N° 115
VITTORIA AMARA
1.
È come guardare un
riflesso distorto di me stesso, pensa Tony. Anche le loro armature sono simili,
ma il rosso è sostituito dal nero.
Il suo fratellastro Gregory ha una mente
brillante quanto la sua forse anche di più e se non fosse stato roso
dall’invidia e dalla gelosia le cose tra loro avrebbero potuto andare
diversamente.
Inutile pensare a ciò che avrebbe potuto
essere. Deve vincere questa battaglia non solo per sé stesso, ma per tutti
coloro che contano su di lui.
Finalmente afferra il congegno che il suo
avversario ha piazzato sul suo petto[1]
e con un movimento deciso lo strappa.
<<Non è
possibile>> esclama Iron Monger <<Non
avresti potuto farlo.>>
<<Quest’armatura è
più avanzata delle precedenti.>> replica Iron Man
<<Non avrebbe avuto senso progettarla altrimenti, non credi?>>
<<Non importa.
Posso batterti ugualmente.>>
<<Avessi un dollaro
per ogni volta che me lo hanno detto sarei… beh, più ricco di quanto già sono
.>>
Può fare lo spaccone
quanto vuole, ma Tony è consapevole che non sarà affatto uno scontro facile, ma
non ha scelta.
Quasi letteralmente
dall’altra parte del mondo, Mike O’Brien si sta anche lui apprestando ad
affrontare una sfida difficile.
Meredith McCall sta correndo
davanti a lui. È stato grazie a lei che entrambi sono riusciti a penetrare nei
sotterranei di questa villa fortificata. Meredith è una specie di ninja e se
non è lei a volerlo nessun dispositivo elettronico o similare può rilevare la
sua presenza. A tutti gli effetti è come se per essi fosse invisibile o
inesistente.
Prima o poi, però, si
troveranno faccia a faccia con persone in carne ed ossa e sarà allora che
cominceranno i veri guai. Poco importa . Pepper Potts è prigioniera qui e lui
non se ne andrà senza averla liberata.
Dalle informazioni che
hanno avuto, la villa appartiene a Kobus van Holten, un boss criminale di
origine olandese che, tra le altre cose, controlla buona parte dei bordelli di
Madripoor e gestisce un traffico di esseri umani destinati alla prostituzione
che lo vogliano o meno. Un essere schifoso che Mike vedrebbe volentieri mordere la polvere se ne avesse l’occasione.
Van Holten mantiene nella villa un vero e
proprio harem tutto per sé e quando si stanca di una ragazza la spedisce in uno
dei suoi bordelli. Pepper Potts è al momento una delle “favorite”, venduta al
boss dal defunto Sceicco Hurani,[2]
Mike e Meredith sanno benissimo che non sarà facile liberarla, ma ci proveranno
a qualunque costo.
Superano una porta e finalmente sono
all’interno della villa vera e propria. Da non molto lontano arrivano delle
voci. I guai stanno per cominciare.
Toni Ho
non sembra per nulla imbarazzata dal trovarsi seminuda di fronte
l’imponente figura di War Machine che le chiede:
<<Serve
aiuto?>>
-Io sto bene, ma la mia amica potrebbe aver bisogno di una mano.-
La giovane scienziata
di origine indocinese indica qualcosa che sta velocemente precipitando verso il
suolo.
Senza esitare War
Machine si solleva e riesce ad afferrare al volo quella che si rivela essere
un’armatura dall’aspetto femminile ed è proprio la voce di una ragazza a
dirgli:
<<Mr. Rhodes, è
davvero lei?>>
<<Riri?>> esclama, sorpreso, War Machine
riconoscendo la voce anche se filtrata elettronicamente.
<<Proprio
io.>> risponde Riri Williams <<Anche se,
ripensandoci, credo che dovrebbe chiamarmi Ironheart mentre indosso
quest’armatura… e io dovrei chiamarla War Machine.>>
<<Ti sei messa a
giocare con le armature adesso? Non ti bastava progettarle?>>
Parlando i due i due
hanno raggiunto il suolo dove Toni Ho sta esaminando la sua armatura e
borbotta:
-Sembra tutto a posto. Proviamo.-
In pochi istanti la
sua armatura le si riassembla attorno e lei esclama:
<<Perfetto!>>
<<Ehi, ora ho
capito chi sei,>> esclama a sua
volta Jim Rhodes <<Sei quella
ragazza prodigio che insegna al MIT, la figlia del Professor Yinsen.>>
<<Il vero creatore
dell’armatura di Iron Man, ma questo non ha importanza adesso, non mentre Tony
Stark, il vero Tony Stark, è in pericolo.>>
<<Il vero Tony
Stark? Spiegatemi tutto… alla svelta.>>
Ed è esattamente
quello che le due ragazze fanno.
2.
