WHAT IF…? presenta:
di Mickey
In
un non-luogo al di là del tempo e dello spazio.
Anche
i fortunati esseri nati insieme al proprio universo non avevano mai assistito
a niente del genere. La più grande riunione di entità cosmiche dall'inizio
dei tempi, per discutere della più importante decisione per tutto il
Multiverso.
Imponente
su tutti, l'inquietante Tribunale Vivente. Alla sua destra e alla sua
sinistra, Eternità e Infinità. Intorno a loro, gli Antichi dell'Universo e
tutte le entità cosmiche di un certo rilievo, tra cui le specie rivali dei
Celestiali e degli Osservatori.
"Sto
per effettuare l'obliterazione di
tutte le realtà alternative al continuum principale. I viaggi nel tempo
perpetrati da forme di vita come i Terrestri hanno portato ad un indebolimento
del tessuto della realtà che potrebbe degenerare in un collasso di tutti gli
universi. Vi ho riuniti qui oggi per comunicare la sentenza e per farvi
assistere alla sua messa in pratica".
Nessuno
fiatò, non si poteva contrastare una decisione del Tribunale Vivente.
D'altronde a nessuno importava nulla di tutte le innumerevoli vite che
sarebbero andate perse con la cancellazione dei mondi paralleli. Nessuno
tranne uno di loro... la celestiale Ashema.
In
passato aveva conosciuto il terrestre Franklin Richards, un essere
potentissimo che aveva creato con la forza della mente un mondo alternativo e
le aveva fatto toccare con mano il significato di umanità. Era stata disposta
a entrare in coma pur di preservare quel piccolo universo. Invece stava per
assistere al genocidio di interi universi, innumerevoli. Guardava inorridita
le facce soddisfatte dei Guardiani del Tempo, che tempo prima avevano cercato
di mettere in atto una simile procedura, ma erano stati fermati dagli eroi
terrestri chiamati Vendicatori.
Doveva
fermare tutto. Non sapeva esattamente come, ma doveva.
E
l'unico essere in grado di aiutarla - ma, soprattutto, disponibile a farlo -
sarebbe stato proprio Franklin Richards.
Qualcun
altro nutriva dubbi su quello che stava per succedere... Uatu l'Osservatore.
Era il membro della sua specie addetto alla vigilanza del pianeta Terra. Aveva
avuto modo di conoscere i suoi eroi e di tradire il suo giuramento di
non-interferenza per salvare il pianeta. Gli eroi a lui più cari avevano
salvato il proprio mondo persino dal potentissimo e defunto Galactus. Ma
stavolta non poteva coinvolgerli... le pedine in gioco erano troppo potenti
per loro. Forse per chiunque, ma c'era qualche potente terrestre che non
avrebbe avuto niente da perdere nel combattere la decisione del Tribunale
Vivente. E così, scomparve anche lui dal concilio.
Baxter
Building, Manhattan, New York, pianeta Terra.
Franklin
era ancora un bambino. Nonostante la sua virtuale onnipotenza, quando era a
quell'età (si era spesso ritrovato adulto, in un modo o nell'altro) faceva
sempre ciò che fanno tutti i
suoi coetanei, ossia giocare. In quel momento era solo nella sua stanza,
quando Ashema vi comparve, eludendo - senza neanche concentrarsi - tutti i
sistemi di sicurezza del palazzo.
"Ciao,
Franklin" "Ashema!"
Il
bambino corse incontro al Celestiale che gli aveva risparmiato l'alternativa
della morte di un universo, e lo afferrò per le gambe. In quell'occasione la
dea incarnata aveva un aspetto davvero angelico.
"Franklin...
devi aiutarmi. Ti ricordi quello che sarebbe potuto succedere con il tuo
universo? Sta per succedere con tutti. Devi aiutarmi ad impedirlo" "E
come?"
Spinto
dalla curiosità, Franklin utilizzò istintivamente i suoi poteri mentali per
carpire preventivamente le informazioni che stava per dargli Ashema. Ma la
Celestiale non aveva una mente mortale, ma un intero mondo e il ragazzino non
poté fare a meno di essere travolto da un'infinità di dati, memorie di eoni
di esistenza... in quel mare di informazioni Franklin venne a conoscenza anche
del segreto dei Celestiali. E urlò dallo shock.
Non
ci volle molto finché Reed Richards, padre del bambino, irrompesse nella
stanza preoccupato.
"Franklin!
Che succede?!" gridò, accorgendosi che in quella stanza c'era una donna,
che riconosceva essere l'incarnazione umana di Ashema. "Cos'è successo?!"
continuava a gridare.
Il
ragazzino guardò suo padre negli occhi e in un impercettibile attimo scaricò
su suo padre l'insopportabile fardello del segreto dei Celestiali,
condividendolo con lui.
Uatu
conosceva tre esseri molto potenti che avevano soggiornato nella sua realtà
ma che provenivano da mondi diversi, futuri possibili... Nate Grey, X-man,
proveniente dall'Era di Apocalisse; Nate Summers, Cable, proveniente da un
futuro oscuro per i mutanti; Alfiere, proveniente da un altro futuro ancora.
