MARVELIT presenta:

QUICKSILVER

di Andrea Antonazzo

 
THE ULTIMATE EDITION
 
 
Questa raccolta contiene i sette episodi della serie MarvelIT di Quicksilver, 
realizzata da Andrea Antonazzo tra il Marzo e il Dicembre del 2001.
Buona lettura!
 
 
primo episodio:
IL MIO PEGGIOR NEMICO...
 
Baia di Hammer, capitale dell’isola stato di Genosha. Il palazzo del governo della città ha visto passare per i propri corridoi molte persone differenti negli ultimi tempi, ma la situazione pare essersi ormai stabilizzata, da quando l’ONU ha dato in consegna l’isola a Magneto, forse uno dei mutanti più potenti del pianeta, sicuramente il più temuto. In una delle sale del palazzo c’è Pietro Maximoff, Quicksilver, un tempo Vendicatore, figlio dello stesso Magneto. Recentemente ha accettato, destando sorpresa, di far parte del nuovo governo genoshano. Anche lui si chiede perché abbia preso una simile decisione. È in piedi, dietro un’ampia vetrata, e guardando il panorama ormai devastato della città, scorge i campi di concentramento in cui sono rinchiusi i malati affetti dal virus Legacy, mutati, di cui Pietro si è preso la responsabilità. E ricorda, quando qualche giorno prima si era recato in uno di questi lager, ed aveva trovato una situazione straziante. Tutti i mutati, anche i più gravi con le loro forze residue, lo avevano accolto trionfalmente, vedendo in lui un salvatore, ruolo che secondo Pietro è forse un po’ troppo largo per lui. Sentendosi a disagio, era corso via subito. Ma si era preso una responsabilità e si rendeva conto che avrebbe dovuto fare di tutto per aiutarli. Ma ormai si è stancato di stare lì fermo, allora schizza via dalla stanza, percorrendo i corridoi semivuoti del palazzo e precipitandosi per strada.  
Uscito dal portone principale del palazzo si ritrova davanti uno degli uomini che più odia al mondo, Fabian Cortez, a Genosha in qualità di lacchè di Magneto. Il disprezzo è reciproco, e lo si legge benissimo sui volti di entrambi. “Salve, figlio di Magnus” dice Cortez con tono ironico, “Come mai sei ancora da queste parti? Non dirmi che sei ancora in pena per quei poveri malati rinchiusi nei campi… ho saputo che hai fatto loro visita e che sei stato accolto come un re… ti auguro buona fortuna, Pietro.” La risposta di Pietro è secca “Mi infastidisce il modo in cui tu pronunci il mio nome, Cortez. Togliti di mezzo… e non credere che abbia dimenticato quello che hai fatto a mia figlia, un giorno la pagherai!”. Parte in velocità, lasciando Cortez solo a parlare ad alta voce “Tu costituisci un problema, Pietro, forse anche più di quanto non lo sia tuo padre. Già una volta con i tuoi amici Vendicatori hai rovinato i miei piani, perciò stai attento” e, ridendo, entra nel palazzo. Si reca nelle sue stanze, in cui ha ottenuto da Magneto di farsi installare un monitor, dal quale inizia a visionare filmati dei suoi nemici, da Magnus stesso a Quicksilver. Osserva il filmato del primo arrivo di Magneto sull’isola, del proprio scontro con gli X-Men, della battaglia con Exodus ed altro ancora. Ricorda ed il suo odio cresce. La sua espressione è quella di un uomo che non vuol lasciare nulla al caso. Ad un certo punto la sua attenzione si rompe, a causa di una voce che proviene dalle sue spalle “Scusi se la disturbo, signore”, un mutato esce dall’ombra. La sua voce è stridula, disturbante, ma Cortez non ne sembra affatto turbato e risponde “Riferisci pure, mutato”. Il mutato riprende “La situazione non è delle migliori, signore. La maggior parte della popolazione mutata dell’isola è dalla parte di Magneto, dopo la sconfitta di Zealot. Ma c’è un ulteriore problema…” il mutato fa una pausa, Cortez lo riprende “Continua pure”. Il mutato ricomincia con la sua strana voce “Molti mutati vedono Quicksilver, il figlio di Magnus, come l’unico vero salvatore. Sono soprattutto i malati di Legacy, di cui lui si sta prendendo cura…” questa volta è lo stesso Cortez ad interromperlo “Queste sono cose di cui posso benissimo rendermi conto autonomamente. Hai qualcos’altro di cui informarmi?”, “Certo, signore. La trappola è stata predisposta, e sta per scattare. Attendo solo il suo permesso, signore”. “Bene, mutato”, conclude Cortez con aria soddisfatta “Allora che il piano abbia inizio. Puoi lasciarmi solo, ora”. Il mutato scompare nell’ombra, così come era apparso qualche minuto prima, e Cortez riprende ad esaminare i filmati con attenzione.  
Nel frattempo Pietro corre per le strade della città, destando la curiosità dei pochi mutati che vagano liberi per le strade. Sente delle grida e decide di andare a controllare. Trova in piena strada un gruppo di ex-magistrati, tra i pochi umani ancora presenti sull’isola, intenti nel pestaggio di un giovane mutato, mentre un altro mutato è lì vicino a guardare tremante. Pietro inizia a colpire ad alta velocità gli umani "“Bastardi! non vi è bastato tutto ciò che avete già fatto a questi poveri mutanti? Non vi è bastata una guerra civile? Perché dovete continuare a tormentarci? Pensate piuttosto ad aiutarci a ricostruire questa città!” I magistrati scappano, ma uno di loro fa in tempo ad esclamare “Mai con voi, genezero! Genosha riavrà la sua gloria”. Pietro esclama soltanto a voce bassa “Stupidi razzisti…” poi rivolge l’attenzione al mutato vittima del pestaggio, ora nelle cure di quello che prima guardava soltanto, “Come mai non vi difendete da soli? Non sapete usare i vostri poteri?”. La risposta di uno dei due mutati, l’unico ora in grado di parlare, anche se con voce tremante, è “S-sì, m-ma i no-nostri poteri non servono i-in questo genere di cose… noi emaniamo luce… ci u-usavano nelle miniere, non abbiamo m-mai imparato a difenderci…” poi continua “L-la ringraziamo, s-signore, noi sappiamo c-chi è lei… lei è il figlio di Magnus…” Ma Pietro non fa caso alle ultime parole del mutato e lo interrompe “Bene, d’ora in avanti fate più attenzione” poi riprende la sua corsa. Nel frattempo due occhi che lo spiavano dall’ombra si confondono nel buio, svanendo nel nulla. Pietro continua a correre per le devastate strade della città quando per un momento gli pare di aver visto sua figlia, Luna, attraversare la strada. “Non è possibile” pensa mentre frena “Luna dovrebbe essere con Crystal e con gli altri Inumani sull’Himalaya!” Decide di andare a controllare, gira l’angolo ma si ritrova in un vicolo cieco, la strada è bloccata dalle macerie! La frenata è brusca, Pietro è sorpreso. All’improvviso avverte però una presenza alle sue spalle, ma mentre sta per voltarsi viene colpito alla testa e perde i sensi. Una voce giunge dall’ombra “Bene, il nostro signore sarà contento, portatelo via.” Un mutato dalle dimensioni spaventose, che prima lo aveva colpito lo carica sulle spalle, mentre Luna si trasforma, rivelando la sua vera natura: un mutato mutaforma.  
Qualche ora dopo, Pietro riprende i sensi. Si accorge subito di essere legato, appeso sopra a della legna accatastata, si guarda intorno: è in un lager, attorniato dai malati di Legacy, impauriti che lo guardano con aria di disperazione. Davanti a lui, invece, tre mutati che non ha mai visto, quelli che lo hanno catturato. “Che cosa volete? Chi siete? Non sapete che Zealot è stato sconfitto da Magneto? Cosa credete di fare?”, “Ti rispondo io, se vuoi” una voce conosciuta giunge dalla folla, che si apre per lasciarne passare l’autore: Fabian Cortez! “Sono io l’artefice di tutto questo, ti sei lasciato ingannare e catturare dal mio gruppo di fedeli mutati. Stai per essere ucciso, proprio davanti allo sguardo della gente che hai giurato di proteggere.” “Lo sai che mio padre ti fermerà, vero Cortez?” grida Pietro. “Non mi far ridere”, risponde Cortez, “Tuo padre ormai è un uomo finito. Da quando Polaris ha lasciato l’isola, senza di me i suoi poteri sono insignificanti. Eri tu il problema più grosso, ma ormai stai per morire.” Così dicendo prende un tizzone ardente e dà fuoco alla legna ai piedi di Pietro. Ma prima che le fiamme divampino un mutato tra la folla si scaglia contro Cortez. Viene bloccato dai suoi seguaci, ma all’improvviso la folla insorge, reagisce contro i propri simili mutati traditori. Pietro è sorpreso, contento che finalmente i mutati abbiano reagito, e si ritrova a terra, ma ancora legato al palo. Riesce a liberarsi, si alza, guarda nel mucchio e vede Cortez, sovrastato dal numero dei suoi assalitori, come anche i suoi seguaci. Gli occhi dell’ex-Vendicatore sono carichi di odio. Scatta verso Cortez, lo afferra per la cintura e lo trascina fuori dalla folla. “Ora la pagherai!” esclama, e inizia a tempestare il suo avversario di pugni. “Finalmente pagherai per aver fatto soffrire Luna e Crystal… e la gente di quest’isola” un pugno viene scagliato più forte degli altri, Cortez finisce a terra. “Stupido!” dice “Non ti rendi conto di quanto sei stupido? Come fai a fidarti ancora di tuo padre?” Pietro si blocca. “Tuo padre ormai non è più in grado di controllare l’isola. Tu hai l’appoggio della gente, perché non ne approfitti?” Pronto a riprendere a colpire Pietro risponde “Stai…” quando un’altra voce proveniente dall’alto lo interrompe “Ti sbagli, Cortez. Sono ancora in grado di schiacciarti.” La rissa si placa immediatamente, tutti guardano verso l’alto: è Magneto! Il signore del magnetismo fa un cenno con la mano, i mutati fedeli a Cortez si sollevano da terra, poi riprende “Ora sono più forte di prima. I poteri di Polaris mi hanno guarito, sono di nuovo in grado di controllare il campo magnetico terrestre come una volta. E sono sempre il signore di quest’isola.” Cortez è spaventato, cerca di scappare, ma viene bloccato e sollevato dai poteri di Magneto. “Non mi servi più, Cortez. Non ti ucciderò come ho fatto con Zealot. Tu sei insignificante. Ma ti spedirò insieme ai tuoi lacchè lontano da qui. Non metterai più piede su quest’isola.” Un altro gesto della mano e Cortez e i mutati scompaiono nel cielo. Poi Magnus si rivolge verso Quicksilver “E tu, Pietro? Hai intenzione di seguire il consiglio di Cortez? Vuoi opporti a me, tuo padre?” Pietro rimane fermo a guardarlo per pochi istanti, poi si volta e corre via. Sul volto di Magneto si disegna un sorriso di soddisfazione.  
Intanto Cortez ed i tre mutati a lui fedeli arrivano finalmente a terra, lontani dalle coste dell’isola. I mutati sembrano storditi e delusi. Cortez si alza per primo e di rivolge verso i suoi lacchè “Genosha è nostra di diritto. Magneto si sbaglia se crede di poterci tenere lontani dall’isola per molto… me la pagheranno… lui ed il suo fastidioso figlio…”  
È passato qualche giorno ormai. Pietro è nello stesso campo di concentramento dove è avvenuto il suo scontro con Fabian Cortez. Corre da una parte all’altra, parlando con alcuni mutati e con Amelia Voght, dirigendo i lavori di riorganizzazione del campo. I malati lo guardano con ammirazione, tutti gli occhi sono puntati su di lui e Pietro, prima messo a disagio da questa situazione, ora si sente responsabile nei confronti di questa gente e giura che farà di tutto per aiutarli, anche mettersi contro suo padre. 
Fine  
 