Il telefono di Philip
Stark squilla. Una parte di lui vorrebbe ignorarlo, ma da quando ha accettato
la carica di Vice Presidente Esecutivo della Stark-Fujikawa non può più
permetterselo. Le cose erano più divertenti quando era un famigerato hacker che
diceva di combattere quello stesso sistema di cui ora è parte.
Sospira e risponde. Dal microfono echeggia la
voce di Sunset Bain, la Vice Presidente a capo della divisione Scienza e
Tecnologia:
<<Se non lo stai già facendo, ti conviene dare un’occhiata alle
riprese dei nostri satelliti, ragazzo.>>
Philip si sforza di
ignorare il tono supponente ed irritante della donna e chiede:
-Che sta succedendo?-
<<Ora lo vedrai.>>
Uno schermo sulla
parete dell’ufficio si accende improvvisamente e quello che mostra porta Philip
Stark ad esclamare:
-Non è possibile!-
L’uomo nell’armatura
blu e bianca che assomiglia a quella di Iron Man più di quanto i suoi
costruttori sarebbero disposti ad ammettere, ha avuto la stessa reazione di
Philip Stark ed ancora adesso fatica ad accettare l’evidenza, ma quello che gli
dicono i suoi occhi è inequivocabile: la supercriminale che si fa chiamare
Cybermancer è in realtà…
<<Rumiko Fujikawa? Com’è
possibile?>>
-Rumiko Fujikawa è morta. Ora c’è solo Cybermancer ed anche tu, presto,
sarai morto.- replica la donna in questione.
Chet Harrigan può
essere relativamente nuovo nel giro degli avventurieri in armatura, ma capisce
immediatamente che la donna davanti a lui non è in possesso di tutte le sue
facoltà mentali. È stata drogata o peggio. Il che lo pone davanti ad un bel
problema: come può sconfiggerla, ammesso che ne sia capace, senza farle del
male? Forse accettare di assumere il ruolo di Steel Warrior, il simbolo in
armatura della Stark-Fujikawa non è stata davvero una buona idea dopotutto.
Mike O’ Brien e
Meredith McCall si avvicinano lentamente ad una porta chiusa da dietro la quale
sentono delle voci. Non capiscono bene quello che dicono, ma uno di quelli che
parlano è sicuramente un uomo dal tono di voce duro e ci sono sicuramente delle
donne.
-Che vorresti fare?- chiede sussurrando Meredith.
-Hai qualche idea?- ribatte Mike.
Un attimo dopo si ode
un grido di donna arrivare da dentro e Mike borbotta:
-Al diavolo!.-
Sferra un calcio
deciso alla porta spalancandola.
3.
La ragazza che si fa
chiamare Jenny Rose finisce la sua ultima consegna e si avvia stancamente verso
casa ammesso che il posto dove vive meriti questo nome.
Non ci resterà per molto in ogni caso. Il sole
tramonterà presto e lei inizierà il suo vero lavoro. Ormai non ricorda più
com’è finita in questo giro o forse non vuole. La ragazza piena di illusioni
che si chiamava Jeanette Rhodes è stata fagocitata dalla grande città ed ora al
suo posto c’è Jenny Rose la puttana che non cerca la redenzione.
Questo all’uomo che la sta seguendo da un po’
non importa affatto. Non gli importa della ragazza, è solo un mezzo per
ottenere il suo vero scopo. In fondo non è poi tanto diverso dagli altri che la
sfruttano anche se lui lo negherebbe con convinzione.
Tre figure in armatura volano sopra il cielo
del Queens
<<E così voi
ragazze avete aiutato Tony a costruire una nuova armatura per combattere quel
tizio che ne aveva preso il posto? Sono davvero impressionato.>> dice War Machine.
<<Non è stato poi
così difficile.>> replica Rescue <<Dopotutto è
basata su idee di mio padre ed io ho ereditato il suo genio.>>
<<Ma non la
modestia, pare.>>
<<Che vorresti
dire?>>
<<Nulla, nulla. Non
mi pare il caso di litigare proprio adesso. Pensiamo a rintracciare i Raiders
piuttosto.>>
<<Ehi, guardate là
sotto!>> interviene Ironheart.
I due guardano nella
direzione indicata e vedono due figure che combattono.
<<Ehi, quello è
Steel Warrior!>> esclama War Machine <<E sta
battendosi contro Cybermancer.>>
<<Chiunque sia, ha
bisogno di aiuto ed io glielo darò:>> proclama Ironheart precipitandosi verso terra.
Dentro il suo elmo Jim
Rhodes sospira.
Quello che Mike
O’Brien e Meredith McCall vedono quando la porta si spalanca li lascia per
qualche istante interdetti. È una vera e propria orgia, non c’è altro modo per
descriverla. Uomini e donne a vari stadi di nudità impegnati in quasi tutti i tipi di atti sessuali che si
possono immaginare e poco importa che alcuni dei partecipanti sembrino molto
giovani o riluttanti.
