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ATTO SECONDO:

GLI DEI DI MARTE

 

1.

 

Il lampo dell’esplosione e nel vuoto dello spazio nessun rumore si ode, i pezzi del Pogoplano ricadono sulla terra per essere bruciati dall’attrito, nulla resta dei sette occupanti, nulla…o almeno così pare.

 

Dalla nave madre l’Alto signore osserva i relitti fumanti precipitare. Se potesse sorridere lo farebbe. Quegli sciocchi terrestri!. Credevano davvero che il loro arretrato mascheramento potesse reggere dinanzi alla tecnologia del suo popolo? Hanno avuto quel che meritavano. Ed ora è tempo di pensare all’invasione. Non sta andando come previsto, ma, forse, si può ancora rimediare.

 

Il profilo della terra si avvicina sempre di più ed i micidiali dischi volanti dei marziani sono sempre più lontani, quando… ecco dal nulla apparire sette figure : Capitan America, Namor il Sub Mariner, Jim Hammond (la Torcia Umana Originale), Wasp, Pantera Nera e l’artefice della bolla d’energia invisibile che li contiene tutti, Susan Storm, Richards, meglio conosciuta come la Donna Invisibile, membro fondatore dei favolosi Fantastici Quattro.

-Non posso mantenerci invisibili più a lungo.- esclama –Lo sforzo di farlo e mantenere il campo di forza che ci avvolge è troppo, ormai.-

-Non importa!- afferma Capitan America –Ormai siamo abbastanza lontani dai Marziani. Sei stata in gamba ad erigere il campo non appena è partito il raggio dall’astronave marziana.-

-Faccio questo lavoro da troppo tempo per non essere preparata!- replica la Donna Invisibile.-

-Riesci a mantenerlo fino a terra?-

-Non lo so. Ci sono migliaia di miglia dalla Terra e l’accelerazione e l’attrito sono molto forti.-

-Ce la farai Susan, sei una donna forte ed in gamba lo so.- afferma deciso Sub Mariner.

-Grazie per la fiducia Namor, ci proverò stanne certo. Non voglio permettere che quei… cosi l’abbiano vinta. Se dipende da me, sopravviveremo.-

Nessun altro parla, ma tutti sanno che Susan non è davvero così sicura di se come vuol far sembrare. Stanno precipitando da oltre 15.000 miglia di altezza e la sola cosa che impedisce loro di morire per mancanza d’aria o bruciati vivi dall’attrito del rientro nell’atmosfera è il campo di forza eretto da questa donna straordinaria. Tutto dipende da questa donna che non conosce il significato della parola arrendersi. La caduta continua sempre più veloce, le pareti della bolla si deformano, Susan modella il campo in una forma aerodinamica che sia più adatta al rientro nell'atmosfera, mentre i suoi occupanti stringono i denti resistendo a quegli effetti dell’accelerazione che il campo stesso non riesce ad attenuare del tutto. . Capitan America tace, ma sa che l’aria potrebbe finire troppo presto ed intanto sente il caldo penetrare oltre la schermatura. Susan Storm suda anche per lo sforzo di mantenere la coerenza del campo. Pantera Nera sa che non potrà resistere a lungo alle forze naturali che premono su di lei. la domanda è: resisterà abbastanza a lungo? E se anche ce la fa, il campo sarà abbastanza forte da sostenere l’impatto che li aspetta?

-La pressione è troppo forte.- dice Sue – Non resisterò a lungo.-

-Non mollare Sue!- è Janet Van Dyne a parlare.

L’aria si sta surriscaldando sempre di più e gli occupanti del campo ne sentono gli effetti. Sue stringe i denti e resiste, intanto la terra si avvicina sempre di più, di più

Jim Hammond sente il calore, una volta non l’avrebbe spaventato, anzi…era la Torcia Umana Originale e padroneggiava il fuoco sotto ogni forma. Tempo fa il suo vecchio nemico la Iena [1] , gli disse che i suoi poteri non erano scomparsi [2] , ma solo inibiti, ed aveva ragione come gli è capitato di scoprire in tempi recenti [3]. Se solo riuscisse ad attingere ad essi quel tanto che basta per attirare su di se le onde di calore e mantenere la temperatura sopportabile. Silenziosamente si concentra attinge a quel che resta del potere della Torcia Umana e, lentamente il calore in eccesso comincia ad essere assorbito dal suo corpo androide senza alcun problema

Sempre più vicina è la terra. La pressione si fa insopportabile, la temperatura aumenta:

-Non ce la faccio, non resisto!-.

Namor l’abbraccia con forza

-Ce la farai Susan, tu puoi farcela io, noi siamo con te.-

-L’attrito è forte io non resisto più ….è troppo forte, troppo forte…..Franklin, Reed, Namor mi spiace…mi spiace…-

 

 

2.

 

Nelle varie parti del mondo la guerra prosegue. Ovunque i variopinti eroi in costume fanno la loro parte nell’aiutare a respingere i temibili tripodi marziani. In estremo Oriente, il gruppo giapponese chiamato Big Hero Six usa i suoi poteri senza risparmio ed altrettanto fanno gli undici membri del gruppo Forza della Cina che perdono nello scontro Cane, uno dei loro membri, mentre quattro sono gravemente feriti.

I veri eroi restano, però, coloro che, pur senza essere dotati di poteri particolari o rivestiti di costumi sgargianti fanno il loro dovere: i piloti dei caccia che decollano a getto continuo in Europa come in Asia od in America e che mentre abbattono i dischi nemici, sono abbattuti a decine o centinaia, ma continuano a decollare imperterriti. Lo stesso avviene per coloro che sono a terra e che combattono l’orrore e la devastazione come meglio possono. I medici che non cessano di fare il loro dovere sotto il bombardamento incessante, i Vigili del Fuoco. Quanti di loro sono morti solo nel primo assalto? E quanti si rendono conto del fatto che nemici storici come, ad esempio, la Repubblica popolare Cinese e quella nazionalista di Taiwan combattono fianco a fianco per la prima volta da quasi sessant’anni? Alla fine della giornata vedranno i nemici ritirarsi, ma sapranno che non è ancora finita.

 

Al Quartier Generale degli eroi U.S.Agent si massaggia il braccio ferito e maledice la fasciatura che lo costringe a tenerlo immobilizzato. Per fortuna è il sinistro, pensa, almeno posso sempre picchiare sodo con l’altro

Entra Il Guardiano d’Acciaio e gli chiede

-Come va compagno?-

-Direi bene finche posso ancora prendere a calci un Marziano.- risponde Agent. –Compagno? Credevo fosse passato di moda da voi ormai.-

-Le vecchie abitudini sono dure a morire, credo, se ti ritieni offeso…-

-Ah..lasciamo perdere, solo…attento a non ricascarci Ok? Notizie di Capitan America e del suo gruppo?-

-Nessuna da quando il contatto radio si è interrotto, Ho inviato una squadra di soccorso a controllare.-

-Ben fatto. Non lascerò che il boy scout sparisca, se posso farci qualcosa.-

-Come vanno le cose con i marziani?-

-Da un’ora circa non arrivano più nuovi dischi, l’attacco è cessato sembra.-

-O, più probabilmente, stanno leccandosi le ferite in attesa di sferrare un altro attacco. Sono tipi tosti e non credo che rinunceranno tanto facilmente. Bisogna tenere sotto pressione tutti gli uomini disponibili. Notizie dalla nostra amica francese?-

-Da! Marianna riferisce che lei e le tue colleghe di WorldWatch hanno scoperto e distrutto un avamposto marziano in Francia. Un laboratorio per sperimentazioni sugli umani [4]. Ora sta tornando qui.

-Bene, voglio che tutti e cinque siamo riuniti quando cominceremo il contrattacco.-

-Convinto che ce ne sarà uno?-

-Indubbiamente! Se mai respingeremo quest’invasione, dovremo portare la guerra al nemico.-

Dimostrati sempre fiducioso, si dice U.S.Agent, non far mai vedere i tuoi dubbi ed i dubbi non mancano. Quanti sono morti nel primo attacco? E quanti feriti? Avrebbe potuto essere un disastro se Richards, Destino e Banner non avessero sviluppato la loro protezione contro l’attacco alle pile nucleari. Non vuol nemmeno pensare alla terra ridotta ad un deserto radioattivo, ma c’è ancora il rischio di un attacco biologico e nessuno può permettersi di sottovalutarlo.

Il comunicatore sul tavolo brilla

<Quartier generale, qui Warbird da Starcore 2>

-Qui U.S.Agent, parla Warbird.-

<Gli strumenti dello Starcore hanno rilevato un’esplosione sub orbitale, abbiamo verificato con la stazione lunare S.H.I.E.L.D. ed il Dottor Corbeau è d’accordo nel dire che l’impronta energetica corrisponde al Pogoplano>

Grazie delle belle notizie, Warbird, pensa Agent, ora è ufficiale, abbiamo sette dispersi, forse morti, tra cui il Comandante in capo delle forze superumane e toccherà a me dirlo agli altri, temo.

-Capisco, grazie. Da voi com’è andata?-

<Abbiamo avuto uno scontro con i marziani, ma li abbiamo respinti, stiamo tutti bene a parte Dragoluna che ha un mal di testa gigante> [5]

-Rimanete lassù e tenetevi pronti per un nuovo assalto o nuovi ordini Passo e chiudo.-

Terminata la comunicazione U.S.Agent si alza, il Guardiano d’Acciaio lo fissa e dice:

-Capitan America morto? Non riesco a crederlo!-

-E fai bene, non è la prima volta che lui ed i suoi amici scampano ad una morte ritenuta certa. Li ritroveremo vivi, vedrai.-

 

Lo chiamano Capitan Marvel ed a volte si chiede se sia degno del nome che porta, se sia all’altezza della leggenda di suo padre, a volte, ma non adesso. Capitan America gli aveva affidato due compiti: recarsi sulla Luna e scoprire quanto l’Intelligenza Suprema prigioniera nella base lunare S.H.I.E.L.D. sapesse dell’invasione marziana e poi recarsi su Titano, la luna di Saturno per chiedere l’aiuto degli Eterni che vi abitavano. La prima missione aveva avuto scarso successo, anche se sia lui che Rick Jones si erano convinti che l’intelligenza Suprema fosse in realtà la misteriosa entità che li aveva avvertiti in modo subliminale dell’imminente invasione. Maggior successo aveva avuto, invece, nel convincere un riluttante Mentore a fornire aiuto ai terrestri. Non che tutto questo avesse importanza dopo che l’astronave su cui viaggiava era stata distrutta da una scarica e lui era sopravvissuto a stento, no, non ha alcuna importanza adesso con dieci tripodi marziani (ma si può chiamarli così senza le loro gambe telescopiche? Che importa? Un nome vale l’altro, dopotutto) che lo circondano.

 

Un disco attacca Genis alle spalle, ma la Coscienza Cosmica lo avverte in tempo. Fa schioccare le nocche mentre accumula energia fotonica.

