Marvel IT Presenta…

 

X-MEN

 

Il Corpo Tiene il Conto

Utimate Edition

 

 

Story by            Mr. T

Produced by      Marvel IT

Directed by        Your Imagination

 

INTRODUZIONE
A grande richiesta (vi dico che è così ;) ecco la versione in prosa della minisaga ‘il Corpo Tiene il Conto’, presentata in X-Men # 6,7,8 by MIT. Dopo averla riletta tutta d’un fiato posso dire di essere soddisfatto (certo, il meglio è sempre un po’ + in là ;) il senso del dramma è buono e i personaggi sono vivi più che mai. Potrei impegnarmi in pagine e pagine di descrizioni per ogni azione, ogni parola scritta, ogni atto è stato ben ponderato e tutti i partecipanti hanno il loro momento sotto i riflettori. Quanto a voi, cari x-lettori… non avete più scuse per non leggerla! Fatemi sapere che ne pensate!

 

Cast List:

Jean Grey

Fenice

E per la prima volta sui vostri monitor (o forse no…):

Hank McCoy   

Bestia

Peter Rasputin

Colosso

Logan

Wolverine

La Cosa che Muta

?

Bobby Drake

Uomo Ghiaccio

Reverendo Xoom

?

Emma Frost

Regina Bianca

Erik, il Rosso

?

Charles Xavier

Professor X

a

?

 

 

PRIMA PARTE.

PROLOGO.

 

Buio. Freddo. Umido. Gli ultimi raggi di luce provenienti da oltre una porta quasi del tutto chiusa, disegnano le forme di tre persone. Una dietro l'altra stanno scendendo una scalinata di pietra. Non ne scorgiamo i volti, non capiamo cosa vestono, né quali siano le loro intenzioni. Il primo, colui che chiude la porta, è più alto e magro, un lampo scarlatto al centro del viso testimonia la sua presenza; il secondo sembra appoggiare il peso di una gamba zoppa su un bastone; la terza, più piccola, dalle forme femminili poco pronunciate è ricurva su se stessa, come se portasse sulle spalle il greve peso del tempo racchiuso in quelle catacombe.

La porta è stata chiusa, la tenebra riacquista il suo regno. I loro occhi non devono attendere: un bagliore rosso rischiara la volta e ne disegna le silouette, proiettando lunghe ombre sulla roccia nuda.

- Tutte le persone temono ciò che non conoscono. – dice l’uomo di mezzo.

Al loro passaggio verso il basso il buio divora il terreno lasciato dietro il cammino.

- Ti sei mai chiesto quando s'inizia a pensare all'altro come a un estraneo? Quando riteniamo giusto biasimarlo, condannarlo, perché lo consideriamo 'diverso'? Sei d'accordo che nella vita bisogna avere dei valori in cui credere? Sei d'accordo che esistono dei valori universali che tutti accettano?

Tutto è rosso. Giungono in un punto in cui il cunicolo si apre; i gradini finiscono e danno su una grande volta. Un portone antico a doppia anta, in bronzo battuto dai riverberi scarlatti si rivela maestoso ai loro occhi. Inciso per tutta la sua grandezza, una fenice di fuoco rinasce dalle ceneri di un rosso scuro come il cuore della Terra.

- Bene, pensando in questo modo potrebbe esserti difficile accettare un diverso punto di vista. Pensa a ciò che ritieni importante, la famiglia, l'amicizia, la religione, la nazione? Quando ci irrigidiamo sulle nostre posizioni, quando riteniamo che siano molto importanti, possiamo pensare in modo assoluto e essere certi di sapere cosa è giusto e cosa è male.

L’uomo di mezzo appoggia benevolmente la mano destra sulla spalla della donna in prima fila; entrambi continuano a tenere lo sguardo fisso in avanti, sul mistero che si rivela di fronte a loro mentre la silenziosa figura che li seguiva, avanza e apre cerimoniosamente il portone di bronzo. Le ante si spalancano all'esterno e il lampo scarlatto s'insinua penetrante tra le porte.

- Allora diveniamo intolleranti verso chi viviamo 'diverso' da noi. Si creano i pregiudizi e il 'diverso' è allontanato dalla comunità. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

E’ una stanza senza confini, nascosti alla vista, perduti nelle tenebre, che si richiude sui presenti come un sudario freddo e bagnato e un’inospitale leggera pioggerellina, originata dalla condensa creatati nelle alte volte, cade sui volti e le membra penetrando gelata fino alle ossa.

L'uomo dall'occhio di fuoco si sposta di lato, un passo indietro agli altri due, calmo, le braccia dietro la schiena. Avanzando con passi riverenti al centro della stanza per la prima volta i lineamenti del viso della terza figura, tra le ombre scure e i lampi scarlatti, prendono forma: è una donna. Una donna comune, bionda, sulla trentina, magra, trascurata, un po’ scialba. Il suo sguardo è fisso sul trono di pietra di un re decaduto, rapito dalla vista di qualcosa o qualcuno seduta sopra di fronte a lei. E' spaventata e eccitata allo stesso tempo, le braccia piegate, tremanti e insicure con i palmi uniti in attesa di ricevere un dono a lungo agognato e promesso.

- Ricorda, - continua l’uomo di mezzo, la mano ancora appoggiata sulla spalla della donna, il volto celato dall’oscurità - per vincer la paura dobbiamo affrontarla. Dobbiamo essere liberi di scegliere, non dev'essere la paura a farlo per noi. Liberati dai pregiudizi, fai tuo il punto di vista altrui e prendi ciò che ritieni utile. Accetta l'altro. Non devi stare male.

Ed ecco l’alterità fatta carne, la sua immagine viaggia luminosa, colpisce il cristallino e attraverso la pupilla entra nell’occhio della veneranda depositandosi sulla retina si scarica lungo il nervo ottico, circonvoluzione autostradale che trova infine sbocco sul lobo occipitale investendolo di elettrici significati di una caleidoscopica visione che sfugge ad una categorizzazione preordinata:

illuminato a rosso, un corpo, le braccia informi, i gomiti appuntiti e la testa deforme incuneata nella carne. La schiena e il viso sezionato contemporaneamente visibili. La bocca, le orecchie, gli occhi senza proporzioni tra le parti nello spazio, contraddicono ogni legge compositiva della natura. Il corpo frantumato in molteplici parti inconciliabili fra loro, giustapposte in un unico spazio compresso. L’espressione vivente del Cubismo (di Picasso: “Ritratto di Ambroise Vollard”, 1910; “Ritratto di Dora Maar”, 1937; “Donna che piange”, 1937).

Una mano della donna inebriata dalla visione affonda nella carne della creatura. Ne estrae un occhio e si sofferma a guardarlo nel palmo imbrattato di sangue. Lo porta alla bocca e lo mangia.

 

FINE PROLOGO.

 

 

I media da sempre hanno un drammatico modo tutto loro di presentare le notizie. L’enfatizzano e ne semplificano i contenuti per renderle d’impatto e facilmente memorizzabili! Il linguaggio per immagini del tubo catodico colpisce la fantasia ed entra in risonanza emotiva con i nostri cuori. Poche parole e tutti parlano lo stesso linguaggio, creano le stesse aspettative, omologano i pensieri e i giudizi diventano automatici. Così è stato anche per l’invasione marziana che ha investito tutto il mondo.

‘La Guerra dei Mondi’ l’hanno chiamata. Noi contro loro. Tutto molto semplice, tutto molto chiaro. Come non essere d’accordo con il consenso distribuito sulla linea tonda di una curva gaussiana? I contrari sfumano, si dimenticano e si perdono agli estremi lontani di poche unità.

Ogni azione è regolamentata da cosa una persona pensa e da come si comporta. Quando non c’è accordo si cerca un ragionamento vantaggioso che possa giustificare l’incongruenza del comportamento con l’atteggiamento: autogiustificarsi è il più grande inganno che la mente fa a se stessa!

Noi contro loro. Tutto molto semplice, tutto molto chiaro; già ci sentiamo meglio!

Questo Charles Xavier e Henry McCoy lo sanno bene. Sanno inoltre che esiste un altro modo per cambiare l’opinione delle persone: l’esperienza. Tramite l’esperienza si modifica l’atteggiamento.

 

Lo schermo del televisore al plasma da 32 pollici è grigio come il cielo in quel libro padre del cyberpunk. Un ordine all’infrarosso del telecomando suo padrone e si accende di un bianco che sa di buco nello spazio.

Un rettangolo verde nel nulla. Un prato, rasato all’inglese è quello che vediamo. Compare un uomo, nel bel mezzo del campo. Poi una donna, in compagnia di un bambino. Poi altri bambini, altre donne, altri uomini. Si guardano sorpresi, spaesati. Non capiscono cosa sta succedendo. Un po’ alla volta gli spazi si restringono.

Altre persone. Si accorciano la distanza minima che divide l’intimità dalla semplice conoscenza. E’ fastidioso stare stretti, spalla contro spalla, strusciarsi l’uno contro l’altro, respirare l’odore sgradevole del sudore umano, fa caldo, sale la tensione, il disorientamento lascia posto alla paura.

Il campo è pieno, non si può andare oltre il perimetro. Quattro alte pareti vengono su e le teste iniziano a venire nascoste da un coperchio sigillante. Tutte quelle persone sono ora rinchiuse in una scatoletta di metallo.

La testa di David Letterman spunta dai bordi dello schermo fino ad ergersi in un bel mezzo busto. Con espressione disgustata, indica rabbioso l’immagine alle sue spalle: in bella mostra la scatoletta di carne umana.

- E’ questo, lo spaventoso ‘trattamento’ riservatoci dagli alieni se avessero vinto, amici telespettatori? Adesso sappiamo come molti uomini e donne spariti negli ultimi decenni come se niente fosse, in realtà furono rapiti dai marziani! Ma oggi molti di essi sono tornati a casa! Portati in salvo dagli X-Men! – rivela Letterman, radioso.

