Marvel IT Presenta…
X-MEN
Story by Mr. T
Produced by Marvel IT
Directed by Your Imagination
INTRODUZIONE
A grande richiesta (vi
dico che è così ;) ecco la versione in prosa della minisaga ‘il Corpo Tiene il
Conto’, presentata in X-Men # 6,7,8 by MIT. Dopo averla riletta tutta d’un
fiato posso dire di essere soddisfatto (certo, il meglio è sempre un po’ + in là
;) il senso del dramma è buono e i personaggi sono vivi più che mai. Potrei
impegnarmi in pagine e pagine di descrizioni per ogni azione, ogni parola
scritta, ogni atto è stato ben ponderato e tutti i partecipanti hanno il loro
momento sotto i riflettori. Quanto a voi, cari x-lettori… non avete più scuse
per non leggerla! Fatemi sapere che ne pensate!
Cast List:
Jean Grey |
Fenice |
E per la prima volta sui vostri monitor (o forse no…): |
|
Hank McCoy |
Bestia |
||
Peter Rasputin |
Colosso |
||
Logan |
Wolverine |
La Cosa che Muta |
? |
Bobby Drake |
Uomo Ghiaccio |
Reverendo Xoom |
? |
Emma Frost |
Regina Bianca |
Erik, il Rosso |
? |
Charles Xavier |
Professor X |
a |
? |
PRIMA PARTE.
PROLOGO.
Buio. Freddo. Umido. Gli ultimi raggi di luce provenienti da oltre
una porta quasi del tutto chiusa, disegnano le forme di tre persone. Una dietro
l'altra stanno scendendo una scalinata di pietra. Non ne scorgiamo i volti, non
capiamo cosa vestono, né quali siano le loro intenzioni. Il primo, colui che
chiude la porta, è più alto e magro, un lampo scarlatto al centro del viso
testimonia la sua presenza; il secondo sembra appoggiare il peso di una gamba
zoppa su un bastone; la terza, più piccola, dalle forme femminili poco pronunciate
è ricurva su se stessa, come se portasse sulle spalle il greve peso del tempo
racchiuso in quelle catacombe.
La porta è stata chiusa, la tenebra riacquista il suo regno. I
loro occhi non devono attendere: un bagliore rosso rischiara la volta e ne disegna
le silouette, proiettando lunghe ombre sulla roccia nuda.
- Tutte le persone temono ciò che non conoscono. – dice l’uomo di
mezzo.
Al loro passaggio verso il basso il buio divora il terreno
lasciato dietro il cammino.
- Ti sei mai chiesto quando s'inizia a pensare all'altro come a un
estraneo? Quando riteniamo giusto biasimarlo, condannarlo, perché lo
consideriamo 'diverso'? Sei d'accordo che nella vita bisogna avere dei valori
in cui credere? Sei d'accordo che esistono dei valori universali che tutti accettano?
Tutto è rosso. Giungono in un punto in cui il cunicolo si apre; i
gradini finiscono e danno su una grande volta. Un portone antico a doppia anta,
in bronzo battuto dai riverberi scarlatti si rivela maestoso ai loro occhi.
Inciso per tutta la sua grandezza, una fenice di fuoco rinasce dalle ceneri di
un rosso scuro come il cuore della Terra.
- Bene, pensando in questo modo potrebbe esserti difficile
accettare un diverso punto di vista. Pensa a ciò che ritieni importante, la
famiglia, l'amicizia, la religione, la nazione? Quando ci irrigidiamo sulle
nostre posizioni, quando riteniamo che siano molto importanti, possiamo pensare
in modo assoluto e essere certi di sapere cosa è giusto e cosa è male.
L’uomo di mezzo appoggia benevolmente la mano destra sulla spalla
della donna in prima fila; entrambi continuano a tenere lo sguardo fisso in
avanti, sul mistero che si rivela di fronte a loro mentre la silenziosa figura
che li seguiva, avanza e apre cerimoniosamente il portone di bronzo. Le ante si
spalancano all'esterno e il lampo scarlatto s'insinua penetrante tra le porte.
- Allora diveniamo intolleranti verso chi viviamo 'diverso' da
noi. Si creano i pregiudizi e il 'diverso' è allontanato dalla comunità.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
E’ una stanza senza confini, nascosti alla vista, perduti nelle
tenebre, che si richiude sui presenti come un sudario freddo e bagnato e
un’inospitale leggera pioggerellina, originata dalla condensa creatati nelle
alte volte, cade sui volti e le membra penetrando gelata fino alle ossa.
L'uomo dall'occhio di fuoco si sposta di lato, un passo indietro
agli altri due, calmo, le braccia dietro la schiena. Avanzando con passi
riverenti al centro della stanza per la prima volta i lineamenti del viso della
terza figura, tra le ombre scure e i lampi scarlatti, prendono forma: è una
donna. Una donna comune, bionda, sulla trentina, magra, trascurata, un po’
scialba. Il suo sguardo è fisso sul trono di pietra di un re decaduto, rapito
dalla vista di qualcosa o qualcuno seduta sopra di fronte a lei. E' spaventata
e eccitata allo stesso tempo, le braccia piegate, tremanti e insicure con i
palmi uniti in attesa di ricevere un dono a lungo agognato e promesso.
- Ricorda, - continua l’uomo di mezzo, la mano ancora appoggiata
sulla spalla della donna, il volto celato dall’oscurità - per vincer la paura
dobbiamo affrontarla. Dobbiamo essere liberi di scegliere, non dev'essere la
paura a farlo per noi. Liberati dai pregiudizi, fai tuo il punto di vista
altrui e prendi ciò che ritieni utile. Accetta l'altro. Non devi stare male.
Ed ecco l’alterità fatta carne, la sua immagine viaggia luminosa,
colpisce il cristallino e attraverso la pupilla entra nell’occhio della
veneranda depositandosi sulla retina si scarica lungo il nervo ottico, circonvoluzione
autostradale che trova infine sbocco sul lobo occipitale investendolo di
elettrici significati di una caleidoscopica visione che sfugge ad una
categorizzazione preordinata:
illuminato a rosso, un corpo, le braccia informi, i gomiti
appuntiti e la testa deforme incuneata nella carne. La schiena e il viso
sezionato contemporaneamente visibili. La bocca, le orecchie, gli occhi senza
proporzioni tra le parti nello spazio, contraddicono ogni legge compositiva
della natura. Il corpo frantumato in molteplici parti inconciliabili fra loro,
giustapposte in un unico spazio compresso. L’espressione vivente del Cubismo
(di Picasso: “Ritratto di Ambroise Vollard”, 1910; “Ritratto di Dora Maar”,
1937; “Donna che piange”, 1937).
Una mano della donna inebriata dalla visione affonda nella carne
della creatura. Ne estrae un occhio e si sofferma a guardarlo nel palmo
imbrattato di sangue. Lo porta alla bocca e lo mangia.
FINE PROLOGO.
I media da sempre
hanno un drammatico modo tutto loro di presentare le notizie. L’enfatizzano e
ne semplificano i contenuti per renderle d’impatto e facilmente memorizzabili!
Il linguaggio per immagini del tubo catodico colpisce la fantasia ed entra in
risonanza emotiva con i nostri cuori. Poche parole e tutti parlano lo stesso linguaggio,
creano le stesse aspettative, omologano i pensieri e i giudizi diventano
automatici. Così è stato anche per l’invasione marziana che ha investito tutto
il mondo.
‘La Guerra dei
Mondi’ l’hanno chiamata. Noi contro loro. Tutto molto semplice, tutto molto
chiaro. Come non essere d’accordo con il consenso distribuito sulla linea tonda
di una curva gaussiana? I contrari sfumano, si dimenticano e si perdono agli
estremi lontani di poche unità.
Ogni azione è regolamentata da cosa una persona pensa e da
come si comporta. Quando non c’è accordo si cerca un ragionamento vantaggioso
che possa giustificare l’incongruenza del comportamento con l’atteggiamento:
autogiustificarsi è il più grande inganno che la mente fa a se stessa!
Noi contro loro.
Tutto molto semplice, tutto molto chiaro; già ci sentiamo meglio!
Questo Charles
Xavier e Henry McCoy lo sanno bene. Sanno inoltre che esiste un altro modo per
cambiare l’opinione delle persone: l’esperienza. Tramite l’esperienza si
modifica l’atteggiamento.
Lo schermo del
televisore al plasma da 32 pollici è grigio come il cielo in quel libro padre
del cyberpunk. Un ordine all’infrarosso del telecomando suo padrone e si
accende di un bianco che sa di buco nello spazio.
Un rettangolo
verde nel nulla. Un prato, rasato all’inglese è quello che vediamo. Compare un
uomo, nel bel mezzo del campo. Poi una donna, in compagnia di un bambino. Poi
altri bambini, altre donne, altri uomini. Si guardano sorpresi, spaesati. Non
capiscono cosa sta succedendo. Un po’ alla volta gli spazi si restringono.
Altre persone. Si
accorciano la distanza minima che divide l’intimità dalla semplice conoscenza.
E’ fastidioso stare stretti, spalla contro spalla, strusciarsi l’uno contro
l’altro, respirare l’odore sgradevole del sudore umano, fa caldo, sale la
tensione, il disorientamento lascia posto alla paura.
Il campo è pieno,
non si può andare oltre il perimetro. Quattro alte pareti vengono su e le teste
iniziano a venire nascoste da un coperchio sigillante. Tutte quelle persone
sono ora rinchiuse in una scatoletta di metallo.
La testa di David
Letterman spunta dai bordi dello schermo fino ad ergersi in un bel mezzo busto.
Con espressione disgustata, indica rabbioso l’immagine alle sue spalle: in
bella mostra la scatoletta di carne umana.
- E’ questo, lo
spaventoso ‘trattamento’ riservatoci dagli alieni se avessero vinto, amici
telespettatori? Adesso sappiamo come molti uomini e donne spariti negli ultimi
decenni come se niente fosse, in realtà furono rapiti dai marziani! Ma oggi
molti di essi sono tornati a casa! Portati in salvo dagli X-Men! – rivela
Letterman, radioso.
- Ma chi sono gli
X-Men? – domanda pensieroso, mostrando alcune copertine di magazine americani,
disposti a ventaglio sul tavolo di fronte a sé, lasciando per ultima, in bella
mostra una splendida foto di gruppo degli Uomini-X - Quante volte avete sentito
parlare delle loro imprese in TV? Ma soprattutto, quanto sappiamo di loro?
Quante volte avete pensato che chi agisce nell’ombra, nasconde qualche cosa?
Negli ultimi mesi a queste domande hanno dato parziale risposta articoli
apparsi sui più importanti magazine del mondo, servizi sulle più patinate
riviste hot del momento e speciali televisivi sulla loro misteriosa vita. Il
nebuloso sottobosco mutante e i suoi abitanti fa oggi meno paura? L’alone di
mistero che sembrava coprirli, oggi stimola la curiosità e l’interesse della
maggior parte delle persone in tutto il mondo!
Letterman prende
una rivista apparentemente a caso tra quelle sulla sua scrivania ricolma. E’
Newsweek, mostra con sincero sorriso a trentadue denti la copertina al suo
fedelissimo e numerosissimo pubblico.
- Di sicuro
questi rappresentanti di una popolazione minoritaria, mai come in questo
momento promuovono il consenso popolare verso i mutanti!
