con questo, gli omicidi sono terminati,” disse. “Io ho rispettato la mia parte, Giustizieri. Non mi aspetto di meno, da voi.”

Warwear annuì. Garolfo aveva localizzato nella Carfax Abbey il QG di Dracula, cioè V.T. Drake. Il silenzio su quella scoperta era il pegno per la pace con Dracula. Una pace importante, che la Cleaver in persona aveva approvato e sollecitato -la JI avrebbe rifiutato i casi legati ai vampiri di Dracula, e Dracula avrebbe fatto il possibile per prevenire una nuova Guerra delle Tenebre…

Rachel Van Helsing fissò Warwear con tutto l’odio di un cuore nonmorto, ma avrebbe dovuto mettere da parte la sua sete di vendetta. Per ora.

I due arcivampiri divennero pipistrelli, e volarono via indisturbati.

Chelm e Midnight Sun emersero dalla soglia della casa di Helen. “Non sono sicuro di volere sapere i particolari su quello che ha detto…ma se i delitti di Whitechapel sono finiti, a Scotland Yard può bastare.”

“Non finiranno,” disse lo Sciacallo, gli occhi attenti sotto la maschera animale. “Jack, o la forza che assunse tale nome, è ancora presente, ed aspetta solo una nuova occasione, per tornare ad uccidere. Dracula non gli concederà una nuova occasione, ma al mondo ci sono altri vampiri che potrebbero non esitare…Nel qual caso, Ispettore, non esiti a ricorrere all’aiuto di noi ‘vigilantes’. Queste sono forze che dei semplici esseri umani, per quanto coraggiosi, non possono vincere.”

Chelm pensò a Rachel Van Helsing, che aveva fatto parte dei suoi più famosi predecessori nella caccia al vampiro…ed ora era una di loro. Rabbrividì: generazioni di vivi che dovevano sempre reimparare, contro una sola generazione di mostri immortali che non dimenticava mai…Era davvero una lotta senza speranza..?

 

 

FINE JUSTICE INC. 11

 

 

 

Ci sono cose nella nebbia che è meglio non incontrare. Ci sono persone nella nebbia, il cui cammino è meglio non incrociare. Ci sono orrori che è meglio pregare che dormano nei loro luoghi di riposo, perché la loro fame non è come la nostra fame e la loro sete non è come la nostra sete. Per loro, noi non siamo altro che prede, ed attendono nella notte il loro momento per dare il via alla caccia.

 

 

#16

UNO STUDIO IN NERO

(Ovvero: Sinceramente vostro Jack lo Squartatore)

1.

Notte del 30 settembre 1888. Londra, Borgo di Tower Hamlet, quartiere di Whitechapel. Una nebbia densa avvolge tutto il quartiere, tanto da rendere quasi impossibile vedere aldilà del proprio naso. Eppure in questa nebbia qualcuno, o qualcosa, si muove. Tutti i rumori giungono ovattati, compreso quello che sembra venire dall’alto; poi, ecco l’indistinta figura di un uomo, vestito di nero, con un ampio mantello a coprirlo. Si muove come se la nebbia non ci fosse, come se i suoi occhi non avessero difficoltà a vedere nell’opprimente cappa. I suoi passi sono decisi, la sua figura alta e, se qualcuno potesse vedere i suoi occhi, li troverebbe sorprendentemente rossi. Gli stessi osservatori non faticherebbero a riconoscere in lui un predatore ed avrebbero ragione. Ma quale preda può spingere un uomo che sembra un aristocratico sin nel più malfamato quartiere di Londra?

 

Elizabeth Stride non sa di essere una preda. E’ solo una prostituta, dopotutto, chi può interessarsi a lei? Oh, certo, ha sentito di quell’assassino, ma ormai sono passate tre settimane e nessuno l’ha più menzionato; probabilmente è andato altrove

 

            L’ha osservata abbastanza ormai. E’ perfetta ed è sola, non ci potrebbe essere momento migliore. Se ci fosse la Luna, la lama scintillerebbe.