- Ma chi sono gli X-Men? – domanda pensieroso, mostrando alcune copertine di magazine americani, disposti a ventaglio sul tavolo di fronte a sé, lasciando per ultima, in bella mostra una splendida foto di gruppo degli Uomini-X - Quante volte avete sentito parlare delle loro imprese in TV? Ma soprattutto, quanto sappiamo di loro? Quante volte avete pensato che chi agisce nell’ombra, nasconde qualche cosa? Negli ultimi mesi a queste domande hanno dato parziale risposta articoli apparsi sui più importanti magazine del mondo, servizi sulle più patinate riviste hot del momento e speciali televisivi sulla loro misteriosa vita. Il nebuloso sottobosco mutante e i suoi abitanti fa oggi meno paura? L’alone di mistero che sembrava coprirli, oggi stimola la curiosità e l’interesse della maggior parte delle persone in tutto il mondo!

Letterman prende una rivista apparentemente a caso tra quelle sulla sua scrivania ricolma. E’ Newsweek, mostra con sincero sorriso a trentadue denti la copertina al suo fedelissimo e numerosissimo pubblico.

- Di sicuro questi rappresentanti di una popolazione minoritaria, mai come in questo momento promuovono il consenso popolare verso i mutanti!

Mollata la rivista, si alza; uscendo dalla scrivania le telecamere lo seguono, scorrendo sulla panoramica veduta notturna di Manhattan sullo sfondo e aprendo sugli ospiti finora non inquadrati, seduti alla sua destra. Orgoglioso, David li presenta al pubblico.

- Ed è ed con grande piacere che questa sera con noi abbiamo: il dott. Henry McCoy, conosciuto nel jetset supereroistico come la Bestia e il mutante che ‘Glamour’ questo mese ha definito ‘l’uomo più sexy d’America’, Colosso!

Bestia, scafato front man e Colosso, un po’ impacciato davanti alle telecamere, salutano Letterman e il pubblico in platea e a casa. McCoy è vestito da Dio: indossa un doppio petto gessato a sei bottoni di Ralph Lauren e una camicia a collo largo, di cotone Sea Island a righine sottili, con gemelli francesi. Rasputin, non indossa di la nuova uniforme nera e gialla per nuovi insegnati, è molto più casual, in jeans scoloriti, giacca Armani e maglietta bianca Commes des Garcons, taglia XXXL, il tutto per non nascondere il titanico fisico d’acciaio.

- X-Men. Perché? É un nome davvero affascinate. – chiede Letterman.

- Uomini-X riassume l’idea che siamo tutti essere umani, con un gene X attivo in più.  Pensa se ci fossimo chiamati ‘I Mutanti!’, le creature mostruose che si nascondono nel buio e nei racconti delle nonne ai bambini prima di andare a dormire! – risponde Hank, mimando in modo divertente e grottesco un comportamento minaccioso con le mani e il volto, mostrando artigli e denti.

- Desideriamo far passare il messaggio che l’equazione mutanti uguale malvagi è scorretta! - continua Colosso, più a suo agio col passare dei minuti - Crediamo che rendere noti i nostri volti e le nostre intenzioni non possa che migliorare la percezione dei mutanti.

- Il mio amico ha ragione, David. Vedi, per troppo tempo al nome X-Men è stata associata un’ambiguità di fondo. L’ambiguità crea incertezza e diffidenza e alimenta la paura di conoscere e la nostra incapacità di uscire allo scoperto. Se negli ultimi tristi avvenimenti abbiamo fatto parlare le nostre azioni, siamo qui ora davanti alle telecamere, perché ci siamo resi conto che è proprio la confusione il terreno più favorevole per l’irrazionalità!

- A proposito, Colosso, come ci si sente ad essere l’uomo più desiderato della Nazione?

- Ehm… lusingato, molto.

- Anche modesto!

- T’assicuro, David, per via della pelle d’acciaio, il rossore non si vede. - sottolinea ironico la Bestia, dando il là ad una bella risata spontanea collettiva. 

- James Cameron avrebbe detto che girerà Terminator 3 solo se farai la parte del nuovo cyborg, è vero?

- Così sembra, probabilmente vogliono risparmiare sugli effetti speciali.

Il petto smette di sussultare e il cuore rallenta i battiti.

- Come X-Men avete contribuito per primi a rovesciare il governo di apartheid di Genosha. – rammenta serio Letterman, sporgendosi in avanti, attento alle risposte che gli vengono date – Ora l’isola è in mano a Magneto, uno dei più pericolosi e temuti terroristi internazionali. Magneto rappresenta la più grande paura dell’uomo comune verso i mutanti. C’è chi dice che era tutto un piano ben preciso per una rivoluzione mutante anche se vi abbiamo più volte visto combattere i suoi folli piani di dominio di una razza superiore.

- Magneto ha forse ottenuto ciò che agognava da tempo. – conferma la Bestia - Molto spesso le sue azioni sono state dettate dalla paura e dall’odio. Le stesse emozioni da cui, è doloroso riconoscerlo, egli cerca di difendere i suoi simili, con risultati, ahimè, del tutto sbagliati, per entrambe le parti.

- A nome degli X-Men, - conclude Colosso, sincero - ci auguriamo che la scelta delle Nazioni Unite sia utile affinché il cuore di Magneto non sia più schiacciato dalla paura e inizi a battere di speranza.

 

INTERLUDIO 1

 

Istituto Xavier, Westchester, New York.

L’incantevole vista d’insieme della facciata d’ingresso della scuola. Un voce calda e profonda proviene distintamente dall’interno di una finestra ai piani superiori.

- Sono molto contento che Franklin sia entusiasta del suo primo giorno di scuola, Susan.... Sì, certo, d'altronde con Artie e Pulce c'era da tempo un legame molto stretto e trovare come insegnate Mrs Power è stata sicuramente una sorpresa gradita…

All’interno dello studio privato del Professor X. Dietro l’alto schienale della sua poltrona, Charles Xavier parla al telefono; nascosto alla vista, oltre la scrivania, siede un uomo dai ribelli capelli rossi e le spesse basette che gli scendono fin lungo il mento.

- Sì. Sì, con piacere... sarò lieto di accompagnarti in una visita guidata dell'Istituto quanto prima...  D’accordo, allora, aspetto al più presto tue notizie. Salutami Reed, ciao.

Il Professor X agganciata la cornetta, s’allontana dalla scrivania quel tanto da mostrare le gambe paralizzate protette da una calda coperta in stoffa di Galles. Solo allora posa lo sguardo sull’interlocutore. Ripiega le braccia in grembo, le mani conserte, con un impercettibile segno delle sopracciglia, dall’inconfondibile significato per i suoi studenti, invita l’amico Sean Cassidy, alias Banshee, mutante dal micidiale grido sonico e uno dei co-direttori dell’Istituto alla parola.

- Allora Charles, Susan ha cambiato idea?

- E’ una donna ragionevole, Sean. Ha compreso che privare il piccolo Franklin di un’istruzione adeguata e comune ai bambini della sua età non è un primo passo per garantirgli una vita ‘normale’ e un adattamento sociale non problematico in futuro. Nemmeno in casa sua può dirsi al sicuro; soprattutto alla luce dell’intrusione inaspettata di Emplate nel quartier generale dei Fantastici Quattro.

- E con ciò veniamo a noi, giusto?

Xavier pare preoccupato, ma dimostra un ottimo self-control.

- Sì. Emplate è entrato allo Xavier così come al Molo 4. Se non l’hanno fermato i sistemi difensivi degli FQ dovrei rammaricarmi che non l’abbiano fatto i nostri? E’ una razionalizzazione che dovrei accettare?

- Il ragionamento non fa una grinza, Charles. L’attacco della Covata ci ha colti impreparati, non accadrà di nuovo, te lo garantisco. I sistemi difensivi si possono sempre migliorare; ci stanno pensando Forge e Hank.

- Sì, mentre Peter e Guido stanno aggiustando quello che è rimasto del tetto dopo l’attacco di Shadow King.

Spingendosi sulla carrozzella, si porta oltre la scrivania, vicino a Banshee.

- Occorre maggiore responsabilità, Sean. Questa non è una scuola per supereroi. Gli X-Men sono particolari insegnati, un selezionato gruppo di ex studenti. Se vogliamo limitare gli inconvenienti entro queste mura, lasciamo loro il compito di occuparsi delle questioni delicate.

- Messaggio ricevuto, Charles, e lo condivido. Non è piaciuto neanche a me il comportamento di Jubelee e compagni.

- Generation X! – esclama Xavier, alzando gli occhi al cielo, con un sorriso bonariamente divertito, ma realmente preoccupato - Alcuni hanno le potenzialità per divenire un giorno X-Men, chi non vuole sentirne parlare, invece, non capisce che non è per questo che sono qui. E’ bene che i ragazzi  sappiano che possono chiedere e confrontarsi con noi, Sean. L’indipendenza e l’autonomia possono svilupparsi solo se sono radicate nella sicurezza affettiva e nella possibilità di poter essere lasciati liberi, se ce lo chiedono, se si sentono pronti ad affrontare le situazioni, di fare e sbagliare, per rinforzare la fiducia in se stessi.

Charles posa una mano sul braccio di Sean porgendosi in avanti, quasi a confidare il suo pensiero.