Mollata la rivista,
si alza; uscendo dalla scrivania le telecamere lo seguono, scorrendo sulla
panoramica veduta notturna di Manhattan sullo sfondo e aprendo sugli ospiti
finora non inquadrati, seduti alla sua destra. Orgoglioso, David li presenta al
pubblico.
- Ed è ed con
grande piacere che questa sera con noi abbiamo: il dott. Henry McCoy,
conosciuto nel jetset supereroistico come la Bestia e il mutante che ‘Glamour’
questo mese ha definito ‘l’uomo più sexy d’America’, Colosso!
Bestia, scafato
front man e Colosso, un po’ impacciato davanti alle telecamere, salutano
Letterman e il pubblico in platea e a casa. McCoy è vestito da Dio: indossa un
doppio petto gessato a sei bottoni di Ralph Lauren e una camicia a collo largo,
di cotone Sea Island a righine sottili, con gemelli francesi. Rasputin, non
indossa di la nuova uniforme nera e gialla per nuovi insegnati, è molto più
casual, in jeans scoloriti, giacca Armani e maglietta bianca Commes des
Garcons, taglia XXXL, il tutto per non nascondere il titanico fisico d’acciaio.
- X-Men. Perché?
É un nome davvero affascinate. – chiede Letterman.
- Uomini-X riassume l’idea che siamo tutti essere umani, con un gene X attivo in più. Pensa se ci fossimo chiamati ‘I Mutanti!’,
le creature mostruose che si nascondono nel buio e nei racconti delle nonne ai
bambini prima di andare a dormire! – risponde Hank, mimando in modo divertente
e grottesco un comportamento minaccioso con le mani e il volto, mostrando
artigli e denti.
- Desideriamo far passare il messaggio che l’equazione
mutanti uguale malvagi è scorretta! - continua Colosso, più a suo agio col
passare dei minuti - Crediamo che rendere noti i nostri volti e le nostre
intenzioni non possa che migliorare la percezione dei mutanti.
- Il mio amico ha
ragione, David. Vedi, per troppo tempo al nome X-Men è stata associata
un’ambiguità di fondo. L’ambiguità crea incertezza e diffidenza e alimenta la
paura di conoscere e la nostra incapacità di uscire allo scoperto. Se negli
ultimi tristi avvenimenti abbiamo fatto parlare le nostre azioni, siamo qui ora
davanti alle telecamere, perché ci siamo resi conto che è proprio la confusione
il terreno più favorevole per l’irrazionalità!
- A proposito, Colosso, come ci si sente ad essere l’uomo più
desiderato della Nazione?
- Ehm… lusingato, molto.
- Anche modesto!
- T’assicuro, David, per via della pelle d’acciaio, il rossore non
si vede. - sottolinea ironico la Bestia, dando il là ad una bella risata
spontanea collettiva.
- James Cameron avrebbe detto che girerà Terminator 3 solo se
farai la parte del nuovo cyborg, è vero?
- Così sembra, probabilmente vogliono risparmiare sugli effetti
speciali.
Il petto smette di sussultare e il cuore rallenta i battiti.
- Come X-Men avete contribuito per primi a rovesciare il governo
di apartheid di Genosha. – rammenta serio Letterman, sporgendosi in avanti,
attento alle risposte che gli vengono date – Ora l’isola è in mano a Magneto,
uno dei più pericolosi e temuti terroristi internazionali. Magneto rappresenta
la più grande paura dell’uomo comune verso i mutanti. C’è chi dice che era
tutto un piano ben preciso per una rivoluzione mutante anche se vi abbiamo più
volte visto combattere i suoi folli piani di dominio di una razza superiore.
- Magneto ha forse ottenuto ciò che agognava da tempo. – conferma
la Bestia - Molto spesso le sue azioni sono state dettate dalla paura e
dall’odio. Le stesse emozioni da cui, è doloroso riconoscerlo, egli cerca di
difendere i suoi simili, con risultati, ahimè, del tutto sbagliati, per
entrambe le parti.
- A nome degli
X-Men, - conclude Colosso, sincero - ci auguriamo che la scelta delle Nazioni
Unite sia utile affinché il cuore di Magneto non sia più schiacciato dalla
paura e inizi a battere di speranza.
INTERLUDIO 1
Istituto Xavier, Westchester, New York.
L’incantevole
vista d’insieme della facciata d’ingresso della scuola. Un voce calda e
profonda proviene distintamente dall’interno di una finestra ai piani
superiori.
- Sono molto
contento che Franklin sia entusiasta del suo primo giorno di scuola, Susan....
Sì, certo, d'altronde con Artie e Pulce c'era da tempo un legame molto stretto
e trovare come insegnate Mrs Power è stata sicuramente una sorpresa gradita…
All’interno dello
studio privato del Professor X. Dietro l’alto schienale della sua poltrona,
Charles Xavier parla al telefono; nascosto alla vista, oltre la scrivania,
siede un uomo dai ribelli capelli rossi e le spesse basette che gli scendono
fin lungo il mento.
- Sì. Sì, con
piacere... sarò lieto di accompagnarti in una visita guidata dell'Istituto
quanto prima... D’accordo, allora,
aspetto al più presto tue notizie. Salutami Reed, ciao.
Il Professor X
agganciata la cornetta, s’allontana dalla scrivania quel tanto da mostrare le
gambe paralizzate protette da una calda coperta in stoffa di Galles. Solo
allora posa lo sguardo sull’interlocutore. Ripiega le braccia in grembo, le
mani conserte, con un impercettibile segno delle sopracciglia,
dall’inconfondibile significato per i suoi studenti, invita l’amico Sean
Cassidy, alias Banshee, mutante dal micidiale grido sonico e uno dei
co-direttori dell’Istituto alla parola.
- Allora Charles,
Susan ha cambiato idea?
- E’ una donna
ragionevole, Sean. Ha compreso che privare il piccolo Franklin di un’istruzione
adeguata e comune ai bambini della sua età non è un primo passo per garantirgli
una vita ‘normale’ e un adattamento sociale non problematico in futuro. Nemmeno
in casa sua può dirsi al sicuro; soprattutto alla luce dell’intrusione
inaspettata di Emplate nel quartier generale dei Fantastici Quattro.
- E con ciò
veniamo a noi, giusto?
Xavier pare
preoccupato, ma dimostra un ottimo self-control.
- Sì. Emplate è
entrato allo Xavier così come al Molo 4. Se non l’hanno fermato i sistemi
difensivi degli FQ dovrei rammaricarmi che non l’abbiano fatto i nostri? E’ una
razionalizzazione che dovrei accettare?
- Il ragionamento
non fa una grinza, Charles. L’attacco della Covata ci ha colti impreparati, non
accadrà di nuovo, te lo garantisco. I sistemi difensivi si possono sempre
migliorare; ci stanno pensando Forge e Hank.
- Sì, mentre Peter
e Guido stanno aggiustando quello che è rimasto del tetto dopo l’attacco di
Shadow King.
Spingendosi sulla
carrozzella, si porta oltre la scrivania, vicino a Banshee.
- Occorre
maggiore responsabilità, Sean. Questa non è una scuola per supereroi. Gli X-Men
sono particolari insegnati, un selezionato gruppo di ex studenti. Se vogliamo
limitare gli inconvenienti entro queste mura, lasciamo loro il compito di
occuparsi delle questioni delicate.
- Messaggio
ricevuto, Charles, e lo condivido. Non è piaciuto neanche a me il comportamento
di Jubelee e compagni.
- Generation X! –
esclama Xavier, alzando gli occhi al cielo, con un sorriso bonariamente
divertito, ma realmente preoccupato - Alcuni hanno le potenzialità per divenire
un giorno X-Men, chi non vuole sentirne parlare, invece, non capisce che non è
per questo che sono qui. E’ bene che i ragazzi
sappiano che possono chiedere e confrontarsi con noi, Sean.
L’indipendenza e l’autonomia possono svilupparsi solo se sono radicate nella
sicurezza affettiva e nella possibilità di poter essere lasciati liberi, se ce
lo chiedono, se si sentono pronti ad affrontare le situazioni, di fare e
sbagliare, per rinforzare la fiducia in se stessi.
Charles posa una
mano sul braccio di Sean porgendosi in avanti, quasi a confidare il suo
pensiero.
- Dobbiamo essere
dei modelli guida a cui fare riferimento, perché hanno bisogno di noi ancora di
più adesso, quando credono l’esatto contrario. E se siamo preoccupati,
seguiamoli pure e se veniamo scoperti, diciamo con franchezza che eravamo noi
ad essere preoccupati, non che non ci si fidava di loro. Bastano poche regole
per farsi ascoltare, Sean. Poche, ma chiare e ferme. Dobbiamo dare solo regole
che siamo certi faremo rispettare e essere altrettanto certi che i ragazzi
sappiano a cosa devono obbedire. Per molti studenti è stato necessario
rimuovere dalle loro menti lo shock dell’efferata invasione della Covata, non
avrebbero superato il trauma. Non è così che mi piace lavorare, in cuor mio, mi
auguro che ciò non debba ripetersi. Sean, desidero che sia tu a seguire quei
ragazzi. Osservali, tienili lontano dai guai, sono tra i nostri migliori
studenti, non voglio perderli per strada o peggio.
- Contaci,
Charles!
FINE INTERLUDIO 1
INTERLUDIO 2
Esterno Villa
Xavier. Il parco.
Jubelee e Skin,
studenti degli ultimi anni, passeggiamo sul sentiero tra i verdi alberi,
discutendo animatamente. I due ragazzi si fermano sorpresi, attirati da una
voce alle loro spalle.
- Aperto.
Wolverine esce di
soppiatto dalla vegetazione del giardino e con fare sornione indica un punto
oltre le spalle dei ragazzi, verso la strada di Graymalkin Lane.
- Il cancello. Lo
lascerei aperto…
Jubelee abbraccia
con gioia Logan, che le risponde con un sorriso, arruffandole i capelli. Skin
rimane lì dove si era fermato, con le mani in tasca.
- Wolvie! – urla
di gioia Jube.
- … così chiunque
può vedere cosa facciamo e non avrebbe motivo di chiedersi cosa diavolo succede
qui. – conclude con non calanche l’artigliato mutante.
Skin indietreggia
rabbioso al gesto d’affetto dell’amica e compagna di avventure.
- I nostri amici
erano in pericolo. Era la cosa giusta da fare e lo sapete! – dice, fissando
iracondo Wolverine, quando altri giovani studenti non si sognerebbero nemmeno
di guardarlo negli occhi per paura delle conseguenze - Fumate due pacchetti di
cicche al giorno e v’incazzate quando ci beccate a fare un tiro! Da che pulpito
arriva la predica, eh! Non siamo più bambini. Non abbiamo bisogno di un altro
papà che ci dica cosa fare!
Jubelee è
imbarazzata dalla reazione dell’amico, ma Logan è tranquillo, nulla l’ha
smosso.
- S… siamo uniti
un totale, Wolvie. Ne abbiamo passate tante insieme, siamo come una famiglia…
Come gli X-Men, badiamo l’uno all’altra.
- C’è un prezzo
da pagare per ogni scelta, piccola. Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Sei
disposta a farlo per tutta la vita?
I ragazzi sono
nervosi, Jube è a disagio ora e Skin è ancora nervoso. Wolvie li guarda
abbozzando un sorriso a bocca chiusa. Ha preso in mano un sigaro.