 
secondo episodio:
LE NEVI DELL'HIMALAYA
 
Tra le nevi dell'Himalaya si nasconde una città, che dal resto della Terra è da tempo creduta distrutta. Si tratta di Attilan, il grande rifugio degli Inumani, la razza creata millenni fa dagli alieni Kree attraverso esperimenti sull'allora primitiva razza terrestre. All'interno della città, più precisamente in una delle sale del palazzo reale, una degli Inumani, Crystal, ex-membro di Fantastici Quattro e Vendicatori, è alle prese con sua figlia, Luna, intenta a cavalcare il cane della razza inumana, Jockjaw, che sembra contento delle attenzioni della bambina. Un altro Inumano entra nella stanza e dice: "Signore, c'è una visita per voi" e da dietro le sue spalle sbuca fuori Quicksilver. Crystal è contenta, ma esclama soltanto un "Ciao, Pietro!" prima che la piccola Luna, appena accortasi della presenza del padre scenda da Lockjaw e si butti tra le braccia del padre "Papà! Papà!", "Ciao, piccola!" le risponde Pietro, sollevandola da terra. Lockjaw si limita ad un semplice "Wuf!", vedendosi trascurato. E poi Crystal ad avvicinarsi a Quicksilver. "Bel posto ha trovato il vostro re, Freccia Nera, per nascondervi" dice Pietro, "Ho dovuto girare un bel po' prima di trovarlo". Crystal annuisce. "Ma almeno adesso voi due siete al sicuro." Crystal gli dice allora "Freccia Nera vuol bene al suo popolo… come vanno le cose a Genosha?" "Meglio. Cortez è stato cacciato dall'isola da mio padre…" interviene allora Luna "Cortez è un uomo cattivo!" Poi Pietro riprende "E stiamo cercando di migliorare le condizioni dei malati di Legacy. E poi…" Pietro vuole fare una breve pausa riflessiva, ma il suo discorso viene interrotto dall'entrata di Gorgon e Karnak, altri due membri della famiglia reale, come Crystal. È Gorgon a parlare per primo "Visto, cugino Karnak? Il velocista è tornato! Speravo che non riuscisse a trovarci… evidentemente la sua testa è più dura dei miei zoccoli" poi scoppia in una fragorosa risata. "Smettila, cugino" interviene Karnak "Pietro è nostro ospite. Lo sai che Freccia Nera non ammette certe intemperanze." "D'accordo, d'accordo… però la sua presenza non mi è gradita…" esclama Gorgon con aria mesta, poi si avvicina a Lockjaw, accarezzandolo. "Ti saluto, Karnak" interviene Pietro "Forse dovresti mettere il guinzaglio alla tua capra, qualche volta." Ma Karnak riprende anche lui "Non credo sia il caso di continuare. Comunque sei arrivato appena in tempo per assistere alla cerimonia per l'inaugurazione del nuovo rifugio. Venite, Freccia Nera e Medusa ci attendono." Si volta ed esce dalla stessa porta da cui era entrato, seguito da Crystal, Pietro con in braccio Luna ed infine Gorgon, accompagnato da Lockjaw.
Lo spettacolo che si presenta davanti ai loro occhi è impressionante: migliaia di Inumani, di ogni tipo, radunati all'aperto, sotto la cupola protettiva di Attilan, al cospetto del loro re Freccia Nera e della sua consorte Medusa, entrambi seduti. Proprio Freccia Nera, non appena vede il resto della famiglia reale aggregarsi al proprio gruppetto, fa un cenno con la mano. Il cerimoniere degli Inumani dà il comando e la festa ha inizio. La musica si alza alta, i danzatori si esibiscono, mentre i pochi in grado di volare esibiscono i loro poteri. La famiglia reale e Quicksilver sono lì, su una terrazza del palazzo reale a godersi lo spettacolo, in un rigoroso silenzio, quasi in segno di rispetto nei confronti di Freccia Nera. Le musiche e le danza proseguono così per alcuni minuti, poi il cerimoniere si alza e i festeggiamenti si interrompono. Si posiziona ben in vista dalla folla e al suo fianco si sistemano Freccia Nera e Medusa. Il cerimoniere prende per primo la parola "Bene, popolo di Attilan, lascio la parola al nostro re." A parlare ora è Medusa "Cittadini di Attilan. Il re è contento dello spettacolo che voi gli avete offerto oggi in onore del nostro nuovo rifugio. Il re vi dimostrerà la sua gratitudine, promettendo la protezione di Attilan e del suo popolo." Ora le attenzioni di tutti gli Inumani sono rivolte verso Freccia Nera, in particolare quelle di Pietro, incuriosito da tutto ciò. Freccia Nera prende il volo e plana sotto la cupola, sulle teste degli Inumani, che lo osservano con ammirazione. Il volo di Freccia Nera è magnifico da guardare, stilisticamente perfetto. È il suo modo di giurare protezione al suo popolo, visto il suo volontario mutismo. Dopo aver sorvolato tutta la città, Freccia Nera ritorna sulla terrazza in compagnia della sua famiglia. Il cerimoniere compie un segno di comando ed i festeggiamenti riprendono, mentre la famiglia reale torna all'interno del palazzo, al seguito del loro re.
Qualche ora dopo, Pietro è solo con Crystal e Luna, che sta giocando con un pupazzo della Cosa. "…E così volevo parlarne con te, Crystal" dice Pietro "Volevo che mi aiutassi tu a decidere. Voglio aiutare la popolazione di Genosha, anche se significa mettermi contro mio padre stesso." "Io sono convinta che sei in grado di aiutare quella gente, Pietro" risponde Crystal, "Ma le conseguenze potrebbero essere enormi, sei sicuro di aver considerato tutto?" "Ho passato la mia vita a scappare da tutto. Mi creavo ruoli di cui poi mi liberavo, come una seconda pelle. Sono stato un Vendicatore, un marito, un padre, un agente governativo… ma non ho mai accettato di andare in fondo alle cose. Ho sempre pensato di potermi lasciare tutto alle spalle correndo via. Ma ora devo accettare questo nuovo ruolo. La gente di Genosha crede in me ed è arrivato il momento di dar loro una risposta. E finalmente…" Pietro fa una pausa "Finalmente avrò il coraggio di affrontare mio padre." Un'altra pausa "Ora devo andare. Devo tornare sull'isola." "Abbi cura di te, Pietro", "Ti amo, Crystal" e i due si lasciano andare in un caloroso abbraccio, destando l'attenzione di Luna che si butta tra i genitori "Ti voglio bene, papà! Torna presto a trovarci!".
Dopo qualche minuto, Pietro sta già correndo tra le nevi dell'Himalaya, per arrivare sulle rive dell'Oceano Indiano. Mentre corre, l'attenzione di Pietro è attirata da un'esplosione lontana "Cosa sarà stato?" Decide di andare a controllare. In un momento è nel luogo in cui ha visto l'esplosione. C'è ancora il fumo che si alza verso il cielo, Quicksilver si guarda intorno e vede uno strano ingresso sotterraneo. Si avvicina velocemente, poi fermandosi ad analizzarlo. Vuole entrare, ma viene afferrato alle spalle da un grosso energumeno peloso. Il portello si apre, e Pietro viene portato dentro. Viene appoggiato ad un muro e tenuto fermo da delle catene energetiche. Vede finalmente il suo assalitore, che sembra essere il leggendario uomo delle nevi. Si guarda intorno, in cerca di qualcosa che possa aiutarlo, ma una voce lo distoglie "Bene, Mr. Maximoff. Non mi sarei mai aspettato di vederla qui. Mi lasci presentare, mi chiamo il dottor McCoy. Avrà di certo sentito parlare di me dai suoi amici." È proprio la Bestia Nera, doppione malvagio del membro degli X-Men a venire incontro a Pietro, seguito da altri due uomini delle nevi. "Dopo l'ultima sconfitta ho deciso di ritirarmi in questo posto così… rilassante per continuare i miei esperimenti. Questi sono uomini da me alterati geneticamente, degli esploratori di cui tutti si saranno ormai dimenticati." "Sei un pazzo!" interviene Quicksilver "Cosa vuoi da me?" "È presto detto, Mr. Maximoff. Sto conducendo delle ricerche sui passaggi dimensionali. È una vera fortuna che lei sia passato di qui. Ritengo che il suo patrimonio genetico possa rivelarsi utile per i miei scopi. Ma lo scopriremo subito, sarò costretto a vivisezionarla…". La Bestia Nera infila un camice bianco, aziona dei comandi e dei bisturi legati a delle braccia meccanica scendono dall'alto, avvicinandosi minacciosamente verso Pietro… Gli ultimi pensieri di Quicksilver sono rivolti a Crystal e a Luna.
Fine  
 