 

            Non c’è nulla per lui, qui. Quelle che incontra sono solo donne di strada, il loro sangue va bene per soddisfare la sete momentanea, ma non gli da quella soddisfazione che prova nell’affondare i canini nel bianco collo di una vergine. Eppure… c’è qualcosa in questo posto, un’atmosfera malsana. E’ la presenza del male quella che sente, una sensazione palpabile. Un altro vampiro? Non gli sembra possibile. No, è qualcosa di diverso, di più antico, qualcosa che solo le creature affini possono percepire e viene dall’uomo davanti a lui. Qualcosa che fa rabbrividire persino lui. Colui che era stato in vita Principe di Valacchia, Signore della Transilvania e che ora si fa chiamare Conte Dracula esita; una parte di lui vorrebbe seguire l’uomo, vedere dove lo porta il suo sentiero, ma ci ripensa. Ha altro da fare prima che sorga l’alba. I suoi nemici si stanno coalizzando contro di lui e sono pronti ad invadere la sua dimora, ma se ne pentiranno amaramente. La sua forma muta in quella di un pipistrello ed il Non Morto svanisce nella nebbia.

 

            La lama saetta e la vita l’abbandona. Elizabeth Stride ha evitato il Conte Dracula, ma il suo destino era comunque segnato, e non solo per lei. Questa notte anche la sua “collega” Katherine Eddowes morirà, orrendamente mutilata. Vittima di un’altra leggenda: un assassino senza volto chiamato Jack lo Squartatore.

           

2.

                        Il luogo è un loft, l’appartamento di un uomo chiamato Clive Anderson Jr. È un luogo buio, ma la cosa non sorprende le due persone che sono appena entrate, dopotutto, loro sanno che l’occupante della casa in realtà era un vampiro e forse anche qualcosa di più.

La prima cosa che colpisce Katherine Fraser è l’odore di morte che ristagna nell’aria. Non è solo la sua immaginazione, è proprio lo stesso odore che si sente visitando certe antiche cappelle; d’altra parte, si può dire che stanno visitando una grande tomba.

-Santo Cielo!- esclama l’Ispettore Capo Chelm con una smorfia di disgusto.

            Tira le tende ed apre un’ampia finestra, facendo entrare aria fresca. Il posto è una camera da letto, una comunissima camera da letto. Si aspettavano una bara, forse? In fondo Anderson non era mai stato sepolto, perché nessuno sapeva che era morto. Il letto è perfettamente rifatto e vi si nota solo l’impronta di un corpo umano, ma c’è qualcosa sparso sopra.

-Terra.- dice Chelm –Il vampiro può riposare solo in un giaciglio in cui vi sia la terra in cui è stato sepolto. Il nostro vampiro ha rimediato spargendo un po’ di polvere del luogo in cui ha trovato la morte, ovvero probabilmente qui.-

-Come fa ad esserne certo?- gli chiede Kate.

-Semplice deduzione: se fosse morto in un posto all’aperto, il suo cadavere sarebbe stato ritrovato prima dello scadere dei tre giorni, invece non è stato così. Tutto considerato, che la sua vampirizzazione sia avvenuta qui è un’ipotesi molto valida.-

-Si, direi anch’io.-

            Kate si avvicina al letto e ne sfiora le lenzuola e, com’era prevedibile, i suoi poteri si attivano.

 

            Carfax Abbey. Mentre fuori il Sole è ancora alto, nella sua bara Dracula dorme. Chi può sapere se nel suo sonno diurno, in cui torna ad essere, o almeno a sembrare, un semplice defunto, il Signore dei Vampiri sogna? E se si, cosa? Sono sogni di conquista o ricordi di un tempo in cui l’uomo che era aveva anche degli affetti? Non importa, perché i suoi pensieri ci sono comunque, negati. Fuori la gente cammina ignara, alcuni passano accanto al palazzo e non sanno che quando il sole tramonterà, una minaccia a cui non crederanno finché non sarà troppo tardi, tornerà ancora alla vita.

 

            Frank Drake sogghigna soddisfatto: la vecchia villa è ancora forte come un tempo. Peccato che il vecchio Quincy Harker non sia qui a vederla. Pensare al vecchio nemico di Dracula, gli rammenta, come se ce ne fosse bisogno, di suo figlio. Frank lo aveva chiamato Quincy proprio in onore del vecchio e Dracula lo aveva privato, in un solo colpo di sua moglie Marlene, facendola morire della morte del vampiro, e di suo figlio, rapendolo.