- E’ vero.
Crescendo si cambia e cambiano le esigenze. Una famiglia deve capirlo. E deve
avere il coraggio di spingere i figli al di fuori della sua ala protettrice. Ma
a chi manca il coraggio?
Wolvie
improvvisamente indica energicamente il cancello della villa con il sigaro, ancora
spento, cogliendo di sorpresa i ragazzi.
- Sì. Lo lascerei
sempre aperto quel cancello. Vale lo stesso per chi è da questa parte. Se uno
vuole andarsene non ha che da farlo.
FINE INTERLUDIO 2
Il noto, grazie a
una lunga militanza nelle fila dei Vendicatori, volto della Bestia risplende
nel dettaglio dei pixel ad alta definizione dello schermo TV nel soggiorno di
Villa Xavier.
- …ma cosa ci
differenzia, un gene attivo? Cos’è un gene attivo?..
A guardare quel
particolare televisore a muro ultrapiatto al plasma, nel vasto soggiorno
dall’estetica classica, ci sono alcuni X-Men. Jean Grey è seduta a lato di un
divano di fronte alla TV, rilassata. Sulle poltrone ai lati opposti del divano
siedono l’Uomo Ghiaccio, più vicino a Fenice e Emma Frost. Seguono attentamente
il David Letterman Show. Bobby, in sembianze umane, braccia e gambe incrociate,
pare seccato dall’aria austera e distaccata di Emma, che siede con eleganza
seducente in forma adamantina. Wolverine, in piedi, dietro il divano, si sta
avvicinando al sofà accendendosi il sigaro estratto poco prima nel parco; si
ode solo la voce della Bestia trasmessa in surround.
- C’è un gene per il colore degli occhi, altri determinano
l’altezza. Ma i geni sono responsabili del nostro modo di comportarci? Una cosa
è il carattere, un’altra è il comportamento! Il carattere è immodificabile, è
determinato geneticamente? Sappiamo esserci un elemento temperamentale, chi
è più estroverso e chi introverso…
Esiste il gene dell’aggressività? E quello del prendere decisioni? E quello
della fede in una religione? E del tifo per i Nicks? Esiste forse il gene della
negatività o della positività? Abbiamo studiato il genoma umano, completato la
mappa genetica dell’uomo. Questi geni non esistono. C’è solo il comportamento!
Siamo tutti d’accordo che il nostro comportamento è influenzato e modificato
dagli eventi della vita, dalle esperienze che facciamo, giusto? – chiede in
modo retorico Hank, indicando simpaticamente Colosso.
- Uh, uhu. – annuisce implicitamente David, persuaso dalle parole
dell’ X-Man.
- Non possiamo cambiare la nostra struttura genetica, come io non
posso cambiare il mio aspetto felino e non tutti i ragazzi hanno un fisico alla
Shwarznegger come Peter… Ma possiamo migliorare il nostro modo di comportarci!
- Possiamo imparare a modificare i nostri bisogni, le nostre
emozioni, il nostro modo di pensare, cioè il modo in cui abbiamo appreso a
vivere, con noi stessi e con gli altri! – puntualizza Colosso, incontrando il
gran sorriso d’approvazione di Letterman - La vita è un continuo allenamento.
Ecco perché è importante non entrare nel vicolo cieco della discriminazione.
Discriminarci oggi può portare domani alla discriminazione dei vostri amici,
della persona a cui vi sentiamo legati, di noi stessi!
- Il nostro motto è: – conclude enfaticamente la Bestia - ‘Unità
Attraverso la Diversità!’ Perché se c’è una cosa che ci rende tutti uguali è la
diversa speciale unicità che ci contraddistingue!
Letterman si alza, in piedi in mezzo a Bestia e Colosso e cinge loro le spalle sorridendo al pubblico.
- Gli X-Men incarnano il sogno di un mondo migliore per tutti,
umani e mutanti, amici. Eroici Don Chisciotte moderni alle prese con i mulini a
vento, spesso combattono per una civiltà che li odia e li teme per la loro
diversità. – Le telecamere zoommano un primo piano di David - Ma così come non
tutti i mutanti sono malvagi, anche tra gli uomini comuni c’è chi abbraccia gli
stessi valori di una convivenza pacifica.
Pi riaprono l’inquadratura quando Letterman si avvicina ad uno
schermo TV che sta scendendo dall’alto.
- La Comunità Evoluzionista del reverendo Xoom. Un luogo protetto
dove giovani uomini e giovani mutanti paria della società, vivono insieme per
ricostruire una nuova vita.
Un’immagine compare sullo schermo. È una veduta dall’alto della
Comunità Evoluzionista. Una tenuta molto simile a quella di Xavier, nel verde
dei boschi, circondata da campi coltivati, recinti con cavalli.
- Il reverendo Xoom, - riprende l’anchorman - ha investito le
ingenti eredità familiari in un progetto di solidarietà creando un vero proprio
villaggio autosufficiente. In questa speciale serata, per la prima volta in
pubblico, in collegamento diretto, è con noi l’uomo che dal nulla ha creato una
realtà incredibile, la dimostrazione per cui è possibile una convivenza
pacifica tra uomini e mutanti.
Lo schermo TV cambia immagine: un mezzo busto del reverendo Xoom.
Un bell’uomo sulla quarantina, curato e dall’espressione accogliente, vestito
di nero con camicia bianca, come un reverendo protestante. Al collo porta una
catenella d’oro: il ciondolo raffigura una piccola fenice, come quella classica
di Jean Grey. E’ seduto su una carrozzella, s’intravedono la parte superiore
delle ruote di metallo e lo schienale e le maniglie posteriori. Maniglie che
sono tenute dalle mani di un uomo il cui volto non è ripreso. Xoom sta dando la
mano ad un’altra persona, anch’egli non inquadratura dalla telecamera.
- Signore e signori: il reverendo Xoom!
- Un’ostrica crea una perla da un granello di sabbia. – rammenta
con fare drammatico il reverendo dal suo pulpito ai teleschermi di tute le case
d’America, accarezzando la mano della persona misteriosa al suo fianco - Il
granello di sabbia è fastidioso per l’ostrica. Per sedare il disagio crea un
rivestimento protettivo che racchiude il granello di sabbia e le dà sollievo.
IL risultato è una bellissima perla. Per un’ostrica, una sostanza irritante
diviene il germe di qualcosa di nuovo. La Comunità Evoluzionista è l’ostrica
che accoglie i mutanti perseguitati, insegna loro ad accettarsi e a comprendere
un uso responsabile dei loro poteri.
- Chi ha con lei, reverendo? – chiede Letterman.
Xoom invita nel raggio delle telecamere la persona cui teneva la
mano. E’ una donna che ha due facce. Due facce identiche su un tozzo collo, è la
donna la cui bocca ha assaporato il seme della trasformazione, l’occhio della
creatura che muta in quel pozzo senza luce. Entrambe i visi sorridono. E’ una
visione grottesca, ma non disgustosa, suscita tenerezza.
- Lasciate che vi presenti con orgoglio e commozione un nuovo
granello di sabbia presto destinato ad uscire dal guscio della Comunità
splendente come una perla! – dice orgoglioso Xoom - Mary è una giovane mutante
la cui colpa, per alcuni intolleranti, è un aspetto bizzarro. E’ stata
perseguitata, picchiata, derisa, abbandonata. L’abbiamo raggiunta e accolta.
Ora a Mary si apre un futuro di speranza, di buoni propositi. Perché Mary ha
compiuto il primo grande passo. Ha accettato la sua natura di donna speciale e
perdonato quegli uomini ottusi che l’hanno fatta soffrire. Mary vuole essere un
donna utile per la sua società.
- Reverendo Xoom, la sua dedizione alla vita è un esempio!
Approfittiamo dell’ospitalità del dott. Letterman per contribuire alla
costruzione di un ponte tra gli umani e i mutanti. Diamo un messaggio forte
alla pubblica opinione.
- Ammiro il suo genio dott. McCoy e ammiro gli X-Men tutti. Siete
i testimoni che nelle nostre preziose e speciali diversità, etniche, culturali,
ideologiche e genetiche, si può e si deve lavorare insieme per un obiettivo
comune. Incontrarvi di persona sarà un piacere reciproco. Sarei onorato di
aprirvi le porte della Comunità Evoluzionista. Mostrarvi la mia casa e lavorare
insieme per un mondo migliore. C’è tanto da fare, tanto da creare. Ora
scusatemi, i miei fratelli mi attendono. Vi aspetto al più presto.
Xoom fa cenno all’uomo che porta la carrozzella di muoversi
- Erik, portami a casa. – e per la prima volta il suo volto è
chiaramente visibile sullo schermo.
Villa Xavier. Il salotto dove gli X-Men stanno guardando il
Letterman Show. Jean Grey, ha un sussulto. Colpita da una folgore, come se
avesse visto un fantasma, porta istintivamente una mano alle labbra.
- Oh, mio Dio!
Nello splendore della widescreen vision Xoom è accompagnato verso
l’ingresso della comunità che ha creato da un giovane uomo sulla trentina,
castano capelli corti, nessun segno particolare lo contraddistingue il viso
pulito. Distintamente il suo volto e la sua figura cadono sotto i riflettori
del Letterman Show, mentre gira di 180° la carrozzella del maestro.
Per Jean Grey non ci sono dubbi, quel giovane uomo è…
- Scott!?
FINE PRIMA PARTE, CONTINUA…
… SECONDA PARTE…
PROLOGO.
La Cosa che Muta.
Sei la luce divina dei loro occhi, il profeta cieco del Cambiamento. Sei tutti
e nessuno, uomo e donna, bambino, adulto, vecchio, padre, madre, amante,
puttana, maestro, amico, aberrazione mutante tra uomini-mutanti, emarginato tra
gli emarginati. Senza identità, un volto per ognuno. Prima eri qualcuno, adesso
qualcun altro, domani non lo sai. Sei carne senza forma, pensiero senza
pensatore. Incapace di confini, non c’è dentro, non c’è fuori, tu sei gli altri
e gli altri sono te, sull’orlo della follia, frammenti di emozione, mente alla
deriva senza corpo di riferimento.
Sei prigioniero di coloro che sì identificano in te rimanendone incatenati, sei
uno paradosso psicotico, un doppio legame, una babele della coscienza. Sei
l’epica dell’alterità, sei la cosa che muta, l’elogio alla sopravvivenza con un
buco nero nel cuore sempre più grande, la cui forza di gravità è sempre più
forte.
Perdi consapevolezza della continuità del tuo Sé sotto la spinta della
distorsione spaziotemporale, ti stai espandendo troppo, non sai qual è più il
centro solido di te stesso. Sei la cosa che muta, ma troppo velocemente, stai
diventando la monade immutabile della condizione assoluta, una medaglia con
un'unica faccia, l’uniformità che seppellisce l’individualità, un piatto
pensiero conformista versus un esplosivo pensiero divergente, un alveare di api
operaie senza regina.
Stai morendo e con te tutto il resto.
E tutto per paura.
La beffarda paura di chi non sa affrontare l’ignoto, sostare nell’incertezza,
sopraffatto dalla sorpresa, dall’inaspettata meraviglia del dubbio, dalla
mancanza di una risposta già pronta.
La paura vigliacca che ti fa temere l’altro perché non lo capisci, perché non
lo conosci, perché conosce altre cose e che te lo fa odiare perché non si vuol
far capire, perché non si vuol far conoscere.