Note dell'autore: Spero che questa storia vi sia piaciuta, anche più della prima. Due piccole note: gli Inumani si sono trasferiti sull'Himalaya dopo che il loro vecchio rifugio era stato creduto distrutto dal resto dell'umanità, come narrato nella maxiserie di Jenkins e Lee pubblicata su Cavalieri Marvel #1/12. La Bestia Nera, invece, è il doppione malvagio della Bestia, membro degli X-Men e dei Vendicatori, proveniente, come Nate Grey, dall'Era di Apocalisse. È tutto anche per questa volta!
 
 
terzo episodio:
NEMICI DISPERATI E AMICI RITROVATI
 
Tra le nevi dell'Himalaya si nascondono spesso insidie misteriose, di cui nessuno sa nulla. Oggi le sue nevi sono spettatrici inermi di una situazione disperata. Tra di esse, infatti, si nasconde una tecnologica base sotterranea, antro del mutante malvagio conosciuto come Bestia Nera. All'interno della base, la situazione è drammatica per Quicksilver, che sta per essere sezionato a scopi scientifici. Pietro è disperato, ormai. Non vede come possa salvarsi. È già la seconda volta in poche settimane che si trova in balia degli avversari, e la prima volta non è riuscito ad uscirne da solo. Si guarda intorno in cerca di qualcosa che possa aiutarlo, in fondo la sua supervelocità non può che essergli d'aiuto. Osserva le catene energetiche che gli tengono le mani e i piedi, in passato è riuscito a spezzare catene di diversa sostanza, ma queste? Decide di fare un tentativo, sperando di riuscire a trovare la giusta frequenza per disperdere il flusso energetico. Inizia così a vibrare ad una velocità incredibile, mentre le lame gli si avvicinano sempre di più. Ma è fatta! Le catene vanno in corto, facendo saltare i circuiti che lo tenevano imprigionato! "Cosa hai fatto? Pazzo!" esclama la Bestia Nera. "Non è facile tenermi in catene." Risponde Pietro "E ora farò saltare in aria questo posto." "No! Fermatelo!" Urla la Bestia Nera in direzione delle sue tre creature, somiglianti ai leggendari Yeti, gli uomini delle nevi. Loro capiscono e si gettano verso Quicksilver, che però risulta essere troppo veloce per loro "La forza non è tutto, e tu dovresti saperlo, McCoy. A cosa serve poter spezzare l'acciaio con le mani se non puoi neanche afferrarlo? Invece dei pugni portati a ripetizione nello stesso punto possono sfiancare anche l'avversario più resistente. Beh… forse non proprio, però con loro funziona." Pietro, infatti, colpisce con pugni portati a ripetizione alla bocca dello stomaco di ciascun avversario, facendoli cadere a terra svenuti. "Ecco, come vedi è stato facile. Il difficile era cercare di non fargli troppo del male, visto che loro sono innocenti. Al contrario di te, McCoy." "Credi di avermi sconfitto? Le mie risorse sono infinite, purtroppo per te!" replica la Bestia Nera, che preme un bottone, cospargendo il pavimento di un liquido particolare, che fa scivolare Quicksilver. "Ah, credevi di avermi sconfitto, vero? Sei una nullità senza la tua velocità." Così dicendo la Bestia Nera spicca un balzo, afferrandosi con i piedi al soffitto e rimanendo a guardare Pietro a testa in giù. Pietro tenta in ogni modo di rialzarsi, ma finisce sempre per ricadere. "Cosa credi di poter fare? Non sei più in grado di reagire, caro il mio velocista." La Bestia Nera tira fuori dal suo camice un telecomando "E ora con questo comando a distanza azionerò il portale dimensionale che vedi lì alla tua sinistra. Voglio proprio vedere cosa ne uscirà." La Bestia Nera aziona il comando ed il portale inizia a emanare luce". Pietro pensa di dover fare qualcosa, ma cosa? La Bestia Nera inizia a ridere, non notando che Pietro si sta spostando verso il portale, scivolando sul pavimento, perché ha visto un oggetto che potrebbe essergli utile. Questa situazione di quasi immobilismo lo sta esasperando. Riesce ad avvicinarsi quanto basta per raccogliere l'oggetto e scagliarlo verso la Bestia Nera, con una velocità enorme. Ma al momento di lanciare l'oggetto perde l'equilibrio e l'artefatto finisce per colpire un quadro comandi vicino al portale, che smette di lampeggiare. Almeno un risultato l'ha ottenuto. Ora il problema è rialzarsi.
"Cosa hai fatto? Come ti sei permesso!" urla arrabbiato la Bestia Nera, che spicca un balzo verso i comandi del portale, sempre rimanendo appeso al soffitto, "Hai ricalibrato tutte le coordinate, interrompendo il flusso di energia, e redirezionandolo verso un altro sistema di incanalazione! Il sistema è in sovraccarico! Sta per esplodere!" Appena finisce di esclamare queste parole l'intero quadro inizia a cortocircuitare, finendo con l'esplodere e far saltare tutto in aria. L'esplosione è enorme, Pietro e la Bestia Nera la prendono in pieno e vengono sbalzati fuori dal laboratorio. 
Alcuni minuti dopo Pietro è il primo a riprendersi. Si accorge subito di essere finito nella neve, con la faccia in giù. Sente sulla sua schiena un peso, pensa che sia la Bestia Nera, ma sente mugugnare "Ma-Madelyne…". Gli sembra di riconoscere la voce. Si volta di scatto, lasciando cadere il corpo sulla neve. Aveva ragione! È proprio Alex Summers, Havok! "Alex! Alex" lo scuote "Pensavamo tutti che fossi morto!". Havok riapre gli occhi "Pi-Pietro? Dove sono?" "Siamo sull'Himalaya! Che bello sapere che sei ancora vivo!", Havok si alza su un fianco e si guarda intorno. Sembra spaesato "Allora… sono tornato… Lorna? Come sta Lorna?" Pietro lo rassicura "Sta bene, è in America, con gli X-Men!" "Gli X-Men…" mugugna Havok. Si alza, Pietro lo aiuta. Una voce giunge dalle loro spalle "Havok?!?" è la Bestia Nera, ripresasi anche lui "Sei… vivo?" "McCoy!" esclama Alex "Allora il tuo brutto muso non vuole proprio lasciarmi stare in pace… che ci fai anche tu qui?" È Pietro però a rispondere "Ha condotto in segreto degli esperimenti genetici. Quelli sono i suoi risultati" indicando gli esperimenti genetici svenuti sulla neve "E poi credo che sia lui, involontariamente, il responsabile del tuo arrivo qui." "Non so se ringraziarti o meno… comunque ora vai via, allontanati, scappa lontano, prima che ti faccia fuori." gli intima Havok. "Certo, come vuoi tu, ma ci rivedremo, Havok", gli risponde la Bestia Nera prima di sparire tra la neve dalla vista dei due amici ritrovati. "Perché lo hai lasciato andare?" chiede Pietro "Quello che ha fatto è disumano!". "Lo so" lo rassicura Havok "Ma è un problema mio, e me ne occuperò, prima o poi. Ora ho solo voglia di rivedere Lorna." "Allora aspettami qui" gli ordina Pietro "Non posso trasportarti fino in America. Ma posso correre a prendere un quinjet dei Vendicatori e venirti a riprendere. Tu intanto riposati." Detto questo parte in velocità, mentre Havok lo guarda allontanarsi. 
Qualche ora dopo Havok vede un quinjet avvicinarsi. Si ferma sulla sua testa e atterra sulla neve. Il portello si apre e dal suo interno esce Lorna, che corre ad abbracciare Havok col viso rigato dalle lacrime "Alex! Alex! Lo sapevo che non eri morto veramente! Non potevo crederci!" Un'ora dopo i tre mutanti, ex-membri del gruppo governativo X-Factor sono in volo verso l'America. "…E questa è la situazione a Genosha da quando te ne sei andata tu, Lorna" conclude Pietro. "Non posso che augurarti buona fortuna, allora, Pietro." Gli augura Polaris. Poi Pietro si rivolge a Havok "E ora cosa farai, Alex? Hai intenzione di rimanere con gli X-Men?" "Verrò con te a Genosha, Pietro. Ci sono già stato, e sono più i danni che ho fatto. Quando poi stavamo costruendo qualcosa di buono me ne sono andato per unirmi ad X-Factor e a Lorna. Voglio tornare lì e darti una mano nella tua lotta." "Ma Alex" interviene Lorna "Sei appena tornato e…" "Non preoccuparti, Lorna" la interrompe Havok "Tornerò da te prima possibile. Ma questa è una cosa che devo fare." "Bene, allora hai deciso, ma spero di non essermi sbagliata…" conclude Lorna. Qualche ora dopo, dopo aver lasciato Polaris, Quicksilver e Havok atterrano a Genosha. Alex sembra contento di esservi tornato, anche se questo posto gli rievoca brutti ricordi. "Ero un magistrato, qui. Il magistrato Summers. Ho fatto del male a delle persone, ma non ero me stesso. Ora è tempo di riparare, finalmente." "Bene" interviene Pietro "Allora io agirò dall'interno del governo. Tu clandestinamente cercherai di creare un gruppo di rivolta tra i mutati. Non sarà un problema per me tenere i contatti, non preoccuparti. Ora è meglio che vada, ci vediamo presto". Così Pietro corre via, non accorgendosi che una figura nell'ombra li sta spiando dall'alto.
Fine
 