La
loro stessa esistenza stava per essere compromessa: cancellare i loro universi
originari li avrebbe banditi da quella realtà; per un paradosso temporale
avrebbero avuto un ruolo nelle vicende del continuum principale ma sarebbero
caduti nell'oblio. C'era anche un altro eroe che avrebbe potuto avere un ruolo
nella battaglia: Alex Summers, detto Havok, capace di assorbire le energie
cosmiche e rielabolarle in colpi al plasma. Era stato in esilio per qualche
mese in una realtà alternativa e, benché la sua patria fosse il continuum
principale, il mondo che lo aveva ospitato, con tutte le persone che vi
abitavano, non sarebbe più esistito.
Fu
con queste argomentazioni che cercò di convincerli ad affrontare una
battaglia impossibile contro gli esseri più potenti del multiverso.
Affidandosi ai propri poteri cosmici, l'Osservatore li richiamò in un unico
luogo, trovandoli abbastanza disorientati.
"Eroi,
io sono Uatu l'Osservatore. Vi ho convocati qui perché le realtà che vi
hanno partorito stanno per essere annientate dalle entità supreme del
Multiverso, e voi con loro. Havok, per te questo non vale, ma l'universo in
cui sei stato esiliato subirà la stessa sorte. Vorresti forse che le persone
che vi hai conosciuto venissero bandite da questa realtà?" "Non
capisco, Uatu... perché noi? Perché non tutti gli eroi del pianeta, gli
X-men, i Vendicatori, i Fantastici Quattro, Quasar?" "Questa terra
ha bisogno di loro. Dovrete combattere contro entità cosmiche. E il rischio
di morire è elevatissimo. Ma i due Nate hanno poteri psionici in grado di
alterare la realtà. Alex potrà assorbire ingenti quantità di energie
cosmiche presenti sul luogo della battaglia. Alfiere potrà amplificare tutte
queste energie in gioco" "Ma
qual è il nostro obiettivo?" chiese Cable.
"Ritardare
la sentenza del Tribunale Vivente, in qualsiasi modo. E per questo, avrete
bisogno di tutte le vostre forze". Protendendo una mano in avanti,
liberò alcune once del suo potere rigenerando i corpi dei quattro eroi,
guarendo persino Cable dal virus tecnorganico che inibiva i suoi poteri.
"Ora siete pronti".
Baxter
Building.
Reed
Richards aveva sentore di come i Celestiali avessero avuto un ruolo pesante
nell'umanità, ma ignorava i dettagli e soprattutto perché. Non sapeva nulla
sul processo di nascita dei Celestiali.
Una
volta un Celestiale aveva sacrificato una galassia per plasmare un suo simile
in poco tempo, ma era stato solo un esperimento [v. Thor 52-53 della Play
Press]. La tecnica comune di riproduzione di quegli dei era un altro:
fecondare i pianeti. Nel giro di qualche miliardo di anni, gli embrioni
celestiali sarebbero maturati abbastanza da poter nascere, distruggendo naturalmente
la terra in cui erano in incubazione. Pianeti come la Terra.
L'uomo
era il risultato finale dei Celestiali, dopo gli errori con gli Eterni e i
Devianti. L'uomo aveva un seme inscritto nel suo genoma, affinché fosse in
grado di sventare qualsiasi minaccia al feto. L'uomo, come tutte le altre
specie manipolate dalle divinità, si sarebbe evoluto attraverso tre
mutazioni: la prima, innescata da fattori innati - vedi i mutanti - o esterni,
che conferiva i più disparati poteri; la seconda, che rendeva mutaforma tutti
gli esseri - un traguardo raggiunto da tutta la specie Skrull e per la prima
volta sulla Terra da Reed stesso; il terzo, che permetteva trasformazioni
psicofisiche notevoli, un meccanismo di sicurezza per i Celestiali, che
avrebbero potuto condizionare gli oggetti dei loro esperimenti, convincendoli
ad essere quello che volevano loro. E purtroppo, suo figlio era l'unico
esemplare terrestre giunto a quello stadio. In realtà Franklin era andato
oltre le aspettative dei suoi ancestrali creatori, in quanto era troppo
potente. Ma essi avrebbero potuto sbarazzarsene in qualunque momento,
convincendolo di essere un altro o di essere morto, come avrebbero fatto con
gli Asgardiani e gli Olimpici molto tempo addietro, se anch'essi - specie
aliene manipolate dai Celestiali e giunte al terzo stadio, tanto da
trasformarsi in divinità mitologiche per volere dei terrestri - non avessero
avuto un ruolo importante nella salvaguardia del pianeta e del suo ospite.
"Non
è possibile" sospirò uno sconsolato Reed, in ginocchio sul pavimento
per lo shock di quelle - e altre - rivelazioni sulla specie umana. Erano
passati pochi secondi da quando era entrato in quella stanza, sconvolgendo per
sempre la propria vita. Ashema era interdetta per quello che era successo,
nessun essere mortale doveva conoscere il segreto dei Celestiali.
Nel
giro di pochi altri secondi, entrarono nella stanza di Franklin gli altri
membri dei Fantastici Quattro. Sue, madre del bambino, gridò ad Ashema
"Che cosa gli hai fatto?!" mentre correva incontro al proprio
shockato figlio e lo abbracciava.
"Sue,
il ragazzo sta per avere un ruolo fondamentale in altrettanto fondamentali
questioni cosmiche di cui non posso parlarti. Ho bisogno di lui". Prima
che la madre potesse dire qualcosa, Ashema guardò Franklin negli occhi e,
facendo leva sulla sua natura celestiale, sussurrò a Franklin "Sei il
Tribunale Vivente".