-Un lavoretto semplice semplice. – borbotta tra se -Facciamo vedere a questi marziani cosa succede quando si attaccano i pianeti sbagliati…-

-Marv non essere impulsivo questi affari mi sembrano molto pericolosi.- gli grida Rick Jones dalla Zona Negativa

-Anch’io so esserlo Rick, vedrai.-

-Di tutti i testoni, più testoni, tu sei il più testone in assoluto. Anche Hulk nei suoi giorni peggiori era più riflessivo di te!-

Ma Capitan Marvel non lo sta ascoltando, si è catapultato contro i dischi bersagliandoli con l’energia fotonica. Uno, due, sono colpiti e si ritirano verso l’astronave madre. La coscienza cosmica lo avverte di un tripode che sta per centrarlo in pieno, attingendo all’energia fotonica si proietta verso l’alto (perlomeno dal suo punto di vista, l’alto ed il basso non esistono nel vuoto dello spazio) e così accade che due tripodi che miravano verso di lui si colpiscono a vicenda distruggendosi l’un con l’altro

All’interno dei tripodi, i Marziani sono perplessi, erano consapevoli che i terrestri erano una specie con molti esseri dotati di poteri speciali, ma le loro proiezioni belliche avevano stabilito che l’assalto di massa avrebbe finito per piegarli, eppure quest’essere capace di resistere nello spazio senza protezioni od aria, sembra essere capace di tener loro testa.

-Devo confessarlo Genis, non sembri più tanto imbranato adesso.-

-Grazie del complimento Rick io…-

La scarica coglie Capitan Marvel alla schiena ed il giovane sarebbe senz’altro morto se la stessa aura fotonica che lo protegge dai rigori dello spazio non fosse una sufficiente corazza contro l’intensità del colpo, ma questa è più che sufficiente da stordirlo e farlo precipitare verso il corpo gravitazionale più vicino: la luna.

-Genis!! Accidenti alla mia boccaccia, svegliati, non vorrai cascarmi sul L.E.M. e rovinare un prezioso monumento dell’Umanità?-

-Se era un tentativo di fare dell’umorismo, Rick, giuro che non l’ho capito!-

Con uno sforzo di volontà Genis arresta la sua caduta e riprende l’assetto di volo.

-E adesso farò vedere a quelle specie di …-

-Magari un’altra volta Marv, quei reduci dal casting di "Mars Attacks" si sono dimenticati di noi e puntano verso la base lunare dello S.H.I.E.L.D.-

-Non ce la faranno!- grida Marvel puntando verso la stazione lunare –A proposito Rick, cos’è "Mars Attacks?"-

-Santa Talpa! Lasciamo perdere adesso!-

 

Nel Q.G. dello S.H.I.E.L.D. A New York Charles Xavier reclina il capo svenuto. George Raven corre verso di lui

-Professore! Che succede? Tutto bene?-

-Si!- risponde Xavier. –È stato un attimo di mancamento quando ho udito l’urlo psichico di Emma Frost, prima di perdere il contatto.-

-Era una degli X-Men che sono andati nello spazio per rintracciare quei prigionieri umani che ho "visto" attraverso gli occhi dell’Alto Signore Marziano vero? [6] -

-Si e per quanto mi sforzi non riesco a stabilire un contatto. Se solo avessi Cerebro qui…-

-Cosa?-

-Non importa, mi dia la mano Raven, forse usando le sue facoltà psichiche come ponte riuscirò a stabilire un contatto con i dispersi.-

Il professor X stringe la mano dell’Agente dello S.H.I.E.L.D. e, a poco a poco, riesce a canalizzare le loro energie psichiche proiettando i loro pensieri verso lo spazio aperto, cerca menti amiche, ma non riesce a trovarle, percepisce il legame psichico con Fenice, è viva e con lei gli altri, ne è certo, anche se non riesce a rintracciarli, è come se ci fosse una sorta d’interferenza, come quando una radio è mal sintonizzata. Marte, sono su Marte, ma Emma? Focalizza la sua mente su di lei, alla fine riesce a focalizzarla, eccola! Incredibile, sta fluttuando nello spazio, ormai ha raggiunto l’orbita terrestre, trasformata in diamante vivente [7].

Lo scenario mentale si dissolve ed i due uomini tornano alla realtà

-Era lei vero?- chiede Raven -Ma che è successo? Sembrava una statua di diamanti.-

-Non lo so, ma ho dei sospetti. Bisognerà recuperarla, devo contattare Nick Fury, subito.-

 

 

3.

 

Dal suo ufficio, Nick Fury ha seguito le varie fasi della Guerra ed ancora una volta si rammarica di dover essere costretto a restare dietro le quinte mentre manda la gente a morire. Era più facile ai tempi della Guerra. La Guerra! Dopo cinquantasei anni, la Corea, il Vietnam e tutto il resto, per lui è sempre e solo la Guerra, senza altri aggettivi, la sola che meriti di essere ricordata. Erano bei tempi, per quanto possa sembrare strano, lui e gli altri Howling Commandos in missione contro i nazisti. Le cose erano semplici: non c’erano dubbi su chi fossero i buoni e chi i cattivi. Dopo, tutto è divenuto più sfumato, indistinto. Oggi i nemici possono sedere al tuo stesso tavolo e pugnalarti alle spalle senza che tu te renda conto. Che direbbe il suo vecchio comandante, l’allora capitano "Happy" Sam Sawyer, se lo vedesse ora? La tentazione di prendere un buon mitragliatore e correre a far fuori un bel mucchio di marziani è forte e chissà…il corso delle sue riflessioni è rotto dal suono del suo comunicatore personale.

-Qui Fury!-

-Sono il Professor Xavier, Fury, ci sono novità?

-Beh professore è un piacere vederla scendere al livello di noi comuni mortali..-

-Mi creda Nick, sono consapevole che il mio modo di fare può essere irritante a volte. So che l’uso della telepatia è vissuto come un’intrusione per chi non c’è abituato.-

-Beh non perdiamo tempo, di che si tratta?-

Xavier spiega quel che ha appena scoperto e Fury assentisce.

-Vedrò di farla recuperare da uno dei nostri shuttle. Lei potrebbe farmi un favore, intanto, cerchi di rintracciare Cap e gli altri che erano sul Pogoplano scomparso.-

-Lo farò immediatamente.-

Il contatto viene chiuso e Fury rimane, ancora una volta, solo coi suoi pensieri.

Charles Xavier si rilassa e lascia che la sua mente segua la sua strada. Come ha fatto molte volte nel passato, proietta il suo io astrale oltre le barriere del corpo

Verso l’alto, sempre più in alto, sino raggiungere e superare le cime più alte, indifferente al calore. È sempre eccitante, pensa, essere libero dalle costrizioni fisiche, finalmente, ma non può permettersi di indulgere a questi pensieri, ha un obiettivo preciso. Un momento ecco una forte traccia psichica. La segue, mentre diventa sempre più nitida e poi li vede, vede il campo di forza che li circonda e sente l’eco di un grido psichico

"Ce la farai Susan, tu puoi farcela io, noi siamo con te".

"L’attrito è forte io non resisto più ….è troppo forte, troppo forte…..Franklin, Reed, Namor mi spiace…mi spiace…"

Erano qui da non molto, ma ora sono scomparsi e c’è un residuo psichico diverso, l’ha già sentito altre volte, sa a chi appartiene e comincia rilassarsi, ora è convinto che non sia accaduto loro nulla di male.

Il viaggio di ritorno è stato rapido e Xavier apre gli occhi dinnanzi ad uno sbalordito George Raven. Ora ha altre notizie per Nick Fury.

 

Da un’altra parte un bambino dorme e nei suoi sogni, vede sua madre, il cui campo di forza cede e lei ed i suoi amici bruciano vivi. No, non può andare così, pensa il bambino, non lo permetto. Ed ecco che la donna riacquista vigore il campo regge e la sua volontà resiste, la caduta verso la Terra continua, lenta, inesorabile, sicura.

Franklin Benjamin Richards prosegue soddisfatto il suo sonno.

 

In un laboratorio sotterraneo, due uomini che si chiamano entrambi Henry sollevano la testa dal macabro relitto che stavano esaminando:

-Beh, direi che ormai sappiamo tutto quel che ci serve.- dice il Dottor Henry Pym biochimico, cibernetico e supereroe a tempo perso col nome di Giant Man (o Golia, o Calabrone, o Ant Man, se è per quello).

-In verità mio dotto e stimato collega, nonché omonimo, mi sento di concordare.- risponde il Dottor Henry McCoy biologo molecolare e membro del supergruppo noto come X-Men, con il nome in codice di Bestia, meritato ben prima che uno sfortunato incidente lo trasformasse in una sorta di scimmione dalla pelliccia blu (beh sfortunato, ma con effetti collaterali interessanti come una superproduzione di feromoni che lo rende irresistibile per le donne, cosa che non sempre risulta gradevole per una certa giornalista televisiva, ehm).

-L’esame del cadavere alieno non può darci altre informazioni, questo è certo, adesso sappiamo che è morto praticamente in conseguenza di ogni malattia terrestre conosciuta, a cominciare dal comune raffreddore.- commenta Giant Man

-Già, piuttosto ironico no?- replica la Bestia.Passano anni a progettare un’invasione, arrivano sulla Terra in un’epoca in cui non c’erano armi abbastanza forti per fermarli, per non parlare di una pressoché totale assenza di superesseri, e sono costretti a ritirarsi perché malattie che per noi umili terrestri sono pressoché innocue, li mandano alla tomba in un minuto o giù di lì. Quest’essere ha una fisiologia così differente dalla nostra, per quanto compatibile con i nostri parametri biologici, che il suo sistema immunitario era assolutamente inadeguato.-

-Da allora sembra che abbiano fatto progressi, magari grazie allo studio di umani catturati, torturati ed infine cucinati come vitelli per le loro mense.-

-Brrr non mi ci far pensare…mi auguro che non gradiscano la carne di Bestie blu. Ad ogni modo, saperne di più sul nemico è sempre utile, se non altro abbiamo qualche idea su che tipo di attacco biologico potrebbero sferrare.-

Ne sappiamo abbastanza per un antidoto efficace?-

-Mio valente amico, ormai credo che i virus mutanti non abbiano molti segreti per me, giusto poche settimane fa ho avuto a che fare con un ceppo particolarmente virulento [8], per non parlare del fatto che da tempo studio una cura del virus Legacy.-

-Con il quale né tu, né la dottoressa MacTaggart sembrate avere molto successo.- ribatte Henry Pym

-Conosci il lavoro di Moira?-

-Voi mutanti credete davvero di essere un’isola? Sono un biochimico piuttosto famoso quando non indosso costumi attillati, sai? Io e la MacTaggart abbiamo scambiato un po’ d’appunti sul problema negli ultimi tempi, ma senza venire a capo di nulla, ancora.-

-Mm, mi cospargo il capo di cenere, avrei dovuto pensarci da solo. Beh questo è senz’altro un problema più facile, un vaccino per le più note malattie trasmesse per via aerea? Ce ne sono già in commercio e crearne una variante mutagena da spargere in aria, beh ce la dovremmo fare, credo.-

-Beato te che sei ottimista McCoy!-

 

 

4.

 

Il luogo è una calda giungla africana. I sette stanno apparentemente bene, solo Sue Storm Richards giace priva di conoscenza, il Principe Namor è inginocchiato accanto a lei e le accarezza i capelli facendole ombra col suo corpo, Capitan America, Spitfire e Jim Hammond gli fanno ala, mentre poco distante Janet Van Dyne, la meravigliosa Wasp osserva il suo costume lacerato nella recente caduta e Pantera Nera scruta l’orizzonte.