Note dell'autore: Ancora tanti personaggi! Incominciamo con il vero protagonista della storia, Havok, ex-membro degli X-Men ed ex-leader di X-Factor, squadra in cui ha militato anche Quicksilver. Havok era stato creduto per morto dopo essere scomparso in un'esplosione. In realtà era finito in una dimensione parallela, da cui io l'ho ripescato con questa storia. Non perdetevi la prossima storia, perché ci sarà la resa dei conti definitiva tra Quicksilver ed il Cavaliere Nero!!
 
 
quarto episodio:
STORIA DI CAPPA E SPADA
 
Un campo di concentramento non è di certo bel luogo. Lo è molto di meno, poi, se questo campo ha lo scopo di contenere dei malati. Quello in cui ora Quicksilver sta correndo da una parte all'altra è un campo per malati di Legacy. Da quando Pietro ha avuto il permesso dal padre, Magneto, ha iniziato i lavori di ristrutturazione del campo, per migliorare le condizioni dei residenti, in attesa di trovare una cura. Ma Pietro, in questo momento, con la testa è da tutt'altra parte, sta pensando ad Havok, che ha lasciato quasi una settimana fa e non ha più avuto notizie di lui da allora. Spera che stia bene, ma ne è sicuro. È convinto che Havok si sia già sistemato. Le sue riflessioni vengono interrotte da Pipeline, ex-magistrato, anche lui membro del governo genoshano "Quicksilver! Quicksilver! Pare che sia stato avvistato al largo della costa un quinjet dei Vendicatori, forse hanno bisogno di te, dovresti andare a controllare tu." "Certo, Pipeline, ci vado subito. Grazie di avermi informato." E poi parte in velocità, percorrendo l'intera città, fino ad arrivare sul molo, dove il quinjet sta per atterrare. Una volta atterrato, il portello si apre e Pietro è stupito di vedere la persona che ne esce: il Cavaliere Nero! "Whitman… Dane… cosa ci fai qui?" Il Cavaliere Nero si avvicina a Pietro lentamente. Una volta che si è posizionato davanti a lui ha uno scatto "Bastardo!" e lo colpisce al volto con un pugno, facendolo cadere al suolo. Poi grida "Avalon!" e magicamente compare la sua armatura, come anche la spada e lo scudo. "Cosa diavolo vuoi? Mi pare che avessimo chiarito tutto, no?" urla Quicksilver da terra, mentre si rialza. "Stai zitto, bastardo!" urla il Cavaliere Nero scagliandosi contro il suo avversario, che però riesce a scansarlo. "D'accordo, vuoi la guerra? E guerra avrai." Scompare per un momento, in cui il Cavaliere Nero si guarda intorno per cercare di prevenire un attacco ad alta velocità. Ma Pietro riappare immediatamente, con una spada e uno scudo "Bene, ho trovato solo questi. Non saranno magici, ma saranno sufficienti. Non userò la mia velocità, non voglio avere vantaggi con te." Poi i due avversari si scagliano uno contro l'altro, facendo incrociare le lame delle spade. Lo scontro procede alla pari per alcuni minuti con Pietro che riesce a parare tutti i colpi del Cavaliere Nero grazie ai suoi riflessi accelerati, ma senza usare i suoi poteri. Allo stesso modo il Cavaliere Nero è talvolta messo in difficoltà dai fendenti di Pietro, più rozzi ma efficaci comunque.
 
Nel frattempo, da un'altra parte dell'isola, Havok sta vagando insieme a due mutati. "Siamo quasi arrivati al nostro rifugio. Eccoci." Havok indica l'ingresso di una grotta, ben nascosto da alcuni alberi. "Qui mi sono rifugiato dopo che Quicksilver, il figlio di Magnus, come lo chiamate voi, mi ha chiesto di aiutarlo." "E noi aiuteremo te, anche se sei stato un magistrato" gli risponde uno dei mutati "i nostri poteri potrebbero esservi molto utili. Io sono un telecineta, il mio compagno, invece, è muto, ma può lanciare dalla sua bocca uno strano raggio mortale." "Bene, allora…" Ma le parole di Havok vengono interrotte da una scarica che colpisce i due mutati e proveniente dall'alto. Havok si volta per guardare chi è stato è ne rimane sorpreso.
 
La battaglia tra Quicksilver ed il Cavaliere Nero continua. Ad un certo punto, però, Quicksilver, camminando all'indietro inciampa, e cade a terra, perdendo spada e scudo. Quando sta per recuperare le sue armi, il Cavaliere Nero si ferma davanti a lui e gli punta la spada sulla gola. Poi tira un calcio alla spada di Pietro, allontanandola. "Troppo facile." Esclama. Poi grida "Avalon!" nuovamente, e così come erano apparse, le armi e le bardature magiche scompaiono. "Che ne dici di combattere un po' corpo a corpo?" e i due iniziano ad azzuffarsi, questa volta picchiandosi a mani nude.
 
Havok è sorpreso nel vedere chi è stato a colpire i mutati "Magneto!". "Ti credevo morto, Alex Summers. Lorna era così disperata. Mi fa piacere vederti in vita." dice Magnus "Da quando sei arrivato sull'isola con Pietro ti sto seguendo. Ho saputo che vuoi assecondare mio figlio. A che scopo? Potresti unirti a me, al governo genoshano. Tornare alla tua vecchia carica prestigiosa. Perché continuare nella clandestinità. Soprattutto ora che ti ho scoperto hai poche chance. O sbaglio?" Havok è perplesso "No. Non ti aiuterò mai. So di quali mostruosità saresti capace, Magneto." "Ti sbagli" lo interrompe Magnus "Sono cambiate molte cose. Ormai ho ottenuto ciò che volevo. Ora il mio unico obiettivo è mantenerlo. E tu mi aiuterai. Che lo voglia o no verrai con me." "Preferirei morire piuttosto che aiutarti, mostro!" grida Havok. "Non ti sei chiesto perché invece la tua amata Lorna lo abbia fatto?" Havok è stupito "Cosa? Cosa stai dicendo?" "Non ti hanno detto che è stata lei a ridarmi la piena potenza dei miei poteri?" "Lorna…" blatera Havok.
 