Con quelle parole Ashema voleva convincere il bambino di fronte a sé di
essere ciò che non era, in modo da renderlo altro sfruttando i poteri che la sua stessa
specie gli aveva conferito.
I
Fantastici Quattro osservarono perplessamente la scena. Solo Reed Richards,
Mr. Fantastic, poteva intuire il piano della Celestiale, in quanto aveva
scoperto il loro progetto e la faccenda delle tre mutazioni. Avrebbe voluto
fermarla, ma non ce ne fu bisogno. Al corpo di Franklin venne sovrapposta
l'immagine evanescente del Tribunale Vivente, ma un attimo dopo scomparve,
lasciando il ragazzino privo di sensi.
"Cosa
hai cercato di fargli?!" gridò ancora una volta Susan Storm, senza
ottenere risposta dalla silenziosa e pensierosa Ashema.
Stava
riflettendo su cosa era andato storto. Certo, chiedere ad un essere umano di
diventare la più potente entità cosmica conosciuta non era poco, ma del
resto i poteri di Franklin avevano creato un intero universo. Un universo che
anche allora giaceva all'interno di lei. Riflettendoci ancora, però, notò
che nel mondo creato da Franklin non c'era nessuna entità cosmica... nessuna
eccetto Galactus. Forse Galactus, un'entità potente ma dalle origini umili,
era l'unica via d'uscita?
"Sue,
Reed, scusatemi per quello che sto per fare..." mormorò tra sé e sé la
dea.
"Ashema,
cosa vuoi fare?" disse un intontito Franklin, appena ripresosi.
"Franklin,
tu non hai niente da temere.... tu sei Galactus."
Da
ogni angolo dell'universo le perdute energie di Galactus - annientato in uno
scontro con i maggiori eroi terrestri - confluirono in pochi nanosecondi,
sfidando le leggi fisiche, nella stanza del Baxter Building dove c'era il
giovane Franklin.
Ashema
aveva visto giusto: Galactus era l'unica identità di un certo rilievo che il
ragazzo poteva assumere. Le energie cosmiche si radunarono in un guizzante
serpente che penetrò nell'edificio, avvolse il figlio di Reed e Sue e lo fece
scomparire.
"Dov'è?!
Dov'è?!" chiedeva ansiosa Susan. "Cosa gli hai fatto
stavolta?"
"Mrs.
Richards, farebbe meglio a guardare... lassù" disse, facendo cenno con
la testa e con lo sguardo di osservare il cielo.
Era
molto lontano, molto in alto nell'atmosfera terrestre, ma la sua mole lasciava
intravedere la sua inconfondibile silhouette anche da quella distanza...
Galactus era tornato e Franklin Richards era dentro di lui.
"Nostro
figlio... è Galactus" diceva uno sconcertato Reed.
Improvvisamente
qualcuno si teleportò nella stanza dove
erano riuniti gli sconvolti Fantastici Quattro.
"Papà! Che ci fai qui?"
chiese ad alta voce Mr.Fantastic.
"Figliolo, la situazione è
grave... ad Altroquando hanno scoperto il progetto del Tribunale Vivente!"
"Così perderesti il tuo lavoro,
no?" commentò astiosa la Donna Invisibile, provata dalla recente
trasformazione di suo figlio.
"Susan, non è il momento di
recriminare alcunché. Franklin ha superato tutte le nostre aspettative
diventando Galactus... donna, ci devi aiutare"disse rivolgendosi ad
Ashema.
"Sono qui per questo, Nathaniel
Richards. Voglio fermare tutto questo".
Da qualche parte, nello stesso lasso di
tempo, Uatu stava per trasportare i quattro prescelti nel luogo del concilio di
Entità Cosmiche per far affrontare loro una battaglia decisamente impari.
"Uatu, non credi dovremmo darci
una mossa?" chiese Cable.
"Non essere impavido, Summers. Del
resto, il tempo come lo concepite voi è profondamente diverso da quello
concepito dal Tribunale. Abbiamo tempo. Ma ora andremo"
Teleportò tutti al non-luogo, ma ciò
che li aspettò era solo una desolata dimensione bianca.
"Beh? Dove sono tutti?"
commentò Havok. Uatu si guardava intorno incredulo.
"Che abbiano già messo in pratica
la sentenza?" pensava sconcertato l'Osservatore. Chiuse gli occhi, mise in
allerta i suoi sensi di portata cosmica per svelare il mistero. Poi li riaprì
sconcertato.
"Allora?" fu la domanda di
Alfiere.
"Un imprevisto... Galactus è
rinato e ... sono tutti diretti verso la Terra" fu la risposta di Uatu.
"Reed, è impossibile" gli
rispondeva Johnny Storm. "Anche in questi panni, non so che ruolo potrà
avere Franklin nella decisione del Tri...". Si fermò quando vide il volto atterrito
della Celestiale.
"Ashema?" chiese Reed
preoccupato. Quale forza nell'universo poteva spaventarla?
"Sono tutti qui... il Concilio...
si è trasferito nell'orbita terrestre"
"Che vuoi dire?" domandò
Johnny disorientato.
"Il Tribunale Vivente, Eternità,
Infinità, i Celestiali, gli Osservatori... sono tutti in questo quadrante di universo..."
Uatu riportò i quattro eroi sulla
Terra, alquanto sconsolato.
- Ragazzi, attaccateli... sarà una
mossa disperata, ma non rimane più molto tempo. Ora sono distratti da questa
inaspettata rinascita del Divoratore di Mondi. Dovete continuare a distrarli,
mentre io chiederò un'udienza con il Tribunale.