-Sta bene?- chiede Cap.

-È solo svenuta- risponde Sub Mariner. -È davvero una donna coraggiosa, anche allo stremo delle forze ha resistito, il suo campo di forza ha tenuto anche dopo che ha perso i sensi permettendoci di arrivare a terra sani e salvi.-

-Già, a parte qualche livido…- commenta Wasp -…resta il fatto che non sappiamo dove siamo e come tornare a casa.-

-A questo ho già provveduto io.- annuncia Pantera Nera -Ho riconosciuto questi posti, siamo a pochi chilometri dal confine wakandano ed ho chiesto alla mia capitale che ci mandino una navicella di soccorso.

-Come hai fatto? –chiede Spitfire –Credevo che il calore dell’attrito avesse reso inservibili i nostri comunicatori.-

-Un buon sovrano sa essere previdente.- ribatte T’Challa – da tempo avevo fatto metter una linea di comunicatori mimetizzati nel terreno per monitorare i miei infidi vicini, ne ho semplicemente ritrovato uno poco fa, il mio fedele Zuri verrà a prenderci tra poco.-

-Che fortuna essere Re eh?-commenta Wasp

-A volte, ma solo a volte.- risponde Pantera Nera

Non passa molto tempo che una navicella simile nel design ai Quinjet dei Vendicatori [9] giunge nella piccola radura dove sono i nostri sette eroi, atterra con grazia e, non appena il portello si apre, ne esce un gigante color ebano rivestito di una pelle di leopardo

-Ah mio Re sono felice di rivederti.- fa il gesto di abbracciarlo, ma T’Challa lo ferma

-Calmati Zuri, ho già avuto abbastanza guai per oggi senza farmi spezzare le costole dalla tua foga.- si rivolge agli altri

-Venite, è ora di partire.-

Con un gesto rapido Namor solleva la Donna invisibile tra le sue braccia e vola in un lampo dentro l’abitacolo.

-Partiamo, dunque.- dice –Abbiamo perso sin troppo tempo qui mentre Susan necessita di aiuto!-

Il solito Namor, pensa Capitan America, mentre salendo a bordo vede il suo vecchio compagno d’avventure depositare delicatamente Susan su una brandina. (una brandina? la gente di T’Challa, è davvero efficiente), sotto i suoi modi rudi e spesso arroganti si nasconde un uomo più sensibile di quanto in tanti pensano.

La navicella decolla e Jim Hammond si avvicina a Namor, seduto accanto a Sue.

-Se vuoi riposarti vecchio amico ti sostituisco io.- gli dice

-No! Non ne ho bisogno!-

-Attento amico, a quanto ne so è felicemente sposata.-

-Ne sono dolorosamente consapevole, credimi.-

-Si lo, immagino, non volevo dire niente di male, credimi.-

-Si lo so, non preoccuparti.-

-È bella, comunque.Vederti così con lei, mi fa tornare in mente Betty Dean…-

-È morta!- dice Namor, con voce cupa -Tra le mie braccia, assassinata da un mio nemico [10], come Namora [11] e come mio padre [12] e mia madre e mio nonno [13], l’Imperatore. Come la mia prima sposa Dorma e la seconda , Marrina, che io stesso ho dovuto uccidere quando si trasformò in un orribile mostro marino. Tutti coloro ho amato hanno pagato un caro prezzo per questo ed ora sono solo.-

-C’è sempre la figlia di Namora, Namorita, una ragazza in gamba!-

-Si, Nita, una cara ragazza. Da poco ho scoperto di avere un fratellastro umano…- aggiunge Namor -…figlio di un secondo matrimonio di mio padre quando entrambi eravamo ignari della reciproca esistenza [14]. Non ho mai cercato di trovarlo, ma forse…-

Le sue riflessioni sono interrotte da un gemito di Sue

-Dove sono?-

-Sei tra amici Susan.- risponde Namor –Ci hai salvati tutti. Ora stiamo tornando negli Stai Uniti con una navicella della Pantera

-L’invasione?-

-Non so, credo che non stiano arrivando altri dischi da qualche ora ma…ora riposati e sta tranquilla, tra poco rivedrai tuo figlio… e tuo marito.-

Non crede davvero che sia finita, guarda i suoi compagni e negli occhi di Jim, Spitfire e Cap vede il riflesso di ciò che lui stesso sta pensando. Inverno 1944 Ardenne, i Tedeschi sembravano vinti e all’improvviso sferrarono una micidiale controffensiva. Per un po’ gli alleati sembrarono vacillare e solo ad un duro prezzo si ripresero. Si, i marziani non si arrenderanno facilmente, lo sanno.

 

George Raven è preoccupato: ogni volta che ci ha provato la sensazione di estraniamento diventava più forte. Perché proprio a lui, tra tutte le persone del pianeta, doveva capitare di avere questo potere? Declinerebbe volentieri l’onore di entrare nella mente dell’Alto Signore Marziano, se, a quanto pare, non fosse l’unico a poterlo fare e non avesse fatto un giuramento quando entrò nello S.H.I.E.L.D. anni fa. Ancora una volta espande la sua mente sino a portarla oltre i confini della Terra, stavolta è più facile, perché l’Astronave Marziana è ferma poco sopra l’orbita terrestre. Riesce a percepire la presenza del suo bersaglio, eccolo…

 

ANCORA UNA VOLTA SEI NELLA MENTE DEL TUO NEMICO, VEDI CON I SUOI OCCHI, SCIVOLI LUNGO IL PAVIMENTO CON I SUOI TENTACOLI, IL SUO NERVOSISMO È IL TUO. L’IMPAZIENZA PER IL RALLENTAMENTO DELL’INVASIONE, LA DETERMINAZIONE A CONTINUARE SINO ALLA FINE. TI ADDENTRI ANCORA DI PIÙ IN QUELLA MENTE CHE TI STA DIVENTANDO SEMPRE PIÙ FAMILIARE IN CERCA DELLE INFORMAZIONI CHE TI SERVONO. SEI CONSAPEVOLE CHE, MAN MANO CHE PROCEDI L’IDENTIFICAZIONE DIVENTA DOLOROSAMENTE PIÙ TOTALE. SEI LUI ADESSO, SAI QUEL CHE DESIDERA, SAI QUELLO SA, VEDI L’UMANITÀ CON I SUOI OCCHI E SAI CHE DEVI ANDARTENE O NON VORRAI PIÙ FARLO, NON PUOI ASPETTARE. FALLO!

 

Non sa se ha urlato come crede, ma voltando la testa vede il Professor X che annuisce preoccupato. Ci sono nuove informazioni adesso che Nick Fury deve sapere.

 

-Convinti che funzionerà?- chiede Nick Fury?

-Si!- rispondono in coro Giant Man e la Bestia

-Abbiamo fatto tutti i test possibili.- aggiunge Hank McCoy –Certo se avessimo più tempo per ulteriori sperimentazioni, mediche…-

-…ma non l’abbiamo, purtroppo.- interviene Hank Pym –Possiamo solo fidarci dei risultati di laboratorio e sperare.-

-In quanto tempo sarà pronto?-

-Alle industrie Osborn ed in altre industrie farmaceutiche assicurano di essere in grado di produrlo per domani al massimo, lavorando a pieno ritmo e con l’aiuto dello S.H.I.E.L.D. lo diffonderemo nell’atmosfera e si vedrà.- risponde Giant Man. –Ha un’efficacia limitata ad una settimana al massimo, ma ha un’importanza relativa. Per allora o avremo vinto o saremo tutti morti comunque, vaccino o non vaccino.-

-Questo sì che è un pensiero veramente consolante, no?- commenta la Bestia

-Bene, bene con quella specie di neutralizzatore nucleare (o quel che cavolo è) che Richards ed il suo gruppo hanno inventato l’altro giorno, siamo praticamente al completo con le difese anti armi non convenzionali.-

Improvvisamente l’interfono squilla e Fury risponde:

-Che c’è?-

-Stanno arrivando sia il gruppo di Capitan America, che l’altro carico signore.-

-Benissimo arriviamo subito.- risponde Nick poi si rivolge ai due supereroi scienziati –Muovete le chiappe signori, il lavoro non è ancora finito!-

 

Nella sede centrale della REvolution, la nuova società di Tony Stark, Dwayne Taylor e Daniel Rand due figure osservano il risultato della recente distruzione: una è Luke Cage, il cosiddetto "Eroe a pagamento", l’altra, rivestita di un’armatura tecnologicamente avanzata simile a quella di Iron Man, è War Machine e solo poche persone sanno che sotto la maschera c’è James "Rhodey" Rhodes, ex marine, ex pilota personale di Tony Stark, nonché uno dei pochi ad avere avuto il privilegio (se così si può chiamare) di rivestire i panni di Iron Man. Oggi è il vicepresidente esecutivo della REvolution e solo in occasione di questa crisi mondiale è tornato a rivestire l’armatura di War Machine che, un tempo, era sua di diritto [15]. Ecco, improvvisamente, arrivare una familiare figura color rosso ed oro.

-Iron Man!- esclama Cage –Bentornato tra noi amico!-

Iron Man saluta Cage e si rivolge a War Machine

-Lieto di vederti di nuovo tra noi vecchio amico.-

-C’era un lavoro da fare e l’ho fatto, tutto qui!-

-E molto bene a quanto vedo. Bene, mentre stavo venendo qua ho sentito alla radio della Torre di Controllo del J.F.K. che Capitan America stava tornando sano e salvo, che ne dici se lo raggiungiamo insieme?-

War Machine riflette, non era questo che voleva, ha messo l’armatura solo perché era necessario, ora potrebbe mollare, in fondo Tony è tornato. No! Chi vuole ingannare? Non è sua abitudine lasciare un lavoro a metà.

-D’accordo!- risponde –Andiamo!-

 

Sul tetto del palazzo c’è una pista sufficiente a permettere al sofisticato veicolo wakandano di atterrare ed ecco che da esso scendono i suoi sette passeggeri con Capitan America in testa. Ad attenderli l’agente dello S.H.I.E.L.D. Jasper Sitwell, neo responsabile provvisorio degli affari superumani per il Presidente degli Stati Uniti [16], Nick Fury, Giant Man e la Bestia.

Le formalità di saluto sono essenziali e, mentre Wasp parla con Giant Man, Cap si fa aggiornare sulle ultime novità, poi, ecco, dal cielo, arrivare una figura familiare

-Thor!- esclama Cap –Bentornato vecchio amico!-

-Quando il dovere chiama, il figlio di Odino, non può che rispondere alla chiamata- risponde Thor.

Wasp lo prende a braccetto:

-È un vero piacere rivederti tra noi ricciolidoro…-gli dice con voce flautata –Sei sempre in forma…ti stai facendo di nuovo crescere la barba?-

 

-Davvero? Mmm ti dirò che trovavo quella tua barba tremendamente sexy…-

-Giuro che non capirò mai quella donna.- borbotta Giant Man –Un momento prima mi getta le braccia al collo e poi..eccola a flirtare con Thor come se non esistessi, proprio come faceva ai vecchi tempi dei Vendicatori.-

-Le donne sono esseri imprevedibili.- ribatte la Bestia –Credimi, ho una certa esperienza in materia e…-

-Signori!- taglia corto Nick Fury –Bando alle chiacchiere. Ho un altro incarico per voi due cervelloni!- ed indica un elicottero in arrivo [18].