Intanto la scazzottata al molo continua senza soste, senza né vinti né vincitori per ora. "Sei un bastardo!" continua a ripetere il Cavaliere Nero verso Quicksilver, picchiando con rabbia "Hai lasciato che tua moglie e tua figlia morissero, senza muovere un dito!" Gli occhi di Pietro si accendono, come se il Cavaliere gli stesse dando ragione, in qualche modo. "Cosa ne sai tu? Non hai mai avuto una famiglia!" poi lo colpisce più forte, mandandolo al tappeto. Scompare per un momento, e mentre Dane Whitman si sta rialzando si avventa su di lui, legandolo con una corda, immobilizzandolo. "Sei uno stupido, Pietro, lo sai che mi basta gridare Avalon per liberarmi di queste corde!". "Stai calmo, ora" gli dice Pietro "Ho una cosa da dirti. Crystal e Luna sono vive. Come anche il resto degli Inumani. Faceva tutto parte di un piano di Freccia Nera." Il Cavaliere è sorpreso.
 
"Cosa? Lorna ti ha… guarito?" Anche Havok è sorpreso. "Certo, è stata proprio Lorna con i suoi poteri, e di sua spontanea volontà a farlo. Ha visto come andavano le cose a Genosha ed ha deciso di aiutarmi. E lo stesso chiedo a te. Genosha è una risorsa importante per noi mutanti, ma va governata con un polso fermo da chi ne è capace. E mio figlio, nonostante i miei sforzi, non ne sarebbe in grado. Ti chiedo di verificare la situazione personalmente e poi di decidere. Potrai tornare ad essere un magistrato oppure… dovrai lasciare l'isola. Così ordino." Havok è ammutolito dalle parole di Magneto "Io… io…" balbetta "Se Lorna ti ha aiutato… Voglio fare veramente qualcosa di buono… ti aiuterò, almeno per ora, ma mi stupisce il fatto che Lorna non abbia tentato di fermarmi, quando le ho detto che ti avrei mosso guerra al fianco di Pietro." "Non conosco le motivazioni di Lorna, ma vedo che hai preso la tua decisione." Magneto solleva Havok dal suolo e lo porta in volo con sé.
 
"Avevo capito perché ce l'avevi con me di nuovo. Non ti ho fermato subito perché avevo voglia di pestarti un po', dopo tanto tempo. Non ti ho mai sopportato, nonostante tu sia stato un valoroso alleato. Molto probabilmente Capitan America non approverebbe il mio comportamento, ma ora non è qui." Si interrompe, Dane interviene "Ma Crystal dove…" "E' al sicuro." Interviene Pietro "Ma non ti dirò dov'è. Hai già fatto molto male alla mia famiglia. Ora basta, è meglio che te ne vada, mi stai facendo perdere tempo." Prende il Cavaliere Nero, ancora legato, e lo carica sul quinjet "Addio, Whitman." Poi scende e si allontana in velocità, non vedendo il quinjet allontanarsi alle sue spalle.
 
Palazzo del governo. La Dottoressa Huxley entra nelle stanze di Magneto. "Ben tornata, dottoressa. Ci sono notizie dall'ONU?" "Niente di buono" risponde l'ambasciatrice ONU a Genosha "L'ONU è sempre più intenzionata a rimangiarsi la parola e a toglierti Genosha, anche con la forza se necessario." "Che vengano, se vogliono. Io li fermerò con tutte le mie forze." "Forse dovresti attaccare tu per primo, dimostrare la tua forza." "Non so a cosa mira con le sue azioni, Dottoressa Huxley, ma non sono queste le mie intenzioni. Il mondo non mi interessa. Non più. E' Genosha a preoccuparmi ora." Detto questo la Huxley saluta e si allontana dalla vista di Magneto, rivelandosi, una volta al sicuro dagli sguardi, essere un mutato mutaforma!
Fine
 
 
quinto episodio:
VENTI DI GUERRA
 
Palazzo dell'ONU. Il consiglio di sicurezza è riunito. "Allora, Dottoressa Huxley. Ci può spiegare perché ha convocato questa riunione? Ha qualcosa a che vedere con Genosha, forse?" "Come ben ricorderete, sono stata io stessa a chiedere che Genosha fosse affidata a Magneto. Credevo che fosse la cosa migliore, per Genosha e per il mondo. Ma non ne sono più convinta. Magneto è un pazzo. Va fermato. Sta organizzando un esercito di mutati al suo comando per conquistare il mondo. In qualità di ambasciatrice dell'ONU a Genosha richiedo un intervento deciso sull'isola, per stroncare sul nascere ogni eventuale guerra, come dovrebbe essere compito dell'ONU." "Quello che ci chiede, Dottoressa Huxley, non è una cosa facile. Sappiamo tutti quanto Magneto sia potente e le uniche risorse umane potrebbero non bastare. Non sappiamo se WorldWatch sia pronta per un'operazione del genere. Ma cercheremo di prendere una decisione in fretta. Intanto la ringraziamo per averci informati." "Sono io che devo ringraziarvi per l'attenzione." Dopo queste parole, la Dottoressa Alda Huxley abbandona la sala, lasciando i volti dei membri del consiglio di sicurezza attoniti. Si chiedono cosa fare o anche loro sono rimasti stupiti davanti alle ambizioni di questa persona?
 
Isola di Genosha. Quicksilver sta percorrendo l'isola in cerca di qualcosa. "Dove si sarà nascosto Havok? Comincio a temere che sia successo qualcosa." Continua a cercare, senza trovare nulla, senza sapere quello che potrebbe essere successo o che in effetti è successo. Nel frattempo, ricorda i vecchi tempi, quando era con X-Factor, e Alex era proprio il comandante sul campo del gruppo. Ricorda che erano bei tempi, e che, nonostante non l'abbia mai ammesso pubblicamente, si trovava bene con quelle persone. Poteva fidarsi di Havok, ma anche di Lorna, che era molto dolce con lui, anche troppo, e anche di Jamie Madrox, nonostante lo ritenesse eccessivamente fastidioso a volte. Si trovava bene con loro, dovette lasciarli solo per tornare da Crystal, con i Vendicatori, sperando di ricucire il rapporto con lei, dopo l'intrusione del Cavaliere Nero. Ma poi Pietro ritorna alla realtà, continuando a cercare Havok.
 
Nel frattempo, nei sotterranei del palazzo reale, un tempo adibiti ad armeria per i magistrati, Havok sta indossando un'uniforme proprio da magistrato "Era da tempo che non indossavo uno di questi cosi, e pensavo che non l'avrei più fatto. Non so perché mi sia lasciato convincere da Magneto. Siamo sempre stati avversari, ma c'era qualcosa di strano nelle sue parole…" il suo ragionamento viene interrotto dall'ingresso proprio di Magneto, accompagnato da un altro ex-magistrato, Pipeline, ora membro del governo "Magistrato Summers! Allora è lei il nuovo membro del direttivo genoshano." Havok non fa una piega e si rivolge a Magneto "Come vanno le cose? Pietro ha saputo qualcosa?" "Non ancora, Alex" gli risponde Magneto "Pare che mio figlio stia perlustrando l'isola in cerca di qualcosa… o di qualcuno." "Bene, allora sarò io ad informarlo della mia decisione e a cercare di convincerlo a desistere dal suo intento." "Se queste sono le tue volontà… Pipeline, accompagnalo fuori, fagli fare un giro dell'isola. Mostragli come funzionano qui le cose da quando ci sono io." I due ex-magistrati si voltano e se ne vanno, lasciando un Magneto soddisfatto alle loro spalle.
 
In un'altra parte dell'isola, un mutato sta entrando in una grotta, percorrendo un lungo tunnel sotterraneo, fino ad arrivare ad un'enorme cavità. Davanti a lui c'è un uomo, seduto di spalle al mutato, che guarda dei monitor "Sono di ritorno dall'Europa, signore." "Bene, mutato" l'uomo rivela il suo volto: è Fabian Cortez! "Hai recitato la tua parte a dovere? "Certo, signore. Il mio discorso ha colpito. Hanno preso seriamente l'avvertimento." "Molto bene, ormai la scacchiera è quasi pronta, la guerra sta per scoppiare e noi ne usciremo vincitori. Ora va, torna ai tuoi compiti." Il mutato cambia forma, assumendo le sembianze della Dottoressa Alda Huxley, poi esce dalla grotta, mentre Cortez torna a guardare i monitor.
 