La stessa ironica paura di chi è timoroso di chiudere gli occhi e vedere
l’oscurità dentro di sé e non sa affrontala, coccolarla e farci l’amore; di chi
non riapre gli occhi e invece fugge, perso nell’abisso. E siccome non ritrova
più se stesso, pur di non morire, sceglie di annullarsi nell’altro.
La tua unica speranza, ora, è il mutante che crede di essere un uomo. Colui che
ha scalato l’abisso della sua anima ed è pronto ad ergersi in piedi, alla luce.
FINE PROLOGO.
La Chiesa
dell’Evoluzione Celeste.
La Chiesa Evoluzionista, una coloniale magione del sud americano, ai margini
delle paludi della Louisiana, con le bianche alte colonne della facciata
principale a protezione delle lucenti vetrate interne a nascondere i segreti
delle ampie sale interne.
A ridosso delle mura di cinta che separano il giardino segreto del reverendo
Xoom dal resto del mondo, gli occhi indiscreti delle telecamere puntano
all’ingresso e sulle particolari cinque persone che si apprestano per la prima
volta ad entrare. Tv locali e nazionali, decine di reporters e centinaia di
curiosi spingono contro le transenne erette dalla polizia per assistere e
documentare la cronaca in diretta dell’incontro degli X-Men con il Reverendo
Xoom e gli adepti della Chiesa Evoluzionista.
Gli X-Men al di qua delle transenne, in attesa del loro ospite, vengono
avvicinati dalla stampa e da ammiratori di tutte le età.
Come il gruppetto
di belle ragazze che circonda l’Uomo Ghiaccio e Colosso, separandoli da Emma
Frost. La Regina Bianca, distratta, non molla lo sguardo su Bobby e le
attenzioni che gli presta una giovane bionda, finché non ne approfitta la
stampa, che concentra i riflettori su di lei chiamandola per nome.
Peter e Bobby e le avvenenti ragazze del sud si stanno divertendo. Un bella
bruna parla a Colosso infilandosi sensualmente dei Ray Ban per proteggersi gli
occhi dal riflesso del sole sulla pelle d’acciaio del mutante russo.
- Sono abituata a
prendere il sole integrale. Potresti essere la mia lampada personale.
- Ahhh!… Questo
si che è un brivido! – esclama frivola una bionda con fare lascivo, mentre
Bobby le tocca la schiena sfiorandola leggermente.
Jean avvicinandosi alla Bestia, accanto al portone a doppia anta
in legno rosso delle mura esterne alla Chiesa, passa accanto agli x-boys.
Guarda con dolcezza l’Uomo Ghiaccio, suscitando le occhiatacce gelose delle
ammiratrici. Un pizzicore familiare cui da tempo è abituato è l’avviso di una
comunicazione telepatico imminente.
* Ti ha già fatto soffrire una volta, Bobby *
* Tutti hanno la possibilità di una seconda chance. Se così non fosse non avrei
imparato niente dal Professor X. *
Nel frattempo alcuni reporter della tv e della carta stampata porgono delle domande
a Emma.
- La parabola
ascendente delle azioni delle Frost Inc. non accenna a diminuire da quando ha
pubblicamente dichiarato la sua affiliazione agli X-Men, Miss Frost. I nuovi
azionisti sembrano entusiasti, contrariamente a chi pensava che una rischiosa
uscita allo scoperto come quella, l’avrebbe portata al tracollo finanziario. I
mutanti non sembrano far più tanto paura, cosa ne dice? Ha mai pensato a
quotare gli X-Men a Wall Street?
- Dieci anni fa chi si dichiarava gay turbava il sonno dei repubblicani e
temeva le conseguenze di chi credeva di essere normale solo perché era
ignorante. Oggi, probabilmente, ci sono più mutanti al mondo di quanto
s’immagina.
- La linea di moda mutante per uomo e donna del terzo millennio da
lei realizzata, Miss Frost, - domanda un altro giornalista - sta facendo
proseliti di critica e pubblico nell’alta società, quanto l’avveniristica linea
giovanile. In tutto il mondo migliaia di ragazzi e ragazze vestono il marchio
X. La sua prorompente entrata sembra aver destabilizzato il modo della moda e
dello spettacolo. La sua provocatoria ultima apparizione sulle passerelle di
Parigi e Milano completamente nuda in forma di splendido diamante, per esempio,
non è piaciuta a tutti, come a Donatella Versace.
- Ad avercelo un
corpo come il mio, Donatella. – risponde serafica la Regina Bianca fissando
bellissima e glaciale nella telecamera – crepa.
Poco più in la,
l’amabile Bestia firma una serie di autografi a bambini entusiasti della sua
pelliccia accompagnati dai genitori. Jean assiste divertita alla scena.
- Papà me lo
compri? – insiste una bambina continuando imperterrita a tirare la giacca al
papà.
- E io che credevo di rappresentare il sogno erotico della giovane donna media
in carriera. - sussurra divertito la Bestia all’orecchio dell’amica, firmando
l’autografo all’implacabile bambina.
- Potremmo
chiedere a Emma di investire in una linea di peluche per i tuoi piccoli fan.
- Oh, sicuro! I bambini amano gli orsacchiotti col pelo blu! Anni fa dissi lo
stesso a Peter Gyrich. Un’idea simpatica per promuovere l’immagine dei
Vendicatori. Il nostro target non è la fascia d’età under 12, dott. McCoy’, mi
rispose. Puoi immaginarti la sua espressione Jean, così ottuso da non capire di
essere preso in giro.
- Allora il
sorriso non era scomparso dal tuo volto, Hank. - dice abbracciando
affettuosamente la Bestia - Sono contenta di sentirti di buon umore, è
contagioso.
- Il reverendo Xoom sembra un filantropo a cui stanno a cuore le
sorti dei mutanti, Jean cara. Li accoglie, dà loro un tetto e da
mangiare. Uno che meriterebbe la laurea ad honorem della nostra Scuola, secondo
Bobby. Ma il saggio dice: ‘Non tutto è oro quel che luccica.’ E’ frustrante, Jean. Xoom
è adorato dall’opinione pubblica, ma una vocina insistente continua a
ricordarmi di non prendermi in giro. Nel mio sangue circolano in gran numero
gli anticorpi dell’ottimismo, mi auguro con tutto il cuore di stare sbagliando.
Le parole di
Henry proiettano sullo schermo della mente di Jean ricordi recenti di pochi
giorni prima.
INIZIO FLASH BACK.
Istituto Xavier Per Giovani Dotati.
Fenice, alias
Jean Grey, guarda dritto negli occhi dei propri amici. Le iridi verdi
risplendono preziose nella dolce simmetria dei lineamenti del viso, i
rigogliosi boccoli rosso fuoco le scendono sulle spalle sottili e le mani
cingono la vita, all’altezza di seducenti fianchi femminili; la bocca sensuale
pronuncia parole con determinazione.
- Non fatemi
incazzare!
L’ìmbarazzo è come un campo elettromagnetico: le sue linee di forza si dispongono
nello spazio circostante a seconda delle cariche presenti. Gli X-Men sono alla
vigilia dell’incontro mediatico con il Reverendo Xoom alla Chiesa
Evoluzionista. Il Reverendo Xoom era già un tipo bizzarro e sospetto, lo è
ancora di più una volta visto chi gli spinge la carrozzella.
La Bestia alza le zampe in segno di resa.
- Non ci capisco niente, Jean. E’ l’unica cosa che posso dirti. – si preoccupa
la Bestia.
- Non so, è tutto così strano… Cerca di capire… - commenta confuso l’Uomo
Ghiaccio.
- Quello è Scott! Ne sono certa! Non chiedetemi come lo so, ma è così! Lo
sento!
- Avverti di nuovo il legame psichico che vi univa? – domanda il Professor X.
- No. No, Charles, sono disorientata. Non solo quell’uomo è
fisicamente identico a Scott, ma quando cerco di mettermi in contatto con lui,
sento un rumore di fondo; una calda pulsazione. E’ un colore familiare, un
sapore nostalgico che non riesco a mettere a fuoco.
- Era il tuo
uomo, Jean. Io ti credo. – l’incoraggia inaspettatamente la Regina Bianca.
- Quando
penso alla mia sorellina Ylliana dipingo gigli bianchi alla calda luce del
sole. Quando ho visto Xoom, l’immagine della natura morta sotto il giogo del
vento sferzante della tundra, mi ha raggelato il sangue. Quell’uomo non mi
piace a dispetto di quel che dice – confessa Colosso, cercando un’intesa con Logan.
- Nessuno
ti dà della pazza, rossa. Xoom è pERIcoloso, mente dicendo la verità.
Impercettibilmente corregge coscientemente la postura del corpo e l’espressione
del viso, modulando la voce con maestria.
- Fatemi capire.
Come se non bastasse, Xoom, oltre a essere a capo di una setta
religiosa e urlare ai quattro venti che la sua missione di solidarietà è opera
del divino, sospettiamo che ci sia la sua Chiesa Evoluzionista dietro quegli
attentati alla metropolitana a Time Square!?
- Lo
S.H.I.E.L.D. teme che in qualche modo Xoom o qualcuno che lavori per lui, sia
in possesso di parte della geneteca di Sinistro o di materiale genetico
trafugato dalle cliniche in cui Sinistro lavorava sotto falso nome, Bobby. –
chiarisce la Bestia - Non hanno prove e non sanno se quest’uomo è direttamente
responsabile della sintetizzazione del gene-X. Xoom si è costruito una notevole
reputazione e ha forti influenze con alcuni membri del Senato. Fury ha per ora
le mani legate, lo stiamo aiutando a sciogliere il nodo.
- ”Sospettiamo…”,
“Teme che in qualche modo…”, “Non hanno prove e non sanno…”. – si lamenta Emma,
seccata - Capisco perché Fury non voglia provare a sporcarsi le mani,
rischierebbe la carriera! E noi, cosa rischiamo? Il collo, forse? Xoom potrebbe
sul serio essere uno stinco di santo timorato di Dio o un fanatico terrorista;
nel qual caso indovinate su chi cadrà la colpa per averlo smascherato? Il
popolino sa essere crudele con chi gli mette a nudo i re.
- Parole più
accorate non potevi pronunciarle, Emma. – risponde Bobby, sdegnato, dando
un’occhiataccia di disprezzo alla Regina Bianca.
- Xoom è una delle rare menti non mutanti cui mi è difficile sondare
i segreti, miei X-Men. – confessa Xavier - E’ vero abbiamo gli occhi del mondo
su di noi, ma stavolta sono occhi ammirati e benevoli. E’ una prova difficile,
ma siete i migliori, ne usciremo più forti.
- In più sembra
prenderti a modello, Chuck! – sbuffa per niente divertito Wolverine,
rivolgendosi a Xavier - Mi fido dei miei sensi, così come dei vostri - dà un
segno d’assenso a Jean e Peter - Un motivo in più per vedere cosa nasconde
dentro l’armadio.
FINE FLASH BACK
La Chiesa
dell’Evoluzione Celeste.
- Hank, caro, – rassicura Jean Grey - non smetteremo mai di
crederci. Stiamo uscendo allo scoperto a piccoli passi, non possiamo permettere
che la fragile fiducia che si sta instaurando tra umani e mutanti venga
avvelenata da chi usa quella fiducia per distruggerci entrambi.
