PROLOGO
Di
fronte alle mura di Asgard, alla luce dell’aurora.
Era la classica calma che precede la
tempesta. Tutti ne erano ben consapevoli.
I nemici non si sarebbero ritirati, non
adesso che avevano conquistato quasi tutti i Nove Regni dei miti norreni. Erano
una razza misteriosa dai grandi poteri che era chiamata Dei Oscuri. Se avessero
conquistato Asgard, la Terra sarebbe stata il loro prossimo obiettivo e su
questo i Vendicatori non si facevano illusioni. Non si trattava solo di aiutare
amici in difficoltà: era in gioco la sopravvivenza stessa di tutto ciò che era
loro caro.
Le Valchirie erano schierate l’una accanto
all’altra, in piedi a fianco dei rispettivi cavalli alati. Tra loro c’era anche
Thrud, la bionda figlia di Thor e Sif che fremeva dalla voglia di combattere.
<Perché non attaccano? Cosa stanno
aspettando?> esclamò.
<Abbi pazienza, Thrud Thorsdóttir, verrà
anche il tuo momento, vedrai.> le disse la sua compagna Sygnet.
Poco distante, Valtrauta dai capelli candidi
come la neve, l’attuale leader delle valchirie, si avvicinò alla Vendicatrice
nota su Midgard proprio come Valchiria e si inginocchiò davanti a lei
porgendole la sua spada tenuta orizzontalmente.
<Un tempo eri tu, prode Brunhilde, a
guidare le valchirie ed il comando ti spetta di diritto.> le disse Io sarò
onorata di servire ai tuoi ordini.>
<Alzati, sorella Valtrauta.> replicò
Brunhilde <Io ho rinunciato da tempo all’onore di guidare le valchirie ed
ora esso è giustamente tuo. Sarò io lieta di seguirti in battaglia.>
Valtrauta si rialzò. In cuor suo era contenta
che Brunhilde non avesse voluto cedere il comando e subito si rammaricò di un
simile pensiero egoista in un momento simile, poi non ebbe più il tempo di
pensieri personali, perché il nemico stava tornando all’attacco.
<Combattete, Valchirie!> urlò <Per
Asgard e la gloria!>
#107
Viaggio verso gli inferi
di
Carlo Monni & Carmelo Mobilia
Asgard, poche
ore prima..
<Jarnbjorn.> esclamò Thor
<Esatto.> disse Loki <Un’ascia
forgiata nell’acciaio e nel sangue nelle fucine dei Nani. Quegli stessi Nani
che forgiarono anche il tuo Mjolnir.>
<Sono solo io a trovare inquietante che
questa gente dia dei nomi alle proprie armi?> chiese sottovoce Wonder Man ai
compagni.
<Non troppo.> rispose Occhio di Falco
<A me è capitato di conoscere qualcuno che lo faceva.>
<Shh.
Voglio sentire per bene cosa dicono.> li rimproverò Wasp.
Loki continuava il suo racconto:
<Un’arma che non poteva essere distrutta e
che, al contrario, poteva distruggere qualsiasi cosa; così possente che solo in
pochi oltre a Odino erano in grado di brandirla e tra questi c’eri tu,
fratello, anche se eri appena un ragazzo, ricordi?>
<Ricordo.> replicò a mezza voce il dio
del Tuono.
Nella mente del Dio del Tuono scorsero
immagini di epoche passate, durante le quali prima suo padre Odino e in seguito
lui stesso brandirono la famigerata arma.
<Jarnbjorn ... ne ho sentito parlare.>
disse Ercole <Pure sull’Olimpo si è sentito fare questo nome... venne anche
definita come “assassina di dei”. Ma ho sempre creduto si trattasse di una
diceria, creata per spaventare i nemici.>
<Così non è amico mio> rispose Thor
<Jarnbjorn esisteva veramente, ed era davvero un’arma invincibile: il padre
di tutti la forgiò allo scopo di affrontare un giorno persino i Celestiali, ma
un potere così immenso era troppo pericoloso; Odino temeva che potesse finire
in mani nemiche.>
<Esatto.> intervenne Loki <E alla fine
decise che l’ascia era troppo pericolosa perché rimanesse su Asgard così la
nascose in un luogo ignoto a tutti.>
<A tutti, ma non a te, sembrerebbe.>
intervenne Balder.