"…Queste sono le zone assegnate ai pochi umani rimasti sull'isola." Pipeline sta mostrando la città ad Havok "Le loro condizioni sono buone, Magneto ha avuto rispetto per loro, come anche per i mutanti, naturalmente. Genosha può diventare un'oasi per loro." "E i malati di Legacy? Quicksilver mi ha parlato delle loro cattive condizioni…" "Certo, ma il governo sta facendo di tutto per farli stare bene. Quicksilver se ne sta occupando proprio col permesso di Magneto. La maggior parte di loro sono malati terminali, bisognerebbe trovare una cura al più presto. Non avrei mai pensato di essere contento per quello che Magneto sta facendo, sono sempre stato diffidente nei suoi confronti, fin dalla prima volta che è arrivato sull'isola." Havok, non sa più che pensare, ha trovato Genosha in uno stato migliore rispetto a quando l'ha lasciata l'ultima volta alcuni anni prima, quando si è unito a X-Factor, ora tutto sembra così calmo, senza più scontri per le strade tra umani e mutanti o tra gli stessi mutanti. Ma la calma è solo apparente.
 
Quicksilver continua a girare impazientemente per l'isola, ha iniziato a chiedere in giro, ma nessun mutato ha saputo dirgli nulla. Pensa già di arrendersi, di aspettare che sia Havok a farsi vivo per primo. Ma correndo gli pare di vedere una persona che conosce uscire dal sottosuolo, si avvicina di più, cercando di non fare rumore, e la riconosce, è la Dottoressa Huxley. "Che cosa ci fa qui?" pensa Pietro. Vorrebbe seguirla, ma è più curioso di sapere cosa ci sia lì dentro. C'è un portello nascosto, coperto dalla sabbia. Un insetto gli punge il collo, ma lui lo allontana. Entra nell'anfratto, sempre muovendosi lentamente e silenziosamente, prosegue verso il basso, fino ad arrivare nella stanza dove c'è Fabian Cortez. È di spalle, ma lo riconosce, non potrebbe non riconoscere un uomo del genere "Cosa?" Pietro è stupito "Cosa centra la Huxley con Cortez? Devo avvisare subito Magneto." E corre via, mentre Cortez si gira "Uh? Mi sembrava di aver sentito che ci fosse qualcuno… sarà ancora quello stupido di un mutato." Pietro corre via, vuole andare al palazzo ed avvisare Magneto, suo padre, delle nuove macchinazioni di Cortez, tornato sull'isola nonostante Magnus glielo avesse proibito. Dovrebbe muovere guerra a suo padre, ma sa che Cortez può essere molto pericoloso, e va fermato subito. E poi c'è di mezzo anche la Huxley.
 
Correndo arriva subito in città, dove finalmente trova l'oggetto della sua ricerca: Havok, in compagnia di Pipeline. "Alex? Cosa ci fai qui?" "Pietro, finalmente! Ho parlato con tuo padre, ho visitato Genosha e…" Pietro lo interrompe "Ti sei schierato con mio padre? Allora sa tutto delle mie mosse." "Non gliele ho di certo rivelate io. Non so come, ma sapeva già tutto, io non sapevo se fidarmi e… secondo me faresti meglio a lasciar perdere, Pietro." "Tu non capisci Alex, pensavo che mi avresti aiutato, ma ora spostati, ci sono problemi più urgenti da risolvere." Poi riparte, mentre Alex lo guarda allontanarsi, chiedendosi per l'ennesima volta se abbia fatto o meno la cosa giusta.
 
Mentre corre verso il palazzo del governo, verso Magneto, Pietro, invece, non può fare a meno di chiedersi cos'abbia sbagliato, perché tutto gli sia sempre andato storto, se per caso non sia lui a crearsi tutti questi problemi con il suo comportamento. Ma ora un pensa che un pericolo potrebbe incombere su Genosha, forse sul mondo intero, e bisogna scongiurarlo.
 
Intanto, a mezzo mondo di distanza, in quello che sembra un laboratorio scientifico, una figura misteriosa, nascosta nell'ombra sta esaminando una rappresentazione olografica della struttura di un acido deossiribonucleico, cioè DNA. La sua cupa voce fende l'aria: "Molto interessante. È proprio come pensavo."
Fine
 
 
sesto episodio
PRELUDIO ALLA GUERRA
 
E' una situazione che ha provato spesso Pietro, quella di essere stato tradito, pugnalato alle spalle. Da sua moglie Crystal, dai suoi amici Vendicatori, da suo padre Magneto! Ora ha motivo di pensare che anche Havok l'abbia fatto. Ma perché Alex si è schierato dalla parte di Magneto? Vorrebbe chiederlo a Magneto, ritenendolo colpevole, ma sa che c'è una questione più importante che deve riferire ora al padre. Ha scoperto che Fabian Cortez è tornato sull'isola ed è alleato nientemeno che con la Dottoressa Huxley, l'ambasciatrice dell'ONU a Genosha. Correndo arriva nelle stanze del padre, di Magneto. "Perché mi disturbi, Pietro?" "C'è una cosa che devo riferirti. Ho appena visto…" Pietro viene interrotto da Philip Moreau "Magnus, c'è la Dottoressa Huxley che vuole vederla." "Falla entrare" ordina Magneto. "Questa non ci voleva" pensa Pietro. La Huxley entra nella sala, Magneto la interroga "Ci sono novità, Dottoressa?" "Sono venuta per cercare ancora di convincerti, Magnus" interviene la Huxley "Devi fare qualcosa prima che l'ONU attacchi l'isola." "Sto ancora cercando di capire quali siano le sue intenzioni, Dottoressa Huxley. Lei mi sorprende, lo ammetto, ma non ho ancora intenzione di darle ascolto. Quando lo farò sarà perché non ci saranno altre possibilità, Dottoressa. Ora mi lasci e torni ai suoi compiti." Pietro è allibito, non sa più cosa fare né pensare. Decide di tenere ciò che ha visto per sé, almeno per il momento e di indagare più a fondo. Quando la Huxley lascia la sala è Magneto a prendere la parola "Allora Pietro? Cosa eri venuto a riferirmi?" Pietro rimane in silenzio per qualche secondo, poi afferma "Non era nulla… nulla di importante." Poi si volta ed esce. Magneto non gli fa caso, sta pensando ai problemi che potrebbe provocargli la Huxley.
 
Intanto nella sua base sotterranea Fabian Cortez sta strigliando un mutato inginocchiato ai suoi piedi "Come sarebbe a dire che non sai dove è andata? La sua cella è ancora chiusa, come ha fatto a scappare?" "Io… non lo so… signor Cortez… mi dispiace molto…" "Idiota!" risponde Cortez tirandogli un calcio in pieno volto "Idiota di un mutato…" Poi si volta, perché una voce viene dalle sue spalle "Ti piacerebbe sapere come sono fuggita dalla mia cella, Cortez?" E' la Dottoressa Huxley, questa volta quella vera!
 
Pietro vuole indagare circa i piani di Cortez, sapere cosa ha in mente questa volta. Troppe volte l'ha sottovalutato, ma questa volta non farà questo errore. Ma prima, vuole risolvere un'altra faccenda, quella legata ad Havok. Lo cerca e lo trova facilmente questa volta, sempre in compagnia di Pipeline che gli sta mostrando l'operato di Magneto sull'isola. "Pietro!" esclama Alex non appena lo nota "Perché Alex?" gli chiede Quicksilver "Perché anche tu hai deciso di voltarmi le spalle? Non avrai subito un altro lavaggio del cervello?" "No, Pietro, questa volta so quello che sto facendo. Sono venuto sull'isola con l'intenzione di fare qualcosa di buono e lo farò, anche a costo di allearmi con Magneto. Ho visto la situazione, e credo che con le tue azioni potresti rovinare tutto. Ripensaci, Pietro." "Bene, se è così." Interviene Pietro "Certo che è così, io…" Havok viene interrotto da Pietro "Se è così, devo cercare di farti ragionare, Alex." Pietro all'improvviso colpisce Havok con un pugno al volto. I due si preparano ad un'inutile battaglia tra amici.
 
Palazzo del governo. Magneto sta discutendo con i delegati dell'ONU attraverso un monitor. "La mia legittimità proviene da voi. Voi mi avete messo a capo dell'isola e ora volete rimangiarvi la vostra parola?" L'uomo sul monitor replica alle parole del Signore del magnetismo "Abbiamo dovuto riconsiderare la nostra posizione alla luce di quanto successo ultimamente e ci vediamo costretti a ritirarle il mandato, anche con l'uso della forza." "Cosa vuol dire con l'uso della forza? Io voglio solo essere lasciato in pace!" "Secondo i rapporti della Dottoressa Huxley la situazione è ben diversa. Lei costituirebbe una minaccia per il mondo intero. E, considerato quanto successo in passato, non abbiamo motivi per non credere a uno dei nostri agenti." "Quella maledetta della Huxley!" pensa tra sé e sé, Magneto "Sapevo che dovevo preoccuparmi di lei…" Poi il delegato dell'ONU riprende "A proposito della Huxley, non risponde da ore alle nostre chiamate. Presumiamo che sia in suo ostaggio. Le chiediamo di liberarla immediatamente, altrimenti saremo costretti a processarla anche per sequestro di persona." "Maledetti!" esclama gridando Magneto, mentre con i suoi poteri manda in frantumi il monitor. Ma nella stanza risuonano comunque le parole del membro dell'ONU, provenienti dagli altoparlanti "Si prepari alla guerra."
 