- Dobbiamo essere dei modelli guida a cui fare riferimento, perché hanno bisogno di noi ancora di più adesso, quando credono l’esatto contrario. E se siamo preoccupati, seguiamoli pure e se veniamo scoperti, diciamo con franchezza che eravamo noi ad essere preoccupati, non che non ci si fidava di loro. Bastano poche regole per farsi ascoltare, Sean. Poche, ma chiare e ferme. Dobbiamo dare solo regole che siamo certi faremo rispettare e essere altrettanto certi che i ragazzi sappiano a cosa devono obbedire. Per molti studenti è stato necessario rimuovere dalle loro menti lo shock dell’efferata invasione della Covata, non avrebbero superato il trauma. Non è così che mi piace lavorare, in cuor mio, mi auguro che ciò non debba ripetersi. Sean, desidero che sia tu a seguire quei ragazzi. Osservali, tienili lontano dai guai, sono tra i nostri migliori studenti, non voglio perderli per strada o peggio.

- Contaci, Charles!

 

FINE INTERLUDIO 1

 

INTERLUDIO 2

 

Esterno Villa Xavier. Il parco.

Jubelee e Skin, studenti degli ultimi anni, passeggiamo sul sentiero tra i verdi alberi, discutendo animatamente. I due ragazzi si fermano sorpresi, attirati da una voce alle loro spalle.

- Aperto.

Wolverine esce di soppiatto dalla vegetazione del giardino e con fare sornione indica un punto oltre le spalle dei ragazzi, verso la strada di Graymalkin Lane.

- Il cancello. Lo lascerei aperto…

Jubelee abbraccia con gioia Logan, che le risponde con un sorriso, arruffandole i capelli. Skin rimane lì dove si era fermato, con le mani in tasca.

- Wolvie! – urla di gioia Jube.

- … così chiunque può vedere cosa facciamo e non avrebbe motivo di chiedersi cosa diavolo succede qui. – conclude con non calanche l’artigliato mutante.

Skin indietreggia rabbioso al gesto d’affetto dell’amica e compagna di avventure.

- I nostri amici erano in pericolo. Era la cosa giusta da fare e lo sapete! – dice, fissando iracondo Wolverine, quando altri giovani studenti non si sognerebbero nemmeno di guardarlo negli occhi per paura delle conseguenze - Fumate due pacchetti di cicche al giorno e v’incazzate quando ci beccate a fare un tiro! Da che pulpito arriva la predica, eh! Non siamo più bambini. Non abbiamo bisogno di un altro papà che ci dica cosa fare!

Jubelee è imbarazzata dalla reazione dell’amico, ma Logan è tranquillo, nulla l’ha smosso.

- S… siamo uniti un totale, Wolvie. Ne abbiamo passate tante insieme, siamo come una famiglia… Come gli X-Men, badiamo l’uno all’altra.

- C’è un prezzo da pagare per ogni scelta, piccola. Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Sei disposta a farlo per tutta la vita?

I ragazzi sono nervosi, Jube è a disagio ora e Skin è ancora nervoso. Wolvie li guarda abbozzando un sorriso a bocca chiusa. Ha preso in mano un sigaro.

- E’ vero. Crescendo si cambia e cambiano le esigenze. Una famiglia deve capirlo. E deve avere il coraggio di spingere i figli al di fuori della sua ala protettrice. Ma a chi manca il coraggio?

Wolvie improvvisamente indica energicamente il cancello della villa con il sigaro, ancora spento, cogliendo di sorpresa i ragazzi.

- Sì. Lo lascerei sempre aperto quel cancello. Vale lo stesso per chi è da questa parte. Se uno vuole andarsene non ha che da farlo.

 

FINE INTERLUDIO 2

 

Il noto, grazie a una lunga militanza nelle fila dei Vendicatori, volto della Bestia risplende nel dettaglio dei pixel ad alta definizione dello schermo TV nel soggiorno di Villa Xavier.

- …ma cosa ci differenzia, un gene attivo? Cos’è un gene attivo?.. 

A guardare quel particolare televisore a muro ultrapiatto al plasma, nel vasto soggiorno dall’estetica classica, ci sono alcuni X-Men. Jean Grey è seduta a lato di un divano di fronte alla TV, rilassata. Sulle poltrone ai lati opposti del divano siedono l’Uomo Ghiaccio, più vicino a Fenice e Emma Frost. Seguono attentamente il David Letterman Show. Bobby, in sembianze umane, braccia e gambe incrociate, pare seccato dall’aria austera e distaccata di Emma, che siede con eleganza seducente in forma adamantina. Wolverine, in piedi, dietro il divano, si sta avvicinando al sofà accendendosi il sigaro estratto poco prima nel parco; si ode solo la voce della Bestia trasmessa in surround.

- C’è un gene per il colore degli occhi, altri determinano l’altezza. Ma i geni sono responsabili del nostro modo di comportarci? Una cosa è il carattere, un’altra è il comportamento! Il carattere è immodificabile, è determinato geneticamente? Sappiamo esserci un elemento temperamentale, chi è  più estroverso e chi introverso… Esiste il gene dell’aggressività? E quello del prendere decisioni? E quello della fede in una religione? E del tifo per i Nicks? Esiste forse il gene della negatività o della positività? Abbiamo studiato il genoma umano, completato la mappa genetica dell’uomo. Questi geni non esistono. C’è solo il comportamento! Siamo tutti d’accordo che il nostro comportamento è influenzato e modificato dagli eventi della vita, dalle esperienze che facciamo, giusto? – chiede in modo retorico Hank, indicando simpaticamente Colosso.

- Uh, uhu. – annuisce implicitamente David, persuaso dalle parole dell’ X-Man.

 

- Non possiamo cambiare la nostra struttura genetica, come io non posso cambiare il mio aspetto felino e non tutti i ragazzi hanno un fisico alla Shwarznegger come Peter… Ma possiamo migliorare il nostro modo di comportarci!

- Possiamo imparare a modificare i nostri bisogni, le nostre emozioni, il nostro modo di pensare, cioè il modo in cui abbiamo appreso a vivere, con noi stessi e con gli altri! – puntualizza Colosso, incontrando il gran sorriso d’approvazione di Letterman - La vita è un continuo allenamento. Ecco perché è importante non entrare nel vicolo cieco della discriminazione. Discriminarci oggi può portare domani alla discriminazione dei vostri amici, della persona a cui vi sentiamo legati, di noi stessi!

- Il nostro motto è: – conclude enfaticamente la Bestia - ‘Unità Attraverso la Diversità!’ Perché se c’è una cosa che ci rende tutti uguali è la diversa speciale unicità che ci contraddistingue!

Letterman si alza, in piedi in mezzo a Bestia e Colosso e  cinge loro le spalle sorridendo al pubblico.

- Gli X-Men incarnano il sogno di un mondo migliore per tutti, umani e mutanti, amici. Eroici Don Chisciotte moderni alle prese con i mulini a vento, spesso combattono per una civiltà che li odia e li teme per la loro diversità. – Le telecamere zoommano un primo piano di David - Ma così come non tutti i mutanti sono malvagi, anche tra gli uomini comuni c’è chi abbraccia gli stessi valori di una convivenza pacifica.

Pi riaprono l’inquadratura quando Letterman si avvicina ad uno schermo TV che sta scendendo dall’alto.

- La Comunità Evoluzionista del reverendo Xoom. Un luogo protetto dove giovani uomini e giovani mutanti paria della società, vivono insieme per ricostruire una nuova vita.

Un’immagine compare sullo schermo. È una veduta dall’alto della Comunità Evoluzionista. Una tenuta molto simile a quella di Xavier, nel verde dei boschi, circondata da campi coltivati, recinti con cavalli.

- Il reverendo Xoom, - riprende l’anchorman - ha investito le ingenti eredità familiari in un progetto di solidarietà creando un vero proprio villaggio autosufficiente. In questa speciale serata, per la prima volta in pubblico, in collegamento diretto, è con noi l’uomo che dal nulla ha creato una realtà incredibile, la dimostrazione per cui è possibile una convivenza pacifica tra uomini e mutanti.

Lo schermo TV cambia immagine: un mezzo busto del reverendo Xoom. Un bell’uomo sulla quarantina, curato e dall’espressione accogliente, vestito di nero con camicia bianca, come un reverendo protestante. Al collo porta una catenella d’oro: il ciondolo raffigura una piccola fenice, come quella classica di Jean Grey. E’ seduto su una carrozzella, s’intravedono la parte superiore delle ruote di metallo e lo schienale e le maniglie posteriori. Maniglie che sono tenute dalle mani di un uomo il cui volto non è ripreso. Xoom sta dando la mano ad un’altra persona, anch’egli non inquadratura dalla telecamera.

- Signore e signori: il reverendo Xoom!

- Un’ostrica crea una perla da un granello di sabbia. – rammenta con fare drammatico il reverendo dal suo pulpito ai teleschermi di tute le case d’America, accarezzando la mano della persona misteriosa al suo fianco - Il granello di sabbia è fastidioso per l’ostrica. Per sedare il disagio crea un rivestimento protettivo che racchiude il granello di sabbia e le dà sollievo. IL risultato è una bellissima perla. Per un’ostrica, una sostanza irritante diviene il germe di qualcosa di nuovo. La Comunità Evoluzionista è l’ostrica che accoglie i mutanti perseguitati, insegna loro ad accettarsi e a comprendere un uso responsabile dei loro poteri.

- Chi ha con lei, reverendo? – chiede Letterman.

Xoom invita nel raggio delle telecamere la persona cui teneva la mano. E’ una donna che ha due facce. Due facce identiche su un tozzo collo, è la donna la cui bocca ha assaporato il seme della trasformazione, l’occhio della creatura che muta in quel pozzo senza luce. Entrambe i visi sorridono. E’ una visione grottesca, ma non disgustosa, suscita tenerezza.

- Lasciate che vi presenti con orgoglio e commozione un nuovo granello di sabbia presto destinato ad uscire dal guscio della Comunità splendente come una perla! – dice orgoglioso Xoom - Mary è una giovane mutante la cui colpa, per alcuni intolleranti, è un aspetto bizzarro. E’ stata perseguitata, picchiata, derisa, abbandonata. L’abbiamo raggiunta e accolta. Ora a Mary si apre un futuro di speranza, di buoni propositi. Perché Mary ha compiuto il primo grande passo. Ha accettato la sua natura di donna speciale e perdonato quegli uomini ottusi che l’hanno fatta soffrire. Mary vuole essere un donna utile per la sua società.