Da un grande letto a
baldacchino al centro dell’ampio salone un uomo si volta verso i due intrusi e grida qualcosa di incomprensibile, poi,
rendendosi conto che probabilmente non l’hanno capito, lo ripete in Inglese:
-Chi diavolo siete?-
È Kobus van Holten,
non c’è alcun dubbio, è quella rannicchiata sul letto è proprio Pepper Potts.
Mike sente dentro di sé una collera sempre crescente.
Meredith sembra
decisamente calma mentre dice:
-Siamo venuti a prendere la donna che è sul letto. Se ce la farai
portare via pacificamente nessuno si farà male.-
Van Holten, che nel
frattempo è balzato in piedi, scoppia a ridere, poi replica:
-Sei divertente, donna e non sei affatto male. Per questo non ti farò
uccidere. Prima ti darò ai miei uomini perché si divertano con te e quando si
saranno stancati finirai in uno dei miei bordelli. Potete anche essere armati,
ma siete solo due. I miei uomini faranno di voi un solo boccone.-
Un rumore di passi nel corridoio li informa
che stanno arrivando gli scagnozzi di van Holten. Mike rimpiange di non avere
più la sua armatura di Iron Man. Estrae la sua pistola e la punta contro
l’olandese.
-Non avrà molta importanza per te visto che sarai morto. A meno che tu
non gli dica di non toccarci ovviamente.- gli dice con voce dura
-Non mi impressioni.- replica van Holten -Non so chi tu sia, ma non mi
sembri il tipo capace di uccidere un uomo a sangue freddo.-
-Lui forse no, ma io sì. Te lo posso garantire, lurido bastardo.-
A parlare è stata una
giovane donna bionda dal cui orologio da polso è uscita una lama sottile che è puntata al collo di van Holten.
Mike la riconosce e
con voce sorpresa esclama:
-Judith?-
4.
Madripoor, un’isola
che è anche uno Stato sovrano fondato secoli fa da pirati e che del covo di
pirati mantiene ancor oggi alcune caratteristiche. Regole che nel resto del
mondo sono rispettate almeno di facciata, qui non valgono.
Kobus van Holten si è
costruito un piccolo impero criminale fondato sullo sfruttamento della
prostituzione e sul traffico di esseri umani senza riguardo a sesso ed età. Il
suo impero potrebbe finire oggi nel modo più inaspettato per lui.
-Dì ai tuoi scagnozzi di non fare una mossa o altrimenti la mia lama ti
trapasserà la gola da parte a parte e ti assicuro che non sto bluffando.-
La ragazza bionda
seminuda che lo sta minacciando sembra decisamente seria. Nella sua voce dura
una traccia di accento che un esperto riconoscerebbe come proveniente dalla
Svizzera tedesca.
Van Holten sa
riconoscere una minaccia concreta, ma non riesce a non replicare:
-Se mi uccidi sarai morta anche tu subito dopo.-
-Può darsi, ma tu non ne potrai gioire.-
-Chi sei?-
-Un angelo della vendetta venuto a punirti per i tuoi peccati .-
Gli uomini di van Holten
sono arrivati e sono fermi sulla soglia del salone indecisi sul da farsi.
-Lasciateli andare!- ordina van Holten.
Meredith McCall si è
intanto avvicinata al grande letto e si china sula donna che vi è distesa
sopra.
-Pepper…come stai? Ce la fai a camminare?- le chiede con gentilezza.
-Io…sì, credo di sì…- risponde un po’ a fatica Pepper Potts, poi indica
van Holten -Lui….lui…-
-Non hai bisogno di dire altro, ho capito. Stai tranquilla. Quel
bastardo pagherà per tutte le sue colpe dovessi occuparmene personalmente.-
Meredith aiuta Pepper
ad alzarsi e ad infilarsi una vestaglia, poi si rivolge agli uomini di van Holten:
-Avete sentito il vostro capo. Se volete che resti vivo e continuare a
riscuotere lo stipendio, lasciateci uscire di qui. Provate a fare una sola
mossa e morirà immediatamente, ve lo assicuro.-
C’è qualcosa nella sua
voce che fa capire chiaramente che non scherza. Gli scagnozzi di van Holten
abbassano le loro armi.
-Ottima scelta.-
Meredith si rivolge al
resto dei presenti:
-La festa è finita. Prendete i vostri vestiti e se dovessi rivedervi o
sapere che siete tornati a certe abitudini vi assicuro che rimpiangerete che
non vi abbia ucciso oggi.-
-Conosco tutti i loro nomi ed indirizzi.- interviene la bionda -Ti
aiuterò volentieri a rintracciarli tutti.-
Qualcuno borbotta, ma
alla fine tutti i partecipanti all’orgia raccolgono le loro cose e si
apprestano ad andarsene.