L'Osservatore iniziava già a pentirsi
per il suo folle piano... avrebbe forse dovuto coinvolgere tutti gli eroi di
tutte le realtà alternative? O almeno i più potenti? Neanche lui, dall'alto
della sua saggezza millenaria, aveva una risposta convincente. Contava sui
poteri di alterazione della realtà di X-man e Cable, i quali, insieme ai
compagni, risposero prontamente all'ordine di Uatu, catapultandosi nello spazio
grazie a un'impercettibile oncia del potere cosmico che egli aveva affidato
loro per permettere il viaggio.
Attingendo a tutte le proprie energie
psioniche, X-man e Cable attaccarono alla sprovvista le entità che orbitavano
intorno alla Terra. Gli Antichi vennero tutti travolti e messi fuori gioco
dalla prima, notevole scarica di potere.
Nuove incognite si aggiunsero a quella
guerra disperata... nel mezzo della battaglia, infatti, si materializzarono tre
potenti esseri, noti per essere dei conquistatori temporali: Kang, Immortus e
Hyperstorm. I primi due si guardarono attoniti, perché non si vedevano dalla
Guerra del Destino.
Uatu sembrò quasi sollevato dalla
situazione, perché Hyperstorm era praticamente onnipotente.
"Non ci toglierete tutti i mondi e
i tempi che abbiamo conquistato" sentenziò Kang.
Havok e Alfiere, ripresisi dalla
sorpresa dei nuovi arrivati, stavano per attuare un attacco congiunto, ma
vennero interrotti.
"Questo affronto è oltremodo
inaccettabile. Uatu risponderà di questo a me" parlò l'Eletto, il capo
degli Osservatori. Il Tribunale concordava con l'opinione dell'alieno e, incurante
della lotta che stavano intraprendendo le amebe terrestri, proclamò la propria
sentenza.
In un attimo, X-man, Cable, Alfiere,
Immortus e Hyperstorm scomparvero. Banditi da ogni realtà.
Gli infiniti universi paralleli
scomparvero, donando le proprie energie al continuum principale, rinvigorendo
il tessuto stesso della realtà, reso fragilissimo dai viaggi temporali.
Un'ondata di energia pervase il flusso temporale, ormai percorribile in un unico
senso.
Tutti gli esseri dell'universo,
senzienti o meno, si fermarono un istante. Era stato appena compiuto un
genocidio di realtà per la salvezza di una, quella più importante.
"Ho fallito" fu il simultaneo
pensiero di Ashema e Uatu. Ashema avvertì la morte nel cuore, quando l'universo
creato da Franklin che da tempo custodiva svaniva nel nulla.
Axel Asher, meglio conosciuto come
Access, svenne per lo shock, percosso dalle vibrazioni del genocidio in atto,
che aveva coinvolto anche l'Amalgam Universe sotto la sua custodia.
In quel momento, nelle menti degli
X-men e degli amici dei tre eroi scomparsi, riecheggiò l'ultimo messaggio delle
tre vittime, un messaggio telepatico che spiegava loro le cause di quell'inattesa
dipartita e che li salutava con rimpianto. In una stanza dello Xavier
Institute, al Salem Center di New York, comparve un ragazzino... Christopher
Summers. Il ragazzino che ci sarebbe dovuto sempre essere al posto di Cable, la
sua controparte adulta.
"Non è possibile... è successo
tutto questo a nostra insaputa" pensò Charles Xavier.
"Non siamo stati coinvolti, Charles, e
ora tre nostri alleati sono morti e siamo destinati a dimenticarli".
Nella stanza entrò uno spaventato
Ciclope con un ragazzino in braccio.
"Jean, Charles... questo è mio
figlio" " Com'è possibile?" si chiese Xavier. "Se non lo avessi mandato nel futuro
adesso sarebbe così, ma... non ha il virus tecnorganico" "Un regalo del paradosso temporale di
questa assurda situazione..." dedusse Jean.
Dalla porta entrò un terzo Summers.
"Alex! Eri anche tu con loro?"
domandò Ciclope. "Sì... è stato atroce vederli sparire.
Ma il piano di Uatu era fallimentare in partenza... non potevamo fermare un
evento del genere".
E rimasero in religioso silenzio.
Ma queste meschine questioni umane non
interessavano un essere come il Tribunale Vivente, che continuò il Concilio.
"Il secondo punto su cui discutere
sarebbe stato il ripristino dell'equilibrio cosmico causato dall'annichilimento
di Galactus. Ma sembra sia stato già risolto da altre forze" parlò la
maggiore entità di quell'universo.
"Sua Eccellenza, gli esseri umani
sono pericolosi. Sono riusciti a ricreare Galactus il Divoratore!" esclamò
uno dei Guardiani del Tempo. Un suo collega intervenne: "Sua Eccellenza,
approfitto dell'occasione per esporvi il problema. I Celestiali sono una
minaccia per tutto il Multiverso. Se Galactus non avesse fatto abortire i loro
pianeti, adesso sarebbero miliardi e sarebbero in grado di manipolare il
multiverso".
"Questo lo so, Guardiano del
Tempo. Galactus è l'Arma contro i Celestiali, è stato creato a questo scopo,
per mantenere l'equilibrio cosmico" rispose il Tribunale.