Almeno il bambino è vivo: Dracula non saprebbe cosa farsene di un vampiro neonato. Ora Frank deve solo pensare ad un sistema per ritrovarlo e strapparlo alle grinfie del suo antenato. Ci riuscirà o morirà, l’ha giurato. Certo, i suoi alleati, la sua Squadra Antivampiro, non sono il meglio che potrebbe sperare: il giovane Holmwood e Seward sono volonterosi e motivati, ma sono solo dilettanti, mentre Penelope Clayborne è in ospedale, sopravvissuta a malapena all’assalto di un branco di vampiri.[xxx] Eppure è con questi uomini che deve lottare e vincere. Oh, se potesse avere ancora al suo fianco Blade ed Hannibal King, ma sono negli U.S.A. ora. Taj Nital, il vecchio e muto Taj, lui forse potrebbe… deve pensarci bene.

 

 

3.

 

 

            Il mio nome è Clive Anderson. Lo stesso nome di mio padre. Lui è un uomo ricco e potente, un Cavaliere del Regno, io i soldi li spendo. Non ho mai lavorato in vita mia, perché mai farlo? La vita è bella e preferisco godermela finche posso. La ragazza bionda è uno schianto, provocante, sexy, giovane, è un giochetto da ragazzi abbordarla e portarla a casa mia. Ora siamo l’uno di fronte all’altra. Wow baby sei davvero assatanata. Ehi aspetta un momento… cosa stai… no…. Oh si…io…

                Quanto tempo è passato? Non lo so, ma mi sento strano… La ragazza mi ha davvero morso sul collo. Era una vampira? Incredibile. Ed io sono… morto? Si, lo sono, eppure mi sento vivo come non lo sono mai stato, è come se una nuova consapevolezza si fosse impadronita di me. So chi e cosa sono e cosa posso fare. Non so come faccio a saperlo, semplicemente lo so. La fuori, il gregge delle mie vittime. Sarà divertente, sarà…

“Molto diverso”

Si, molto diverso, mi sono appena venule idee molto interessanti su cosa fare delle mie vittime, cose che avevo solo immaginato, senza mai avere il coraggio di farle

“Uccidere, squartare, smembrare, si!”

            Posso farlo, certo, e loro non lo sapranno mai, non sapranno mai che io sono qui, che.io….

“SONO TORNATO!”

 

            Kate Barcolla e si appoggia al comodino.

-Mio Dio!- esclama –La sua mente, la sua mente!-

-Se la sente di parlarne Kate?- le chiede Chelm.

-Si, certo. È stato come entrare in una cripta brulicante di vermi su un cadavere in decomposizione. Anderson era un depravato già da vivo, ma dopo il suo incontro con la vampira che l’ha… infettato, è come se qualcosa si fosse risvegliato in lui. Un male antico, sepolto da anni.-

-Jack!- esclama Chelm.

-Si. Una sorta di entità maligna che sopravvive oltre la morte, per reincarnarsi in spiriti affini, forse risvegliata dalla morte violenta di Anderson o da qualcos’altro. Forse è questo luogo, chissà.-

-Non lo crederei mai, se entrambi non avessimo vissuto esperienze paranormali. Se posso credere ai vampiri, come posso essere scettico sul resto?  Su, proseguiamo la perquisizione.-

            I due detectives passano rapidamente in un’altra stanza e qui si trovano di fronte ad una vera e propria camera delle torture. Un letto di contenzione e strumenti chirurgici, il sangue. Kate percepisce l’aura di sofferenza, di dolore palpabile come se fosse qualcosa di fisico. Una sensazione soffocante, come se le urla delle vittime eccheggiassero direttamente nel suo cervello.

-Erano ancora vive mentre le dissezionava!- esclama –Quel mostro godeva dei loro lamenti, delle loro suppliche e solo quando si era abbastanza divertito, le finiva, succhiando loro il sangue... E ad ogni nuovo delitto, la cosa dentro di lui diventava sempre più consapevole, la sua coscienza emergeva ogni giorno di più.-

-Andiamo via di qui.- decide Chelm –Lasciamo che se ne occupi la Scientifica. Questo posto fa sentire a disagio anche me. Torniamo a Scotland Yard..-

 

                Sir Clive Anderson KG, KB ed un sacco di altre lettere, si sente vuoto. Aveva due figli e li ha persi entrambi: il primo ha ucciso la seconda ed ora tutto quello che rimane di lui è un’urna funeraria. Spetta a lui, ora decidere cosa fare dei resti mortali di suo figlio. Può tenerli ad eterno memento del male che ha scelto la sua famiglia come bersaglio, oppure distruggere anche quelli.  Pensa ai suoi figli e volta le spalle all’urna.