Loki si concesse un sorriso soddisfatto prima
di proseguire:
<In verità, fui io stesso a suggerire al
Padre di Tutti il luogo e come renderlo ancora più inaccessibile di quanto già
fosse.>
<E quale sarebbe questo posto?> lo
incalzò Thor.
<Nelle profondità di Niffelheim, dove gli stessi dei hanno timore ad
avventurarsi, in una caverna dove solo una dea può entrare senza pericoli e
costei è mia figlia Hela.>
Il silenzio accolse le ultime parole di Loki. Gli Asgardiani meditavano
sulle implicazioni di quelle rivelazioni. I Vendicatori, estranei a quel mondo,
faticavano a comprenderle… tranne due di loro, ovviamente.
<Stai dicendo che soltanto Hela può prendere l’ascia e che dovremmo
fidarci di lei?> intervenne la Valchiria.
Il suo tono esprimeva molto più che dubbio.
<Hela è molte cose…> replicò orgogliosamente la dea della Morte
<… ma mai una mentitrice.>
<Ma questi dei debbono sempre parlare di sé in terza persona?>
borbottò Quicksilver <Solo a me sembra stupido?>
<Non solo a te…> replicò Occhio di Falco <… ma non glielo farei
notare, non in presenza della dea della Morte almeno .>
Loki riprese a parlare:
<Ovviamente non mi aspetto che consentiate a che Hela affronti da sola
questa prova. E nemmeno lo vorrei perché dopo la sua deposizione dal trono di
Hel,[1] il suo
potere è molto diminuito e lei stessa potrebbe non sopravvivere alla discesa
negli abissi di Niffelheim senza qualcuno a proteggerla.>
<Il ruolo del padre protettivo non ti si addice, Loki.> ribattè
Thor <Chi ti conosce sa che hai a cuore solo il tuo interesse.>
<Non mi sogno di negarlo.> ammise il dio dell’Inganno con un ghigno
sul volto <Tuttavia, in questo caso, il mio interesse e quello di Asgard e
di tutti i Nove Mondi coincidono.>
<Sia come sia... io ovviamente andrò con Hela.>
<Non posso permettertelo, Thor.> intervenne in tono deciso il dio
della Guerra Tyr <Tu sei essenziale per la difesa di Asgard. Il tuo popolo
si aspetta che tu ti comporti da Principe del Regno.>
<Tyr dice il vero. Il tuo posto è qui.> ribadì Balder.
Thor sbuffò ma non rispose; l'ultima volta la sua avventatezza aveva
messo in pericolo il regno, per cui stavolta decise di dare retta al suo
vecchio compagno d'armi.
<Andrò io.> disse con risolutezza l’Incantatrice <So come
muovermi in tutti i Nove Mondi. Sono la più indicata per questo compito.>
<Se quest'arma è davvero così potente come dite, io non mi fido a
mandare l'Incantatrice a recuperarla!> esclamò Wasp <La conosco bene, e
so per esperienza che non c'è da fidarsi di lei.>
<Dopo tutto quello che hai visto e che ti ho raccontato, ancora non ti
fidi di me?> sostenne, infastidita dall'allusione, Amora.