"Ma il seme che i Celestiali
impiantano nelle specie che manipolano è altrettanto pericoloso. L'umanità è
addirittura dotata della Forza del Destino, per colpa del seme, ed è ora stata
in grado di far risorgere Galactus dalle ceneri. Se i Celestiali non avessero
manipolato i Terrestri, l'intero multiverso non sarebbe stato in
pericolo".
"Le cronache degli Osservatori
narrano anche delle svariate volte in cui i Terrestri hanno salvaguardato
l'esistenza stessa della realtà, più volte minacciata. Secondo la mia
inattaccabile opinione, è affare dei Celestiali gestire la popolazione
terrestre ed delego a loro il compito di giudicare il tradimento di Ashema e la
pericolosità degli umani. Lo stesso vale per la specie degli Osservatori e di
Uatu. I Celestiali sono una creazione di Eternità stessa e, secondo una
sentenza che risale all'alba dei tempi, sono esenti dal Nostro giudizio".
I Guardiani del Tempo zittirono.
"Inoltre, l'esistenza dei
Guardiani del Tempo non ha più motivo di essere, ora che esiste un unico
continuum inalterabile". A quelle parole, quegli esseri vennero banditi
dalla realtà.
Arishem il Giudice dichiarò: "Che
la Quinta Coorte scenda sul pianeta Terra per giudicare la sua
popolazione". E il Concilio si sciolse.
Ashema non fu sorda a questo lontano
eco. I suoi simili stavano scendendo sulla Terra per giudicare lei e i suoi
abitanti. "Abbiamo bisogno di rinforzi. Come
dite voi umani, a mali estremi, estremi rimedi".
Ashema scomparve e all'insaputa di
tutti ricomparve sull'altra costa, in California, tra le Diablo Mountains, in
un preciso luogo. Pronunciò irripetibili parole e si aprì un varco, da cui
emerse un essere potentissimo... il Celestiale Dormiente, Tiamut, il più
potente mai conosciuto, rinnegato dai suoi stessi simili per un crimine la cui
natura era ancora misteriosa. Ashema, ancora nella sua forma umana, rimase in
soggezione per l'inquietante mole di quell'essere, alto centinaia di metri,
così, per sentirsi più a suo agio, riassunse le sue vere sembianze, trovandosi
faccia a faccia con il Rinnegato.
Comunicando attraverso onde
telepatiche, Ashema chiese la collaborazione del suo simile in cambio della
liberazione. Si trattava di fronteggiare i Celestiali, e l'Innominabile, carico
di rabbia verso i suoi simili, accettò di buon grado la sua proposta.
Quando si teleportarono a New York, i
Celestiali stavano già ammarando nelle acque dell'Hudson.
Colui
che è sopra tutti, Arishem, Exitar, Eson,
Gamennon, Jemiah, Nezarr, Oneg, Ziran, Tefral, Hargen. I Celestiali della
Quinta Coorte, quella che non sarebbe mai dovuta essere riunita.
Un evento del genere non poteva passare
inosservato.
Sulle nevi dell'Himalaya, Freccia Nera,
re degli Inumani, volse lo sguardo al cielo prevedendo una terribile guerra.
"I Celestiali?" chiese Medusa. Osservò suo marito negli occhi. E
capì che si sarebbe sacrificato, se fosse stato necessario, gridando a
squarciagola contro quelle divinità.
Da Asgard, l'Olimpo e Eliopoli gli dei
mitologici avvertirono l'arrivo dei loro ancestrali nemici.
"Padre, dobbiamo intervenire!" diceva Thor. "No, figliolo... la
Fiamma della Verità mi ha fatto scoprire qualcosa di terribile, che ci
impedisce di intervenire" "Cosa può turbare tanto il Saggio
Odino?" "La mia tanto declamata saggezza mi consiglia di non
parlartene... ti confesso solo che stavolta i Celestiali sono maldisposti e
potrebbero annientarci con un pensiero. Neanche il Distruttore può nulla".
Il Dio del Tuono si ritirò amareggiato.
Da Olimpia e Lemuria, Eterni e Devianti
si misero in allarme.
"I nostri creatori!" esclamò entusiasta Sersi.
Susan Richards, membro dei Fantastici
Quattro, era alquanto scossa.
"
Sono passati pochissimi minuti da
quando sono entrata in questa stanza e non ho avuto modo di prendere in mano la
situazione. In questo lasso di tempo mio figlio è diventato Galactus, il multiverso
è scomparso e i Celestiali sono di nuovo sulla Terra... Ashema è scomparsa,
proprio quando avevamo bisogno di lei. Cosa vorranno i Celestiali, Reed?". L'uomo non fece in tempo a rispondere,
perché qualcuno lo fece per lui.
"Devono decidere se l'esistenza
dell'umanità è pericolosa per l'universo" furono le parole di Uatu,
improvvisamente apparso nella stanza.
"Allora è questo... devo fermarli"
disse risoluta Sue. "Susan, tu..." stava per dire Reed,
ma lei lo interruppe.
"Reed, la situazione è troppo grave
per perder tempo. Uatu mi ha già coinvolta in una guerra contro i Celestiali e
gli Osservatori. Sono riuscita a... sconfiggere Exitar sfruttando i miei
poteri. Tu non c'eri ma ce l'ho fatta. Ora devo impegnarmi, se voglio salvare
mio figlio e il pianeta. Uatu, era questo il conflitto a cui volevi prepararci
sin dalla morte dell'Eletto e di Exitar [v. FQ 141]?"