- Reverendo Xoom, la sua dedizione alla vita è un esempio! Approfittiamo dell’ospitalità del dott. Letterman per contribuire alla costruzione di un ponte tra gli umani e i mutanti. Diamo un messaggio forte alla pubblica opinione.

- Ammiro il suo genio dott. McCoy e ammiro gli X-Men tutti. Siete i testimoni che nelle nostre preziose e speciali diversità, etniche, culturali, ideologiche e genetiche, si può e si deve lavorare insieme per un obiettivo comune. Incontrarvi di persona sarà un piacere reciproco. Sarei onorato di aprirvi le porte della Comunità Evoluzionista. Mostrarvi la mia casa e lavorare insieme per un mondo migliore. C’è tanto da fare, tanto da creare. Ora scusatemi, i miei fratelli mi attendono. Vi aspetto al più presto.

Xoom fa cenno all’uomo che porta la carrozzella di muoversi

- Erik, portami a casa. – e per la prima volta il suo volto è chiaramente visibile sullo schermo.

 

Villa Xavier. Il salotto dove gli X-Men stanno guardando il Letterman Show. Jean Grey, ha un sussulto. Colpita da una folgore, come se avesse visto un fantasma, porta istintivamente una mano alle labbra.

- Oh, mio Dio! 

Nello splendore della widescreen vision Xoom è accompagnato verso l’ingresso della comunità che ha creato da un giovane uomo sulla trentina, castano capelli corti, nessun segno particolare lo contraddistingue il viso pulito. Distintamente il suo volto e la sua figura cadono sotto i riflettori del Letterman Show, mentre gira di 180° la carrozzella del maestro.
Per Jean Grey non ci sono dubbi, quel giovane uomo è…

- Scott!?

 

FINE PRIMA PARTE, CONTINUA…

 

 

… SECONDA PARTE…

 

PROLOGO.

 

La Cosa che Muta.
Sei la luce divina dei loro occhi, il profeta cieco del Cambiamento. Sei tutti e nessuno, uomo e donna, bambino, adulto, vecchio, padre, madre, amante, puttana, maestro, amico, aberrazione mutante tra uomini-mutanti, emarginato tra gli emarginati. Senza identità, un volto per ognuno. Prima eri qualcuno, adesso qualcun altro, domani non lo sai. Sei carne senza forma, pensiero senza pensatore. Incapace di confini, non c’è dentro, non c’è fuori, tu sei gli altri e gli altri sono te, sull’orlo della follia, frammenti di emozione, mente alla deriva senza corpo di riferimento.
Sei prigioniero di coloro che sì identificano in te rimanendone incatenati, sei uno paradosso psicotico, un doppio legame, una babele della coscienza. Sei l’epica dell’alterità, sei la cosa che muta, l’elogio alla sopravvivenza con un buco nero nel cuore sempre più grande, la cui forza di gravità è sempre più forte.
Perdi consapevolezza della continuità del tuo Sé sotto la spinta della distorsione spaziotemporale, ti stai espandendo troppo, non sai qual è più il centro solido di te stesso. Sei la cosa che muta, ma troppo velocemente, stai diventando la monade immutabile della condizione assoluta, una medaglia con un'unica faccia, l’uniformità che seppellisce l’individualità, un piatto pensiero conformista versus un esplosivo pensiero divergente, un alveare di api operaie senza regina.
Stai morendo e con te tutto il resto.
E tutto per paura.  
La beffarda paura di chi non sa affrontare l’ignoto, sostare nell’incertezza, sopraffatto dalla sorpresa, dall’inaspettata meraviglia del dubbio, dalla mancanza di una risposta già pronta. 
La paura vigliacca che ti fa temere l’altro perché non lo capisci, perché non lo conosci, perché conosce altre cose e che te lo fa odiare perché non si vuol far capire, perché non si vuol far conoscere.
La stessa ironica paura di chi è timoroso di chiudere gli occhi e vedere l’oscurità dentro di sé e non sa affrontala, coccolarla e farci l’amore; di chi non riapre gli occhi e invece fugge, perso nell’abisso. E siccome non ritrova più se stesso, pur di non morire, sceglie di annullarsi nell’altro. 
La tua unica speranza, ora, è il mutante che crede di essere un uomo. Colui che ha scalato l’abisso della sua anima ed è pronto ad ergersi in piedi, alla luce.

FINE PROLOGO.

 

La Chiesa dell’Evoluzione Celeste.
La Chiesa Evoluzionista, una coloniale magione del sud americano, ai margini delle paludi della Louisiana, con le bianche alte colonne della facciata principale a protezione delle lucenti vetrate interne a nascondere i segreti delle ampie sale interne.
A ridosso delle mura di cinta che separano il giardino segreto del reverendo Xoom dal resto del mondo, gli occhi indiscreti delle telecamere puntano all’ingresso e sulle particolari cinque persone che si apprestano per la prima volta ad entrare. Tv locali e nazionali, decine di reporters e centinaia di curiosi spingono contro le transenne erette dalla polizia per assistere e documentare la cronaca in diretta dell’incontro degli X-Men con il Reverendo Xoom e gli adepti della Chiesa Evoluzionista.
Gli X-Men al di qua delle transenne, in attesa del loro ospite, vengono avvicinati dalla stampa e da ammiratori di tutte le età. 

Come il gruppetto di belle ragazze che circonda l’Uomo Ghiaccio e Colosso, separandoli da Emma Frost. La Regina Bianca, distratta, non molla lo sguardo su Bobby e le attenzioni che gli presta una giovane bionda, finché non ne approfitta la stampa, che concentra i riflettori su di lei chiamandola per nome.
Peter e Bobby e le avvenenti ragazze del sud si stanno divertendo. Un bella bruna parla a Colosso infilandosi sensualmente dei Ray Ban per proteggersi gli occhi dal riflesso del sole sulla pelle d’acciaio del mutante russo.

- Sono abituata a prendere il sole integrale. Potresti essere la mia lampada personale.

- Ahhh!… Questo si che è un brivido! – esclama frivola una bionda con fare lascivo, mentre Bobby le tocca la schiena sfiorandola leggermente.

Jean avvicinandosi alla Bestia, accanto al portone a doppia anta in legno rosso delle mura esterne alla Chiesa, passa accanto agli x-boys. Guarda con dolcezza l’Uomo Ghiaccio, suscitando le occhiatacce gelose delle ammiratrici. Un pizzicore familiare cui da tempo è abituato è l’avviso di una comunicazione telepatico imminente.

* Ti ha già fatto soffrire una volta, Bobby *
* Tutti hanno la possibilità di una seconda chance. Se così non fosse non avrei imparato niente dal Professor X. *
Nel frattempo alcuni reporter della tv e della carta stampata porgono delle domande a Emma. 

- La parabola ascendente delle azioni delle Frost Inc. non accenna a diminuire da quando ha pubblicamente dichiarato la sua affiliazione agli X-Men, Miss Frost. I nuovi azionisti sembrano entusiasti, contrariamente a chi pensava che una rischiosa uscita allo scoperto come quella, l’avrebbe portata al tracollo finanziario. I mutanti non sembrano far più tanto paura, cosa ne dice? Ha mai pensato a quotare gli X-Men a Wall Street?
- Dieci anni fa chi si dichiarava gay turbava il sonno dei repubblicani e temeva le conseguenze di chi credeva di essere normale solo perché era ignorante. Oggi, probabilmente, ci sono più mutanti al mondo di quanto s’immagina.
-
La linea di moda mutante per uomo e donna del terzo millennio da lei realizzata, Miss Frost, - domanda un altro giornalista - sta facendo proseliti di critica e pubblico nell’alta società, quanto l’avveniristica linea giovanile. In tutto il mondo migliaia di ragazzi e ragazze vestono il marchio X. La sua prorompente entrata sembra aver destabilizzato il modo della moda e dello spettacolo. La sua provocatoria ultima apparizione sulle passerelle di Parigi e Milano completamente nuda in forma di splendido diamante, per esempio, non è piaciuta a tutti, come a Donatella Versace.

- Ad avercelo un corpo come il mio, Donatella. – risponde serafica la Regina Bianca fissando bellissima e glaciale nella telecamera – crepa.

Poco più in la, l’amabile Bestia firma una serie di autografi a bambini entusiasti della sua pelliccia accompagnati dai genitori. Jean assiste divertita alla scena.

- Papà me lo compri? – insiste una bambina continuando imperterrita a tirare la giacca al papà.
- E io che credevo di rappresentare il sogno erotico della giovane donna media in carriera. - sussurra divertito la Bestia all’orecchio dell’amica, firmando l’autografo all’implacabile bambina.

- Potremmo chiedere a Emma di investire in una linea di peluche per i tuoi piccoli fan.
- Oh, sicuro! I bambini amano gli orsacchiotti col pelo blu! Anni fa dissi lo stesso a Peter Gyrich. Un’idea simpatica per promuovere l’immagine dei Vendicatori.
Il nostro target non è la fascia d’età under 12, dott. McCoy’, mi rispose. Puoi immaginarti la sua espressione Jean, così ottuso da non capire di essere preso in giro.

- Allora il sorriso non era scomparso dal tuo volto, Hank. - dice abbracciando affettuosamente la Bestia - Sono contenta di sentirti di buon umore, è contagioso.   

- Il reverendo Xoom sembra un filantropo a cui stanno a cuore le sorti dei mutanti, Jean cara. Li  accoglie, dà loro un tetto e da mangiare. Uno che meriterebbe la laurea ad honorem della nostra Scuola, secondo Bobby. Ma il saggio dice:  ‘Non tutto è oro quel che luccica.’ E’ frustrante, Jean. Xoom è adorato dall’opinione pubblica, ma una vocina insistente continua a ricordarmi di non prendermi in giro. Nel mio sangue circolano in gran numero gli anticorpi dell’ottimismo, mi auguro con tutto il cuore di stare sbagliando.