"Non riesci neanche ad immaginarlo, Cortez?" Chiede la Huxley "Eppure credevo che fossi una persona intelligente. Sono una mutante anch'io. Ho dei leggeri poteri magnetici. Capirai che con i miei poteri è stato molto facile fuggire dal buco in cui mi avete infilato." "Bene, Dottoressa, a questo punto vorrà sapere del mio piano." "Non ce n'è bisogno, Cortez, l'ho spiata abbastanza da rendermene conto da sola, e forse possiamo trovare un accordo." Sui volti dei due mutanti si dipinge un sorriso di sincera soddisfazione.
 
Parigi. Una grande sala ospita un convegno di scienziati e genetisti. Il presentatore sta annunciando un nuovo relatore. "E ora, cari colleghi, verrà a relazionare le sue più recenti scoperte nel campo della genetica il dottor Myron Sinistre del Dipartimento Scientifico dell'Università di Marsiglia." La folla presente in sala si alza in piedi ad applaudire, mentre un uomo sale sul palco, posizionandosi in piedi davanti al microfono. "Carissimi colleghi, sono fiero di poter esporre quest'oggi le mie scoperte davanti ad un pubblico così competente." Il Dottor Sinistre punta un telecomando verso l'alto, alle sue spalle. Le luci si spengono, dall'alto scende uno schermo, sul quale appare l'immagine di una catena di DNA che ruota. "Come avrete già notato, colleghi, questo è il DNA di un mutante. La mia scoperta potrebbe rivoluzionare il mondo della genetica." Le immagini sullo schermo cambiano. Una seconda catena di DNA si affianca all'altra. "Questo è un semplice DNA umano, di un homo sapiens. Bene, io ho scoperto come isolare il particolare gene mutante e come riprodurlo, fondendolo col secondo DNA." I presenti sono stupiti, un brusio si alza improvvisamente tra il pubblico.
 
Havok sta sparando delle raffiche di energia per cercare di colpire Pietro, ma il suo sforzo è invano. Vuoi perché Pietro non è mai stato un bersaglio facile da colpire, vuoi perché Alex si sta volontariamente trattenendo. Non è assolutamente sua intenzione far del male a Quicksilver, avrebbe evitato volentieri questo scontro, ma ora non può fare a meno di combattere. E si ritrova anche in difficoltà, non riuscendo a prevedere i movimenti di Pietro, troppo veloce per lui, e capace di prenderlo di sorpresa. Ma sembra che anche Quicksilver si stia trattenendo, forse anche per lui questa è una battaglia inutile! "Non mi ricordavo che fossi così veloce, quando ci allenavamo insieme, Pietro." "Infatti non lo ero" gli risponde Pietro "Recentemente sono venuto in contatto con l'Isotopo E dell'Alto Evoluzionario, che ha aumentato in modo considerevole i miei poteri. Ora sono quasi imbattibile." Proprio mentre pronuncia queste parole Havok se lo ritrova davanti, e viene colpito da un pugno che lo scaraventa lontano, col sedere per terra. "Basta Pietro." Grida Havok, pulendosi la bocca dal sangue "Finiamola con queste stronzate. Diventa grande, una buona volta." Non avrebbe dovuto dire queste parole, Quicksilver è in preda ad una rabbia cieca. Colpisce con forza Havok, sotto gli occhi di uno strabiliato Pipeline. "Non mi fermerai, così facilmente, Alex!" grida Pietro tenendo Havok per il collo "Non sono un pivello! Ho molta più esperienza di te!" "Devi calmarti… Pietro…" Proferisce con voce esile Alex "Cosa diavolo… ti è successo?"
 
"Magneto è completamente sotto il mio controllo." Sta spiegando la Huxley a Cortez "Sono io a reggere il gioco, ormai. E tu, molto probabilmente non hai fatto altro che fare il mio gioco." "Che vantaggi potrei ottenere io?" chiede un interessato Fabian Cortez "Non ti basta il potere, Cortez? Non è quello che hai sempre desiderato?" Ma le ultime parole della Huxley vengono coperte da un rombo. Fabian Cortez e la Dottoressa Huxley escono fuori dal nascondiglio sotterraneo, per vedere il sole completamente adombrato da uno stormo di aerei dell'ONU. La guerra è iniziata.
 
Havok sta ancora cercando di calmare un furioso Quicksilver, ma al momento non è facile. Non riesce a capire cosa gli abbia preso, qualche giorno fa gli sembrava normale, tranquillo. Quando Pietro sembra si stia preparando a sferrare un'altra di serie di colpi, anche loro sentono il rombo dei jet, e vedono il sole oscurarsi. Entrambi alzano gli occhi al cielo, impressionati dallo spettacolo che gli si presenta davanti. Pipeline corre via, intenzionato ad avvertire Magneto. In quel momento Pietro casca a terra sulle ginocchia, quasi in lacrime "Oh mio dio… ho perso totalmente il controllo… e ora… cosa accadrà a Genosha?" Mentre proferisce queste parole però, un campo di forza ricopre l'isola, lasciando fuori gli aerei.
 
Da un'altra parte dell'isola, anche la Huxley assiste allo spettacolo, ma non ne sembra impressionata. Era preparata da tempo a questo avvenimento. "Se conosci la fisica, Cortez, sai che due campi magnetici opposti si ostacolano. Se poi uno è più potente dell'altro lo può benissimo annullare. Sono anni che mi preparo a questo momento. Con l'aiuto di uno strumento che ho costruito da sola, anche grazie agli archivi dell'ONU sui poteri di Magneto, potrò amplificare i miei poteri e fermarlo." La Huxley aziona una specie di telecomando e il campo magnetico creato da Magneto inizia a vibrare, fino a scomparire. Gli aerei sono ora in grado di attaccare.
 
Nel palazzo del governo, Magneto è molto turbato. Ha sentito una variazione del campo magnetico superiore a quella capace di sprigionare lui stesso. Nel momento di cui capisce che può essere stata ancora la Huxley entra nella sala Pipeline, che lo vede rabbioso e determinato.
Fine
 
 
settimo episodio:
PADRONI DEL MONDO
 
Magneto è estremamente infuriato. Non avrebbe voluto che si arrivasse a tanto. Voleva solo essere lasciato in pace, aveva già realizzato il suo sogno. Non aveva più bisogno di muovere guerra al resto del mondo. Ma ora è costretto a difendersi.
 
Le forze militari dell'ONU si stanno paracadutando sull'isola. In alcune zone gli scontri stanno già infuriando. Fabian Cortez e la Dottoressa Alda Huxley si sono rifugiati ed esaminano la situazione attraverso dei monitor, in attesa di sfruttare al meglio per loro ogni pur minima occasione.
 
"Hai visto cosa è successo? "Sta gridando Havok a Quicksilver. "Questo non è di certo colpa mia, Alex. Non avrei mai voluto che si arrivasse a questo…" La sua espressione torna a farsi rabbiosa "Penso che la colpa di tutto questo sia di Cortez e della Huxley. Dovevo fermarli quando potevo." "Sì, ma ora dobbiamo aiutare i genoshani." I due si mettono in marcia per fare, anche se malvolentieri, la loro parte in questa guerra che sta iniziando.
 
"Erano anni che aspettavo questo momento." Gli occhi della Huxley brillano per la soddisfazione. "Alla fine, quando rimarranno soltanto le ceneri, sarò io a trionfare, e il mio sogno di una nazione mutante, con un regime totalitario si avvererà." Poi si rivolge a Cortez. "Sai, io sono nata a Genosha, quando ancora i mutanti erano schiavizzati. Ma per mia fortuna mio padre era un pezzo grosso e riuscì a farmi uscire dall'isola, mandandomi a studiare in America. Decisi di diventare un politico, per risolvere la situazione a Genosha. Poi… vidi un uomo in televisione. Un uomo con un sogno. Quello di sottomettere gli umani con un esercito di mutanti. Decisi di seguire il suo sogno. Quell'uomo, ovviamente, era Magneto. Quando gli X-Men sovvertirono l'ordine a Genosha decisi di tornarvi, inizialmente nella clandestinità, guardando tutto ciò che accadeva dall'esterno. Poi sull'isola giunse Magneto, con voi, i suoi Accoliti. Avrei voluto parlargli, prima che Magneto lasciasse l'isola, ma non feci in tempo. Tornai allora in America e intrapresi la carriera politica, che mi portò nei vertici dell'ONU e a divenirne il rappresentante genoshano. Fu a quel punto che presi al balzo l'occasione di portare Magneto a Genosha, convincendo il consiglio di sicurezza. Credevo che fosse l'inizio della rivincita per noi mutanti. Credevo che fosse l'inizio della realizzazione del sogno. Invece Magneto mi ha deluso. È un uomo stanco ormai, sembra quasi soddisfatto di quello che ha realizzato, quando invece non ha fatto nulla di buono per la nostra razza. Allora ho deciso di prendere in mano la situazione e di realizzare personalmente il MIO sogno." Cortez è rimasto ad ascoltarla per tutto il tempo. Infine la Huxley aggiunge "Ora ho Magneto in pugno, ed ho l'occasione per ricattarlo."
 