 

 

5.

 

Sulla luna la seconda fase dell’attacco marziano è già cominciata e Capitan Marvel fa del suo meglio per contrastarla.

-Muoviti Genis, non so se le armi della base possano fare qualcosa!- "grida" Rick Jones dalla zona negativa

-Non sono uno stupido Rick quei..cosi non ce la faranno, non fintanto che ci sono io ad impedirlo!-

-Magnifico discorso. A quale film di Chuck Norris l’hai rubato?-

-Chuck Norris? E chi è?-

-Ne parliamo dopo. Ora pensa ai tripodi!-

I dischi si sono abbassati ad un livello tale da far uscire le loro gambe telescopiche ed ora avanzano rapidamente nella bassa gravità lunare sparando i loro micidiali raggi, che, misteriosamente mancano sempre il bersaglio nonostante la sua grandezza.

-Non erano certo i primi della classe al poligono di tiro su Marte eh?-

-Rick io direi che qui c’è qualcosa di strano, non possono essere così imprecisi!-

-Dammi qualche credito Marv. Lo so io che non è naturale. Scommetto che il nostro amichetto, la Suprema Intelligenza sta usando qualche suo trucchetto per confondere la loro mira. Non che lo faccia per altri motivi se non salvare quel suo grosso testone verde!-

-Dev’essere così, certamente, e sarebbe stupido non approfittarne ed io non sono stupido!-

-L’hai già detto, non ripeterti!-

Senza ribattere, Capitan Marvel attinge alla sua energia fotonica e compie una virata verso l’alto, poi scarica l’energia dalle negabande in un colpo concussivo di grande potenza che abbatte due tripodi, sfugge al colpo di uno di essi (interessante notare quanto sia migliore la loro mira quando non sparano contro la stazione lunare) e ribatte. Dalla zona negativa Rick Jones osserva tutto attraverso i suoi occhi. È triste notare con quanta facilità spegne la vita dei marziani. Certo, non c’è scelta, è una guerra ed il fatto che quegli esseri non siano nemmeno umanoidi rende anche la cosa più facile no? Capitan America direbbe che ogni vita è preziosa in ogni angolo dell’universo. Vorrebbe non porsi simili quesiti. Dopo che anche l’ultimo tripode è abbattuto, si rivolge a Capitan Marvel.

-Torniamo alla stazione spaziale, Marv! Hai bisogno di riposare un po’!-

Non dice che lui stesso sente il bisogno di uscire dalla zona negativa, almeno per un po’ e che vorrebbe tanto essere aggiornato sugli ultimi avvenimenti. Genis annuisce e punta verso il complesso S.H.I.E.L.D.

  

La giornata volge al termine, sopra la città di New York il sole comincia a tramontare. Nelle cancellerie delle capitali dei cinque paesi membri permanenti dell’O.N.U. certe decisioni vengono prese e, attraverso la giusta catena di comando giungono all’uomo incaricato di eseguirle: il colonnello Nicholas Fury, il quale ascolta corrucciato quanto gli viene riferito, poi, dopo aver riflettuto, usa un canale riservato e fa squillare un certo telefono alla Casa Bianca. Il colloquio tra lui ed il Presidente degli Stati Uniti è breve, ma la risposta è chiara. Ripete l’operazione altre quattro volte: a Mosca, Pechino, Londra e Parigi, ma ogni volta, in qualunque lingua sia data, la risposta è sempre la stessa. Sospirando Fury fa un’ultima chiamata.

Alla sede di Long Island della multinazionale nippo-americana Stark-Fujikawa la telefonata è ricevuta da una solerte segretaria che, quasi istantaneamente, la passa al Presidente della divisione americana della società: Morgan Stark.

-Cosa posso fare per lei Fury?- risponde quest’ultimo al videotelefono

Ancora in ufficio a quest’ora? Pensa Fury, non certo il Morgan Stark che ricordavo. È proprio vero che il potere può avere strani effetti sulle persone.-

-Una cosa semplice, mi servono i vostri files su un vecchio progetto realizzato per lo S.H.I.E.L.D. da suo cugino.-

-Siamo sempre lieti di contribuire allo sforzo comune, mi dia tutte le informazioni che ha e le farò avere quel che cerca nel minor tempo necessario.-

dice asciutto Morgan

Fury gli dice quel che gli serve e Morgan si gratta il mento, poi…

-Mi parla di roba che risale a quando questo posto si chiamava ancora Stark Industries, la società fondata da mio nonno, beh non importa la troveremo. –preme un pulsante sulla sua scrivania e si rivolge alla segretaria –Miss Hanson, voglio tutto quello che abbiamo sul progetto Cerebrosauro e lo voglio tra cinque minuti.-

-Si signore…ehm c’è in linea la sua ex moglie che vuol parlarle.-

-Quale delle tre? Non importa, le dica che sono occupato e che richiami domani ed ora si muova. Non è pagata per battere la fiacca.-

Interrotta la linea Morgan attende e poi, cinque minuti dopo, il computer gli da un segnale e sullo schermo appare una serie di pagine. Ecco cos’è, pensa Morgan, capisco perché non ha chiesto queste informazioni a Tony, il mio caro cugino gli avrebbe sbattuto il telefono in faccia. Beh qui c’è uno Stark che non ha di questi dubbi. Si rivolge di nuovo a Nick:

-Le Ho inviato tutto il file via e-mail, colonnello, lieto di essere stato utile.-

Certo, come no, pensa Fury, tanto, poi, il lavoro sporco lo farò io.

 

 

6.

Una giornata passa in febbrili preparativi.

A New York, un Quinjet atterra e, tra gli occupanti ne scende un Quicksilver silenzioso. Capitan America, lo aspetta.

-Ce l’hai?- gli chiede

-Si e non è stato facile ottenerlo. Se non fossi il cognato della Regina, non so se Medusa e Freccia Nera, per non parlare di quei bigotti del Consiglio Genetico, avrebbero mai acconsentito.-

-Lo immaginavo.- ribatte Cap –Sei stato in gamba, com’è andata da voi?-

-Abbiamo avuto problemi, ma alla fine abbiamo respinto anche noi l’attacco marziano [19].-

-Prepariamoci allora, sono convinto che questa tregua sia solo apparente.-

Nelle ore seguenti, strani artefatti sono portati in luoghi chiave del pianeta in attesa di un ordine. Questo solo rimane da fare, attendere e prepararsi.

 

Orbitante sopra la terra, sta ancora la nave madre marziana. All’interno l’Alto Signore è veramente furioso. Ha aspettato troppo e non è disposto a subire ancora l’insulto di vedersi battuto da quelle infime creature del terzo pianeta, ora basta! Con un gesto imperioso da l’ordine d’attacco.

 

Nella stazione spaziale S.H.I.E.L.D. sulla Luna, Rick Jones non è riuscito a prender sonno. È già abbastanza duro starsene qui, lontano da Marlo mentre sia lui che Genis riprendono le forze, ma dover anche starsene tappato nella camera assegnata al suo forzato compagno, per paura di tradire la loro "identità segreta", beh è davvero troppo (Sempre meglio, comunque, che stare su un pianeta con tre soli e 40° all’ombra, quando c’è ombra). Alla fine decide di fare un giretto per la base. Dopotutto, pensa, sono stato la spalla di Capitan America (e di Hulk e del primo Capitan Marvel e di Rom il Cavaliere Spaziale, se è per questo, uhm forse farebbe prima ad elencare gli eroi con cui non ha collaborato.). e sono capacissimo di evitare tutte le guardie ed i sensori. La sua vanteria si rivela esatta. E, così, poco dopo eccolo tornare dalle cucine con un mega panino

-Rick io penso che sia stata un’inutile spacconata, non avevi bisogno di quel panino, dopo tutto.- gli dice Capitan Marvel

-Non si tratta di necessità è che a volte ci sono cose che devi fare perché….ehi cos'è quello?-

Dalle vetrate della stazione Rick (e Capitan Marvel attraverso i suoi occhi) vede uno sciame di tripodi precipitarsi a tutta velocità verso la Terra

-Oh no, ricomincia!- esclama –Lo sapevo, tutti così questi super cattivoni, non ti lasciano mai finire un pasto in pace.-

Con un gesto di rassegnazione, sbatte le sue negabande tra loro e borbotta tra se:

-Shazam!-

Al suo posto appare Capitan Marvel che volando si precipita verso l’esterno

-Rick, cosa vuol dire quella parola che hai mormorato prima?- chiede

-Niente d’importante Marv, solo un antico scongiuro terrestre.- risponde lui –Ora concentrati sui nostri avversari o li perderai.-

-Non preoccuparti, non sono abbastanza veloci da sfuggirmi. Ho abbastanza potenza da tener loro testa facilmente.

-È quando dici così che mi preoccupo di più.-

 

Il cielo terrestre si oscura di nuovo, quando i tripodi diventano visibili anche da terra, poi l’attacco parte ed i terribili raggi mortali saettano verso il basso.

Nel Quartier Generale degli eroi una mano guantata di rosso preme un pulsante e mormora una preghiera. Quasi contemporaneamente in molte parti del mondo, degli apparecchi si attivano ed una serie di barriere translucide si ergono a coprire una buona parte delle zone densamente abitate del pianeta, barriere contro cui i raggi dei tripodi s’infrangono inutilmente

Più e più volte gli assalti vengono rinnovati, ma è tutto inutile le barriere resistono

Dalle batterie sparse nel mondo, nuovi missili sono sparati, dalle basi aeree si alzano i caccia Dovunque le battaglie infuriano e, come sempre c’è chi muore.

 

Dall’alto di un cornicione nel Bronx, Prowler ed il Ragno d’Acciaio si sono ritrovati ancora una volta, dopo la battaglia di due giorni prima.

-Bell’idea quella della barriera, se solo fossero riuscita ad attuarla prima... – dice Ollie Osnick.-

-Già!- commenta Hobie Brown –Quanti morti e feriti si sarebbero risparmiati?-

-Crede che ci tocchi solo il ruolo di spettatori, ormai?-

-Credo che non ci resti che stare a vedere, quello che succederà adesso non dipende da noi, ma se dovesse essere necessario, intendo fare la mia parte.- risponde Prowler ed il ragno d’Acciaio non può che assentire.

 

Maureen Raven avrebbe preferito che il parto non avvenisse in queste circostanze, ma non aveva avuto scelta e così ora si ritrova nell’Infermeria del Bunker dei Vendicatori con il figlio Jonathan mentre il suo secondo figlio si appresta a vedere la luce nel momento, forse, meno adatto, per fortuna che dal Memorial Hospital è riuscita ad arrivare quella dottoressa Foster. Se solo potesse resistere finché la crisi mondiale non passa o, almeno finché George non riesce ad arrivare, ma non ci sono speranze, lo sa e si prepara all’inevitabile.