Le parole di Henry proiettano sullo schermo della mente di Jean ricordi recenti di pochi giorni prima.

 

INIZIO FLASH BACK. 


Istituto Xavier Per Giovani Dotati.

Fenice, alias Jean Grey, guarda dritto negli occhi dei propri amici. Le iridi verdi risplendono preziose nella dolce simmetria dei lineamenti del viso, i rigogliosi boccoli rosso fuoco le scendono sulle spalle sottili e le mani cingono la vita, all’altezza di seducenti fianchi femminili; la bocca sensuale pronuncia parole con determinazione.

- Non fatemi incazzare!               
L’ìmbarazzo è come un campo elettromagnetico: le sue linee di forza si dispongono nello spazio circostante a seconda delle cariche presenti. Gli X-Men sono alla vigilia dell’incontro mediatico con il Reverendo Xoom alla Chiesa Evoluzionista. Il Reverendo Xoom era già un tipo bizzarro e sospetto, lo è ancora di più una volta visto chi gli spinge la carrozzella. 
La Bestia alza le zampe in segno di resa.
- Non ci capisco niente, Jean. E’ l’unica cosa che posso dirti. – si preoccupa la Bestia.
- Non so, è tutto così strano… Cerca di capire… - commenta confuso l’Uomo Ghiaccio.
- Quello è Scott! Ne sono certa! Non chiedetemi come lo so, ma è così! Lo sento!
- Avverti di nuovo il legame psichico che vi univa? – domanda il Professor X.
-
No. No, Charles, sono disorientata. Non solo quell’uomo è fisicamente identico a Scott, ma quando cerco di mettermi in contatto con lui, sento un rumore di fondo; una calda pulsazione. E’ un colore familiare, un sapore nostalgico che non riesco a mettere a fuoco.

- Era il tuo uomo, Jean. Io ti credo. – l’incoraggia inaspettatamente la Regina Bianca.

- Quando penso alla mia sorellina Ylliana dipingo gigli bianchi alla calda luce del sole. Quando ho visto Xoom, l’immagine della natura morta sotto il giogo del vento sferzante della tundra, mi ha raggelato il sangue. Quell’uomo non mi piace a dispetto di quel che dice – confessa Colosso, cercando un’intesa con Logan.

- Nessuno ti dà della pazza, rossa. Xoom è pERIcoloso, mente dicendo la verità. Impercettibilmente corregge coscientemente la postura del corpo e l’espressione del viso, modulando la voce con maestria.

- Fatemi capire. Come se non bastasse, Xoom, oltre a essere a capo di una setta religiosa e urlare ai quattro venti che la sua missione di solidarietà è opera del divino, sospettiamo che ci sia la sua Chiesa Evoluzionista dietro quegli attentati alla metropolitana a Time Square!?

- Lo S.H.I.E.L.D. teme che in qualche modo Xoom o qualcuno che lavori per lui, sia in possesso di parte della geneteca di Sinistro o di materiale genetico trafugato dalle cliniche in cui Sinistro lavorava sotto falso nome, Bobby. ­– chiarisce la Bestia - Non hanno prove e non sanno se quest’uomo è direttamente responsabile della sintetizzazione del gene-X. Xoom si è costruito una notevole reputazione e ha forti influenze con alcuni membri del Senato. Fury ha per ora le mani legate, lo stiamo aiutando a sciogliere il nodo.

- ”Sospettiamo…”, “Teme che in qualche modo…”, “Non hanno prove e non sanno…”. – si lamenta Emma, seccata - Capisco perché Fury non voglia provare a sporcarsi le mani, rischierebbe la carriera! E noi, cosa rischiamo? Il collo, forse? Xoom potrebbe sul serio essere uno stinco di santo timorato di Dio o un fanatico terrorista; nel qual caso indovinate su chi cadrà la colpa per averlo smascherato? Il popolino sa essere crudele con chi gli mette a nudo i re.

- Parole più accorate non potevi pronunciarle, Emma. – risponde Bobby, sdegnato, dando un’occhiataccia di disprezzo alla Regina Bianca.
-
Xoom è una delle rare menti non mutanti cui mi è difficile sondare i segreti, miei X-Men. – confessa Xavier - E’ vero abbiamo gli occhi del mondo su di noi, ma stavolta sono occhi ammirati e benevoli. E’ una prova difficile, ma siete i migliori, ne usciremo più forti.

- In più sembra prenderti a modello, Chuck! – sbuffa per niente divertito Wolverine, rivolgendosi a Xavier - Mi fido dei miei sensi, così come dei vostri - dà un segno d’assenso a Jean e Peter - Un motivo in più per vedere cosa nasconde dentro l’armadio.

FINE FLASH BACK

 

 

La Chiesa dell’Evoluzione Celeste.
-
Hank, caro, – rassicura Jean Grey - non smetteremo mai di crederci. Stiamo uscendo allo scoperto a piccoli passi, non possiamo permettere che la fragile fiducia che si sta instaurando tra umani e mutanti venga avvelenata da chi usa quella fiducia per distruggerci entrambi.

- Benvenuti X-Men! Benvenuti alla Chiesa dell’Evoluzione Celeste!
L’arrivo del reverendo Xoom pone fine ai pensieri di Fenice. Xoom accompagnato dall’uomo di nome Erik (una goccia d’acqua con Scott Summers) invitata gli X-Men ad entrare dove nessun occhio straniero aveva mai posato lo sguardo. Semplici curiosi fanno da condimento a chi è curioso di professione, molti sono i giornalisti e le emittenti TV che riprendono l’evento. 
Xoom siede sulla carrozzella. Il cancello a doppia mandata della casa coloniale viene aperto, gli X-Men sono gli unici a poter passare oltre l’arco in pietra bianca che funge da ingresso e poi viene chiuso, l’occhio della telecamera è lasciato fuori.
I cinque figli dell’atomo sono entrati nelle proprietà adiacenti la Chiesa. Il terreno bruciato dal sole caldo della Louisiana si apre su un appezzamento di terreno di una quarantina di acri, ad un’estremità è visibile un palude non bonificata, dall’atra parte la vista si perde in un bosco di sempreverdi. La Chiesa, in verità una casa, si erge protetta dalla palude e ha nel vicinato una serie di strutture minori ed è composta da un’unica struttura con doppi portici, ampie stanze dalle alte volte e dalle molte finestre. 
Xoom accoglie gli X-Men e fa cenno alla Bestia di accompagnarlo lungo il percorso. I primi mutanti della Chiesa escono allo scoperto, curiosi anche loro tanto quanto gli X-Men. Sono tutti mutanti deformi nell’aspetto in un modo o nell’altro, chi più chi meno, alla stessa stregua della Bestia o di Nightcrawler.
La Bestia prende il posto dell’uomo di nome Erik e questi sorridendo a Jean, le si avvicina.
-
Questo è un gran giorno, miei X-Men. La vostra presenza ci onora e ci riempie di orgoglio e felicità. Da tempo i miei figli bramavano conoscervi. I tempi, però, non erano maturi fino ad ora, ma la pazienza è la virtù dei forti, come sono solito ricordar loro. Oggi con il vostro aiuto realizzeremo il sogno che abbiamo abbracciato con tanta speranza. Ci siete tutti vedo; ma lasciate che siano i miei figli stessi a mostrarvi la nostra dimora. Sono tutti curiosi di conoscere i loro salvatori.        

Turbata alle parole di Xoom, Fenice si passa una ciocca rossa mossa dal vento caldo del sud, dietro un orecchio.
- S… sì. Sì, reverendo, ci siamo tutti.

Jean nota la piccola Fenice al collo dell’uomo paraplegico. Percepisce lo stesso nervosismo negli occhi della Bestia e si guarda intorno, oltre Erik che le prende la mano, oltre i mutanti che si avvicinano, in cerca di un segno.


Wolverine è già da alcuni minuti all’interno della casa. Non ama le luci della ribalta, evita il modo patinato della cellulosa, ai suoi sensi è tutta una finzione. Lo stesso è Xoom per quanto lo riguarda. Non lo sono, invece, i mutanti che ha incrociato dal bosco alle cantine della Chiesa. 
Combatte costantemente con l’immagine della bestia per far prevalere quella dell’uomo in una società di uomini, ma non riesce a cacciare l’idea che quei mutanti, quegli ‘esseri’ sono dei freaks, dei mostri. 
Li ha già incontrati. Li ha già uccisi. La fredda cosa che gli morde la pancia e gli urla nel cervello di scappare, ha riconosciuto un odore analogo all’uomo trasformato in mostro nella metropolitana a Times Square. Lo stesso odore, tra mille altri, in ogni mutante lì presente. Un pensiero razionale colora la sua mente dell’immagine blu dell’amico Hank McCoy: a sospettare spesso si azzecca.
La bestia che è in lui gli urla di scappare, l’uomo che è diventato trova il coraggio di pensare e la forza di capire cosa diavolo sta succedendo.
Logan giunge in un punto della cantina in cui l’acqua arriva alle caviglie, segno che le paludi sono sopra di lui. E’ acqua corrente che si perde sotto e oltre il muro di pietra che gli blocca la via, in profondità. Alla velocità di 210 Km all’ora tre lame di adamantio vengono estratte dalle nocche della mano destra.

Xoom e la Bestia hanno lasciato Jean in compagnia di Erik, Colosso insieme all’Uomo Ghiaccio e Emma, da sola, in altrettante stanze della Chiesa.