-Le vostre vittime rimangono qui. Ce ne occuperemo noi.-
-Ma tu chi saresti?- le chiede Meredith -Non una comune prostituta,
questo è certo.-
-Judith Klemmer, agente n. 324 dello S.H.I.E.L.D. sotto copertura.-
risponde la ragazza -Il mio incarico era infiltrarmi nell’organizzazione di van
Holten per poi stroncare e il suo traffico di esseri umani.-
-Brutta tr…- comincia a dire il gangster olandese.
-Piano con le parole, che se penso alle cose disgustose che ho dovuto
vedere e sopportare da quando sono qui potrei cedere alla tentazione di
tagliarti la gola comunque.-
-Intendevi fare tutto da sola? Le chiede Mike O’Brien -So che sei in
gamba, Judith, ma….-
-Non da sola, Mike caro, non da sola.-
Judith Klemmer china
la testa verso l’orologio e dice:
-Qui 324. Richiedo esfiltrazione immediata per cinque. Ripeto:
esfiltrazione immediata per cinque.-
Van Holten approfitta
del momento di breve distrazione della ragazza per sferrarle una gomitata e
gettarsi a terra gridando:
-Ammazzateli tutti!-
I suoi uomini
rimangono perplessi per un paio di secondi, quanto basta perché Mike O’Brien si
getti a terra, si giri su sé stesso e spari un istante prima che gli avversari
lo prendano di mira facendone secchi due.
Meredith McCall avanza
senza fretta e tenendo gli occhi socchiusi verso gli altri scagnozzi che le
sparano mancandola clamorosamente.
-Non è possibile!- esclama uno degli uomini prima che un colpo con il
taglio della mano sferratogli da Meredith lo abbatta. La stessa sorte capita ad
altri due in rapida successione.
Un terzo uomo sta per
spararle alla nuca, ma prima che possa premere il grilletto è raggiunto da un
proiettile sparato da O’Brien.
Meredith si volta ed
accenna un sorriso:
-Grazie.- dice rivolta a Mike.
-Di nulla.- replica lui ricambiando il sorriso.
Van Holten cerca di
approfittare del momento di apparente distrazione dei suoi nemici per provare
ad alzarsi, ma viene bloccato da una ginocchiata all’inguine sferratagli da
Judith Klemmer che lo riporta a terra piegato in due dal dolore.
-Non andrai da nessuna parte porco schifoso.- gli dice lei -A parte la
cella di una prigione.-
Van Holten la fissa
con odio, poi, a fatica, riesce a dire:
-Nes… nessuno… a Madripoor…oserà… .mandarmi in galera.-
-E chi ha parlato di Madripoor?-
Da fuori si sente il
rumore di un motore.
-Il nostro mezzo di trasporto è arrivato.- commenta Judith -Ora
possiamo portarci dietro anche van Holten.-
-A lui penso io.- interviene Meredith -Voi portate via Pepper
Potts e le altre ragazze.-
-Ma…- comincia a dire Judith.
-Lasciala fare.- la blocca Mike prendendola per un braccio -Sa quel che
fa.-
Ma, per parafrasare un
vecchio slogan, quello che fa non è sempre piacevole e Mike lo sa bene. Quali
che siano state le sue esperienze con i famigerati Signori del Silenzio l’hanno
cambiata profondamente e non necessariamente in meglio.
Anche se riluttante
Judith non obietta. In breve nel salone rimangono solo Meredith e Kobus van Holten.
Due uomini molto
simili, due geniali scienziati, due fratelli cresciuti lontani l’uno dall’altro
eppure più simili di quanto almeno uno di loro sarebbe disposto ad ammettere si
fronteggiano rivestiti di scintillanti armature.
Ogni attacco dell’uno
è rintuzzato dall’altro in quella che si prospetta come un’impasse senza fine.
<<È davvero questo
che vuoi, Gregory? Uccidermi in nome di un assurdo desiderio di
vendetta?>> chiede Anthony Edward Stark.
<<Non è affatto
assurdo.>> ribatte Gregory Armstrong Stark <<Tu mi hai
portato via tutto quello avrebbe dovuto essere mio.>>
<<Nessuno ti ha
portato via niente, Greg. Nostro padre ti ha riconosciuto, ti ha dato il suo
nome, ti ha dato le stesse opportunità che ho avuto io. Sei tu che hai
preferito covare gelosia e rancore.>>
<<Taci, maledetto!>>
L’uomo che si fa
chiamare Iron Monger spedisce una scarica di raggi repulsori verso Iron Man che
la blocca prontamente.
In quel momento altre
due figura in armatura, una delle quali è chiaramente una donna atterrano poco
distante.
<<Hai bisogno di
aiuto, capo?>> chiede War Machine.