 

I dischi compaiono sul cielo di Muir Island al largo delle coste scozzesi. Per Angelo Espinoza non sono una vista nuova, solo due giorni prima ha fatto del suo meglio, come tutti i superumani presenti nelle isole britanniche per respingere la prima ondata marziana, ora, accanto alla sua amica Paige Guthrie, alias Husk, che è reduce d un delicato intervento per rimuovere l’infezione della Covata [20], si chiede se dovrebbe muoversi e fare qualcosa o restarle accanto. Se solo ci fossero i suoi amici di Generation X, ma sono chissà dove a cercare di salvare Banshee prigioniero di Emplate [21]. Per sua fortuna, in soccorso sono arrivati: Capitan Bretagna, Meggan ed il Cavaliere Nero permettendogli di restare accanto a Paige, d’altra parte che cosa potrebbe fare lui contro i dischi che i supereroi volanti e la R.A.F. non facciano pure meglio?

 

Isola di Genosha. L’arrivo dei dischi marziani ha già sconvolto quest’isola una volta due giorni fa, ora il loro ritorno non getta la popolazione nel caos, sanno di avere le difese pronte.

Ecco, improvvisamente apparire Magneto, sovrano dell’isola, signore del magnetismo, accompagnato da altre cinque misteriose figure in costume. Con spietata efficienza attaccano gli invasori e li abbattono uno dopo l’altro, Meno di dieci minuti ed il cielo di Genosha è di nuovo sgombro.

 

Arizona. Il convoglio ferroviario con il bestiame diretto ai mercati del nord è deragliato al primo giro dei Marziani, l’allevatore ed il suo figlio quattordicenne sono stati tra i pochi sopravvissuti. I dischi sono stati messi in fuga dall’intervento dell’Air Force e loro portati al centro di raccolta a Gallup, ai margini della Riserva Navajo, ma stamani i dischi sono ritornati, tutto ricomincia di nuovo. L’Uomo teme per il figlio, ala sua età sembra avere lo sviluppo di un bambino di otto anni e se lui dovesse rimanere ucciso, che ne sarebbe del ragazzo? Una scarica marziana distrugge la parete del motel dove si trovano e la sagoma minacciosa di un tripode si staglia su di loro. L’uomo e suo figlio sarebbero spacciati se, all’improvviso un misterioso uomo non afferrasse una delle gambe dei tripodi e non spingesse sino a farlo cadere a terra. L’uomo indossa un comune costume tribale, sormontato da un casco di piume, il suo volto è coperto da una maschera. Dal tripode emergono due marziani che si muovono a fatica sul suolo terrestre e puntano le loro armi portatili, con incredibile agilità, l’uomo mascherato evita le loro scariche ed abbatte i goffi marziani con due colpi ben assestati.

-Vi conviene andar via, potrebbero arrivarne degli altri.- dice agli astanti.

-È un indiano papa?- chiede il figlio dell’allevatore

-Si amico, sono un nativo americano, puoi chiamarmi Aquila Americana.-

 

Poco lontano da li, in New Mexico, il Puma ha appena insegnato a due marziani che a volare troppo basso ci si rimette sempre

 

Più a nord verso il confine tra Wyoming e South Dakota, l’incarnazione vivente dello spirito Owayodata dei Cheyennes, Red Wolf armato del suo coraggio e del suo bastone affronta due tripodi marziani abbattendone uno. A bordo dell’altro sta per partire il raggio che l’ucciderà quando, improvvisamente, dinanzi agli occhi dei due occupanti del tripode appare la figura di un Corvo Nero che sia avvicina gracchiando. Diventa sempre più grande, così grande da sovrastare il tripode. Mentre il vetro (o quel che è) s’infrange, dalle gole atrofizzate dei marziani esce un grido stridulo

Red Wolf vede il tripode esplodere, ma non capisce perché sia successo, nulla l’ha attaccato. L’unica cosa che c’è, è solo quel corvo nero che ora si allontana. E se fosse…perché no? In fondo lui stesso non è l’incarnazione di un antico spirito del suo popolo?

 

Sulla costa occidentale, alcuni dischi sono riusciti ad entrare nell’area di S. Francisco prima che la barriera si richiudesse su di loro e sparano sulla folla. Hortense Scott è quello che oggi si direbbe una bella donna afroamericana, pensava che fosse già abbastanza grave aver a che fare con un marito che sfogava la frustrazione per aver perso il lavoro nell’alcool e picchiando moglie e figlio, ma essere attaccata dagli extraterrestri era troppo anche per lei. Era partita sperando di mettere miglia e miglia tra suo marito tra lui ed il piccolo M’Shulla (Un nome stupido aveva detto Adrian quand’era nato, quattro anni prima, ma lei era fiera delle sue origini africane ed aveva voluto dare al figlio il nome di un antico capo wakandano) ed ora poteva solo sperare di sopravvivere insieme a lui. Il micidiale disco è abbattuto da una a strana esplosione ed Hortense vede accanto a se la responsabile, una ragazza di poco più di 18 anni, pensa, bionda e con gli occhiali da sole

-Si muova signora- le intima Tabitha Smith, alias Meltdown e lancia un’altra delle sue bombe a tempo: 3..2..1 ed un altro tripode esplode

-Questo era l’ultimo!-

-Grazie le devo la mia vita e quella di mio figlio.-

Si? Beh se lo ricordi quando vedrà qualcuno prendersela con qualche mutante.-

Lo farò, pensa Hortense, lo farà davvero.

 

Al Greenwich Village, Ringer osserva il cielo dove i dischi marziani si accaniscono inutilmente contro la barriera di protezione. Non ci sarà bisogno di lui stavolta. Se potesse provare emozioni non saprebbe se sentirsi sollevato oppure dispiaciuto di non poter combattere contro gli alieni, beh, vada come vada lui svolgerà il compito assegnatogli.

A Washington D.C. il professor Andrè Frost mormora una silenziosa preghiera di ringraziamento. Sembra che nuove prove saranno risparmiate a lui e sua figlia Carmilla.

Nei sotterranei del Q.G. dello S.H.I.E.L.D. quattro figure osservano compiaciute il lavoro di altre due.

-Sta funzionando!- dice Reed Richards

-Ne dubitavi forse, Richards?- interviene il Dottor Destino. –Le mie invenzioni non falliscono mai.-

Specialmente se hai l’aiuto di altri due geni come me e Forge l’inventore, eh, omino di latta?-

-Se non avessi giurato altrimenti, saresti già morto per la tua insolenza Dottor Banner, ma la parola di Destino è legge anche per lui stesso.-

-E parlare in terza persona è indice di megalomania o di ritardo mentale, tu quale hai?-

-Vi prego di calmarvi signori, l’importante è che siamo riusciti a convertire l’assorbitore con cui anni fa Destino s’impadronì del potere di Silver Surfer in un diffusore che permette al potere cosmico di Surfer di potenziare la barriera negativa degli Inumani collegando le barriere nelle varie parti del mondo in un campo di forza unico.-

-Grazie per dirci cosa che già sappiamo, ma non dimenticare che è stata un’idea di Destino usare le energie magiche del Dottor Strange per accelerare il processo di diffusione mondiale.- ribatte il monarca di Latveria.

Se osservassero meglio il Dottor Strange, vedrebbero il suo tormento. Le sue energie magiche sono diminuite in proporzione al dolore alle sue mani, anche un incantesimo semplice come quello che connette il diffusore di Destino alle linee di forza della Terra usando le energie geomantiche per creare la superbarriera è troppo doloroso, ma non poteva rifiutarsi, c'è in gioco il futuro del pianeta.

 

Nell’astronave marziana il furore dell’Alto Signore aumenta. Rabbiosamente ordina di aumentare l’intensità dell’attacco, Che i tripodi usino tutta l’energia disponibile, ma distruggano quell’infernale barriera, devono farlo a tutti i costi.

L’intensità dell’attacco aumenta, i dischi sono indifferenti a tutto, agli aerei che li bersagliano abbattendoli uno dopo l’altro, agli attacchi del supereroe Capitan Marvel. Solo la barriera conta. Nonostante tutto, la barriera resiste, resiste sempre. L’energia aumenta, di più, sempre di più e poi… la fonte d’energia dei tripodi, sollecitata oltre ogni limite, cede. Uno dopo l’altro i tripodi esplodono spontaneamente, come un’onda di risonanza, che si propaga nell’aria, in ogni parte del globo i dischi finiscono a pezzi in un lampo di luce, uno dietro l’altro.

 

Nello spazio le navi appoggio Marziano sono sotto attacco della nave spaziale dei predoni Stellari, appena giunta nel quadrante. Un colpo da una delle navi la colpisce ed essa comincia a precipitare verso la terra [22].

 

Ce l’abbiamo fatta Cap!- esclama Jim Hammond

-Sembra proprio di si.- risponde Capitan America –Il piano ha funzionato.Ora vediamo cosa può succedere.

 

All’interno della nave madre uno degli ufficiali Marziani prende coraggio e si rivolge all’Alto Signore:

"Dobbiamo tornare alla base su Marte, non abbiamo più dischi, non possiamo continuare l’invasione così "

"E va bene, ma non è finita, torneremo su Marte e non appena avremo capito come distruggere quella barriera, ritorneremo qui con forze ed armi tali da ridurre quel misero pianeta ad un deserto ricoperto di ossa spolpate."

L’ordine arriva a tutte le navi che, si muovono e puntano verso il quarto pianeta del sistema solare.

L’invasione è fallita.

 

Nel Q.G. degli eroi, Capitan America siede pensieroso, accanto a lui, i compagni di lontane battaglie: Jim Hammond, l’androide che fu la Torcia Umana Originale, Namor, il Sub Mariner, Jacqueline Falsworth, Spitfire, con cui ha voluto dividere la responsabilità del comando.

-I rapporti non sbagliano Cap.- dice Jim –Hanno mollato, si sono ritirati su Marte.-

-Tu credi che sia finita del tutto? Chiede Cap

-No!- afferma con sicurezza Namor –Si leccheranno le ferite per un po’, ma torneranno, magari non subito, magari tra molti anni o secoli, ma torneranno.-

-Si lo credo anch’io.- interviene Spitfire –Dopo essere stati sconfitti la prima volta, hanno aspettato cento anni e poi sono tornati. Lo faranno ancora, ne sono convinta.-

-Bene! Allora è il momento di una nuova riunione globale, domattina.-

-Hai l’intenzione che credo?-

-Sentirò l’opinione di tutti, ma credo abbiate ragione, loro ci hanno invaso ed ora noi porteremo la guerra in casa loro, saremo noi gli Invasori!-

-Mi viene da dire una cosa sapete?- dice Jim

-Dilla, allora, fiammifero!- risponde Sub Mariner.

Jim Hammond sorride e, mentre allunga il braccio destro sul tavolo e gli altri mettono la mano sulla sua, Capitan America per ultimo, esclama con voce stentorea:

-Ok Marziani, arriviamo noi!-

E non c’è bisogno di dire altro.

 

7.

 

L’alba vede arrivare da ogni parte del modo, una marea d’eroi in costume nell’ampia sala riunioni non ci sono abbastanza sedie per tutti e molti rimangono in piedi.