Attraverso un’ampie sale o sotto il sole all’aperto nel parco nei dintorni della casa, gli X-Men visitano la Chiesa e i suoi bizzarri ospiti  mutanti.
Alcuni stanno esercitandosi all’uso dei loro poteri in una pantomima dei più classici allenamenti nella Stanza del Pericolo degli X-Men. Altri, nel parco dietro la casa, ai bordi di una piscina o nei campi da basket e pallavolo praticano sport o leggono e cantano seduti all’ombra di un albero. E’ una variopinta e multiforme teoria di mutanti. Addirittura strani per essere mutanti. Goffi e sgraziati nei movimenti e nell’uso grossolano dei loro poteri, con risultati e azioni a volte scomposte, esagerate o insufficienti, a volte pericolose e distruttive per se stessi e per le cose. 
E’ la visione di un circo delle meraviglie della natura. Meraviglie del grottesco, dell’impossibile  e delle cose mai viste, dei mostri umani e degli scherzi della natura. Stranezze che popolano la fantasia e tormentano negli incubi, che affascinano per la loro antiesteticità, per la morbosità del raccapriccio e il piacere masochistico del disgusto. Stranezze nascoste alla periferia della vista, ricercate per il disagio profondo e il fastidio inafferrabile che suscitano. Finché la nausea non sale alla gola e la mente non rigetta le confuse immagini parziali senza capo né coda, senza possibilità di trovare un’unità somma delle parti.

 

Bestia e Xoom.
- L’ammiro dott. McCoy, – esprime sincero il reverendo Xoom - anch’io ho dedicato la vita alla ricerca della conoscenza in un mondo dove le persone temono ciò che non conoscono. Si è mai chiesto quando s'inizia a pensare all'altro come a un estraneo? Quando si creano i pregiudizi, i rancori, le aspettative negative e riteniamo giusto biasimarlo, condannarlo, perché lo consideriamo 'diverso'?  

- La scienza e la filosofia si sono ormai abituate all’idea che non esista un unico modo di considerare le cose che corrispondono alle cose stesse, reverendo. – ammonisce bonariamente l’irsuto X-Man - Se l’altro ha un’opinione diversa, non è detto che sia scemo, malvagio o pazzo, ma semplicemente che abbia considerato aspetti diversi della realtà o li abbia valutati diversamente. 


Fenice e Erik.
- Perché continui a fissarmi, fenice? forse perché il mio viso è più piacevole da guardare di quello dei miei fratelli?
-  O
h, no Erik! No. La… l’armonia dei tuoi lineamenti è più rilassante, questo è vero, ma non è quello il motivo. Hai un volto familiare. mi ricordi momenti piacevoli accanto ad una persona molto cara. Quella persona era mio marito, ERIK. gli assomigli così tanto…lo sai? non ho mai visto il colore dei suoi occhi, se non nei ricordi di un’altra.

- Non capisco, ma vorrei essere quella persona, Jean. davvero. Vi ammiriamo X-Men. Siete per noi un modello di riferimento. Siete la perfezione che vorremmo raggiungere per sopravvivere. Dobbiamo essere come voi, abbiamo bisogno di voi per affontare l’apocalisse che verrà e adattarci al nuovo mondo.

- Sopravvivere? A-apocalisse?!


Bestia e Xoom.
-
Quando ci irrigidiamo sulle nostre posizioni, ritenendo che siano molto importanti possiamo pensare in modo assoluto. In questo modo potrebbe essere difficile accettare un diverso punto di vista e essere certi di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato.

- Quando si è convinti di avere ragione, reverendo, - sorride la Bestia - non va dimenticata la possibilità di sbagliarsi. E’ vero, liberarsi da idee e pregiudizi che abbiamo avuto in testa per molto tempo è qualcosa che richiede forza e coraggio. Ma è proprio cambiando idea che ci evolviamo. Anche se fanno parte di noi, il loro destino naturale è quello di cambiare, di essere utili per un periodo e poi di sparire e essere sostituite da altre. Un po’ come le cellule delle ossa che nel giro di un mese muoiono e cambiamo senza che ce ne accorgiamo.

- Liberarsi dai pregiudizi, fare proprio il punto di vista altrui, prendendo ciò che ritieni utile… Sì, McCoy, ecco un modo per accettare l’altro. – conferma Xoom, compiaciuto.

- D’altro canto cambiare idea non ci ammazzerà di certo. – continua ironico Hank - quindi non ha senso essere troppo attaccati alle proprie idee.
- No. Non ancora, almeno. – cambia tono il reverendo, voltandosi a fissare la Bestia negli occhi con severa espressione - Ho visto il futuro McCoy e il futuro ha il suo volto.
Il futuro può fare paura o essere meraviglioso. Per vincere la paura dobbiamo affrontarla. Dobbiamo essere liberi di scegliere, non dev'essere la paura a farlo per noi, non crede?

- Quello che dice ha un senso, reverendo. anche se mentre parla mi accorgo che è sbagliato se lo confronto a quello che vedo. ma non capisco il perché… - risponde disorientato l’X-Man, avvertendo i primi segnali di un malessere incombente.

Fenice e Erik.
- S
iete geneticamente i migliori per affrontare il futuro che ci attende, Jean. Il reverendo Xoom è convinto di questo. Noi tutti lo siamo. Non è un caso che il professor Charles Xavier vi abbia scelto tra tanti altri mutanti e che riponga in voi tutta la sua fiducia per la realizzazione del suo sogno!

- Xavier?! Come sai di Xavier e degli X-Men? -  se è turbata non lo dà certo a vedere - questo gioco comincia a non piacermi. Se non sei Scott Summers, chi sei, Eirk?
Una lampo scarlatto esplode improvviso dagli occhi di ERIK colpendo a bruciapelo Fenice in pieno volto.
L’ x-woman, colta di sorpresa, viene sbattuta violentemente fuori da una finestra, nel parco sottostante. 
- Il mio vecchio nome umano non ha più importanza. Sono stato ribattezzato. Il nuovo nome mutante che ho scelto è Erik, il Rosso! Il primo Nuovo-Uomo senza difetti genetici e grazie a te fenice, presto, non sarò più il solo.


Bestia e Xoom.
- Muoversi e’ meglio che non muoversi. se ci si muove si cambia, si modifica, si vive. si apprende. Si prende con sé!
Alle ultime parole di Xoom, Bestia si ferma; porta la mano alla testa, chiude gli occhi come infastidito da un’emicrania.
- H
o… ho come l’impressione di guardare dietro lo specchio. l’immagine sbagliata di una buona idea di un amico. sono confuso. Que… questi mutanti, le foro forme, le sue parole… mi confondono…

La Bestia si piega sulle ginocchia. Prova a rialzarsi, ad afferrare il reverendo Xoom. Ma la testa è pesante, i pensieri sono lenti, le braccia macigni.
- E’ sotto la radiazione di un intenso campo ad alta frequenza, McCoy. L’intelletto e il suo equilibrio psicomotorio sono drasticamente alterati.

Xoom scivola oltre la carrozzella, lascia cadere a terra la coperta che gli copriva le gambe e impugna una siringa ricolma di un liquido sinistro.
- Oggi sono ancora un uomo, ma la mia condizione fisica è transitoria verso la trasformazione finale! E tutto ciò ora è possibile grazie a voi X-Men e ai vostri x-geni. ci si adatta per vivere. ci si adatta per sopravvivere, dottor McCoy. Non voglio più avere paura del futuro!
Bestia non riesce ad opporre resistenza. Xoom con forza feroce affonda l’ago dietro l’orecchio dell’ X-Man, iniettandone l’intero contenuto. Un ruggito di dolore si perde nelle sale della Chiesa, la Bestia crolla a terra incosciente.

 

Emma Frost.
La Regina Bianca percorre alcune stanze della casa guidata da Mary, la mutante dai tre volti del numero scorso. 
Improvvisamente Mary accelera il passo e corre oltre una porta aperta. Emma, sorpresa, la chiama, tenta di seguirla, ma la porta si chiude di scatto. Allora si volta, fa un passo in direzione della porta da cui è entrata, ma anche questa si chiude silenziosa. E chiusa nella stanza, in trappola. I pugni ai fianchi, con aria di sufficienza, parla ad un immaginario interlocutore.
- Ok, ci siete riusciti. Mi gira la testa, mi fa male provare a sondare le vostre abominevoli menti. Anche questo è un altro dei vostri trucchi? Beh, c’è una novità in città, freaks!
Emma schiocca le dita delle mani stringendole a pugno e la sua carne si trasforma in diamante.
Sta per sfondare la porta di fronte a sé quando dall’alto un sottile raggio rosso la colpisce all’altezza della spalla, facendole compiere un passo indietro e una smorfia fastidiosa.
Erik è nascosto dietro una grata nell’alto soffitto a volta della stanza. E’ pronto a sparare un altro raggio dai suoi occhi.
- Magnifica, è magnifica miss Frost! Una mutazione tanto inaspettata quanto stupefacente! l’evoluzione è cambiamento, il reverendo ha sempre ragione! Dovremo con gioia riconsiderare la sua parte nel gioco, regina bianca.
La X-Woman, furiosa, guarda la propria spalla. Un filo di fumo si alza dove il raggio l’ha colpita. Alza lo sguardo verso Erik.
- Spero per te che tu abbia un piano b, ragazzo. Perché ti vengo a prendere, vuoi scommettere?
- Il laser taglia il diamante, miss Frost.
Una serie di raggi laser riempiono la stanza incrociandosi a varie altezze, semirette scarlatte dagli angoli molteplici, a formare una ragnatela rossa di morte che intrappola a Regina Bianca, impedendole qualsiasi movimento, immobile se non vuole rischiare il contatto con le lame di luce.
- Quanto è impenetrabile l’esoscheletro adamantino? Quanti laser può sopportare? Io non scommetto per principio, miss Frost. Mi piace andare sul sicuro. E lei?
 