Quicksilver, nel frattempo, si sta preoccupando di mettere in salvo quanti più mutati possibili. Nelle strade infuria la guerra e Pietro attribuisce la colpa di tutto questo a suo padre. La situazione è veramente drammatica. Una volta portata in salvo un gruppo di mutati, tra cui dei bambini, Pietro si scaglia contro i caschi blu dell'ONU, disarmandoli e rendendoli inermi "Queste persone sono innocenti, smettetela!" Poi corre via, intenzionato a parlare direttamente con Magneto, mentre Havok lo guarda, cercando di rendersi utile anche lui, con molta cautela per non far del male a nessuno con i suoi poteri. Non capisce l'utilità di dover far del male a della povera gente, che non riesce neanche a difendersi, ancorché non colpevole di assolutamente nulla, se non di essere nata mutante, e a Genosha. Ma non vuole essere lui a dover passare dalla parte del torto, uccidendo qualcuno.
 
Magneto, intanto, sta cercando di negoziare con l'ONU. "Storie! Io volevo soltanto la pace per la mia razza. Non ho bisogno di immischiarmi con la vostra politica meschina. È stata la Huxley a tramare alle nostre spalle e ad organizzare tutto questo." "Mi dispiace, ma noi siamo comunque costretti ad applicare i nostri protocolli. E comprenderà che non possiamo che credere alla Huxley, piuttosto che a un mostro come lei… o si è già dimenticato quello che successe anni fa con quel sottomarino nucleare russo… il Leningrad?" "È… è passato molto tempo da allora… e ora non so che fine abbia fatto quella maledetta della Huxley!" "Ormai è tardi. L'attacco è già in atto, come potrà notare affacciandosi dalla finestra del suo palazzo. E se la situazione non cambierà, invieremo a Genosha il nostro gruppo superumano, WorldWatch, che ora è impegnato altrove. La salutiamo." Il monitor si spegne, nella stanza rimane solo Magneto, in silenzio. In quel momento, però giunge Quicksilver "Magneto! Cosa ci fai ancora qui?!? Dici di tenere a Genosha e ai mutanti, perché non fai qualcosa?!" "Zitto Pietro! Questo non è un gioco. Ti ho lasciato giocare per tutti questi mesi, ma ora bisogna fare sul serio."
 
Nel porto, nel frattempo, stanno sbarcando le forze di terra dell'ONU e Havok sta organizzando un fronte di difesa composto da alcuni mutati, che ergono dei campi di forza a difesa della città. Ma la situazione sembra che stia per precipitare.
 
"So benissimo che non è un gioco, Magneto! Ci sono di mezzo la Huxley e Fabian Cortez!" "Hai sottovalutato i rischi della cosa, Pietro… o forse ho esagerato io, ho cercato di manipolarti un po' troppo…" "Manipolarmi? Tutte le scelte che ho fatto le ho fatte per conto mio, come puoi dire di avermi manipolato?" "Povero stupido… Mi spieghi allora cosa ci faresti qui a Genosha? E non ti sei mai chiesto chi poteva essere Nestor? Eri talmente preso dalla tua follia che neanche mi hai riconosciuto. Ti sto manipolando da anni, Pietro, e tu non te ne sei mai accorto." Pietro è immobile, non sa che fare, non sa che altro aggiungere. Se già prima disprezzava suo padre, ora non può fare altro che odiarlo. "Ora, Pietro, devo fare qualcosa, o di Genosha non rimarrà più nulla." Detto questo, Magneto usa i propri poteri per volare via dal palazzo, mentre Pietro rimane immobile a riflettere per qualche momento, prima di correre via un'altra volta per strada, raggiungendo suo padre e sbarrandogli la strada. "Cosa credi di fare, Pietro? Non vorrai affrontarmi in un momento del genere, spero." "So dove si nascondo la Huxley e Cortez."
 
Nel frattempo proprio Cortez si sta beando della situazione "Finalmente potrò vendicarmi di Magneto e della sua odiata famiglia. Li schiaccerò, con le mie mani…" "Non esserne così sicuro, Cortez." La Huxley lo riporta con i piedi per terra "Senza di me non saresti in grado di fare nulla." Cortez digrigna i denti. Sa che in questo momento ha ragione. "Ma ora avverto una variazione del campo magnetico, il nostro 'signore' si sta avvicinando." Infatti, in quel momento, il tetto del rifugio viene sradicato, e all'esterno ci sono Quicksilver e proprio Magneto, come preannunciato dalla Huxley. Cortez è impaurito, tenta di scappare, ma Quicksilver lo ferma e inizia a riempirlo di pugni, fino a sfinirlo. Fabian Cortez è inerme, il suo potere gli è inutile in questa situazione.
 
Nel frattempo Magneto ha sollevato la Huxley col suo potere, portandola in aria al suo livello. "Non ti temo, Magneto. Ho già neutralizzato una volta il tuo potere, posso farlo ancora." "Cosa vuole, dottoressa? Perché sta facendo questo a Genosha?" "Per il potere, naturalmente. E… per vendetta, nei confronti del genere umano. Non siamo poi così diversi io e te." "Stai zitta! Io non avrei mai sacrificato le vite dei miei… di mutanti innocenti!" "Allora tutto dipende da me. L'ONU dipende da me. Se glielo chiedo io, loro ritirano le forze militari dall'isola, e tu potrai continuare a comandare. Ma a una condizione. D'ora in poi farai quello che dirò io." "Per adesso mi va bene così. Mi congratulo con lei, dottoressa. È riuscita a farmela… ma un giorno me la pagherà. Non creda che non ne abbia più il coraggio. C'è una grossa differenza tra soddisfazione e codardia. Io sono soddisfatto. Un'ultima cosa. Spero che Cortez non le serva più." Magneto lascia cadere la Huxley improvvisamente, poi si dirige verso Fabian Cortez. "Ti avevo ordinato di non mettere più piede sull'isola, Cortez. Mi hai disubbidito." Poi solleva Fabian Cortez per aria con i suoi poteri e una volta portatolo ad una certa altezza, lo impala con una trave d'acciaio, prelevata dalla struttura che fungeva da base al mutante. Poi ne lascia cadere al suolo il corpo ormai senza vita. Volge lo sguardo verso Pietro, che lo sta guardando a sua volta. "Mi disgusti." Esclama Pietro, senza però provare dispiacere per Cortez. Sa che per suo padre il fine giustifica i mezzi, lo odia, ma non può provare compassione per chi ha messo in pericolo la vita di sua figlia. Poi corre via, mentre Magneto, non lascia trasparire alcuna emozione, se non la soddisfazione di aver dato una prova della sua forza alla Huxley.
 
Pietro sta correndo da Havok, che nel frattempo è molto in difficoltà nel tentativo di tenere le postazioni insieme al suo gruppo di mutati. Ma Pietro arriva proprio nel momento in cui le truppe hanno avuto l'ordine di ritirarsi. Trova Havok e gli si avvicina "Pietro…" "Alex… ti chiedo scusa… io… io non riuscivo più a capire niente, la mia mente era offuscata. Ma è troppo facile trincerarsi dietro a simili scuse. Ho deciso di lasciare Genosha. Ho bisogno di stare un po' di tempo con Crystal e Luna…" Havok gli mette una mano sulla spalla "Non preoccuparti, penserò a tutto io qui. Quando tornerai, Genosha sarà migliore."
 
Qualche ora dopo. Quicksilver ha raccolto le sue poche cose, in procinto di lasciare Genosha, forse per l'ultima volta. E ora è qui di nuovo di fronte a suo padre. "Spero che tu sappia quello che stai facendo, Magneto. La Huxley è una donna molto pericolosa." "Non sono così ingenuo come puoi credere, figlio mio. Questo accordo che ho fatto con la Huxley è conveniente per tutti e due. Almeno per ora. È convinta di avermi in pugno, ma non sa quanto si sbaglia." "Bene, spero che in futuro riuscirai ad essere un po' più umano. Solo così Genosha potrà migliorare." Poi Pietro si volta e corre via. Alcuni minuti dopo, sta già attraversando l'Oceano Indiano, dirigendosi verso il rifugio degli Inumani, dove sua moglie e sua figlia lo attendono. E si chiede… se un giorno ci sarà la resa dei conti tra lui e suo padre.
 

Interludio. Alpi svizzere. Tra le nevi e i nembi si nasconde uno chalet, al cui interno due uomini stanno giocando a scacchi, all'ombra di un caminetto, nel quale il fuoco non sembra ardere la legna. "Scacco al re." Dichiara uno dei due uomini. "Questa volta hai vinto tu, fratello. Ma siamo solo 151 a 128… ho tutto il tempo che voglio per raggiungerti…" E un'altra partita a scacchi incomincia. Fine dell'interludio.

Fine