- Benvenuti
X-Men! Benvenuti alla Chiesa dell’Evoluzione Celeste!
L’arrivo del reverendo Xoom pone fine ai pensieri di Fenice. Xoom accompagnato
dall’uomo di nome Erik (una goccia d’acqua con Scott Summers) invitata gli
X-Men ad entrare dove nessun occhio straniero aveva mai posato lo sguardo.
Semplici curiosi fanno da condimento a chi è curioso di professione, molti sono
i giornalisti e le emittenti TV che riprendono l’evento.
Xoom siede sulla carrozzella. Il cancello a doppia mandata della casa coloniale
viene aperto, gli X-Men sono gli unici a poter passare oltre l’arco in pietra
bianca che funge da ingresso e poi viene chiuso, l’occhio della telecamera è
lasciato fuori.
I cinque figli dell’atomo sono entrati nelle proprietà adiacenti la Chiesa. Il
terreno bruciato dal sole caldo della Louisiana si apre su un appezzamento di
terreno di una quarantina di acri, ad un’estremità è visibile un palude non
bonificata, dall’atra parte la vista si perde in un bosco di sempreverdi. La
Chiesa, in verità una casa, si erge protetta dalla palude e ha nel vicinato una
serie di strutture minori ed è composta da un’unica struttura con doppi
portici, ampie stanze dalle alte volte e dalle molte finestre.
Xoom accoglie gli X-Men e fa cenno alla Bestia di accompagnarlo lungo il
percorso. I primi mutanti della Chiesa escono allo scoperto, curiosi anche loro
tanto quanto gli X-Men. Sono tutti mutanti deformi nell’aspetto in un modo o
nell’altro, chi più chi meno, alla stessa stregua della Bestia o di
Nightcrawler.
La Bestia prende il posto dell’uomo di nome Erik e questi sorridendo a Jean, le
si avvicina.
- Questo è un gran giorno, miei X-Men. La vostra presenza ci onora e
ci riempie di orgoglio e felicità. Da tempo i miei figli bramavano conoscervi.
I tempi, però, non erano maturi fino ad ora, ma la pazienza è la virtù dei
forti, come sono solito ricordar loro. Oggi con il vostro aiuto realizzeremo il
sogno che abbiamo abbracciato con tanta speranza. Ci siete tutti vedo; ma
lasciate che siano i miei figli stessi a mostrarvi la nostra dimora. Sono tutti
curiosi di conoscere i loro salvatori.
Turbata alle
parole di Xoom, Fenice si passa una ciocca rossa mossa dal vento caldo del sud,
dietro un orecchio.
- S… sì. Sì, reverendo, ci siamo tutti.
Jean nota la
piccola Fenice al collo dell’uomo paraplegico. Percepisce lo stesso
nervosismo negli occhi della Bestia e si guarda intorno, oltre Erik che le
prende la mano, oltre i mutanti che si avvicinano, in cerca di un segno.
Wolverine è già da alcuni minuti all’interno della casa. Non ama le luci della
ribalta, evita il modo patinato della cellulosa, ai suoi sensi è tutta una
finzione. Lo stesso è Xoom per quanto lo riguarda. Non lo sono, invece, i
mutanti che ha incrociato dal bosco alle cantine della Chiesa.
Combatte costantemente con l’immagine della bestia per far prevalere quella
dell’uomo in una società di uomini, ma non riesce a cacciare l’idea che quei
mutanti, quegli ‘esseri’ sono dei freaks, dei mostri.
Li ha già incontrati. Li ha già uccisi. La fredda cosa che gli morde la pancia
e gli urla nel cervello di scappare, ha riconosciuto un odore analogo all’uomo
trasformato in mostro nella metropolitana a Times Square. Lo stesso odore, tra
mille altri, in ogni mutante lì presente. Un pensiero razionale colora la sua
mente dell’immagine blu dell’amico Hank McCoy: a sospettare spesso si azzecca.
La bestia che è in lui gli urla di scappare, l’uomo che è diventato trova il
coraggio di pensare e la forza di capire cosa diavolo sta succedendo.
Logan giunge in un punto della cantina in cui l’acqua arriva alle caviglie,
segno che le paludi sono sopra di lui. E’ acqua corrente che si perde sotto e
oltre il muro di pietra che gli blocca la via, in profondità. Alla velocità di
210 Km all’ora tre lame di adamantio vengono estratte dalle nocche della mano
destra.
Xoom e la Bestia hanno lasciato Jean in compagnia di Erik, Colosso insieme
all’Uomo Ghiaccio e Emma, da sola, in altrettante stanze della Chiesa.
Attraverso un’ampie
sale o sotto il sole all’aperto nel parco nei dintorni della casa, gli X-Men
visitano la Chiesa e i suoi bizzarri ospiti mutanti.
Alcuni stanno esercitandosi all’uso dei loro poteri in una pantomima dei più
classici allenamenti nella Stanza del Pericolo degli X-Men. Altri, nel parco
dietro la casa, ai bordi di una piscina o nei campi da basket e pallavolo
praticano sport o leggono e cantano seduti all’ombra di un albero. E’ una
variopinta e multiforme teoria di mutanti. Addirittura strani per essere
mutanti. Goffi e sgraziati nei movimenti e nell’uso grossolano dei loro poteri,
con risultati e azioni a volte scomposte, esagerate o insufficienti, a volte
pericolose e distruttive per se stessi e per le cose.
E’ la visione di un circo delle meraviglie della natura. Meraviglie del
grottesco, dell’impossibile e delle cose mai viste, dei mostri umani e
degli scherzi della natura. Stranezze che popolano la fantasia e tormentano
negli incubi, che affascinano per la loro antiesteticità, per la morbosità del
raccapriccio e il piacere masochistico del disgusto. Stranezze nascoste
alla periferia della vista, ricercate per il disagio profondo e il fastidio
inafferrabile che suscitano. Finché la nausea non sale alla gola e la mente non
rigetta le confuse immagini parziali senza capo né coda, senza possibilità di
trovare un’unità somma delle parti.
Bestia e Xoom.
- L’ammiro
dott. McCoy, – esprime sincero il reverendo Xoom - anch’io ho dedicato la vita
alla ricerca della conoscenza in un mondo dove le persone temono ciò che non
conoscono. Si è mai chiesto quando s'inizia a pensare all'altro come a un
estraneo? Quando si creano i pregiudizi, i rancori, le aspettative negative e
riteniamo giusto biasimarlo, condannarlo, perché lo consideriamo
'diverso'?
- La
scienza e la filosofia si sono ormai abituate all’idea che non esista un unico
modo di considerare le cose che corrispondono alle cose stesse, reverendo. –
ammonisce bonariamente l’irsuto X-Man - Se l’altro ha un’opinione diversa, non
è detto che sia scemo, malvagio o pazzo, ma semplicemente che abbia considerato
aspetti diversi della realtà o li abbia valutati diversamente.
Fenice e Erik.
- Perché continui a fissarmi, fenice? forse perché il mio viso è più piacevole
da guardare di quello dei miei fratelli?
- Oh, no Erik! No. La… l’armonia dei tuoi lineamenti è più
rilassante, questo è vero, ma non è quello il motivo. Hai un volto
familiare. mi ricordi momenti piacevoli accanto ad una persona molto
cara. Quella persona era mio marito, ERIK. gli assomigli così tanto…lo
sai? non ho mai visto il colore dei suoi occhi, se non nei ricordi di un’altra.
- Non
capisco, ma vorrei essere quella persona, Jean. davvero. Vi ammiriamo
X-Men. Siete per noi un modello di riferimento. Siete la perfezione che
vorremmo raggiungere per sopravvivere. Dobbiamo essere come voi, abbiamo
bisogno di voi per affontare l’apocalisse che verrà e adattarci al nuovo mondo.
- Sopravvivere?
A-apocalisse?!
Bestia e Xoom.
- Quando ci irrigidiamo sulle nostre posizioni, ritenendo che siano
molto importanti possiamo pensare in modo assoluto. In questo modo potrebbe
essere difficile accettare un diverso punto di vista e essere certi di sapere
cosa è giusto e cosa è sbagliato.
- Quando
si è convinti di avere ragione, reverendo, - sorride la Bestia - non va
dimenticata la possibilità di sbagliarsi. E’ vero, liberarsi da idee e
pregiudizi che abbiamo avuto in testa per molto tempo è qualcosa che richiede
forza e coraggio. Ma è proprio cambiando idea che ci evolviamo. Anche se fanno
parte di noi, il loro destino naturale è quello di cambiare, di essere utili
per un periodo e poi di sparire e essere sostituite da altre. Un po’ come le
cellule delle ossa che nel giro di un mese muoiono e cambiamo senza che ce ne
accorgiamo.
- Liberarsi
dai pregiudizi, fare proprio il punto di vista altrui, prendendo ciò che
ritieni utile… Sì, McCoy, ecco un modo per accettare l’altro. – conferma Xoom,
compiaciuto.
- D’altro canto
cambiare idea non ci ammazzerà di certo. – continua ironico Hank - quindi
non ha senso essere troppo attaccati alle proprie idee.
- No. Non ancora, almeno. – cambia tono il reverendo, voltandosi a fissare la
Bestia negli occhi con severa espressione - Ho visto il futuro McCoy e il
futuro ha il suo volto. Il futuro può fare paura o essere meraviglioso.
Per vincere la paura dobbiamo affrontarla. Dobbiamo essere liberi di scegliere,
non dev'essere la paura a farlo per noi, non crede?
- Quello che dice
ha un senso, reverendo. anche se mentre parla mi accorgo che è sbagliato se lo
confronto a quello che vedo. ma non capisco il perché… - risponde disorientato
l’X-Man, avvertendo i primi segnali di un malessere incombente.
Fenice e Erik.
- Siete geneticamente i migliori per affrontare il futuro che ci
attende, Jean. Il reverendo Xoom è convinto di questo. Noi tutti lo siamo. Non
è un caso che il professor Charles Xavier vi abbia scelto tra tanti altri
mutanti e che riponga in voi tutta la sua fiducia per la realizzazione del suo
sogno!
- Xavier?! Come
sai di Xavier e degli X-Men? - se è
turbata non lo dà certo a vedere - questo gioco comincia a non piacermi. Se non
sei Scott Summers, chi sei, Eirk?
Una lampo scarlatto esplode improvviso dagli occhi di ERIK colpendo a
bruciapelo Fenice in pieno volto.
L’ x-woman, colta di sorpresa, viene sbattuta violentemente fuori da una
finestra, nel parco sottostante.
- Il mio vecchio nome umano non ha più importanza. Sono stato
ribattezzato. Il nuovo nome mutante che ho scelto è Erik, il Rosso! Il
primo Nuovo-Uomo senza difetti genetici e grazie a te fenice, presto, non sarò
più il solo.
Bestia e Xoom.
- Muoversi e’ meglio che non muoversi. se ci si muove si cambia, si modifica,
si vive. si apprende. Si prende con sé!
Alle ultime parole di Xoom, Bestia si ferma; porta la mano alla testa, chiude
gli occhi come infastidito da un’emicrania.
- Ho… ho come l’impressione di guardare dietro lo specchio.
l’immagine sbagliata di una buona idea di un amico. sono confuso. Que… questi
mutanti, le foro forme, le sue parole… mi confondono…
La Bestia si
piega sulle ginocchia. Prova a rialzarsi, ad afferrare il reverendo Xoom. Ma la
testa è pesante, i pensieri sono lenti, le braccia macigni.