Uomo Ghiaccio e Colosso
Bobby e Peter passeggiano con una certa apprensione, tra gli sguardi curiosi dei mutanti nel parco antistante la Chiesa.
- Mi sento Hansel nella casa di marzapane, Gretel. Solo che lì di streghe ce n’era una sola.
- Andiamo Bobby, benché siano… bizzarri, non è certo il motivo affinché siano trattati da emarginati tra gli emarginati.
- Ok, cuor di leone, so cosa vuol dire essere un mutante fortunato. – si scusa Bobby, facendo l’occhiolino all’amico.
I mutanti si avvicinano agli X-Men circondandoli. Si fanno sempre più numerosi, schiacciando i due X-Men uno contro l’altro, sovrastandoli.
- Non vi sarete mica offesi?!
- Siamo qui per aiutarvi. Faremo il possibile, avete la nostra parola. non spingete, non è il caso. parlate, cosa volete… - e rivolgendosi all’amico - Ripensandoci, Uomo Ghiaccio, sono d’accordo con te. questa non è una manifestazione d’affetto. Non mi piace e non voglio far loro del male, portaci via di qua.
ZAC!
Un colpo secco, veloce. L’eco si perde nel vuoto. I mutanti si fermano, guardano l’Uomo Ghiaccio.
Colosso subito non comprende, si guarda intorno alla ricerca della fonte di quel suono, così familiare.
Poi vede, accanto a sé, L’Uomo Ghiaccio terrorizzato che non riesce a distogliere la vista dal petto. 
Un buco al centro del torace, la sua mano che passa da parte a parte.
Bobby crolla a terra, senza parole.
- Bobby!
Bobby! Oh Dio! Che cosa è successo?! Un dottore, presto… Hank!… Per il lupo bianco, lasciatemi passare. No! Nooo, cosa fate! lasciatemi passare! lasciatemi! Lascia…
Colosso si piega a raccogliere tra le braccia l’amico morto. I mutanti si riversano su di lui, facendogli perdere l’equilibrio. Cade, sepolto sotto una montagna vivente. 
 

Wolverine

Wolverine è giunto di fronte al maestoso portone antico a doppia anta, in bronzo battuto su cui è incisa per tutta la sua grandezza, una fenice di fuoco che rinasce dalle ceneri.
” Che mi venga?!… ”  pensa.
Logan si fa strada attraverso il portone e giunge nella stanza al di là.
CHIUDI SU: l’espressione di Wolvie è quella di chi ha visto un fantasma. Stupito, incredulo ai propri occhi, anche tutti gli altri sensi sembrano tradirlo. La persona che sta vedendo è reale.
- Mariko. – sussurra.
Ma non può essere reale, lui sa che non lo è. 
E tutto diventa rosso per un momento. Quando anche i sensi su cui è costruita la tua vita non hanno più senso, la follia trova una breccia nella tua mente e uccide il tuo cuore.
Rosso. E’ il colore della bestia che prende il sopravvento. E’ l’istinto di sopravvivenza.
- No. Non… nooo! T-ti uccido! Hhaauurrr!
Wolverine si acceca, strappandosi gli occhi con gli artigli. Una maschera di sangue urla la sua rabbia e il suo dolore. In preda all’istinto omicida si getta sulla creatura per salvare se stesso.

FINE SECONDA PARTE, CONTINUA…

 

 

TERZA E ULTIMA PARTE.

 

La Chiesa dell’Evoluzione Celeste

Erik il Rosso è giunto nelle catacombe della Chiesa per scortare ai piani superiori la Cosa Che Muta, il corpo e il sangue del Salvatore, colui che è il suo nuovo Padre e gli ha donato la nuova vita mutante di Nuovo-Uomo. A differenza dei suoi nuovi fratelli geneticamente svantaggiati, fino ad ora è stato l’unico uomo a rinascere perfetto. Ora con la cattura degli X-Men, il reverendo Xoom gli ha promesso che quel privilegio sarà alla portata di tutti. 

Trova l’enorme porta a doppia entrata recante il simbolo fiammeggiante della fenice, custode del Salvatore, sventrata. E’ allarmato. I lampi scarlatti irradiati dai suoi occhi spalancati al buio della cripta saettano febbrili in cerca del responsabile del sacrilegio. Lo stomaco gli si chiude dalla paura e un brivido lungo la schiena fa vacillare i sogni di trionfo che forse troppo presto ha creduto realizzati.

Il reverendo Xoom. Presto. Occorre avvertirlo che qualcuno o qualcosa è nel cuore della Chiesa. Qualcuno o qualcosa è qui con il Salvatore. Terrore. Panico. Cosa ne è della Cosa che Muta?

Poi qualcosa lo blocca, un formicolio alla base della nuca attira la sua attenzione. Erik si volta e nell’oscurità getta il rosso sguardo nell’abisso. Di fronte ha se stesso e il dubbio trova una breccia nella sua mente. Riversa tutta la sua impetuosa potenza allargando la crepa nel muro delle certezze del suo cuore, provocata dall’incontro/scontro con Jean Grey, facendolo crollare in un grido di dolore.

Erik, piegato su un ginocchio, alza lo sguardo su se stesso e colpisce con la rabbia della disperazione. Potente come un treno in corsa il raggio ottico investe in pieno il suo doppio schiacciandolo con forza inaudita contro la parete rocciosa della catacomba.

Il doppio cade a terra, ma si rialza, le carni martoriate e le ossa sgretolate dalla forza concussiva del colpo. Il volto si spacca e la pelle si apre stridula, come il gesso troppo lungo su una lavagna, rivelando un volto e un corpo agghiacciante: En Sabar Nur, Apocalisse! Il mutante immortale si erge per tutta la grandezza della catacomba, il ghigno malefico in gesto di sfida. Allunga inverosimilmente un braccio largo quanto un tronco d’albero, ma la paura che paralizzava Erik è scivolata via, portata dalla corrente delle domande che, col passare dei secondi, si fanno meno confuse.
Lampi di fuoco colpiscono come pugnali Apocalisse, incrinandone la pelle marmorea. Come cocci di terracotta al sole, le membra e il volto dell’egiziano vanno in pezzi. In un gioco perverso di scatole cinesi, Scott Summers osserva di nuovo Scott Summers.

Il vero Scott Summers appoggia una mano sulla spalle del suo doppio, una lacrima gli riga il volto sudato. Si stringono in un abbraccio fraterno. I lineamenti del doppio mutano come argento vivo in una nera cappa che avvolge entrambi nell’oscurità più assoluta. Una figura fino ad allora in disparte, si rivela. 

 

La Bestia e Xoom.

Henry ‘Hank’ McCoy è incateno ad un tavolo autoptico; le membra in preda ad un delirium tremens mentre sotto pelle invisibili correnti increspano la carne in un raccapricciante movimento frenetico.

- C… cosa mi ha iniettato, Xoom? – domanda, osservando disgustato le sue carni martoriate.
- La ricerca di tutta una vita, McCoy.

 

Colosso e l’Uomo Ghiaccio.
Sorvegliati a vista da una serie di mostruosi giganti mutanti , Peter accovacciato a terra, le lunghe gambe distese, in forma corazzata, tiene tra le braccia l’amico. Bobby, supino, è immobile, occhi chiusi, la testa appoggiata sulle cosce d’acciaio di colosso, le braccia distese lungo i fianchi, pare addormentato. Un buco impressionante passa da parte a parte il torace di ghiaccio.

Colosso e l’Uomo Ghiaccio.
Il torace dell’Uomo Ghiaccio è di nuovo integro. Con gli occhi della mente, Bobby vede ancora il volto fiero e bellissimo della regina bianca sorridergli. Lentamente apre gli occhi, si stira; vede colosso che l’ha protetto mentre si concentrava in meditazione, gli fa l’occhiolino in segno di complicità e gratitudine e non curante dei nuovi-uomini che li circondano sbigottiti e sorpresi, esulta con gioia dirompente per l’impresa.

- Yeahhh!!! – urla euforico.
- Ben svegliato, tovarish.- lo saluta Colosso.  

L’Uomo Ghiaccio corre a testa bassa verso i Nuovi-Uomini, che si apprestano a fermarne l’evasione. Si tuffa in avanti e compie una capriola a mezz’aria, tutt’intorno prende forma un pista di ghiaccio dalle spesse pareti ad u, s’insinua tra i Nuovi-Uomini, serpeggia tra le gambe e i fianchi. Bobby atterra in pista, supino, le gambe distese, le mani dietro la nuca, i gomiti uniti sopra la testa; come un olimpionico senza bob, l’uomo ghiaccio scivola all’interno del percorso ad u, veloce come una pallottola.

I Nuovi-Uomini più vicino alla pista di bob perdono l’equilibrio, cadono rovinosamente a terra o rimangono presi nel ghiaccio formatosi alla base della pista, impossibilitati a muoversi, mentre l’uomo ghiaccio sfreccia veloce oltre di loro. Alcuni tentano di raggiungerlo, ma vengono fermati da una voce d’acciaio.

- Qualcuno dei presenti, aveva qualcosa da dire? – ricorda loro Colosso, schioccando le dita in un tintinnio metallico, pronto a menar le mani.

 

Jean Grey.

Fluttua a mezz’aria, le gambe e le braccia incrociate, al centro di un cerchio vivente di Nuovi-Uomini, una mezza dozzina di uomini e donne geneticamente alterati per ottenere facoltà mutanti telepatiche, è concentrata nella posizione del fiore di loto. L’intangibile potere mutante rivela la sua presenza attraverso il corpo deforme dei Nuovi-Uomini: crani abnormi su corpi esili ed emaciati, protuberanze grottesche ed escrescenze repellenti, tirano allo spasimo la pelle, sull’orlo del collasso. Sei menti meta-umane per sedarne una mutante e piegarla al volere del loro leader.