"Susan, non ho la facoltà di vedere il
futuro; ma la mia intenzione era quella di farvi avere un ruolo in un conflitto
di questo tipo" "Ho bisogno di informazioni per questo
scontro, Uatu... è così semplice uccidere un Celestiale? Penetrare la sua
corazza e infrangere il suo nucleo vitale?" "Tu non hai ucciso Exitar; lo hai solo
bandito temporaneamente da questo piano della realtà per riportarlo
nell'iperspazio e ci sei riuscita perché i tuoi poteri hanno la loro sorgente
lì. Ma, a differenza di noi, che viviamo nelle tre dimensioni spaziali e in
quella temporale, i Celestiali vivono in cinque dimensioni… e la quinta è
appunto l’iperspazio. Non ci è voluto molto affinché sia Exitar che l'Eletto
risorgessero dalle ceneri. Exitar con l'aiuto dei suoi simili, l'Eletto
tramite le energie residue di Aaron il Rinnegato".
A quel punto Susan si sentiva
impotente.
"Allora cosa può uccidere davvero un Celestiale,
anche nella quinta dimensione?" fu la domanda fatale.
"Eternità, Galactus, un Celestiale e il Nullificatore Assoluto hanno
questo potere" fu la risposta fatale.
Il mondo supereroico non rimase indifferente all’avvento degli dei. La maggior
parte di loro, come l’Uomo Ragno, poteva solo controllare che gli attacchi di
panico della popolazione facessero meno danni possibili, durante l’evacuazione.
Ma qualcuno sentiva di poter fare qualcosa…
”Professore, dobbiamo intervenire” disse Jean Grey, Fenice. “Jean, cosa vuoi
fare contro quegli esseri?” “Professore, li abbiamo sconfitti una volta, su un
mondo alieno… [v. “X-factor: La guerra del giudizio”] in qualche modo ci
riproveremo! Voi abbiate cura del piccolo… io, Scott e Alex dobbiamo andare”. E
così i tre mutanti lasciarono l’istituto per dirigersi a Manhattan.
I Fantastici Quattro ne avevano viste di tutti i colori, ma era inquietante
vedere lo scontro che stava per scoppiare: da un lato, gli imponenti, undici
Celestiali della Quinta Coorte; dall’altro, i rinnegati Ashema e Tiamut alleati
al nuovo Galactus. E tutto stava per svolgersi sulle loro teste.
”Dobbiamo impedire che si scontrino… ne andrebbe del pianeta” diceva Susan
Richards, ma Reed sentiva di non poter fare molto per evitare la battaglia.
Quando sopraggiunsero i tre X-men, una flebile speranza sembrò riaccendersi.
”Fenice, Ciclope e Havok” sussurrò Mr.Fantastic. “Salve” risposero i nuovi
arrivati. “Avete qualche piano?” “Veramente no” “Nemmeno noi. Dovete sapere che
anni fa impedimmo a quel Celestiale” raccontava indicando Arishem “di giudicare
un mondo alieno… però ci riuscimmo con l’aiuto di tre potenti razze aliene.
Stavolta ci siamo solo noi” diceva amareggiata Jean. “Io sono riuscita a
penetrare in un Celestiale e a bandirlo temporaneamente da questa realtà… forse
se combiniamo le forze…”
Prima che gli eroi potessero
organizzare un attacco, il figlio di Sue e Reed (il nuovo Galactus) sembrò
allontanarsi dal campo di battaglia, levitando sulle acque dell’Atlantico.
”Cosa vorrà fare?” si chiedeva Reed. Così tutti si avvicinarono a delle
apparecchiature collegate a satelliti… su un maxischermo potevano seguire,
dall’alto, il percorso di Galactus. Nel giro di un minuto era arrivato nel bel
mezzo dell’oceano, seguito da tutti i Celestiali. Gli eroi assistettero
attoniti a quello che successe dopo.
Come un novello Mosé, con un gesto della mano Galactus separò le acque sotto i
suoi piedi, facendo venire alla luce la dorsale medio-oceanica dell’Atlantico
(una frattura della crosta terrestre). Con un pensiero, la aprì più del
naturale e una misteriosa forma di energia sembrò scaturire dall’interno della
Terra, convergendo verso le sue mani.
”Uatu, che succede?” chiedeva Reed. “Qualcosa di sconvolgente… tuo figlio sta
facendo abortire il pianeta… senza distruggerlo” spiegò l’Osservatore.
“Abortire il pianeta?” si chiedevano gli ignari X-men.
”E’ molto più potente del vecchio Galactus, se riesce a fare una cosa del
genere” continuava a commentare stupito Uatu.
Quando l’oceano si richiuse sugli abissi, la Terra tremò, ma solo per pochi
istanti.
”Uatu, ora che succede?” “Galactus… sta parlando ai Celestiali”.
“Andatevene. Il vostro feto è morto.
Questo pianeta non è più sotto la vostra giurisdizione” sentenziava. Ashema
capì il piano di Franklin Richards.
”Galactus, sei stupido se pensi che questo eviterà il nostro giudizio. Siamo
stati incaricati dallo stesso Tribunale Vivente in questo compito. Inoltre,
l’umanità è frutto delle nostre manipolazioni, quindi è ancora sotto la nostra
giurisdizione” rispose a tono Colui che è sopra tutti.
”Allora dovrò fermarvi in altra maniera”. Dagli occhi umani di Galactus
scaturirono due raggi di energie arcane che colpirono in pieno Colui che è
sopra tutti,
facendolo scomparire.