Prima che Iron Man
possa rispondere, è Iron Monger a parlare:
<<E così sono
arrivati i fedeli cani da guardia. Da Rhodes potevo aspettarmelo, ma tu, Toni
ho, dovresti odiare mio fratello quanto me per aver rubato le idee di tuo
padre.>>
<<Fratello?>> esclama, sorpreso , War Machine.
<<Fratello?>> gli fa eco Rescue.
<<Storia
lunga.>> risponde Tony Stark poi si rivolge al fratello <<Sei
disposto ad arrenderti adesso, Gregory?>>
<<Mai!>> risponde l’altro e subito dopo la sua
armatura comincia a brillare.
Nell’ufficio del
Presidente della Stark-Fujikawa la donna di nome Amanda Armstrong sta
osservando su uno schermo panoramico quello stesso scontro ed improvvisamente
chiede:
-Come posso arrivare laggiù?-
-Non vorrà davvero andare a mettersi in mezzo ad uno scontro tra dei
pazzi in armatura?- le chiede Philip Stark.
-Uno di quei pazzi, come li chiami tu, è mio figlio e non resterò a
guardare mentre getta la sua vita al vento.- replica la donna.
-L’accompagno io.- interviene Bethany Cabe.
-Ed io verrò con voi.- aggiunge Ling McPherson.
Pazze, pensa Philip. Ed io devo essere ancora
più pazzo perché andrò con loro.
5.
Riri Williams ha agito
d’impulso quando ha deciso di interporsi tra Steel Warrior e Cybermancer. Ha
visto qualcuno in difficoltà ed ha deciso di aiutarlo. Non è questo che fanno
gli eroi?
-E tu chi saresti?- le si rivolge colei che era Rumiko Fujikawa -La
figlia segreta di Iron Man?-
<<Puoi chiamarmi
Ironheart.>> replica la giovane afroamericana <<Tu sei
Cybermancer. Ti credevo in prigione a Hong Kong.>>[3]
<<Non è la stessa.>> interviene Steel Warrior <<Questa è
Rumiko Fujikawa, la Presidente della Stark-Fujikawa. Il Cielo sa perché è
diventata Cybermancer.>>
Il guanto nella mano destra della ragazza
giapponese brilla e crepita di energia mentre dice:
-Morirete entrambi senza saperlo-
Dal guanto parte una
scarica di energia, ma pressoché contemporaneamente Ironheart e Steel Warrior
rilasciano un colpo combinato del loro
uniraggio pettorale e di repulsori.
L’intera area è
avvolta da una luce accecante.
All’interno
dell’edificio che ospita gli impianti della Stark Resilient l’uomo di nome
Edwin Cord osserva la battaglia all’esterno assieme a sua figlia Jillian.
-Quell’idiota ha voluto fare lo sbruffone in armatura e se perdesse
questo scontro sarebbe la fine per tutti noi.- borbotta Cord.
-Non perderà, papà – replica la figlia -Gregory sa quello che fa .-
-Vorrei avere la tua fiducia, ma non intendo correre rischi. Ce ne
andiamo. Se Gregory vincerà, torneremo, altrimenti…-
-Non ve ne andrete.-
Padre e figlia si
voltano verso il punto da cui è provenuta la voce e si trovano di fronte
Clytemnestra Erwin che sta puntando contro di loro una pistola.
-Che ti prende ? sei impazzita?- le chiede uno stupefatto Cord.
La sola risposta che
riceve è uno sguardo duro come l’acciaio.
Nella villa di Kobus
van Holten, Meredith McCall si avvicina al padrone di casa ancora rannicchiato
a terra e dice:
-C’è un motivo molto semplice per cui ho voluto rimanere sola con te.
Tu non sei uno sprovveduto, van Holten. Che ti processino davanti alla Corte
Penale Internazionale o ad un qualunque altro tribunale avresti a disposizione
i migliori avvocati che il denaro può comprare e magari riusciresti anche a
cavartela. Non intendo permettere che succeda.-
-Che… che vorresti fare?- chiede van Holten e per la prima volta nella
sua voce c’è una nota di panico.
-Quello che i miei amici dal cuore tenero non farebbero mai , ma io non
sono come loro… io sono… cattiva.-
L’urlo di Kobus van Holten
risuona distintamente anche all’esterno.
6.
Se si potesse vedere il volto di Gregory Stark
sotto l’elmo di Iron Monger lo si troverebbe stravolto dall’odio, ma anche
dallo sforzo di incanalare tutta l’energia della sua armatura contro il suo
avversario
Dall’altro lato, Tony Stark lotta per
assorbire quella stessa energia consapevole che forse è troppa per la sua
armatura.