 

 

4.

 

 

            Nel laboratorio della polizia, Kate si avvicina alla busta di plastica che contiene un bisturi trovato nella Camera degli Orrori dell’appartamento del giovane Anderson.

-Posso?- chiede.

-Certo.- risponde il tecnico del laboratorio scientifico di Scotland Yard –L’abbiamo già esaminato.-

            Cosa spero di scoprire che già non sappia? Si chiede Kate. Eppure i miei poteri psicometrici potrebbero fornirmi qualche risposta in più, come posso rinunciare?

            Prende saldamente in mano lo strumento. Niente, nessuna sensazione, com’è possibile? Ora tocca la lama ed è come se la sentisse su di se, le lacera le carni, le squarcia il petto e lei urla, urla fino a non avere più fiato, mentre lui prende un pezzo del suo polmone e lo mette via, il sangue le invade la cavità toracica ed il suo torturatore vi immerge la faccia.

            Il dolore finisce e Kate è nell’oscurità adesso e nel buio, una voce:

 

“Io sono Jack, io sono l’oscurità che vive nel cuore di ogni uomo, sono il selvaggio che si cela in ognuno di noi. Sono Ted Bundy, John Wayne Gacy, Jeffrey Dahmer. Sono una forza che non può morire perché nasce con l’uomo stesso! Io tornerò SEMPRE!”

 

            Kate apre gli occhi per vedere l’ispettore Capo Chelm che le strappa di mano il bisturi. L’arma ricade su di un ripiano e l’Ispettore la ripone nella sua custodia.

-Io…- balbetta Kate -…cosa stava succedendo?-

-Non pretendo di intendermene, ma sembrava che qualcosa si stesse impadronendo di lei.- risponde Chelm -Stava agitando quel bisturi come se stesse lottando con esso. Ho pensato che l’unica cosa sensata da fare fosse toglierglielo.-

-Si, era lui, qualunque cosa fosse. Una forza primigenia o, forse solo lo spirito inquieto dell’originale Jack che non sa trovare la pace, non lo so.-

-Credo sia meglio non pensarci più. Piuttosto, mi chiedo come mai non abbia cercato di possedere anche me quando ho afferrato il bisturi.-

-Credo che possa possedere solo chi è già predisposto e che in questo caso i miei poteri psicometrici mi abbiano resa più vulnerabile alla sua seduzione…. Oppure, chissà, forse nel mio intimo sono irrimediabilmente malvagia e “lui” l’ha sentito.-

Sciocchezze.- taglia corto Chelm –Questo non lo crederò mai. Su ora andiamo via e dimentichiamo questa brutta storia, abbiamo molti altri vampiri a cui dare la caccia.-

            Katherine sorride:

-Come desidera. Mi è appena venuta in mente una cosa, Ispettore.-

-Ah si? E cosa?-

-Lo spirito di Jack lo Squartatore ha aleggiato su tutta questa storia sin dall’inizio, ma non siamo più vicini a sapere chi fosse in realtà di quanto lo fossero i nostri predecessori del 1888.-

-È vero. L’identità di Jack è destinata a rimanere un mistero a quanto sembra.-

 

16 Novembre 1888

“Dall’inferno”.
Mr Lusk,
 
Vi mando metà del rene che ho preso da una donna e preservato per voi. L’altro pezzo l’ho fritto e mangiato, era molto buono. Posso mandarvi il coltello insanguinato che l’ha tagliato, se solo aspettate un altro

firmato.
Prendetemi se e quando potete Mister Lusk

            Furono fatte molte ipotesi sull’identità di Jack lo Squartatore, ma nessuna fu mai provata, la sua vera identità resta un mistero.

 

 

FINE SEDICESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Eccoci di nuovo ad un’altra Ultimate Edition. Passiamo subito alle note.