<No affatto.> le rispose Wonder Man <Sono d'accordo con Jan; per
quanto ne sappiamo potresti essere in combutta con Loki fin dall'inizio.>
<Tu, brutto...>
<BASTA COSÌ!> intervenne Ercole <La deliziosa Wasp ha ragione,
Jarnbjorn è un oggetto troppo potente per lasciarlo in mani indegne. Quelle dei
Vendicatori sono senza dubbio le più adatte a maneggiarla.>
<Invero, è così.> gli fece coro la Valchiria <E dove vai tu,
Amora, io verrò con te.> le disse, con uno sguardo glaciale <La mia
minaccia è ancora in corso: fa una mossa falsa e ti decapito sul posto.>
<Allora è deciso, saranno i Vendicatori a recuperare l'ascia magica o
quello che è> disse Occhio di Falco <Resta solo da decidere chi andrà e
chi rimarrà qui a dare una mano a reggere il forte… insomma, come abbiamo fatto
l'ultima volta.>[2]
<Questa volta io
andrò. Il regno di Hel non è posto adatto ai comuni mortali.> disse Ercole.
<Concordo
nuovamente con Ercole. Per questo verrò anche io.> aggiunse Occhio di Falco
<Va bene, va
bene. Allora verrete con me, Wanda, Clint e Pietro> affermò Wasp <mentre
Simon e Lorna resteranno qui ad aiutare gli Asgardiani come hanno già
fatto.>
<Anch’io verrò
con voi.> affermò Modhi, il figlio maschio più giovane di Thor.
Nessuno obiettò.
Recarsi negli inferi su invito del dio degli
inganni, per di più in compagnia della dea della morte, non era forse la cosa
più saggia da fare, ma se c'era una cosa che ai Vendicatori non mancava era di
certo il coraggio.
Grazie alla magia di Loki (o di Amora o di
entrambi) i nostri si ritrovarono di colpo ai cancelli di Hel, il regno dei
morti, passaggio obbligato per raggiungere Niffelheim.
<Uh Toto, mi sa che non siamo più in
Kansas.> esclamò ironicamente Occhio di Falco, citando il Mago di Oz, non
appena vide l'impressionante scenario che gli si parò davanti.
Asgard,
Regno degli Aesir, all’alba.
Stavano arrivando. Non occorreva la visita
d’aquila di Heimdall, che ora giaceva ferito in una delle stanze del palazzo di
Thor, per saperlo e nemmeno doti divinatorie. Ognuno lo sentiva istintivamente:
i nemici stavano per tornare all'attacco e stavolta lo scontro sarebbe stato
senza quartiere.
Sul volto di Balder era evidente la
preoccupazione. Con il Padre Odino immerso nel suo periodico sonno rigenerante,
il fardello di guidare la sua gente in quest’ora buia era ricaduto sulle sue
spalle. Ne sarebbe stato degno?
<Certamente lo sarai.>
Balder si voltò di scatto e si trovò di
fronte la bellissima quanto infida regina dei Norn.
<Leggi dunque nei miei pensieri,
Karnilla?> ribattè con voce dura.
Lei sorrise e replicò:
<Potrei, certo, ma non mi serve: conosco
bene il tuo cuore e le inquietudini che lo agitano.>
<Quel che c’è stato tra noi è ormai cosa
del passato.>
<Non per mia volontà. Il mio cuore ti
appartiene ora e sempre.>
<Il mio è legato ad un’altra e non tradirò
la sua fiducia.>
<La nobiltà del tuo animo è il tratto di
te che ho sempre ammirato e ti fa onore. Quanto Odino lasciò il trono l’Althing[3] avrebbe
dovuto scegliere te e non Thor che si è palesemente rivelato inadatto.>
<Questo è ciò che tu dici.>
<Eppure anche tu devi pensarlo, visto che
quando Odino ha richiesto una nuova votazione, tu hai votato per reinstallarlo
sul trono.>
<Odino è il governante più adatto e non
c’è altro da dire. Ora i miei pensieri vanno all’imminente battaglia.>
<E torniamo ai tuoi dubbi di essere la
guida più adatta nel momento del pericolo. Lo sei, io lo credo e gli asgardiano
lo credono. Credilo tu stesso.>
Balder non rispose e continuò a fissare
l’orizzonte.
Da
qualche parte nei Nove Mondi.