Lo stesso pensiero attraversa la mente dei
suoi due alleati ed è Rescue a dargli voce attraverso il comunicatore interno:
-Quest’energia è troppa per le nostre armature, troppa anche per quella
di Iron Monger, a meno che…-
-A meno che lui non abbia una fonte esterna a cui attinge per poi
scaricarla su di noi.- termina la frase Iron Man -Ottima osservazione, Toni.-
-Grazie.-
-Invece di scambiarvi complimenti, voi due geni non avreste qualche
idea per uscire da questa situazione?- chiede War Machine.
-In effetti, sì.- rispondono pressoché all’unisono Tony Stark e Toni
Ho.
-E allora datevi da fare perché non so quanto potrò resistere.-
-Ci penso io.- proclama Rescue ed improvvisamente vola via .
<<I tuoi alleati ti
stanno abbandonando, Tony?>>chiede in tono sprezzante Iron Monger <<La ragazzina ha
forse capito che è inutile combattere perché da solo posso sconfiggere tutti e
tre?>>
<<La troppa
sicurezza in te stesso ti perderà alla fine, Gregory.>> ribatte Iron Man.
<<Può darsi, ma non
oggi, Tony.>>
Il rumore di un’auto
che si ferma vicino a loro distrae i tre contendenti, ma il più sorpreso di
tutti è Iron Monger quando riconosce una delle persone che corrono verso di
lui.
<<Mamma?>>
Troppo tardi per
fermare la scarica di repulsori che ha sparato contro i nuovi arrivati.
Non molto distante
Ironheart torna a vedere normalmente dopo che la forte luce che l’aveva avvolta
si è dissipata.
<<Stai bene?>> le chiede Steel Warrior.
<<Sono solo un po'
frastornata, ma passerà.>> risponde Riri Williams <<A lei è andata peggio >>
Indica Cybermancer che
giace a terra apparentemente svenuta.
<<La sua armatura non era all’altezza
delle nostre, evidentemente.>> commenta Steel Warrior <<Ci conviene
agire prima che si riprenda.>>
<<Che intenzioni
hai ?>>
<<Innanzitutto sfilarle quel maledetto
guanto che la potenzia e poi…>> Steel Warrior non finisce la frase perché il corpo di Rumiko Fujikawa
comincia a brillare per poi diventare evanescente ed infine scomparire.
<<Qualcuno l’ha
teletrasportata via.>> dice Ironheart.
<<Ma chi?>
chiede Steel Warrior, ma la sua domanda è destinata a non avere una
risposta almeno per oggi.
Altrove l’uomo che si
fa chiamare Zhang Tong si rilassa mentre Cybermancer riappare distesa su una
specie di lettino.
Ci saranno altre
occasioni, pensa.
Prima che la scarica
di repulsori raggiunga i nuovi arrivati War Machine è riuscito a mettersi
davanti a loro assorbendola in pieno.
Mentre crolla in
ginocchio Bethany Cabe lo raggiunge.
-Tutto bene?- gli chiede.
<<Quest’armatura è
in grado di sopportare di peggio.>> risponde Jim Rhodes <<Devo solo
rimettermi in piedi.>>
-Credo proprio che tu abbia salvato la vita a Miss Armstrong.-
<<E chi sarebbe?>>
-Che tu ci creda o meno, la madre del tuo nemico che è anche
fratellastro di Tony.-
War Machine non sa
cosa dire.
7.
La donna in armatura
che si fa chiamare Rescue entra nel complesso della Resilient. Si aspettava di
imbattersi in qualche sistema di sicurezza, ma sorprendentemente non succede
niente. Pochi minuti dopo capisce il perché.
In un salone una donna
dai capelli ramati e gli occhiali sta tenendo sotto mira di una pistola un uomo
corpulento e una ragazza bionda.
<<Che diavolo sta
succedendo qui?>> chiede la giovane scienziata in armatura.
-Tu sei Rescue, giusto?- ribatte la donna con la pistola -Non
preoccuparti di me. Mi chimo Clytemnestra Erwin e sono …sono… un’alleata. Sto
impedendo a Edwin e Jillian Cord di filarsela.-
Toni Ho è decisamente perplessa. C’è qualcosa
nel tono di voce della donna che non riesce a definire.
<<L’armatura di
Iron Monger sta ricevendo energia da qualcosa che si trova qui. Devo trovarlo e
spegnerlo.>>
-Il laboratorio di Gregory è là in fondo. Buona fortuna.-
Mentre Rescue corre
nella direzione indicatale Jillian Cord si rivolge a Clytemnestra:
-Perché ci stai tradendo? Credevo che anche tu volessi vendetta su Tony
Stark.-
-Perché devo.- è la sibillina risposta.
Amanda Armstrong ha
raggiunto l’uomo che è convinta essere suo figlio.
<<E così sei
davvero tu, mamma.>> le si
rivolge quest’ultimo <<Che
ci fai assieme ai miei nemici?>>
-Dovevo fermare la tua follia, Greg. Sei ancora in tempo a ritirarti.