Il duello telepatico è rimasto a lungo in stallo, ma i corpi troppo repentinamente ed esageratamente deformati dei Nuovi-Uomini, non sopportano ulteriormente lo stressante dispendio di energie mentali. La pelle del cranio di una donna si lacera, un fiotto rosso sangue si sprigiona dirompente verso il cielo, accompagnato da un urlo disumano di dolore e terrore: un Nuovo-Uomo è a terra. La defezione, distoglie dalla concentrazione i suoi fratelli, spaventati, non contengono più la forza mentale di Fenice.
Fenice apre le braccia e distende le gambe, il volto sereno, i capelli rossi si muovono di vita propria, si espandono in un colore sempre più acceso; prendono fuoco e le fiamme imitando la forma di un maestoso uccello di fuoco avvolgono con il loro calore, senza consumarli, la donna a terra morente e i Nuovi-Uomini che osservano la scena spaventati e allo stesso tempo meravigliati.

Com’erano iniziate, le fiamme si ritirano e i capelli di Jean ricadono rigogliosi sulle sue spalle. Fenice è accanto alle donna a terra. E’ morta, ma sul suo viso non sono presenti i segni del dolore. I Nuovi-Uomini, si alzano e si avvicinano. Non sono più una minaccia.

Scott Summers, la Cosa che Muta completamente incappucciata e Wolverine raggiungono Fenice e i cinque Nuovi-Uomini.

- Amici, cretetele, perché siamo stati ingannati. – si sofferma a guardare Jean, rivolgendole un dolce sorriso prima di continuare - Ho parlato al Salvatore e mi ha rivelato la verità: Xoom è folle e ci ha usati per nascondere a se stesso i suoi luridi peccati!

Jean richiama l’attenzione di Scott appoggiandogli una mano sulla spalla; nel frattempo Wolverine avverte un odore nell’aria.

La Cosa che Muta, di nome Luther, agisce alle parole di Ciclope. Si toglie il cappuccio e apre il largo mantello nero. I Nuovi-Uomini hanno occhi solo per lei. Nel frattempo Wolverine è sparito. -

I Nuovi-Uomini si inchinano venerandi. Scott avverte tempestivamente Jean di non guardare Luther, l’essere che chiamano il Salvatore.

I Nuovi-Uomini corrono ai quattro angoli della chiesa dell’evoluzione celeste, fedeli alle parole del salvatore, devono portare la triste novella e parole di speranza a tutti i loro fratelli e fermare l’attacco agli X-Men. La cosa che muta abbassa il cappuccio sul viso e copre le sue membra sotto il mantello.
- Ti crederanno, Jean Grey.

Emma Frost e L’Uomo Ghiaccio.
La Regina Bianca aspetta fiduciosa, nella sua mente è viva l’immagine dell’Uomo Ghiaccio lanciato in una pista di bob verso l’ingresso della sua cella. Telepaticamente funge da faro per condurlo a destinazione. Lo vede catapultarsi fuori dalla pista, freddare con un’occhiata i Nuovi-Uomini intenti a fermarlo, portando rapidamente a basse temperature il loro metabolismo quanto basta per addormentarli, senza ucciderli.
Le bocce laser s’incrinano ghiacciandosi, le componenti elettroniche smettono di funzionare danneggiate, i raggi laser che la tenevano prigioniera si spengono. La porta della cella si congela; Emma muta in forma adamantina e con un solo calcio sfonda la porta.

Dietro la porta, l’Uomo Ghiaccio. Entrambi, con un comando mentale impercettibile, spengono i loro poteri mutanti. Occhi azzurri si specchiano in occhi azzurri, gettandosi le braccia al collo si scambiano un lungo bacio appassionato.

 

Fenice, Ciclope, la Cosa che Muta di nome Luther assistono al ritorno di Wolverine, tornato nel gruppo con un ospite molto atteso. Logan esce da dietro la vegetazione, trascinando con sé il reverendo Xoom, gli punta alla tempia il pungo chiuso.
- Bene, cocco. Dicci anche tu quello che vogliamo sentire.
- No! No, bestia! Stammi lontano, abominevole bestia! – gli urla contro Xoom in preda al panico - Non farmi del male! non puoi farmi del male! Sono come te, sono un mutante.. un mutante… non hai il diritto di minacciarmi, non devi farmi del male!… no, no! Non mi fai più paura, bestia schifosa… sono come te, sono un mutante.. sono un mutante…

Wolverine osserva sconvolto i compagni, agli occhi di tutti è evidente quanto Xoom sia precipitato nell’abisso della follia. Disgustato, butta a terra Xoom, che cade carponi, tremante e piagnucolante.

La Cosa che Muta si avvicina a Xoom e istintivamente i tre X-Men distolgono la vista al cambiamento che avviane sotto le nere vesti del mutante chiamato Luther. E’ infine un suo richiamo ad avvertirli di riaprire gli occhi.
Nessuno degli X-Men si sarebbe mai aspettato di vedere quell’uomo dinnanzi a loro; Xoom rimane paralizzato dal terrore, come se fosse comparso uno spettro. Quest’uomo non era mai stato un amico, ma tempo addietro aveva spostato la causa del sogno. Era un uomo comune della cerchia stretta di collaboratori “amici di Xavier”, la cui curiosità, gli studi e le ricerche sul comportamento dei mutanti, l’avevano portato a collaborare a stretto contatto con Moira MacTaggart al Centro di Ricerche sull’isola Muir, al largo della Scozia e alla conoscenza approfondita di molti dei segreti dei mutanti e degli X-Men in particolare. Una ciocca bianca tra i capelli castani, appoggia ad un bastone il peso di una gamba martoriata…

- Rory Campbell! – esclama Fenice, sorpresa.

L’Uomo Ghiaccio e Emma Frost raggiungono i presenti piroettando acrobaticamente dall’alto di una caratteristica slitta di ghiaccio.

- I… i Nuovi-Uomini, Jean… si sono arresi… mi hanno detto che vi avremmo trovato qui… che sta succedendo!? – si chiede Bobby, guardando a turno, sorpreso e confuso, Rory Campbell, Xoom a terra e Scott Summers mentre parla con Jean.
Nel frattempo Xoom tremante alla vista di se stesso, terrorizzato, tenta ulteriormente di negare ciò che vede e che aveva giurato di cancellare per sempre coprendosi gli occhi in modo infantile. Wolverine lo costringe ad aprire le mani e gli strappa dal collo il ciondolo della Fenice.

- E questo, cocco, cosa significa? E la fenice nelle catacombe, l’hai dipinta tu?
- Sì, mister Logan. – interviene Luther - L’ha fatto perché aveva paura. Credeva che l’incommensurabile potere della fenice lo proteggesse dai suoi demoni interiori.
Wolverine, sempre più disgustato da quell’uomo, gli getta in faccia il suo prezioso ciondolo.

I lineamenti di Luther tremano e il volto e le sembianze di Rory Cambell spariscono sotto il cappuccio e il mantello nero. Scott Summers gli appoggia una mano sulla spalle in segno di conforto e amicizia.
Colosso raggiunge trafelato il party. Tra le braccia regge preoccupato il corpo incosciente della Bestia. Henry McCoy ha subito un’ennesima mutazione: è “la Bestia” dall’aspetto felino, più grosso, la pelliccia di un blu intenso, più folta, gli arti più simili ad una zampa gigantesca che ad un braccio umano, la testa enorme di un leone addormentato.

- Compagni… aiutatemi… Henry… è cambiato…

Shockata come gli amici, Jean Grey prende in mano la situazione.
- Va bene. Torniamo a casa.

 

FINE.

 

NOTE:

Gli eventi inerenti il virus mutageno, l’attacco alla metropolitana a Times Square e il fattore X sono stati narrati in X-Men #1 e 2 by Marvel IT (MIT).
Scott Summers, alias Ciclope, marito di Jean Grey, torna qui per la prima volta dopo la sua presunta morte avvenuta durante la ‘Saga dei Dodici’ o le “Ere di Apocalisse’ che dir si voglia, ultimo tassello di x-continuity ufficiale narrata sugli albi Marvel Italia, da cui poi iniziano le avventure di questa serie ambientata nel MIT Universo.
Luther, la Cosa che Muta, è qui alla prima e non ultima apparizione.
’La Guerra dei Mondi’ e il relativo coinvolgimento degli X-Men sono narrati nella miniserie omonima e in X-Men #5 by MIT.
Alcune doverose annotazioni sul villain protagonista di questa mini saga: Rory Campbell.
Il Dottor Roderick Campbell è un psicologo la cui storia non è ancora stata del tutto rivelata, benché avesse conosciuto la ricercatrice Moira MacTaggart in passato (e ritengo anche Charles Xavier, che l’avrebbe avvicinato a lavoro della donna). Recentemente, Campbell ha accettato di divenire l'assistente di Moira all'isola Muir, nello stesso periodo in cui il supergruppo mutante Excalibur usò l'isola come quartier generale. Durante uno sfasamento spaziotemporale, quando Capitan Britannia è tornato dai limiti del tempo scambiandosi con Rachel Summers, Rory ha visto una versione futura di se stesso: il cacciatore di mutanti Ahab della timeline alternativa di "Giorni di Futuro Passato". Dalla visione Campbell è divenuto risoluto nell'impedire che quel suo tragico futuro si avverasse. In seguito ha perso una gamba nel suo sistema d'interrogazione a griglie laser per mutanti criminali e il dolore provato ha esacerbato l'idea ossessiva controproducente e impossibile di prevenire le azione che lo condurranno alla dannazione della sua anima. Ultimamente, ha fatto perdere le sue tracce e ha provvisto Sebastian Shaw di informazioni cruciali sul virus Legacy. Durante le "Ere di Apocalisse" potrebbe essere stato trasformato in Carestia II, benché ci sia confusione sostanziale su questo fatto. io ho scelto di ignorarlo, preferendo per lui una fine peggiore.