Ai piedi di un improvvisato palco stanno i cinque membri del cosiddetto Stato Maggiore Riunito: U.S.Agent, Guardiano d’Acciaio, Union Jack, Marianna e Drago di Giada. Al lato destro, l’uno accanto all’altra: Jim Hammond, sempre nel costume della Torcia Umana Originale, e Spitfire. Dall’altro lato: Namor e sua cugina Namorita. Entrano tutti i membri dei Vendicatori presenti e passati tra cui: L’Uomo Ragno, Moon Knight. L’Uomo Sabbia War Machine. Quasar e Hulk, membro fondatore, e perfino Capitan Marvel che, pur non essendo un Vendicatore, li ha aiutanti in alcune occasioni; assenti giustificati, i membri del gruppo d’intervento sullo Starcore 2 e Giant Man, in viaggio verso Marte assieme alla Bestia; i Fantastici Quattro, o meglio, tre, perché la Cosa è nello spazio; la russa Guardia d’Inverno guidata dalla Vedova Nera; gli Alpha Flight appena giunti dal Canada dopo aver distrutto un laboratorio dove si conducevano esperimenti genetici su cavie umane [23]. il gruppo mutante già noto come X.Force, i sei membri rimasti in forze della Forza della Cina; i membri storici del gruppo noto come New Warriors e tanti altri ancora. Da una stanza vicina il Professor Charles Xavier, che non tutti conoscono come leader degli X-Men, osserva tutto per via telepatica.

Alla fine ecco arrivare Capitan America, il suo volto è teso, si avvicina al palco

-Tutto bene Cap?- gli chiede Spitfire

-Si, ho solo passato una notte un po’ particolare.- risponde lui. Si ferma, si schiarisce la voce e, finalmente parla:

-Amici. Ho molto poco da dire. I marziani si sono ritirati, ma la guerra non è ancora finita. Non abbiamo garanzie che non ritornino. C’è una sola cosa da fare, raggiungerli su Marte ed assicurarci di neutralizzare il loro potenziale bellico una volta per sempre. L’O.N.U. ha selezionato i superumani per una missione di contrattacco, non c’è molto altro da dire, dobbiamo solo partire. Il momento è ora. Buona fortuna e che Dio sia con voi.-

Tace e scende dal palco.

 

Come sempre, Charles Xavier ha seguito gli eventi in disparte. C’è troppa gente la dentro che non ha bisogno di sapere che lui è il Professor X, leader degli X-Men. Stavolta anche lui andrà con gli altri, tirerà i suoi ragazzi fuori dai guai. Lo deve a Scott, lo deve a tutti quanti, compreso se stesso. L’arrivo di Nick Fury lo distrae:

-Ho una notizia che forse la interesserà, professore- dice

-Di che si tratta?- Xavier sa che potrebbe saperlo più rapidamente penetrando nella mente di Fury, ma sa anche che il burbero colonnello non l’accetterebbe volentieri

-I nostri satelliti spia hanno colto l’immagine di Magneto e cinque misteriosi suoi accoliti, che si sbarazzavano in pochi minuti dei tripodi all’assalto di Genosha.-

-Gente conosciuta?-

-Uno solo per quanto ne so.- ribatte Fury e pronuncia un nome

-Capisco. È una notizia su cui meditare Fury.-

Eric o Magnus o comunque tu voglia farti chiamare, pensa Charles, cos’hai in mente stavolta?

 

Il resto è solo burocrazia e preparazione. Nell’hangar sotterraneo è arrivata un’astronave fornita da Titano, abbastanza grande da contenere tutti i supereroi e supereroine. Segretamente vi viene caricata una navicella più piccola, dalla forma particolare, progettata molti anni fa per un unico scopo ed ora usata nuovamente per disfare quello che fece. Solo cinque persone, oltre a Nick Fury, sanno quale sia il suo scopo: i cinque dello Stato Maggiore e di loro solo due sanno di essere i prescelti per compiere un dovere spiacevole.

Le operazioni d’imbarco richiedono non moto tempo e, finalmente l’astronave decolla verso Marte.

 

Capitan America osserva lo spazio grazie allo schermo panoramico del ponte di comando. I suoi vecchi compagni d’avventure della 2° Guerra Mondiale gli si avvicinano

-A cosa stai pensando Cap?- Chiede Jim

-Alle ironie della vita Torcia. Siamo su un astronave ultratecnologica e viaggiamo nello spazio per combattere dei crudeli extraterrestri, eppure il comando è affidato a noi vecchi veterani di una guerra diversa, veri anacronismi viventi, non credi?-

-Me lo sono chiesto spesso anch’io, se vuoi saperlo, se avevo un posto in quest’era o se non sarebbe stato meglio continuare a dormire il mio sonno elettronico, se c’era ancora un posto per me in questo mondo dove i valori che mi erano stati insegnati sembrano troppo spesso dimenticati. Come eroe sono stato rimpiazzato da Johnny Storm, come uomo, beh ha un posto un androide in questa società?-

-Se vuoi saperlo...- interviene Sub-Mariner -…il posto ce l’hai se sei pronto a conquistartelo. Io stesso mi sento fuori posto dovunque vada. Gli atlantidi mi hanno accettato come sovrano, ma io non sono del tutto uno di loro. Per molti anni della mia vita ho cercato di negare la mia eredità umana e non sono mai cercato di venire realmente a patti con essa. Ultimamente ho cominciato a ripensare a certe cose ed ho preso delle decisioni. Mia madre era atlantidea, mio padre umano, non volterò mai più le spalle alla mia eredità.-

-Non siete i soli.- afferma Spitfire –Per me è lo stesso da quando sono ringiovanita grazie alla trasfusione del sangue di Namor. Sembra una bella cosa ritrovarsi all’età di 16 anni quando si è già superato i settanta, ma, passata la prima euforia, ci si rende conto che la tua vita diventa più complicata: non sei in sintonia con i ragazzi della tua età apparente, ma non lo sei del tutto nemmeno con i tuoi veri coetanei.-

-Facciamo davvero un bel gruppetto!- commenta Cap

-Al termine di questa storia ho un racconto da farti Cap, credo lo troverai interessante, è fatto apposta per vecchietti come noi.-

 

I cinque dello stato Maggiore Riunito sono di fronte alla navicella

-E così questo è il cerebrosauro!- dice Union Jack –Che razza di nome per una navetta spaziale

-Gli fu dato dal suo inventore Anthony Stark, per motivi ormai dimenticati.- commenta il Guardiano d’Acciaio –Pare che ancora oggi sia l’unico esemplare in grado di fare il lavoro richiesto.-

-Ci sono solo due posti, chi vi salirà?- chiede il Drago di Giada

-Io ed il Guardiano!- risponde U.S.Agent, abbiamo già ricevuto gli ordini.-

-Non v’invidio amico.- dice Union Jack –Per mia fortuna non so pilotare un affare simile. Non vorrei aver avuto il vostro incarico per tutto l‘oro del mondo.-

-Basta con gli indugi, partiamo!-. taglia corto U.S.Agent

Lui ed il Guardiano d’Acciaio si accomodano nello stretto abitacolo. Il russo si mette ai comandi e la navicella parte, un portello si apre ed eccola nello spazio aperto.

 

È solo un caso che Iron Man veda la navicella partire, in un primo momento fatica a riconoscerla poi il ricordo torna chiaro e nitidissimo. C’è un solo motivo per cui possono aver preso il cerebrosauro, può essere solo per…

-Qui Capitan America, rispondete navicella.-

<Qui U.S.Agent e Guardiano d’Acciaio.> risponde la voce di John Walker <Abbiamo una missione da compiere per conto dei nostri Governi. Vi raggiungeremo appena finito.>

-Di che missione si tratta? , Rispondete!-

-Meglio se non glielo chiedi, Cap, non ti piacerebbe la risposta.-

-Tu che ne sai Iron Man?-

-Nulla in realtà, solo un sospetto. Se ho ragione, lo saprò presto.-

 

Il cosiddetto cerebrosauro punta verso quello che sembra uno dei tanti satelliti artificiali, di forma vagamente ogivale.

-Eccolo!- dice U.S.Agent –Sei certo di riuscirci?-

-Gospodin Agent –ribatte il Guardiano –Per tua informazione io sono uno dei migliori piloti di tutta la Russia, può darsi che all’epoca della sua progettazione, solo Anthony Stark fosse in grado di pilotarlo con così poco addestramento, ma i tempi sono cambiati ed ora anche noi della madre Russia siamo in gamba con queste cose. Ora zitto e lasciami, fare. Stando a quanto ci hanno detto, basta un piccolo errore, anche di un millimetro, e finiamo tutti in polvere finissima.-

Così dicendo, il Guardiano manovra il braccio magnetico che fuoriesce dal muso del cerebrosauro e preleva da una nicchia un congegno che sembra una specie di tappo, poi, con delicatezza, avvicina il braccio all’ogiva e, piano piano sistema il "tappo" fino a farlo incastrare perfettamente con un apertura del satellite. Quasi istantaneamente all’interno dello stesso, un marchingegno da lungo tempo dormiente, riprende a muoversi.

-Fatto!- esclama il Guardiano –Ora tocca a te Agent!-

Senza parlare, Agent esegue sul computer di bordo una serie di comandi comunicatigli in precedenza, poi si appoggia allo schienale del sedile.-

-Ok, andiamo ora, raggiungiamo gli altri per il gran finale.

Il cerebrosauro parte alla massima velocità.

 

L’astronave degli eroi viene affiancata da un’altra simile, ma più piccola, è quella del gruppo formato da Warbird, Dragoluna, Photon, Tigra e Starfox, nel momento del rallentamento sono raggiunte dal Cerebrosauro che s’infila nel ventre dell’astronave più grande, poi le due astronavi affiancate procedono insieme verso Marte.

  

Su Marte c’è già un avamposto di eroi: i membri degli X-Men a suo tempo partiti assieme alla Cosa dei fantastici quattro, per salvare un gruppo di umani prigionieri e destinati alle mense marziane, a loro si sono aggiunti da poco i loro compagni Bestia ed Emma Frost, già Regina Bianca del Club Infernale, ed in più Giant Man dei Vendicatori ed eccoli circondati da un mucchio di marziani arrabbiati e decisi a farli fuori.

-Beh non vorrei sembrare scontato…- esclama Ben Grimm -…ma: che razza di sviluppo rivoltante è mai questo?-

-Non è il momento delle chiacchiere Grimm!– ribatte Wolverine. -È il momento dell’azione!- e si lancia contro i marziani ad artigli sguainati.

-Il guaio di quel tappetto è che non ha il senso dell’umorismo –commenta la Cosa –Bah, voi poliponi siete più pestiferi della banda di Yancy Street

-Dobbiamo filarcela compagni!- interviene Colosso

-Ma come? –chiede l’Uomo Ghiaccio –Non possiamo portar via i prigionieri

<<Calma amici>> interviene telepaticamente Fenice <<Sono in contatto con il Professor X, i rinforzi stanno arrivando,>>

<<Ah lo sapevo che sarebbero arrivati, quei bravi ragazzi>> "dice" la, Cosa <<Sotto con le botte ragazzi o per dirla in un altro famoso modo…>-… È TEMPO DI DISTRUZIONE!!!-

Come una furia scatenata Ben si getta in mezzo ai marziani spazzandoli via e di suo esempio è seguito dagli altri, ciascuno nel suo inimitabile modo.