1.      Per quanto riguarda il primo episodio,, ovviamente, non ho saputo resistere alla tentazione di usare il titolo “intervista col Vampiro” e che Anne Rice mi perdoni. -_^

2.      La biografia di Dracula è ricostruita mescolando i dati sul Dracula storico, con quanto narrato in varie storie Marvel, prevalentemente nella serie, in bianco e nero, “Dracula Lives”, con qualche aggiustatina personale, ma senza falsare lo spirito dei fatti;

3.      I dialoghi tra Dracula, sua moglie e Turac al risveglio di Dracula nella fortezza Turca, sono riportati fedelmente da “Dracula Lives” #2, nella traduzione dell’Editoriale Corno su “Il Corriere della Paura” #1,

4.       Chi è il misterioso assassino vampiro di Whitechapel? Beh ora chiedete troppo. -_^ Ormai, sappiamo per certo che non è Dracula o Deacon Frost, ma per sapere chi sia, lasciate fare ai nostri segugi di Scotland Yard e ne vedrete delle belle (spero).

5.      A proposito di Deacon Frost, quali sono i suoi piani? A cosa gli servivano gli appunti del Dottor Frankenstein? Rivedremo mai un rematch tra lui ed il Mostro di Frankenstein? O tra lui e Blade? Per non parlare dell’atteso (e, per quanto ne so, mai avvenuto) scontro con Dracula? Abbiate pazienza e vi garantisco che ne saprete certo di più. Quando? Questo non posso ancora dirlo.

6.      Qual è il piano di Marie Laveau? E che influenza potrà avere sul signore dei Vampiri? Preparatevi ad uno dei più insoliti ed intriganti scontri di tutti i tempi: Dracula contro lo Zombie,

7.      Infine, per la gioia di Fabio Volino, che mi accusa di usare sempre personaggi morti in storie inedite, quest’episodio precisa che il mio Charles Seward non è il Charles Seward protagonista di “Dracula, Lord of the Undead”, ma un suo cugino omonimo. OK, lo so, potevo chiamare il mio personaggio, che so: James Seward, ma, (chissà perché?) il nome Charles mi piaceva. -_^ La spiegazione dell’omonimia vi sembra stiracchiata? Si vede che non avete mai avuto dei cugini. -_^

8.      Hannibal King è un affascinante personaggio; è un detective in stile hard boiled, molto bogartiano nel comportamento. Ha una particolarità, ma per coloro che non la sanno, non la commenterò oggi, vi dico solo: saprete tutto nel prossimo episodio.

9.      Jason Roland è uno di quei personaggi che rappresentano un classico recupero di continuity. Il racconto che lo riguardava apparve in una serie horror antologica nel 1971, era un classico racconto horror con finale a sorpresa, impreziosito dai disegni di un ancor giovane Barry (Windsor) Smith. Vent’anni dopo, Roy Thomas lo ripescò per una tetralogia dei Vendicatori Costa Ovest e da lì l’ho ripreso io.

10.  Questa storia continua e finisce in Justice Inc. #11, che mi sono preso la libertà di inserire in questa raccolta. Sento già le vostre proteste. Come? Il finale della sottotrama di “Jack” in un’altra serie? Questo da te non ce l’aspettavamo. Abbiate fede, è vero che l’identità del serial killer vampiro è stata svelata in Justice Inc. #11, ma non crederete davvero che vi siano tutte le risposte. -_^

11.  Lo scontro tra Dracula e Sabre è, ovviamente, un omaggio al classico: “Dracula contro l’Uomo Lupo” con John Carradine nella parte di Dracula e Lon Chaney Jr. in quella del più classico dei licantropi cinematografici. Lo ammetto: come potevo non cedere alla tentazione di fare scontrare le versioni Marvel di questi archetipi dell’orrore? (per non parlare del titolo -_^).

12.  L’identità del serial killer vi ha sorpreso? Eppure  tutti gli elementi necessari vi erano stati forniti, in maniera subdola, lo ammetto, ma, sappiatelo, non è così importante come un altro elemento, ovvero, il luogo dei delitti ed ormai lo sapete.

13.  L’ultimo è un episodio anomalo per certi versi, che fa da epilogo alla trama del novello Jack lo Squartatore. Tranne che per un paio di sequenze, di cui una ambientata nel passato, non avete visto Dracula o altri vampiri o membri del nostro cast di supporto, ma solo i cari vecchi Chelm e Fraser, ma niente paura, è solo una cosa temporanea. -_^

14.  l’idea di Jack lo Squartatore come una forza malvagia, che vive attraverso i secoli e possiede la psiche di sfortunati individui, la devo principalmente a due lavori del celebre scrittore horror Robert Bloch (quello di Psyco, per intenderci), il celeberrimo racconto del 1943 “Sinceramente vostro Jack lo Squartatore” e lo script televisivo dell’episodio della serie originale di “Star Trek” “Fantasmi del passato”. L’’idea era intrigante e l’ho rielaborata a modo mio.