”Incredibile! Ha ucciso Colui che è sopra tutti…” era il resoconto dell’Osservatore.
Anche Ashema l’Ascoltatrice e gli altri
Celestiali erano allibiti – se questo sentimento poteva essere attribuito a
esseri come loro.
Tiamut, ancora bramoso di vendetta di millenni, non si lasciò sfuggire
l’occasione della dichiarazione di guerra di Galactus. Nelle sue mani si forgiò
una spada energetiche che non perse tempo ad infilzare Oneg il Sondatore,
uccidendo anche lui.
“No!” gridò Ashema per la morte di due
suoi simili… i primi a morire dall’alba dei tempi. Intanto Eternità
iniziò ad allarmarsi.
”Non era questo che volevo…” pensava Colei che ascolta.
”Ashema… il tuo tradimento ha comportato la morte di due tuoi fratelli. Visto
che il tuo tradimento è stato dettato da un’incomprensibile sentimento per gli
esseri umani, ti puniremo relegandoti nelle quattro dimensioni ed assaggiare,
impotente, la meschina vita mortale di queste creature. Tiamut, la tua antica
colpa è aggravata dall’assassinio di un tuo simile. Ashema, Tiamut, vi privo
della vostra natura celestiale, che fornirà da base per la rinascita di Colui
che è sopra tutti e di Oneg. Così Arishem il Giudice ha sentenziato”.
Ashema si sentì debolissima, stava quasi per perdere i sensi. Quando si
riprese, si accorse di essere in una stanza molto affollata del Baxter
Building.
”Cosa?” esclamarono alcuni.
”E’ Ashema… o meglio, colei che un tempo chiamavano Ashema” spiegò Uatu.
La donna riusciva ad alzarsi a malapena e fu aiutata a sedersi. Ma prima che
potesse parlare, ci furono altre irruzioni nella base dei Fantastici Quattro.
Franklin Richards improvvisamente comparve davanti ai loro occhi. “Mamma,
papà!” esclamò.
”Franklin…” disse commossa Susan. “Uatu?” disse semplicemente Reed in attesa di
una spiegazione.
”Galactus ha sfruttato i suoi poteri di alterazione della realtà per
ricongiungervi alla sua parte umana. Quel ragazzino è tuo figlio, Richards… e
incredibilmente, non ha nessun seme celestiale nel suo DNA” “Vuoi dire che non
ha poteri?”. L’Osservatore annuì. “E ora Galactus è spietato come prima?” “Ne
dubito… ha conosciuto l’umanità e userà il suo potere con saggezza”.
L’ennesimo intruso comparve inaspettatamente nella stanza… un Osservatore molto
imponente.
”Uatu, non è la prima volta che vieni cacciato dal nostro ordine. Ma stavolta
seguirò l’esempio dei nostri nemici Celestiali… anche tu subirai l’umiliazione
di essere un semplice essere umano”. Con un gesto, il Giudice degli Osservatori
assorbì il potere cosmico di Uatu e lo ridusse in forma umana. Un normalissimo
essere umano.
”Goditi l’umanità a cui tanto sei affezionato” disse, scomparendo.
”Ehm… abbiamo finito?” ironizzò la Torcia Umana. “Sinceramente non sto capendo
più nulla” confessò la Cosa. “Purtroppo non credo sia finita” disse Reed,
accarezzando suo figlio e contemplando il maxischermo. “Colui che è sopra
tutti e Oneg sono
già rinati”.
Galactus era ancora intenzionato a fermare il giudizio dei Celestiali. Ma
quando dozzine di membri di quella specie divina penetrarono l’atmosfera
terrestre, si vide costretto a rivedere la sua posizione.
”Celestiali, se rimanderete il giudizio di questo pianeta, eviteremo la guerra
aperta”
”Galactus, mi hai ucciso” disse Colui che è sopra tutti. “Visto che in te c’è la natura
umana ereditata dall’essere noto come Franklin Richards, deduco che l’umanità
sia pericolosa e che questo pianeta vada giustiziato” “Franklin Richards non
avrebbe mai ucciso volontariamente un essere vivente… ora è Galactus a parlare.
L’umanità merita di vivere. Ha già generato un essere più potente di voi.
Aspettate che i vostri esperimenti abbiano fine… ne potrete ricavare
moltissimo. Sterilizzare la Terra ora significherebbe gettare alle ortiche un
lavoro molto fruttuoso” “Galactus, in genere i giudizi delle nostre coorti
durano molti anni terrestri. Sarà così anche stavolta… ma la discussione avrà
luogo altrove. La tua arringa ci ha convinto a rivedere il giudizio sugli
umani”.
A quelle parole – o meglio, quella
comunicazione avvenuta ad un livello superiore alla comprensione umana- tutti i Celestiali si elevarono verso il
cielo, scomparendo. E così fece Galactus, partendo alla ricerca di nuovi
pianeti da fare abortire… senza distruggerli, però.
“Senza Uatu a
commentarle queste immagini non dicono molto” diceva Reed “ma credo che
Galactus abbia convinto i Celestiali ad andarsene” “Evviva!!” esultarono tutti,
abbracciandosi.
“Non c’è stato bisogno del nostro intervento” concluse
Fenice. “Meglio così, no?” rispose la Donna Invisibile.
Gli X-men tornarono allo Xavier Institute, mentre la famiglia Richards si riunì
accanto ad Ashema e Uatu, confusi e deboli “neonati”.