 

Nell’astronave di Titano, il Professor Xavier interrompe per un attimo il collegamento telepatico con Marte e si rivolge a Capitan America, facendogli il rapporto della situazione

-Bene questo ci lascia poca scelta.-

-Invasione mio Capitano?- chiede Falcon

-Voi che dite?- chiede a quelli dinanzi a lui

-Io dico Si, sistemiamo la faccenda una volta per tutte.- dice Iron Man

-Io dico si!- esclama Thor -Il tempo è venuto per i malvagi di pagare il fio della loro empietà!-

-Certo!- afferma Wasp –Finiamola una volta per tutte e riportiamo su Hank!-

-Facciamo in modo che quando avremo finito con loro, il prossimo pianeta da invadere lo cercheranno su Orione.- dice tranquillo Hulk

-SI!.- gridano tutti gli altri.

-E allora sia, scendiamo!

 

La discesa delle due astronavi non è facile, le difese marziane sono formidabili, ma non è facile nemmeno resistere contro la potenza superumana che è dispiegata contro di loro. Basta una delle armi del Dottor Destino per neutralizzar la prima linea, poi anche la seconda cade e le astronavi atterrano. Mr. Fantastic distribuisce a tutti delle pillole

-Con queste riuscirete a respirare su Marte per un’ora e coloro che hanno poteri calorifici potranno usarli.-

-Bene figliolo…-dice Jim Hammond -…non pensavo che mi sarei mai più trovato in azione con il mio successore.-

-Eri il mio idolo da quando ero bambino.- ribatte Johnny Storm –Ho sempre pensato che tu fossi il migliore ed ho sempre sperato di essere alla tua altezza.-

-Credo che tu lo sia ed ora non perdiamo tempo, andiamo!-

Giù, per il reticolo di gallerie sotterranee che formano la comunità marziana, gli eroi si muovono abbattendo ogni ostacolo

 

Inesorabile il satellite caricato dal cerebrosauro si avvicina a Marte.

 

Gli eroi percorrono le gallerie, guidati telepaticamente dal Professor Xavier e da Fenice fino a giungere ad un ampio spazio dove gli altri eroi stanno ancora battendosi

-Benvenuti ragazzi!- grida l’Uomo Ghiaccio –Qui l’atmosfera si stava facendo rovente, nonostante la mia presenza!-

Quello che segue non può adeguatamente esser descritto con le parole. Immaginate ciascuno degli eroi, che sia un membro di un gruppo o abituato ad agire da solo, usare i suoi unici poteri contro il nemico, ma non sentitevi troppo dispiaciuti per il nemico, non ancora almeno!

 

Ora è in vista di Marte e si mette in orbita geostazionaria attendendo.

 

La battaglia è finita, per ora. Capitan America da l’ordine di portar via i prigionieri umani. L’evacuazione comincia.

 

Nel suo rifugio l’Alto Signore è scosso dalla rabbia. Come si permettono questi stupidi umani? Sono venuti nel suo regno, ma non devono passarla liscia. Dovesse costargli l’ultimo soldato, li vuole tutti morti. TUTTI!

L’intensità del suo grido telepatico è tale da essere percepita da tutti. U.S.Agent si morde un labbro, guarda il piccolo telecomando che ha nella mano destra e poi…

-Tutti sulle astronavi, ora!-

-Cosa? Perche?-

-Fidati di me boy scout!- ribatte Agent dobbiamo andarcene in dieci minuti.

-Fai come dice lui Cap.- gli dice Union Jack

Cap osserva gli occhi di U.S.Agent e p come se vi leggesse una muta preghiera

-Tutti via adesso!- ordina

-In meno di dieci minuti l’evacuazione è completata. Le astronavi si sollevano dal suolo marziano, U.S.Agent preme il pulsante del suo telecomando.

 

L’attesa è finita, un meccanismo s’innesca e la bomba punta verso il suolo, tre minuti all’impatto.

Iron Man guarda sullo schermo e riconosce l’ordigno.

-Oh mio Dio!- esclama. -È la bomba al betatrone, è proprio la bomba al betatrone!-

Si rivolge contro U.S.Agent

-Tu dannato pazzo fascista! Lo sai cos’hai fatto?-

 

Due minuti all’impatto.

 

Agent blocca il braccio teso contro di lui

-Ho eseguito solo un ordine Mister Vendicatore!

-È quello che dicevano anche i nazisti o i generali di Milosevic, troppo facile scaricarsi così dalla coscienza l’omicidio di massa!- ribatte Iron Man

-Preferivi che lo chiedessero a Capitan America? O a qualcun altro di voi signori dalla coscienza cristallina? No, così è più facile per voi, dopotutto è sempre stato facile per voi odiarmi no? Riflettete, però che sono io quello che si prende carico dei compiti che voi cavalieri dalla splendente armatura rifiutate di fare e salva la pellaccia del mondo!-

Iron Man tace, il suo sguardo incontra quello di War Machine. Per entrambi ci sono ricordi di guerre combattute o di armi vendute e di volte in cui hanno preso l’estrema scelta nelle loro mani.

Il silenzio è rotto da Capitan America

-Cos’è questa bomba al betatrone?- chiede –Mi sembra di averne sentito parlare, ma non ricordo i particolari.-

 

Un minuto all’impatto.

 

Iron Man racconta:

-La bomba al betatrone è una bomba costruita molti anni fa dall’Hydra, utilizza una tecnologia rubata dai nazisti durante la 2° Guerra Mondiale ad una razza aliena di una galassia lontana, di cui un’astronave cadde sulla Terra.-

-Me li ricordo [24]. - interrompe Jim Hammond. –Scusa, continua pure.-

-Lo scopo della bomba era distruggere tutta la vita esistente sull’intera superficie del pianeta bersaglio, la Terra, in questo caso, con un minimo danno strutturale. L’Hydra la mise in orbita e la usò per ricattare le nazioni della terra e farsi consegnare il potere.-

-Un bel diavolo di piano.- commenta L’Uomo Ragno –O sotto di noi, o morti!-

-Solo quei pazzi dell’Hydra potevano ideare un simile spreco!- aggiunge il Dottor Destino

 

Trenta secondi all’impatto.

 

-Fu il primo caso di Nick Fury come Direttore dello S.H.I.E.L.D. [25] All’epoca Tony Stark [26] costruì uno shuttle speciale per disarmare la bomba, lo guidò lui stesso sull'obiettivo e riuscì a toglierne l’innesco. La bomba, ormai innocua, rimase in orbita attorno alla Terra.-

-Per tutti questi anni?- chiede l’Uomo Ghiaccio

-Tipica logica burocratica.- commenta Hulk –Se ne sono semplicemente dimenticati.-

 

Dieci secondi all’impatto.

 

-Qualcuno, però se n’è ricordato alla fine!- aggiunge Fenice

-Magari qualche burocrate della Casa Bianca o del Cremlino.- interviene War Machine -Ha dato il giusto suggerimento al Comandante in Capo e poi c’è stata una consultazione dei cinque grandi e…bum!-

 

Cinque secondi all’impatto.

 

-Si, cosa sono per loro migliaia o milioni di vite di un pianeta lontano e neppure di esseri umani? È Occhio di Falco a parlare.

 

Quattro secondi all’impatto.

 

-Una logica diffusa, purtroppo.- commenta la Bestia –Ne sanno qualcosa i mutanti.-

 

Tre secondi all’impatto.

 

-Anche i neri!- aggiunge Falcon

-O gli ebrei!- dice Moon Knight

Due secondi all’impatto.

 

-Possiamo citare ogni categoria oppressa...- dice Cap -…ma la sostanza rimane la stessa. ed è una logica che non può essere approvata. La distruzione del nemico non può…non deve essere la risposta. mai.-

Impatto!

Lo schermo delle astronavi è riempito da un lampo accecante che dura per circa 40 secondi, poi tutto torna normale. Le telecamere si puntano su Marte e vedono solo desolazione. Nel luogo da cui erano partiti c’è solo un enorme cratere e nulla di più. Nessuno parla e le loro facce, almeno di quelli che non le hanno interamente coperte dalla maschera, sono cupe e si scambiano sguardi molto eloquenti.

-Sembra che la bomba abbia avuto successo.- è Giant Man a parlare

-Un atto non degno di un vero guerriero.- commenta Thor

-Di pure che è stato una vera mascalzonata- esplode l’Uomo Ragno

-La mia coscienza cosmica non avverte alcun segno di vita, ma non so se è affidabile da qui.- dice Capitan Marvel.

-Posso mandare un sensore quantico ad esplorare il sottosuolo e vedere se ci sono sopravvissuti.- interviene Quasar

-Può essere un’idea, intanto si può provare anche con una sonda mentale.- aggiunge Fenice

-Io posso usare la mia magia.- afferma il Dottor Strange e tra se pensa che se i suoi poteri fossero stati pienamente funzionanti avrebbe potuto fermare la bomba come gia aveva fatto con l’Omegatron di Yandroth [27], ma a che serve rimuginarci sopra?

 

Ed ecco che ognuno che può, usa i suoi poteri, ma ogni risposta è identica: assolutamente nessun segno di vita.

<<farò un ultimo tentativo contattando l’agente Raven.>> comunica telepaticamente il Professor Xavier <<Mi sente Raven?>>

<<Si, Professore, la sento forte e chiaro, proverò a fare quanto mi ha chiesto>>

Ancora una volta Raven lascia che la sua mente vaghi oltre i confini dello spazio per raggiungere il pianeta rosso.

  

NULLA, SOLO IL VUOTO PIÙ ASSOLUTO. LA MENTE DELL’ALTO SIGNORE HA CESSATO D’ESISTERE E PER QUANTO TU VAGHI IN CERCA DI SEGNI VITALI NON TROVI NULLA, LE MENTI MARZIANE SONO SOLO DESOLAZIONE ORMAI.

 

Il rientro è stato decisamente più facile stavolta, per quanto ne sa, non esiste più un solo marziano vivo a parte quei pochi catturati sulla terra. Lo comunica agli eroi di ritorno sulla Terra e poi si alza dalla sua poltrona

Nick Fury è sulla porta

-E così è finita, eh Raven?-

-Si può essere soddisfatto di se colonnello, abbiamo sterminato i marziani, i buoni hanno vinto no?-

-Devo ricordati che se avessero vinto i marziani ora probabilmente io, tu, tua moglie ed i tuoi figli e qualche altro miliardo di persone saremmo tutti morti?-

-E questo giustifica tutto eh? Beh non l’invidio Colonnello, non spetta a me prender certe decisioni dopotutto. Ora mi scusi, vorrei andare a vedere mio figlio.-

-Certo, si prenda tutta la giornata George!-

Rimasto solo, Nick contempla per un attimo la stanza e poi spegne la luce ed esce richiudendosi la porta alle spalle.

 

 

8.

 

Il viaggio di ritorno è stato perlopiù silenzioso per tutti. Alcuni degli eroi, come molti dei Vendicatori, ad esempio, sentono che la vittoria è stata sporcata dall’evento, altri s’interrogano su cosa è giusto o no. Per Iron Man c’è una consapevolezza diversa.