- E’ sotto la radiazione di un intenso campo ad alta frequenza, McCoy.
L’intelletto e il suo equilibrio psicomotorio sono drasticamente alterati.
Xoom scivola
oltre la carrozzella, lascia cadere a terra la coperta che gli copriva le gambe
e impugna una siringa ricolma di un liquido sinistro.
- Oggi sono ancora un uomo, ma la mia condizione fisica è transitoria verso la
trasformazione finale! E tutto ciò ora è possibile grazie a voi X-Men e ai
vostri x-geni. ci si adatta per vivere. ci si adatta per sopravvivere, dottor
McCoy. Non voglio più avere paura del futuro!
Bestia non riesce ad opporre resistenza. Xoom con forza feroce affonda l’ago
dietro l’orecchio dell’ X-Man, iniettandone l’intero contenuto. Un ruggito
di dolore si perde nelle sale della Chiesa, la Bestia crolla a terra
incosciente.
Emma Frost.
La Regina Bianca percorre alcune stanze della casa guidata da Mary, la mutante
dai tre volti del numero scorso.
Improvvisamente Mary accelera il passo e corre oltre una porta aperta. Emma,
sorpresa, la chiama, tenta di seguirla, ma la porta si chiude di scatto. Allora
si volta, fa un passo in direzione della porta da cui è entrata, ma anche
questa si chiude silenziosa. E chiusa nella stanza, in trappola. I pugni ai
fianchi, con aria di sufficienza, parla ad un immaginario interlocutore.
- Ok, ci siete riusciti. Mi gira la testa, mi fa male provare a sondare le
vostre abominevoli menti. Anche questo è un altro dei vostri trucchi? Beh, c’è
una novità in città, freaks!
Emma schiocca le dita delle mani stringendole a pugno e la sua carne si
trasforma in diamante.
Sta per sfondare la porta di fronte a sé quando dall’alto un sottile raggio
rosso la colpisce all’altezza della spalla, facendole compiere un passo
indietro e una smorfia fastidiosa.
Erik è nascosto dietro una grata nell’alto soffitto a volta della stanza. E’
pronto a sparare un altro raggio dai suoi occhi.
- Magnifica, è magnifica miss Frost! Una mutazione tanto inaspettata quanto
stupefacente! l’evoluzione è cambiamento, il reverendo ha sempre
ragione! Dovremo con gioia riconsiderare la sua parte nel gioco, regina
bianca.
La X-Woman, furiosa, guarda la propria spalla. Un filo di fumo si alza dove il raggio
l’ha colpita. Alza lo sguardo verso Erik.
- Spero per te che tu abbia un piano b, ragazzo. Perché ti vengo a prendere,
vuoi scommettere?
- Il laser taglia il diamante, miss Frost.
Una serie di raggi laser riempiono la stanza incrociandosi a varie altezze,
semirette scarlatte dagli angoli molteplici, a formare una ragnatela rossa di
morte che intrappola a Regina Bianca, impedendole qualsiasi movimento, immobile
se non vuole rischiare il contatto con le lame di luce.
- Quanto è impenetrabile l’esoscheletro adamantino? Quanti laser può
sopportare? Io non scommetto per principio, miss Frost. Mi piace andare
sul sicuro. E lei?
Uomo Ghiaccio e
Colosso
Bobby e Peter passeggiano con una certa apprensione, tra gli sguardi curiosi
dei mutanti nel parco antistante la Chiesa.
- Mi sento Hansel nella casa di marzapane, Gretel. Solo che lì di streghe ce
n’era una sola.
- Andiamo Bobby, benché siano… bizzarri, non è certo il motivo affinché siano
trattati da emarginati tra gli emarginati.
- Ok, cuor di leone, so cosa vuol dire essere un mutante fortunato. – si
scusa Bobby, facendo l’occhiolino all’amico.
I mutanti si avvicinano agli X-Men circondandoli. Si fanno sempre più numerosi,
schiacciando i due X-Men uno contro l’altro, sovrastandoli.
- Non vi sarete mica offesi?!
- Siamo qui per aiutarvi. Faremo il possibile, avete la nostra parola. non
spingete, non è il caso. parlate, cosa volete… - e rivolgendosi all’amico
- Ripensandoci, Uomo Ghiaccio, sono d’accordo con te. questa non è una
manifestazione d’affetto. Non mi piace e non voglio far loro del male, portaci
via di qua.
ZAC!
Un colpo secco, veloce. L’eco si perde nel vuoto. I mutanti si fermano,
guardano l’Uomo Ghiaccio.
Colosso subito non comprende, si guarda intorno alla ricerca della fonte di
quel suono, così familiare.
Poi vede, accanto a sé, L’Uomo Ghiaccio terrorizzato che non riesce a
distogliere la vista dal petto.
Un buco al centro del torace, la sua mano che passa da parte a parte.
Bobby crolla a terra, senza parole.
- Bobby! Bobby! Oh Dio! Che cosa è successo?! Un dottore, presto… Hank!… Per il lupo
bianco, lasciatemi passare. No! Nooo, cosa fate! lasciatemi passare!
lasciatemi! Lascia…
Colosso si piega a raccogliere tra le braccia l’amico morto. I mutanti si
riversano su di lui, facendogli perdere l’equilibrio. Cade, sepolto sotto una
montagna vivente.
Wolverine
Wolverine è
giunto di fronte al maestoso portone antico a doppia anta, in bronzo battuto su
cui è incisa per tutta la sua grandezza, una fenice di fuoco che rinasce dalle
ceneri.
” Che mi venga?!… ” pensa.
Logan si fa strada attraverso il portone e giunge nella stanza al di là.
CHIUDI SU: l’espressione di Wolvie è quella di chi ha visto un fantasma.
Stupito, incredulo ai propri occhi, anche tutti gli altri sensi sembrano
tradirlo. La persona che sta vedendo è reale.
- Mariko. – sussurra.
Ma non può essere reale, lui sa che non lo è.
E tutto diventa rosso per un momento. Quando anche i sensi su cui è costruita
la tua vita non hanno più senso, la follia trova una breccia nella tua mente e
uccide il tuo cuore.
Rosso. E’ il colore della bestia che prende il sopravvento. E’ l’istinto di
sopravvivenza.
- No. Non… nooo! T-ti uccido! Hhaauurrr!
Wolverine si acceca, strappandosi gli occhi con gli artigli. Una maschera di
sangue urla la sua rabbia e il suo dolore. In preda all’istinto omicida si
getta sulla creatura per salvare se stesso.
FINE SECONDA PARTE, CONTINUA…
TERZA E ULTIMA PARTE.
Erik il Rosso è giunto nelle catacombe della
Chiesa per scortare ai piani superiori la Cosa Che Muta, il corpo e il sangue
del Salvatore, colui che è il suo nuovo Padre e gli ha donato la nuova vita
mutante di Nuovo-Uomo. A differenza dei suoi nuovi fratelli geneticamente
svantaggiati, fino ad ora è stato l’unico uomo a rinascere perfetto. Ora con la
cattura degli X-Men, il reverendo Xoom gli ha promesso che quel privilegio sarà
alla portata di tutti.
Trova l’enorme porta a doppia entrata recante il
simbolo fiammeggiante della fenice, custode del Salvatore, sventrata. E’ allarmato.
I lampi scarlatti irradiati dai suoi occhi spalancati al buio della cripta
saettano febbrili in cerca del responsabile del sacrilegio. Lo stomaco gli si
chiude dalla paura e un brivido lungo la schiena fa vacillare i sogni di
trionfo che forse troppo presto ha creduto realizzati.
Il reverendo Xoom. Presto. Occorre avvertirlo
che qualcuno o qualcosa è nel cuore della Chiesa. Qualcuno o qualcosa è qui con
il Salvatore. Terrore. Panico. Cosa ne è della Cosa che Muta?
Poi qualcosa lo blocca, un formicolio alla base
della nuca attira la sua attenzione. Erik si volta e nell’oscurità getta il
rosso sguardo nell’abisso. Di fronte ha se stesso e il dubbio trova una breccia
nella sua mente. Riversa tutta la sua impetuosa potenza allargando la crepa nel
muro delle certezze del suo cuore, provocata dall’incontro/scontro con Jean
Grey, facendolo crollare in un grido di dolore.
- Non… non vuoi credere in quello che Xoom dice… io… voglio… credere…
paura… hai?… paura… Xoom… mente!?… no…
ti sento… adesso… ci vedo… no… ho paura… Xoom?… non ho paura… di Xoom… se
mente… ho sempre… sempre avuto paura… di mentire… a me stesso… se… se tu sei
me… io… chi sono!?… chi è Scott Summers!?
Erik, piegato su un ginocchio, alza lo sguardo
su se stesso e colpisce con la rabbia della disperazione. Potente come un treno
in corsa il raggio ottico investe in pieno il suo doppio schiacciandolo con
forza inaudita contro la parete rocciosa della catacomba.
Il doppio cade a terra, ma si rialza, le carni
martoriate e le ossa sgretolate dalla forza concussiva del colpo. Il volto si
spacca e la pelle si apre stridula, come il gesso troppo lungo su una lavagna,
rivelando un volto e un corpo agghiacciante: En Sabar Nur, Apocalisse! Il
mutante immortale si erge per tutta la grandezza della catacomba, il ghigno
malefico in gesto di sfida. Allunga inverosimilmente un braccio largo quanto un
tronco d’albero, ma la paura che paralizzava Erik è scivolata via, portata
dalla corrente delle domande che, col passare dei secondi, si fanno meno
confuse.
Lampi di fuoco colpiscono come pugnali Apocalisse, incrinandone la pelle
marmorea. Come cocci di terracotta al sole, le membra e il volto dell’egiziano
vanno in pezzi. In un gioco perverso di scatole cinesi, Scott Summers osserva
di nuovo Scott Summers.
- Il fattore-X è forte in te, Scott Summers. – afferma il doppelanger - neanche il primo mutante può corromperlo. Guardami, non fuggire da te stesso.
Il vero Scott Summers appoggia una mano sulla
spalle del suo doppio, una lacrima gli riga il volto sudato. Si stringono in un
abbraccio fraterno. I lineamenti del doppio mutano come argento vivo in una
nera cappa che avvolge entrambi nell’oscurità più assoluta. Una figura fino ad
allora in disparte, si rivela.
- Bentornato, slim. Giusto in tempo per aiutarci.
La Bestia e Xoom.
Henry ‘Hank’ McCoy è incateno ad un tavolo
autoptico; le membra in preda ad un delirium tremens mentre sotto pelle
invisibili correnti increspano la carne in un raccapricciante movimento
frenetico.
- C… cosa mi ha iniettato, Xoom? – domanda, osservando
disgustato le sue carni martoriate.
- La ricerca di tutta una vita, McCoy.
- S… sta…
giocando con troppe vite… - digrigna i denti in una smorfia di dolore.
- Cerco una risposta. – continua, indifferente al dolore della Bestia.
- Non la troverà in questo ceppo genetico. È troppo instabile.
- Allora, alla
fine, ha capito.
- Malinconicamente ne riconosco gli effetti. Su me stesso. È notevolmente
più complesso, una variante più strutturata dei miei primi studi alla brand
corp., ma è altrettanto virulento… come ho appurato disgraziatamente sui
cadaveri degli uomini trovati nella metropolitana.