Fallo, ti, prego.-
<<Non sai cosa
dici. Ho già sconfitto Tony una volta e lo rifarò ancora. Togliti di mezzo
adesso.>>
Amanda capisce che
forse la follia di suo figlio è andata troppo oltre, forse non c’è più speranza
per lui.
Iron Man ha raggiunto
gli altri che in poche parole lo mettono al corrente della situazione.
-E così ci sei tu in quest’armatura, Tony? Interessante.- gli si
rivolge suo figlio Philip.
<<Era una cosa di
cui dovevo occuparmi personalmente.>> replica Tony.
-Già, un affare di famiglia e come penseresti di risolverlo?-
Tony riflette rapidamente e poi si rivolge a
Philip:
<<Credi di poter
hackerare i sistemi dell’armatura di Iron Monger?>>
-Vuoi scherzare, paparino? Io sono il Corvo, il miglior hacker
dell’universo, lo hai dimenticato? Tieni occupato quel balordo per almeno
cinque ,minuti e la sua armatura sarà ridotta ad una scatola di sardine.-
Sotto il suo elmo Tony
sorride. Alla fine noi Stark siamo tutti uguali, pensa. Non sappiamo resistere
ad una sfida.
E parlando di sfide,
Iron Monger si sta avvicinando. È arrivata l’ora dello scontro decisivo.
8.
Bethany Cabe e Ling
McPherson entrano nell’edificio principale della Resilient e raggiungono
Clytemnestra Erwin.
-Sei stata brava.- le dice Beth mentre Ling ammanetta i suoi
prigionieri.
-Ho solo fatto come mi avete detto.- replica l’altra.
-L’avete ipnotizzata!- esclama Jillian Cord.
-Qualcosa di simile.- ammette Beth sorridendo.
-Là fuori stanno tornando a combattere.- interviene Ling.
Iron Monger si ferma
davanti ad Iron Man e dice:
<<A quanto pare la
tua amichetta è riuscita a disattivare il mio potenziatore, Tony, ma non
importa . Posso batterti ugualmente.>>
<<Questo lo
vedremo, Gregory.>> replica il Vendicatore
dorato, poi si rivolge ai suoi compagni <<Voi statene
fuori. È una questione tra me e Gregory.>>
<<Avrai la tua
occasione, Tony.>> replica War Machine <<Ma se
dovesse andare storto qualcosa, questo bel tomo se la vedrà con me.>>
<<E con me.>>
aggiunge Rescue appena arrivata.
<<Non perdiamo
tempo, allora.>> dice in tono spavaldo Iron Monger.
I due contendenti si posizionano
l’uno di fronte all’altro. Per quella che agli astanti sembra un’eternità si
squadrano immobili come statue, poi Iron Monger spara una scarica di repulsori
che Iron Man rintuzza senza difficoltà.
<<Puoi fare di
meglio, Gregory.>> lo stuzzica Tony.
<<Mi stavo solo
scaldando.>> replica suo fratello <<Il vero
scontro comincia adesso!>>
Una scarica di
uniraggio pettorale coglie in pieno Iron Man e lo scaglia contro un muro.
<<Questa non era
male, lo ammetto.>> dice Tony rimettendosi in piedi <<Ma non
abbastanza.>>
Per i minuti che
seguono i due avversari si scagliano contro addosso tutto quello che hanno. Ora
sembra prevalere l’uno ora l’altro, poi una voce echeggia nelle orecchie di
Tony:
<<Ci sono riuscito.>>
-Ottimo .- replica Tony al suo figlio maggiore -Adesso spegniamolo.-
Per un lungo momento
nulla sembra accadere poi ecco che Iron Monger esclama:
<<Cosa sta succedendo?>>
È la voce di Philip
Stark che risuona direttamente nel suo elmo a rispondergli:
<<Molto semplice, “zietto”. Ho preso il controllo dei sistemi
della tua armatura e li sto spegnendo uno ad uno.>>
-No! Non lo permetterò! Posso ancora impedirlo, posso.. Ahh!-
<<Ahh!>>
Il grido di Gregory
Stark echeggia anche all’esterno, poi la figura in armatura nera e gialla
crolla pesantemente a terra.
Greg!- urla Amanda Armstrong correndo verso di lui
Iron Man si
inginocchia presso Iron Monger e con cautela rimuove il suo elmo mostrando il
volto di Gregory.
<<Respira.>> dice <<Ma
sembra svenuto. Non mi aspettavo questo.>>
-Non sarebbe dovuto succedere.- commenta Philip .-Forse c’è stato un
cortocircuito quando ha tentato di contrastare lo spegnimento.-
<<Forse. Ce lo
diranno i medici, spero. Lo porto subito in ospedale.>>
Tony estrae il corpo
esanime del fratello, lo prende tra le braccia e si solleva in volo.