<Questo è Hel, Vendicatori, un tempo il
regno da me dominato. Per poter raggiungere la famigerata ascia Jarnbjorn
dovrete superare diversi ostacoli. Essa si trova all'interno di una grotta che
si trova oltre quel colle> esclamò
Hela indicando un punto all'orizzonte.
<Beh che stiamo aspettando? Non è poi così
lontano.> disse Quicksilver scattando nella direzione indicata dalla dea
della morte.
<Pietro, aspetta! Non sappiamo cosa...>
ma l'avviso di sua sorella Wanda non venne udito dal velocista, che aveva
lasciato dietro di sé solo una nuvola di polvere.
<Il solito precipitoso. Coraggio, non
possiamo lasciarlo da solo, non sappiamo in cosa potrebbe imbattersi. Avanti
Vendicatori!> Wasp si ridusse di dimensione e gli volò dietro, mentre il
resto del gruppo la seguì di corsa.
La bella ereditiera aveva ragione nel fare
quell'affermazione: quando raggiunsero Quicksilver trovarono il loro compagno
che si muoveva velocemente a zig zag, impegnato ad evitare di venire divorato
da un gigantesco cane feroce.
<Che mi venga… cos'è quella
bestiaccia?> esclamò Occhio di Falco, nel vedere la fiera.
<<Costui è Garm, il guardiano degli
inferi,> spiegò Brunhilde la Valchiria, sguainando la sua spada. <Invero,
esso è figlio di Fenris, e ne condivide oltre la mole anche la ferocia.>
<A dopo le spiegazioni, adesso dobbiamo
attaccarlo.> disse Wasp <Io lo distrarrò mentre voi ...>
<NO! Non è necessario che voi vi
immischiate.> intervenne Ercole, in modo deciso <Abbiamo una missione da
compiere, e non possiamo dissipare tempo in questo modo. Il figlio di Zeus
basta da solo per questo: secoli or sono ho già compiuto un’impresa simile,
combattendo Cerbero.>
<Giusto. La tua dodicesima fatica.>
ricordò Wanda.
<D'accordo, allora, raccattiamo Pietro e
proseguiamo!> ordinò Occhio di Falco <Erc, mi raccomando, cerca di non
morire, altrimenti te la faccio pagare.>
<Non sprecare la tua premura per me, amico
Clint, Il Principe della Forza prevarrà!> così dicendo Ercole si avventò
sull'enorme cane, afferrandogli la mandibola con le muscolose braccia, e
riuscendo, con una torsione di esse, a fargli perdere l'equilibrio.
<Ah, quanti ricordi susciti in Ercole...
avanti, cane infernale, cerca di non deludermi!> disse divertito.
<Incredibile...> osservò Amora,
osservando lo scontro <L'olimpico è più rozzo e volgare di Thor, ma alle volte mostra lo stesso vigore e la
stessa grazia virile del dio del tuono. Talvolta tendo a dimenticarmelo.>
<Invero è così.> annuì Brunhilde <Ma
tu devi guidarci dove si cela Jarnbjorn.> aggiunse, trascinandola per un
braccio.
I Vendicatori proseguirono, lasciando il
semidio a combattere da solo.
Il ruggito della belva e l'eco dei colpi di
Ercole si potevano udire pure a distanza.
<Non preoccuparti Jan, se Ercole dice che
può farcela da solo è vero. Non l'ho mai visto perdere una prova di forza.>
disse Wanda.
<Già, il greco è troppo testardo per
morire in quel modo.> ribadì Pietro.
<Non ho dubbi in merito.> rispose Wasp,
sebbene in cuor suo non le piacesse lasciare indietro un compagno in quel luogo
così tetro.
Ma il recupero dell'ascia aveva la priorità.
Asgard.