-Avevo smesso di costruire armi ed ora un mio congegno è stato usato per un…un genocidio!- dice rivolto a War Machine

-Non hai costruito, tu la bomba, avevi inventato il congegno per disarmarla.- ribatte quest’ultimo

-Ed è stato usato per riarmarla, non mi fa sentire meglio.-

In disparte Capitan America siede silenzioso, i suoi pensieri sono solo suoi.

 

Una volta arrivati a destinazione, Cap li raduna un’ultima volta in sala riunioni. Il tumulto è forte, l’impatto di quanto hanno visto ha scosso i loro nervi, sembra ed ora si sfogano. Solo la ferma voce di Capitan America li azzittisce.

-Volevo ringraziarvi tutti. Abbiamo sostenuto uno sforzo notevole ma siamo stati ripagati. Non abbiamo vinto come avrei voluto…tuttavia, la vittoria è venuta, per quanto sappia d’amaro. Quanto è successo oggi, io credo, dovrà farci riflettere a lungo. Una cosa, però, non dobbiamo dimenticare, tornando alle vostre case voglio che ricordiate che domani questo povero nostro mondo sarà ancora libero di scegliersi il suo destino. Sono stato nel futuro e l’ho visto pericolosamente vicino ad avverarsi. Più di cinque miliardi di persone sono oggi vive anche grazie ai vostri sforzi. Non dimenticatelo mai, forse nessuno lo farà mai, ma io sono pronto a dirlo, qui ed ora. Grazie, grazie di tutto!-

 

Non dovrebbe sorprendere che vengano organizzati festeggiamenti per lo scampato pericolo, anche se pochi hanno voglia di festeggiare dopo quello che è successo, tuttavia, alla fine, si fanno convincere. Per gli X-Men la cosa è insolita, abituati come sono ad essere oggetto del disprezzo della folla e non della sua ammirazione

-Comincio ad essere irritato.- borbotta Wolverine

-E come mai?- chiede la Cosa -Spiazzato dal fatto che una volta tanto tu ed i tuoi amici non vi trovate a far parte dei reietti che lottano per un mondo che li odia e li teme? Beh dovrebbe farti piacere.-

-Si goditela –interviene Hulk –Non durerà. Alla prima crisi non ricorderanno che abbiamo rischiato la testa per loro e ci si rivolteranno contro. Mi è successo un sacco di volte.-

-Ti preferivo quando dicevi solo: "Hulk spacca" – replica la Cosa –Che ne dite se ce la filiamo e ci troviamo un posticino tranquillo per una sfida a braccio di ferro?-

-In verità, Ben Grimm, vi è della saggezza nelle tue parole.- interviene Thor, -il dio del tuono si unirà a voi pria di tornare al Regno Eterno.-

-Ed Ercole non può certo mancare a questo festino!-

 

In un palco il Professor Charles Xavier osserva la parata di festeggiamento. Forse del bene verrà da questa guerra. Si sono ristabiliti legami tra gli X-Men ed il resto della comunità superumana e lo stesso governo, che potranno dare frutti in futuro, per non parlare di come l’opinione pubblica ha ben accolto i mutanti tra i salvatori del mondo. Non durerà molto, lo sa. Il bene che gli uomini fanno è sepolto con le loro ossa, il male spesso sopravvive loro, diceva, più o meno, William Shakespeare, ma il sasso è stato gettato e le acque si sono mosse e questo è, comunque, importante per il futuro.

 

In disparte, quattro uomini ed una donna, rappresentanti di cinque nazioni che si autodefiniscono superpotenti osservano silenziosi. Oggi hanno fatto cose di cui non vanno orgogliosi e festeggiare non è quello che hanno in mente: U.S.Agent, Guardiano d’Acciaio, Union Jack, Marianna, Drago di Giada. Il fato non ha ancora detto l’ultima parola su di loro.

 

Reed Richards si rivolge al Dottor Destino

-Immagino sia un’esperienza nuova per te Victor ritrovarti tra i paladini dell’Umanità.-

-Io sono un paladino dell’umanità, Richards.- ribatte lui, -Un’umanità che sarebbe enormemente tutelata se governata dalla mano forte di Destino.-

-So che ci credi, ma se mai dovessi provarci, io sarò lì a fermarti.-

-Lo so, mio eterno avversario ed attendo con impazienza il momento. Addio Richards, goditi questo giorno di festa con tua moglie e tuo figlio. Io vado, importanti questioni mi attendono, la prossima volta che ci rivedremo sarà da nemici!-

E così dicendo aziona i jet sui suoi stivali e vola via

 

La sala è vuota ormai tranne per Cap che siede nel buio, finché entra Jacqueline Falsworth.

-Cap…-

-Stavo pensando, Jackie. Speravo che almeno questa guerra l’avremmo vinta in modo pulito, ma forse ero un illuso. Forse non esistono guerre pulite, solo soldati che fanno quello che possono. Non sono un giudice della morale altrui Jacqueline, sono solo un uomo e quest’uomo ha molto a cui pensare.-

-Ma non stasera e non da solo, mettiti in borghese ed esci con noi. Jim vorrebbe portarci ad un pub di Brooklin, cioè…se esiste ancora dopo cinquant’anni.-

Steve Rogers sorride:

-Esiste ancora, si. Dammi cinque minuti e vengo con voi.-

 

Ed eccoli questi tre uomini ed una donna che ridono e scherzano ad un tavolo, sorseggiando birra o bibite analcoliche, cercando di non pensare a quanto hanno vissuto.

-Posso Unirmi a questa riunione di veterani?

Nick Fury, con la barba lunga ed un giubbotto militare sopra una camicia sbottonata è lì davanti a loro. Per un attimo c’è un imbarazzante silenzio, poi Steve dice:

-Perché no? Ci mancava giusto un vecchio sergente…

Nick si siede ed i cinque cominciano a parlare

-Si..si, lo so che sembra assurdo, ma è così, i nazisti volevano costruire un tunnel sotterraneo sotto stretto di Bering per invadere l’America, chiedilo a Namor, se non ci credi…-

-Tutto vero, parola di Principe!-

-E non avete sentito niente, quella volta sulla montagna del massacro io e Dum Dum Dugan…-

 

 

EPILOGO

 

George Raven contempla l’ultimo arrivato della sua famiglia, il piccolo Joshua e pensa a quanto è fortunato, pensa a quanto avrebbe perso se i marziani avessero vinto. Non saprà mai veramente a quale fato sono sfuggiti i suoi cari. In un mondo che è lontanissimo, eppure più vicino di un battito di ciglia lui è già morto in questo momento e sua moglie fugge con i suoi due figli aspettando e temendo il momento in cui la troveranno e l’uccideranno per trasformare il suo figlio più piccolo in un mostro ed il più anziano in un gladiatore. Non sa che in quella Terra Jonathan Raven diventerà noto col nome di Killraven e, dopo vent’anni, guiderà l’umanità verso la vittoria finale. Non lo sa perché tutto questo non avverrà mai, ma io lo so, io ho già visto tutto questo ed ho osservato il destino della Terra sotto il crudele giogo marziano e non ho potuto far altro che osservare passivamente, perché questo è il mio giuramento ed il mio compito. Non spetta a me intervenire, magari mandando avvertimenti telepatici a certe persone nei loro sogni. No, non sono io quello a cui è consentito farlo.

Io sono Uatu, sono l’Osservatore.

  

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

E così finisce la grande avventura. Non ci sono molte cose da dire su quanto avete letto. Se volete avere maggiori informazioni su eventi appena accennati in questo episodio e nel precedente, non vi resta che leggere gli speciali collegati che vi forniranno un interessante quadro d’insieme della situazione.

Mi resta solo da dire: che alla grande invasione finale partecipano tutti, ma proprio tutti i supereroi che vi riesce di immaginare, non ho potuto, per ovvie ragioni, indicarli tutti o vi ritrovavate con la lista della spesa. Vi dirò chi manca sicuramente: Generation X, attualmente a Roma, di ritorno da un’altra dimensione, a parte Skin ed Husk che sono all’Isola di Muir; Devil, Ghost Rider, Luke Cage, Ben Reilly, La Gatta Nera ed altri eroi con i piedi per terra, non affiliati a qualche gruppo riconosciuto, Havoc attualmente a Genosha, Ringer.

Quanto alla bomba al betatrone ed alla decisione di usarla per risolvere il problema marziano…beh penso sarà fonte di controversie in futuro. Io l’ho trovata una soluzione estremamente realistica per i canoni bellici e di politica internazionale, sbaglio? Vi invito a dirmelo.

Vi consiglio di caldamente di leggere i nostri racconti per scoprire che ne sarà dei nostri eroi dopo la Guerra dei Mondi.

Con le parole dell’immortale Stan Lee: "nuff said"

 

 

Carlo

 

 

[1] Avengers west Coast #76 inedito in Italia

[2] Jim ha perso i suoi poteri in Namor #10

[3] In episodi inediti di Heroes for Hire

[4] In WorldWatch: Speciale Guerra dei Mondi

[5] Come illustrato nello Speciale Vendicatori: Starcore 2

[6] in GdM #1

[7] Come illustrato in dettaglio in X-Men: Speciale Guerra dei Mondi

[8] In X-Men (MIT) #1

[9] Che, lo ricordiamo ai più distratti, sono stati progettati da T’Challa che, tra le sue tante lauree ha anche quella in ingegneria aerospaziale, (un Carlo aviatorio)

[10] In Super Villain Team Up #2 (in FQ, Corno, #165)

[11] Come rivelato in  Sub Mariner #51 (FQ, Corno, #113)

[12] in Sub-Mariner #46 (FQ, Corno, #108)

[13] Mostrato in Sub-Mariner #1 (FQ. Corno, #57/58)

[14] L’ha scoperto negli ultimi numeri della collana Namor, inediti in Italia, in cui scopriva che la perfida Llyra aveva usato il seme di Leon McKenzie, figlio di questo fratellastro di Namor per farsi fecondare e creare al di lei figlio Llyron, il cui fato tra l’altro, mi è ancora ignoto.

[15] Com’è magnificamente illustrato in Iron Man #5 attualmente on line. (Pubblicità nemmeno troppo occulta)

[16] Lo sapreste già, se aveste letto U.S.Agent #4 (messaggio pubblicitario)

[17] Occorre dire che si riferisce agli eventi narrati nei nostri Thor #1/5 presto in Ultimate Edition? (Ci risiamo con la pubblicità -_^)

[18] Curiosi sull’incarico di Bestia e Giant Man? Allora leggete X-Men: Speciale Guerra dei Mondi.

[19] E voi ne saprete di più leggendo lo Speciale Quicksilver

[20] Come visto in Gli Incredibili X-Men (MIT) #3

[21] Come potete vedere già in Generation X #2

[22] Dove la ritroveremo nella miniserie dei “Predoni Stellari” (ancora Pubblicità Progresso)

[23] In Alpha Flight Speciale Guerra dei Mondi

[24] Anche voi, se aveste letto Invaders #1/2 (in Capitan America, Corno, #107/108)

[25] in Strange Tales 135/139 (Devil, Corno, #27/31-39/42)

[26] Ovvero l’identità segreta di Iron Man

[27] Nel mitico Marvel Feature #1, (ASE, Corno, #1) prima avventura dei Difensori ed in almeno altre tre occasioni