15.  Il titolo dell’episodio finale rieccheggia quello italiano di un romanzo firmato da Ellery Queen,  in cui si narra, attraverso l’artificio narrativo del ritrovamento da parte del protagonista (che come dovreste sapere tutti, si chiama anche lui Ellery Queen) di un manoscritto autentico del Dottor Watson, che narra un’avventura di Sherlock Holmes alla caccia di Jack lo Squartatore. Ad Ellery tocca l’ingrato compito di scoprire se Holmes ha individuato il giusto colpevole. Ovviamente, non vi dico nulla sul risultato. Ho detto che il libro è firmato Ellery Queen, perché in realtà la parte che è il pastiche Holmesiano narrato dal Dr. Watson è scritta da tale Paul W. Fairman e revisionata dai due cugini che erano Ellery Queen.

16.  La comparsa nel 1888 di Dracula nella notte del terzo e quarto omicidio di Jack è ambientata durante il 17° capitolo del romanzo “Dracula” di Bram Stoker.

17.  La lettera riportata nel finale è la famosa “Lettera dall’inferno” spedita da Jack lo Squartatore a George Lusk, il presidente del cosiddetto Comitato di Whitechapel. Nell’originale inglese, la lettera è sgrammaticata, o meglio, dialettale, io non mi sono nemmeno sognato a provare a darne un equivalente italiano e mi sono limitato a tradurre. Del resto, si dice: “traduttore = traditore.” -_^

Nei prossimi episodi, nuove e, si spera, intriganti trame con Dracula, Frank Drake, Hannibal King e La Torre delle Ombre. (Finalmente -_^)

 

 

Carlo



[i] Non credeteci sulla parola, andate a controllare sugli ultimi due episodi.

[ii] Sempre negli ultimi episodi.

[iii] Sacerdote Voodoo

[iv] Stregone Voodoo, esperto in magia nera.

[v] Nell’episodio #2

[vi] Episodio #9

[vii] Come narrato nella Miniserie Dracula Lord of The Undead, inedita in Italia

[viii] Come narrato negli ultimi episodi di questa serie

[ix] Vedi episodio #7

[x] Nell’episodio #2, naturalmente.

[xi] Il mitico creatore della serie TV Cult degli anni sessanta “The Twilight Zone”, nota in Italia come “Ai confini della realtà”

[xii] E lo era, infatti, come visto in Tower of Shadows #5 del 1971 di Roy Thomas & Barry Windsor-Smith, che, contrariamente a quanto si crede, è stato pubblicato in Italia in Eureka Pocket della Corno nel lontano 1974

[xiii] Tutto questo in Avengers West Coast #76/79 (Marvel Extra #11)

[xiv] Se non sapete chi è il Barone D’Arby, vuol dire che non leggete Supoernaturals e questo non piacerà ad un certo amante di lupi ed affini -_^

[xv] Se volete saperne di più sui gruppi o, più in generale, sui superesseri britannici vi consigliamo la lettura di (in rigoroso ordine alfabetico): Cavalieri di Pendragon, Clandestine, Supernaturals, X Factor, X Legion.

[xvi] In Justice Inc. #9 e 10, ad esempio.

[xvii]Saprete il perché leggendo Justice Inc. #11

[xviii] Il software di analisi statistico probabilistica della Justice Inc.

[xix] Nello scorso episodio.

[xx] Nell’episodio #5

[xxi] A quando? Solo il tempo e gli autori di Marvel Knights e Justice Inc. potrebbero saperlo. -_^

[xxii] I licantropi vampiri della tradizione ungherese ben noti ai lettori di Supernaturals.

[xxiii] Ma i lettori di Power Pack si, ci scommetto.

[xxiv] Tomb of Dracula #18  (Dracula, Corno, 4) e Werewolf by Night #15 (Dracula, Corno, 5)

[xxv] Vedi episodio #7

[xxvi] Lo ha imparato su AVENGERS ICONS #11

[xxvii] Ep. #9

[xxviii] UOMO RAGNO #35

[xxix] Questo, nonché il colloquio fra la JI ed il nuovo cliente, in LA TOMBA DI DRACULA #15

[xxx] Come visto nell’episodio #14