- Los Angeles, Washington, D.C., New York… quando la paura e più forte
del coraggio. Do speranza, McCoy. A tutti quegli uomini e quelle donne
terrorizzati dai mutanti. Si sentono minacciati, smarriti e impotenti. Vittime
delle circostanze, di una vita che sentono di non poter più controllare. -
L’evoluzione li ha condannati all’estinzione, dottore! - rapito improvvisamente
dalla rabbia, Xoom, paonazzo in volto, gli occhi fuori dalle orbite, è incapace
a controllare l’emozione - Perché negare loro il diritto di decidere il proprio
destino? Il diritto e la speranza in un domani migliore! - quanto velocemente
si è infuriato, altrettanto repentinamente riacquista il controllo.
Agghiacciante sbalzo d’umore, con la mano tremante, tocca ansiosamente il
ciondolo a forma di fenice che porta al collo.
- Io… io lo so… l’ho compreso e… accettato. I mutanti sono il futuro, McCoy. Più forti, più veloci, più adatti al
mondo che verrà. - la voce gli sale di tono in preda all’ansia,
lo sguardo è tronfio di sé - è ora di non
avere più paura dei nostri figli! Quando l’homo sapiens superior erediterà la
terra, io e chi crede in me saremo con loro, perché saremo come loro!
Avvicina il viso a quello della Bestia, la voce tremula, confidente.
- Abbiamo il diritto di fare tutto il possibile per vivere! Xavier ha
aperto la sua mano agli uomini. Non ho fatto altro che afferrarla e tirarmi su!
Da suo pari, ora, sono un nuovo-uomo, sono un mutante!
- La paura le ha fatto commettere una follia e l’odio le ha ottenebrato la
ragione, Xoom… Xoom? È il suo vero nome? Non è minimamente chi dice di essere.
Chi è, lei?…
Xoom si volta di scatto e lascia celere la bestia alle sue spalle dirigendosi
verso l’uscita della sala. Hank prova invano con la forza della disperazione a
strappare i ceppi che lo tengono prigioniero; in preda al dolore più atroce è
il suono sinistro della sua anima che cede ad innalzasi sopra le parole.
- In nome di dio, Xoom, ascolti! Non si rende conto? Chiunque sia stato
infettato con questo virus, morirà! Andrà incontro ad una mutazione genetica a
catena talmente veloce e instabile che sfalderà la doppia elica del dna
stressata dai repentini cambi di configurazione dei nucleotidi di base. Xoom,
mi ascolti! Sta commettendo un grave errore! Questo gene x è un’aberrante
versione dell’originale. Una via transitoria dal primitivo ceppo genetico, che
isolai alla Brand Corporation, e una recentissima variante potenzialmente
stabile e manipolabile! Oh, stelle e strisce, Xoom! Non è il gene buono, ma
quello cattivo!… non è il gene buono! Xoom!… Xoom!…
Colosso e l’Uomo Ghiaccio.
Sorvegliati a vista da una serie di mostruosi giganti mutanti , Peter
accovacciato a terra, le lunghe gambe distese, in forma corazzata, tiene tra le
braccia l’amico. Bobby, supino, è immobile, occhi chiusi, la testa appoggiata
sulle cosce d’acciaio di colosso, le braccia distese lungo i fianchi, pare
addormentato. Un buco impressionante passa da parte a parte il torace di
ghiaccio.
- Sei triste, mutante? – domanda sarcastico uno dei Nuovi-Uomini - Il tuo
amico non è più così bello come prima, eh? Ah! Ah! Ah!
- Non sono preoccupato per lui, ma per voi.
- Che cosa vuoi dire!? – sbotta un altro Nuovo-Uomo - Vi abbiamo in
pugno! Gli x-men! I migliori esemplari della razza mutante, sconfitti nel
morale e nella fiducia! La tua psicologia spicciola non mi avrebbe fregato
nella mia vita umana precedente, figuriamoci adesso!
- Abbiamo il potere di competere con te, X-Man. – incalza il primo - E
presto i tuoi geni saranno i nostri, così non dovremmo più nascondere le nostre
brutte facce al mondo!
- Non mi sembrano così speciali questi X-Men, fratelli. – giudica un terzo -
Guardatelo! Se ne sta li, fermo. Se fossi al suo posto, lo sa dio, se tirerei
giù questo posto pezzo per pezzo!
- Sono triste, perché mi rendo conto che non sono le persone come voi che
costruiranno un mondo migliore. – risponde loro l’X-Man d’acciaio, senza
apparente espressione o tono minaccioso - Volete ottenere il potere con
l’inganno e la forza perché vi sentite deboli e impotenti e li userete affinché
altre persone un domani provino quello che ancora oggi sentite nei vostri
cuori. Non è la pace che voi cercate… e’ il dominio! – una pausa, li guarda
fisso negli occhi, dissipando nei tre Nuovi-Uomini la forza mascherata da
strafottente arroganza.
- Il mio amico si è trovato in passato in questa situazione, ma adesso
non ha più paura, agisce per guarire, perché ha imparato dai suoi limiti ed è
cresciuto. La vostra paura è sincera, ma siete schiacciati da essa. Insieme,
potevamo aiutarvi a superarla. Noi non siamo speciali perché siamo mutanti o
X-Men. Con un po’ di presunzione lasciatemi dire che mi sento speciale perché
credo e lavoro per un sogno speciale. Non ho bisogno di uscire di qui con la
forza, state già perdendo, la controffensiva è iniziata.
Emma Frost.
Immobile al centro di una stanza, i raggi laser disegnano una mortale ragnatela
rossa impedendole qualsiasi movimento. La pelle adamantina ha lasciato il posto
alla morbida carne. Sprezzante del pericolo, la sua attenzione non è rivolta
alla sua incolumità, ma a chi ha più bisogno di lei. Se avesse il lusso di
pensarci su, ironizzerebbe sul cambio di prospettiva sempre meno insolito da
quando frequenta Xavier e gli X-Men.
* E’ la prova del nove, Bobby Drake. Non vorrai deludermi? * gli comunica
telepaticamente.
* Sapevo che a me ci tenevi, Emma. *
* E’ un mondo nuovo anche per me, ma paradossalmente mi muovo a mio agio.
È tutto così… naturale. In forma adamantina non ho poteri telepatici, nessun
sentimento, né comprensione. Ho il cuore freddo e duro… ti ci devi
abituare. *
* Non sono più un bambino. Sono responsabile delle mie scelte. Sai… ho un
buco in pancia, che potresti vederci dall’altra parte… *
* Ok, Iceman. Sali sulle montagne russe con me. Rilassa la tua attenzione
sull’ambiente esterno e volgiti all’interno. La tua convinzione di manipolare
mentalmente le molecole di idrogeno ed ossigeno esclusivamente nell’ambiente è
il riflesso della tua coscienza troppo impegnata ad agire all’esterno.
Concentrati sulle sensazioni che avverti… concentrati sul corpo e rendi
autocosciente il potere: ambiente, mente, soma, sono parti di un tutto. Volgiti
all’interno. Una d’idrogeno… *
* …due d’ossigeno. Cambio i legami delle molecole in difetto. Gioco a dio
con le particelle subatomiche della creazione. Raggiungo il 100%. Che cosa è il
ghiaccio se non acqua allo stato solido? *
* ora, tirami fuori di qui. * gli sorride compiaciuta la Regina Bianca.
Colosso e l’Uomo Ghiaccio.
Il torace dell’Uomo Ghiaccio è di nuovo integro. Con gli occhi della mente,
Bobby vede ancora il volto fiero e bellissimo della regina bianca sorridergli.
Lentamente apre gli occhi, si stira; vede colosso che l’ha protetto mentre si
concentrava in meditazione, gli fa l’occhiolino in segno di complicità e
gratitudine e non curante dei nuovi-uomini che li circondano sbigottiti e
sorpresi, esulta con gioia dirompente per l’impresa.
- Yeahhh!!! – urla euforico.
- Ben svegliato, tovarish.- lo saluta Colosso.
L’Uomo Ghiaccio corre a testa bassa verso i Nuovi-Uomini,
che si apprestano a fermarne l’evasione. Si tuffa in avanti e compie una
capriola a mezz’aria, tutt’intorno prende forma un pista di ghiaccio dalle
spesse pareti ad u, s’insinua tra i Nuovi-Uomini, serpeggia tra le gambe e i
fianchi. Bobby atterra in pista, supino, le gambe distese, le mani dietro la
nuca, i gomiti uniti sopra la testa; come un olimpionico senza bob, l’uomo
ghiaccio scivola all’interno del percorso ad u, veloce come una pallottola.
I Nuovi-Uomini più vicino alla pista di bob perdono
l’equilibrio, cadono rovinosamente a terra o rimangono presi nel ghiaccio
formatosi alla base della pista, impossibilitati a muoversi, mentre l’uomo
ghiaccio sfreccia veloce oltre di loro. Alcuni tentano di raggiungerlo, ma
vengono fermati da una voce d’acciaio.
- Qualcuno dei presenti, aveva qualcosa da dire?
– ricorda loro Colosso, schioccando le dita in un tintinnio metallico, pronto a
menar le mani.
Jean Grey.
Fluttua a mezz’aria, le gambe e le braccia
incrociate, al centro di un cerchio vivente di Nuovi-Uomini, una mezza dozzina
di uomini e donne geneticamente alterati per ottenere facoltà mutanti
telepatiche, è concentrata nella posizione del fiore di loto. L’intangibile potere
mutante rivela la sua presenza attraverso il corpo deforme dei Nuovi-Uomini:
crani abnormi su corpi esili ed emaciati, protuberanze grottesche ed
escrescenze repellenti, tirano allo spasimo la pelle, sull’orlo del collasso.
Sei menti meta-umane per sedarne una mutante e piegarla al volere del loro
leader.
Il duello telepatico è rimasto a lungo in
stallo, ma i corpi troppo repentinamente ed esageratamente deformati dei
Nuovi-Uomini, non sopportano ulteriormente lo stressante dispendio di energie
mentali. La pelle del cranio di una donna si lacera, un fiotto rosso sangue si
sprigiona dirompente verso il cielo, accompagnato da un urlo disumano di dolore
e terrore: un Nuovo-Uomo è a terra. La defezione, distoglie dalla
concentrazione i suoi fratelli, spaventati, non contengono più la forza mentale
di Fenice.
Fenice apre le braccia e distende le gambe, il volto sereno, i capelli rossi si
muovono di vita propria, si espandono in un colore sempre più acceso; prendono
fuoco e le fiamme imitando la forma di un maestoso uccello di fuoco avvolgono
con il loro calore, senza consumarli, la donna a terra morente e i Nuovi-Uomini
che osservano la scena spaventati e allo stesso tempo meravigliati.
Com’erano iniziate, le fiamme si ritirano e i
capelli di Jean ricadono rigogliosi sulle sue spalle. Fenice è accanto alle
donna a terra. E’ morta, ma sul suo viso non sono presenti i segni del dolore.
I Nuovi-Uomini, si alzano e si avvicinano. Non sono più una minaccia.
- Il corpo ha ceduto. – conferma loro
Jean, accarezzando il volto deforme della donna - L’ho aiutata a
sognare il momento più bello della sua vita: la nascita di sua figlia. Prima
che le sentinelle lanciate da Onslaught distruggessero il palazzo dove dormiva
innocente. È morta con la gioia nel cuore. - I Nuovi-Uomini sono confusi,
incerti sul da farsi - Anche il vostro corpo cederà sotto la pressione della
mutazione in atto. Non vi salveremo accelerando la mutazione con i nostri geni.