La sala d’aspetto del
pronto soccorso dell’Howard A. Stark Memorial Hospital vede la presenza di ben
quattro figure in armatura dal momento che a War Machine e Rescue si sono uniti
anche Ironheart e Steel Warrior.
Tony Stark è tornato in abiti civili ed è
accanto ad Amanda Armstrong quando
arriva la dottoressa Jane Foster che non aspetta che le facciano domande.
-Il paziente è vivo e non ha traumi apparenti, tuttavia…-
-Tuttavia?- chiede Amanda.
-I suoi segni vitali sono stabili, ma è in coma e non possiamo sapere
se e quando si sveglierà.-
-Predisponete una stanza tutta per lui e che abbia tutte le migliori
cure. Mi accollerò personalmente tutte le spese necessarie.- afferma
risolutamente Tony.
-Io… ti ringrazio.- replica Amanda -Ma questo tocca a me.-
-Non se ne parla nemmeno. Gregory è uno Stark, è mio fratello e come
tale sarà trattato. Farò anche preparare un appartamento per lei alla Stark
Tower così potrà visitarlo quando vorrà e per tutto il tempo necessario, Miss
Armstrong.-
-Chiamami pure Amanda…Tony.-
Un capitolo si è
chiuso, ma cosa riserva il futuro?
EPILOGO
UNO
Quando il “Bus[4]
dello S.H.I.E.L.D. proveniente da Madripoor atterra sulla pista adiacente al
quartier generale della famosa agenzia di intelligence mondiale Tony Stark è in
prima fila ad attendere alcuni dei suoi passeggeri.
Finalmente scendono
Mike O’Brien, Meredith McCall, Judith Klemmer e soprattutto la donna che più di
tutte Tony sperava di rivedere.
-Pepper!- esclama correndo ad abbracciarla
Pepper Potts lo guarda dubbiosa
-Tony… sei davvero tu?- chiede.
-Sono io, Pep.- risponde lui -Chi mi impersonava è stato neutralizzato.
Non devi più preoccuparti di lui. Ti racconterò tutto a casa.-
-A casa… sì… portami a casa , Tony.-
Ci vorrà tempo perché
possa superare i suoi traumi, pensa Tony, e qualcuno dovrà ancora pagare per
ciò che le è successo. Pagare molto caro.
EPILOGO
DUE
Sono in molti a partecipare alla conferenza
stampa indetta da Tony Stark alla Stark Tower e tutti ascoltano attentamente le
sue parole:
-Ho un semplice annuncio da fare. Da oggi la Stark Resilient cessa di
esistere e viene sostituita dalle Stark Enterprises che ne eredita tutti gli
asset. Le azioni che appartenevano a Edwin Cord, Jillian Cord e Clytemnestra
Erwin saranno convertite in azioni Stark Enterprises ed immesse sul mercato. La
struttura direttiva della nuova società verrà comunicata entro breve.-
Tony si sforza di sorridere mentre fioccano le
inevitabili domande. Era preparato dopotutto. È una nuova sfida, un nuovo
inizio. Non è la prima volta.
EPILOGO
TRE
Gregory Stark si
sveglia nel nulla più assoluto. Non vede niente, non sente nemmeno il suo
corpo.
-Dove sono ?- urla.
Improvvisamente ecco
apparire davanti a lui un volto che gli sembra familiare e subito dopo ecco una
voce:
<<Ciao zietto.>>
-Tu… tu sei…?-
<<Tuo nipote Philip. Lo stesso che hackerando la tua armatura ha
fatto in modo che la tua coscienza fosse trasferita nel sistema informatico
creato dal mio caro padre. Ora sei una vera intelligenza artificiale e le tue
conoscenze ci… mi saranno molto utili . Non ne sei felice?>>
L’urlo di disperazione
di ciò che un tempo era Gregory Stark si perde nel Web. Nel suo ufficio di Vice
Presidente Esecutivo della Stark-Fujikawa Philip Stark sorride soddisfatto.
FINE?
NOTE
DELL’AUTORE
Cosa dire? Si conclude qui,
con un episodio un po’ più lungo del solito, una storyline iniziata come sottotrama
addirittura nel n. 92 a proposito della quale ci sono solo poche cose da
chiarire:
1) Gregory Stark è basato
molto liberamente sull’omonimo personaggio creato da Mark Millar & Carlos
Pacheco su Ultimate Avengers #2 datato novembre 2009.
2) Chiunque pensasse che
questa storia è stata pensata dal sottoscritto in reazione ad una certa storia
sulle origini segrete di Tony Stark… avrebbe decisamente ragione.
3) Kobus van Holten è stato
creato da Daniel Way, Marjorie Liu & Giuseppe Camuncoli su Daken: Dark
Wolverine #6 datato maggio 2011.
Nel prossimo episodio: le azioni hanno
conseguenze come scopriranno alcuni dei nostri personaggi. In più alcune novità
interessanti… almeno spero.
Carlo