Le orde degli dei oscuri si precipitarono
alle mura della Città Dorata tentando ancora una volta di espugnarle, ed ancora
una volta si scontrarono con la tenacia dei difensori. Aesir e Vanir si
battevano come leoni e per una volta erano al loro fianco anche i loro
tradizionali nemici come i pochi troll, elfi neri e giganti del ghiaccio che,
scampati alla furia distruttrice degli dei oscuri avevano trovato rifugio ad
Asgard.
La cosa più sconvolgente era che le armate
nemiche erano composte dai loro stessi compagni preda degli incantesimi degli
dei oscuri e mutati in inarrestabili zombie. Incuranti di frecce e lance
premevano contro le porte della città presto o tardi avrebbero ceduto sotto il
loro stesso peso.
Wonder Man decise di intervenire e volò in
mezzo a loro nella sua forma ionica tempestandoli poi di pugni.
Improvvisamente una grossa ascia bipenne
affondò nel suo cranio. ma poiché era in forma ionica lo attraversò senza danno.
Un gigante del ghiaccio impugnava l’ascia e
continuava a colpirlo con essa. Ripeteva meccanicamente il gesto come un automa
incapace di rendersi conto della sua inutilità.
<Adesso basta!> esclamò Simon Williams
e colpì ripetutamente il suo avversario, ma senza grande successo.
<Ma che ci vuole per abbatterti?>
Improvvisamente il gigante fu sollevato da
terra come se fosse senza peso ed assieme ad altri aggressori fu scagliato
lontano.
Simon non fu affatto sorpreso di vedere
Polaris fluttuare a mezz’aria. Quello che era appena successo era sicuramente
opera dei suoi poteri magnetici.
<Volevi tenerti tutto il divertimento?>
disse lei atterrando dolcemente.
<Di questo genere di divertimento farei
volentieri a meno.> rispose Wonder Man <Non so quanto potremo tenere a
bada questa… armata delle tenebre. Sarà meglio che il piano di Loki funzioni e
che i nostri compagni ritornino alla svelta o non sarà rimasto molto da
salvare.>
Hel.
Intanto i Vendicatori proseguivano nel loro
cammino. Quicksilver camminava al passo dei compagni, e la cosa lo innervosiva.
<Detesto muovermi così lentamente.>
sbuffò
<Lo so, fratello, ma è un territorio
sconosciuto. La velocità non è consigliata in questo frangente. Muoversi con
cautela è la cosa migliore da fare.>
<Tua sorella ha ragione, chiomabianca.
Dalle retta, per una volta.> sottolineò Occhio di Falco.
<Taci Barton, non devi dirmelo tu cosa...
ehi, avete sentito?>
<Cos'è stato?> chiese Jan.
<Temo di saperlo ...> disse la
Valchiria.
Il rumore si faceva sempre più forte e
minaccioso. Anche Amora trasalì.
<Oh no... non può essere. Non lui!>
Un’enorme ombra spuntò da dietro la parete di
roccia.
Valchiria andò davanti a tutti, con la spada
salda in pugno.
Falco incoccò una freccia.
I passi si facevano sempre più pesanti e
vicini.
I Vendicatori erano pronti a tutto… tranne,
forse, alla vista di un enorme drago che si ergeva
sulle zampe posteriori.
<Fafnir!> esclamò la Valchiria.
Le cose
si stavano facendo decisamente sempre più difficili.
CONTINUA
NOTE DEGLI AUTORI
Davvero poche
ed essenziali.
1) Innanzitutto
ci scusiamo per il lungo intervallo tra il precedente capitolo e questo e vi
promettiamo che la conclusione arriverà presto.
2) L’ascia
Jarnbjorn è stata creata da Jason Aaron & Essad Ribic su Thor God of
Thunder #1 datato gennaio 2013.
3) Fafnir
è proprio il drago con si batté Sigfrido nel ciclo dell’Anello dei Nibelunghi
ed è stato introdotto nell’Universo Marvel da Stan Lee & Jack Kirby nei
Racconti di Asgard su Thor #134 datato novembre 1966, ma ne riparleremo meglio
nel prossimo episodio.
A presto.
Carlo
& Carmelo