Permetteteci di aiutarvi, non vi lasceremo soli faccia a faccia con la morte.
Scott Summers, la Cosa che Muta completamente
incappucciata e Wolverine raggiungono Fenice e i cinque Nuovi-Uomini.
- Amici, cretetele, perché siamo stati
ingannati. – si sofferma a guardare Jean, rivolgendole un dolce sorriso prima
di continuare - Ho parlato al Salvatore e mi ha rivelato la verità: Xoom è
folle e ci ha usati per nascondere a se stesso i suoi luridi peccati!
- Ma… ma tu… sei… sei la prova che possiamo… -
obietta un Nuovo-Uomo.
- Non sono chi credevo di essere. Non sono mai stato un homo sapiens, i
raggi ottici e il mio aspetto non sono il frutto delle manipolazioni di Xoom.
Il mio nome è Scott Summers e sono sempre stato un mutante. – il seme della
paura inizia ad attecchire nel cuore dei Nuovi-Uomini, ma subito Ciclope lo
sradica - Mi si spezza il cuore doverti dire queste parole, Argos. Ma oggi ho
finito le lacrime. Dobbiamo reagire e trovare un’alternativa migliore alla
disperazione.
Jean richiama l’attenzione di Scott
appoggiandogli una mano sulla spalla; nel frattempo Wolverine avverte un odore
nell’aria.
- Scott, troppe informazioni. Troppe
angoscianti verità. Sono confusi.
- D’accordo, li calmeremo. – e si rivolge con fermezza alla Cosa che Muta -
Luther, fai quel che devi.
La Cosa che Muta, di nome Luther, agisce alle
parole di Ciclope. Si toglie il cappuccio e apre il largo mantello nero. I
Nuovi-Uomini hanno occhi solo per lei. Nel frattempo Wolverine è sparito. -
- Il salvatore! È con loro!… aiutaci…
I Nuovi-Uomini si inchinano venerandi. Scott avverte
tempestivamente Jean di non guardare Luther, l’essere che chiamano il
Salvatore.
- Jean! Non lasciarti rapire dalla sua vista, quando il suo potere
mutante è attivo!
La creatura vi avvicina ai mutati e li
consola.
- Scott… chi è!?.. Che cos’è!?…
- e’ un miracolo.
I Nuovi-Uomini corrono ai quattro angoli della
chiesa dell’evoluzione celeste, fedeli alle parole del salvatore, devono
portare la triste novella e parole di speranza a tutti i loro fratelli e
fermare l’attacco agli X-Men. La cosa che muta abbassa il cappuccio sul viso e
copre le sue membra sotto il mantello.
- Ti crederanno, Jean Grey.
- Che cosa gli hai detto, che cosa hanno visto?
- Quello che volevano vedere.
Emma Frost e L’Uomo Ghiaccio.
La Regina Bianca aspetta fiduciosa, nella sua mente è viva l’immagine dell’Uomo
Ghiaccio lanciato in una pista di bob verso l’ingresso della sua cella.
Telepaticamente funge da faro per condurlo a destinazione. Lo vede catapultarsi
fuori dalla pista, freddare con un’occhiata i Nuovi-Uomini intenti a fermarlo,
portando rapidamente a basse temperature il loro metabolismo quanto basta per
addormentarli, senza ucciderli.
Le bocce laser s’incrinano ghiacciandosi, le componenti elettroniche smettono
di funzionare danneggiate, i raggi laser che la tenevano prigioniera si
spengono. La porta della cella si congela; Emma muta in forma adamantina e con
un solo calcio sfonda la porta.
Dietro la porta, l’Uomo Ghiaccio. Entrambi, con
un comando mentale impercettibile, spengono i loro poteri mutanti. Occhi
azzurri si specchiano in occhi azzurri, gettandosi le braccia al collo si
scambiano un lungo bacio appassionato.
Fenice, Ciclope, la Cosa che Muta di nome Luther assistono
al ritorno di Wolverine, tornato nel gruppo con un ospite molto atteso. Logan
esce da dietro la vegetazione, trascinando con sé il reverendo Xoom, gli punta
alla tempia il pungo chiuso.
- Bene, cocco. Dicci anche tu quello che vogliamo sentire.
- No! No, bestia! Stammi lontano, abominevole bestia! – gli urla contro Xoom in
preda al panico - Non farmi del male! non puoi farmi del male! Sono come te,
sono un mutante.. un mutante… non hai il diritto di minacciarmi, non devi farmi
del male!… no, no! Non mi fai più paura, bestia schifosa… sono come te, sono un
mutante.. sono un mutante…
Wolverine osserva sconvolto i compagni, agli
occhi di tutti è evidente quanto Xoom sia precipitato nell’abisso della follia.
Disgustato, butta a terra Xoom, che cade carponi, tremante e piagnucolante.
- Uno svitato, è solo uno svitato.
- Che cosa ha fatto… - mormora Ciclope.
- Chi è veramente? La sua mente è in preda ad un turbine d’odio e di paura,
c’è troppa confusione per interrogarlo.
- C’è un modo per saperlo, Jean. - risponde Scott e con un cenno del
capo impartisce un ordine a Luther.
La Cosa che Muta si avvicina a Xoom e
istintivamente i tre X-Men distolgono la vista al cambiamento che avviane sotto
le nere vesti del mutante chiamato Luther. E’ infine un suo richiamo ad
avvertirli di riaprire gli occhi.
Nessuno degli X-Men si sarebbe mai aspettato di vedere quell’uomo dinnanzi a
loro; Xoom rimane paralizzato dal terrore, come se fosse comparso uno spettro.
Quest’uomo non era mai stato un amico, ma tempo addietro aveva spostato la
causa del sogno. Era un uomo comune della cerchia stretta di collaboratori
“amici di Xavier”, la cui curiosità, gli studi e le ricerche sul comportamento
dei mutanti, l’avevano portato a collaborare a stretto contatto con Moira
MacTaggart al Centro di Ricerche sull’isola Muir, al largo della Scozia e alla
conoscenza approfondita di molti dei segreti dei mutanti e degli X-Men in
particolare. Una ciocca bianca tra i capelli castani, appoggia ad un bastone il
peso di una gamba martoriata…
- Rory Campbell! – esclama Fenice, sorpresa.
- Questo è tuo. – dice con disprezzo Luther, lasciando cadere il bastone al fianco di Xoom.
- Luther ha l’incredibile capacità di mostrarci anche quello che non vogliamo
vedere. – rivela Ciclope.
- Anche se sepolto nel profondo della nostra anima. – aggiunge Wolverine, memore dell’incontro con la cosa che
muta nelle catacombe della chiesa.
- Xoom… ha manipolato geneticamente il suo
aspetto!?…
- L’ha fatto per mesi, da quando lo conosco, Jean. – conferma suo marito - Come ha voluto
che lo facessero tutti i Nuovi-Uomini.
L’Uomo Ghiaccio e Emma Frost raggiungono i
presenti piroettando acrobaticamente dall’alto di una caratteristica slitta di
ghiaccio.
- I… i Nuovi-Uomini, Jean… si sono arresi… mi hanno detto
che vi avremmo trovato qui… che sta succedendo!? – si chiede Bobby, guardando a
turno, sorpreso e confuso, Rory Campbell, Xoom a terra e Scott Summers mentre
parla con Jean.
Nel frattempo Xoom tremante alla vista di se stesso, terrorizzato, tenta
ulteriormente di negare ciò che vede e che aveva giurato di cancellare per sempre
coprendosi gli occhi in modo infantile. Wolverine lo costringe ad aprire le
mani e gli strappa dal collo il ciondolo della Fenice.
- E questo,
cocco, cosa significa? E la fenice nelle catacombe, l’hai dipinta tu?
- Sì, mister Logan. – interviene Luther - L’ha fatto perché aveva paura.
Credeva che l’incommensurabile potere della fenice lo proteggesse dai suoi
demoni interiori.
Wolverine, sempre più disgustato da quell’uomo, gli getta in faccia il suo
prezioso ciondolo.
I lineamenti di
Luther tremano e il volto e le sembianze di Rory Cambell spariscono sotto il
cappuccio e il mantello nero. Scott Summers gli appoggia una mano sulla spalle
in segno di conforto e amicizia.
Colosso raggiunge trafelato il party. Tra le braccia regge preoccupato il corpo
incosciente della Bestia. Henry McCoy ha subito un’ennesima mutazione: è “la
Bestia” dall’aspetto felino, più grosso, la pelliccia di un blu intenso, più
folta, gli arti più simili ad una zampa gigantesca che ad un braccio umano, la
testa enorme di un leone addormentato.
- Compagni…
aiutatemi… Henry… è cambiato…
Shockata come gli
amici, Jean Grey prende in mano la situazione.
- Va bene. Torniamo a casa.
FINE.
NOTE:
Gli eventi inerenti il virus mutageno, l’attacco
alla metropolitana a Times Square e il fattore X sono stati narrati in X-Men #1
e 2 by Marvel IT (MIT).
Scott Summers, alias Ciclope, marito di Jean Grey, torna qui per la prima volta
dopo la sua presunta morte avvenuta durante la ‘Saga dei Dodici’ o le “Ere di
Apocalisse’ che dir si voglia, ultimo tassello di x-continuity ufficiale
narrata sugli albi Marvel Italia, da cui poi iniziano le avventure di questa
serie ambientata nel MIT Universo.
Luther, la Cosa che Muta, è qui alla prima e non ultima apparizione.
’La Guerra dei Mondi’ e il relativo coinvolgimento degli X-Men sono narrati
nella miniserie omonima e in X-Men #5 by MIT.
Alcune doverose annotazioni sul villain protagonista di questa mini saga: Rory
Campbell.
Il Dottor Roderick Campbell è un psicologo la cui storia non è ancora stata del
tutto rivelata, benché avesse conosciuto la ricercatrice Moira MacTaggart in
passato (e ritengo anche Charles Xavier, che l’avrebbe avvicinato a lavoro
della donna). Recentemente, Campbell ha accettato di divenire l'assistente di
Moira all'isola Muir, nello stesso periodo in cui il supergruppo mutante
Excalibur usò l'isola come quartier generale. Durante uno sfasamento
spaziotemporale, quando Capitan Britannia è tornato dai limiti del tempo
scambiandosi con Rachel Summers, Rory ha visto una versione futura di se stesso:
il cacciatore di mutanti Ahab della timeline alternativa di "Giorni di
Futuro Passato". Dalla visione Campbell è divenuto risoluto nell'impedire
che quel suo tragico futuro si avverasse. In seguito ha perso una gamba nel suo
sistema d'interrogazione a griglie laser per mutanti criminali e il dolore
provato ha esacerbato l'idea ossessiva controproducente e impossibile di
prevenire le azione che lo condurranno alla dannazione della sua anima.
Ultimamente, ha fatto perdere le sue tracce e ha provvisto Sebastian Shaw di
informazioni cruciali sul virus Legacy. Durante le "Ere di
Apocalisse" potrebbe essere stato trasformato in Carestia II, benché ci
sia confusione sostanziale su questo
fatto. io ho scelto di ignorarlo, preferendo per lui una fine peggiore.