I due si guardarono. Era la prima volta che due membri delle
loro specie non avessero sguardi d'odio l'uno per l'altro, ma di complicità. I
loro tradimenti erano stati dettati dalle stesse motivazioni. L'ex-Osservatore
non poté fare a meno di notare la bizzarria del caso.
“Singolare... sia i Celestiali che gli Osservatori hanno
avuto due traditori: io ed Ashema, che li abbiamo traditi per amore
dell'umanità; Tiamut e Aaron, che lo hanno fatto per ambizione personale” “E
ora siete qui, fra noi…” commentò Mr.Fantastic. “Godetevi questa vita mortale”
consigliò loro la Donna Invisibile.
“Ashema, parlaci dei Celestiali... so molto su di loro, ma
mi mancano ancora molte nozioni” chiese Reed, avido di cultura. Così la
Celestiale iniziò il suo racconto.
"Eternità ci creò i primi Celestiali a sua immagine e
somiglianza, sacrificando intere galassie. I miei predecessori, a loro volta, plasmarono
esseri a loro immagine e somiglianza, affinché proteggessero gli embrioni dei
pianeti che avevano ingravidato. Posero gli Osservatori a vigilanza di tutti
quei mondi."
“Perché gli Osservatori si prestarono a questo?” iniziò ad
intervenire Mr.Fantastic, interpellando Uatu.
"All'alba
dei tempi non ci chiamavamo così. Eravamo una potente specie che colonizzava
l'universo con intenzioni pacifiche. Quando un nostro intervento causò la fine
del pianeta Prosilicus e dei suoi abitanti, uno dei primi pianeti popolati di
quest'universo, proclamammo il giuramento di non-interferenza con le altre
specie dell'universo per espiare la nostra colpa. Quando, proprio seguendo quel
giuramento, non impedimmo la 'creazione' di Galactus da parte di Infinità,
interessata all'equilibrio cosmico, i Celestiali, forti dell'appoggio di
Eternità, ci costrinsero a diventare Osservatori e a vigilare i mondi-uovo dai
satelliti. Per questo c'è un'aspra discordia tra le due specie."
”Infinità ha creato Galactus?” “Non esattamente… il suo potere deriva dalla sua
nascita in simultanea con questo universo. Infinità gli ha dato il ruolo di
bilancia cosmica, l'entità che fa da tramite tra Eternità e Morte… se i Celestiali di Eternità si fossero riprodotti come nel piano
originario, in miliardi di esemplari, avrebbero fatto pendere troppo l’ago della bilancia verso la vita, perché
sono le maggiori forme di vita in senso stretto dell’universo”
“Ma la missione di Galactus ha dato buoni frutti?”
"Reed... in origine Eternità creò dodici Celestiali, i
quali ingravidarono miliardi di pianeti. Ogni Celestiale originale era adibito
ad una funzione fondamentale nell’ordine del cosmo… comandare, giudicare, analizzare,
sondare, cercare, calcolare, raccogliere, misurare, sorvegliare, testare,
sterminare… tutti i compiti indispensabili per gestire un pianeta e la sua
popolazione. Io sono una dei Celestiali nata da un pianeta, coloro che hanno
funzioni accessorie... io sono dallo stesso pianeta dal quale vengono gli dei
mitologici. Comunque Galactus ha fatto bene il suo compito. Mancano poche
centinaia di pianeti sopravvissuti alla sua fame. Solo qualche dozzina è
scampata alla sua fame. Anche i Celestiali possono sbagliare... esempio
lampante sono gli Eterni e i Devianti. Non siamo perfetti. Il piano di
espansione sarebbe stato valido, se avessimo potuto considerare la variabile
Galactus."
“Sconcertante... miliardi di pianeti e popolazioni distrutti
solo per impedire la vostra proliferazione... e Eternità ha permesso tutto
questo per l'amore di un genitore con i propri figli. Ora che succederà?”
"Dovete aspettare il loro giudizio… probabilmente torneranno tra
cinquant’anni… e forse per allora Galactus avrà concluso la sua missione"
”Qual era il compito di Tiamut? E perché fu ripudiato dalla sua stessa specie?”
“Non so risponderti, Reed… io ho solo pochi millenni, e alle nuove leve è
sempre stata negata qualsiasi informazione sul Celestiale Dormiente… anche se
poi alla fine qualcosa l’abbiamo scoperta. Egli era uno dei Dodici; e anche
se ufficialmente Ziran il Verificatore ha creato i Devianti, secondo me Tiamut
era il Manipolatore e fu lui a creare i Devianti o a renderli così aggressivi…
e per questo lo punirono”.
“Bè, credo di avervi tediato abbastanza… ora dovete riposare
e riflettere sul vostro destino”.
FINE?
Se mi conoscete, saprete che ho la
smania di spiegare tutto… e con questa miniserie ho cercato di dare la mia
versione su tutti i misteri che circondano ancora oggi i Celestiali. Dedico
questa storia al loro creatore, il mai troppo compianto Jack Kirby. Se fossi
stato Kurt Busiek, nella guerra contro il Tribunale Vivente avrei coinvolto una
marea di eroi… lo Squadrone Supremo, gli eroi dell’Ultraverse, del futuro 2099
ed MC-2, i Guardiani della Galassia e chi più ne ha, più ne metta… ma mi sono
limitato a questo, anche perché la miniserie è più incentrata sui Celestiali.